maxbrax
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decisamente la prima con l'ultima

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22
ago
2013
Prendi la fabbrica e scappa. In Polonia…
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Ci sarebbero tutti gli ingredienti cinematografici per una commedia all’italiana del periodo d’oro nella vicenda che ruota attorno alla Firem, una Pmi della provincia di Modena che nelle vicende economiche agostane avrebbe sicuramente meritato più spazio.
La famiglia Pedroni, proprietaria dell’azienda Firem che produce resistenze elettriche, ha agito con prontezza durante la chiusura della fabbrica a cavallo di Ferragosto. Ha preso gli impianti e li ha portati nella sua succursale aperta in Polonia. Per carità, non vuole lasciare a casa nessuno: agli operai è stato offerto di trasferirsi armi e bagagli nella terra di Chopin. E lo ha fatto per lettera dando l’indirizzo della nuova sede polacca dove presentarsi dopo le vacanze….
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Non si può soltanto derubricare la vicenda sotto la voce delocalizzazione. Sono migliaia le aziende che hanno approfittato degli stipendi più bassi e della tassazione più vantaggiosa alle imprese in tutta Europa occidentale per aprire fabbriche nella “vicina” Polonia. Sia ampliando la propria attività, sia per “razionalizzare” le spese, chiudendo linee produttive in patria per riaprirle nella periferia di Varsavia o della altre grandi città del paese. Ma una fuga d’agosto, in questi termini, non si era mai vista.
Fabrizio Pedroni, proprietariod ella Firem, ha preso lo spirito “liberaista” che domina l’economia alla lettera. In una intervista al quotidiano QN ha detto chiaro e tondo che non torna indietro sulal sua decisione. E che non ne deve rispondere a nessuno: «Io non sono tenuto a dare conto su dove voglio spostare i miei macchinari. Quando voglio fare un trasloco in casa mia non è che devo chiedere ad altri».
Il fatto che sia legato a contratti di lavoro pare non sia un problema. Magari, più avanti, visto che la Procura di Modena ha aperto una imnchiesta e alcuni parlamentare di Pd e M5S porteranno il caso in tribunale.
Pedroni se la prende – per carità, anche a ragione – con le banche che non concedono prestiti, le amministrazioni locali che non l’hanno aiutato in fase di espansione della azienda. Per non parlare dei sindacati…Il tutto riassunto con questa battuta: “L’Italia sta affondando e saranno sempre di più le aziende che si trasferiranno all’estero. Proprio a causa dei sindacati, della burocrazia, delle tasse e di una sistema creditizio bancario che è vergognoso. Non lo capite che saranno sempre di più le aziende che si trasferiranno all’estero».
Non ne dubitiamo, ma almeno una lettera per “avvisare” prima la mandano.
E infatti l'hanno mandata (ALL'ULTIMO) per avvisare che dovevano trasferirsi all'estero se volevano continuare a lavorare.
E che sò scemi ?
Vuoi che mandino la lettera mesi prima cosi gli operai ma soprattutto i sindacati bloccano la fabbrica e addio migliaia di euro di macchinari.
Che i sindacati se la prendino con il governo e le sue politiche.........ma bada bene,non solo con quelli di destra ma anche con quelli di sinistra.
Mi spiace dirtelo ma io condivido la scelta di quell'imprenditore.