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06/06/2014 12:06
Euro, dollaro e oro: che fine fanno dopo la Bce?
Rossana Prezioso
Le grandi aspettative createsi (forse troppo grandi) sono state parzialmente deluse. Ma solo in minima parte perchè riflettendo su quanto effettivamente detto, qualcosa di nuovo e concreto c'è. A dirlo è Carlo Alberto De Casa analista dei mercati valutari nonchè responsabile marketing di ActivTrades Draghi protagonista. Quale l'impatto sull'Europa? Sostanzialmente c'era grande attesa per il "bazooka" della Bce che poi alla fine bazooka non è stato, anche se ha segnato l'inizio delle misure concrete da parte di Draghi dopo i quasi due anni di promesse che i mercati difficilmente avrebbero continuato ad accettare. Quindi in pratica non c'è stato un vero e proprio quantitative easing, anche perchè il 90% degli analisti non si aspettava un provvedimento di grandissima portata per giugno, bensì per novembre-dicembre. Ad ogni modo si è cambiato il trend puntando a una serie di misure più concrete. Euro-dollaro sotto i riflettori. Cosa aspettarsi e soprattutto come mai l'euro no è sceso come previsto? A una prima lettura il cambio euro dollaro è sceso fino a 1,35 appoggiandosi fino a 1,352 - 13053 più o meno. Su questi valori, di fondo ha aggiornato i minimi da febbraio. Ma subito dpo c'è stato un recupero poderoso, motivato da più fattori. Una prima chiave di lettura può essere il fatto che è pur avendo tagliato i tassi, l'attesa su Draghi era per uno 0,10-0,05% mentre è rimasto a 0,15% preferendo lasciare un eventuale piccolo margine, anche se lui stesso a una domanda dei cronisti ha dichiarato che lo spazio per un ulteriore allentamento era da considerarsi esaurito. L'euro ha smesso di scendere nel momento n cui Draghi ha ridotto le stime di crescita per il 2014 nell'eurozona, spostandole al 2015, m anche in questo caso non è stato altro che un rimandare. Altra chiave di lettura, è stato il fatto di andare a prendere molti ordini automatici preimpostati sotto 1,36 per poi portarli subito in stop. Senza dubbio il livello di 1,35 diventa particolarmente importante vista l'alternanza registrata in questa settimana. Importanti i primi due supporti, uno a 1,359-1,36, il secondo a 1,35 sui minimi di ieri. Ci sarebbe anche un terzo su 1,347-1,348 sui minimi di fine gennaio. Questo il quadro tecnico. Da notare che già da metà della settimana scorsa, il cambio euro-dollaro si muoveva tra 1,359 e 1,365, sostanzialmente, per assurdo, ieri,dopo aver toccato quota 1,35 c'è stato questo rimbalzo poderoso fino a quota 1,365 arrivando anche a 1,3670. Nulla di nuovo sulla sterlina con la BOE che ha confermato il suo QE con tassi a 0,50% senza particolari scosse. Interessante però la tonicità della sterlina la quale ha recuperato circa lo 0,6% sul dollaro (da 1,66 a 1,67), quindi una sterlina molto acquistata. Draghi, probabilmente con le sue mosse ha cercato di mettere in atto qualcosa che non vada a creare un abolla sull'azionario cercando però di rilanciare e alleggerire la pressione rialzista sull'euro. Oro, ritorno agli acquisti. Ma in che misura? Il ritorno agli acquisti sull'oro è in realtà un movimento ancora tiepido, arrivato sulle parole di Draghi, ma causato da una serie di sei-sette candele negative in precedenza, quindi le quotazioni erano uscite da quel triangolo laterale, da 1.300 a 1240, hanno perso 60 dollari e ne ha recuperati poco meno di 14, quindi una percentuale minima. Fino a quando i prezzi non torneranno sopra 1.260-1.262 non è da considerarsi un movimento particolarmente significativo. Federal Reserve e Bce: nulla più che un cambio del testimone? Bce che entra in campo quando lo spettacolo sta per finire e forse anche un po' tardi e l'eurozona questo lo ha un po' sofferto soprattutto considerando che quanto annunciato ieri da Draghi si ripercuoterà sull'economia reale solo dopo sei mesi, se non di più. Quindi sarà necessario capire se da parte di Draghi c'è una rale predisposizione al QE e se tutte queste manovre rimarranno relegate ancora una volta al mondo delle banche. Significativo il targeting per l'Ltro con la nascita di un nuovo strumento di finanziamento e assistenza, in atre parole una manovra da 400 miliardi di euro, quindi qualcosa di significativo. Fonte: News
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