Il corpo malato che comunica

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3a Puntata con la tesi della nostra Fabiola Ceccato, dal titolo: “Il paziente terminale e la famiglia: L’educazione al contatto affettivo”.
Buona lettura e buona Pasquetta a tutti!
Sandra Marcial.
2.4 Il corpo malato che comunica
Quando il corpo diventa un corpo malato la relazione, prima naturale, si confonde, si
altera, si complica. In una condizione di malattia, di sofferenza, di mutilazione, il corpo si
trasforma, la recettività relazionale si stabilisce su canali diversi, cadono le difese.
Con differente gradualità, viene ammessa e tollerata una sorta di “invasione esterna”
rispetto al proprio corpo (attraverso esami diagnostici invasivi e manovre terapeutiche) e
alle relazioni che esso continua a stabilire. Alcune di queste relazioni divengono
obbligatorie, a volte non desiderate o richieste.
Per queste ragioni, il lavoro di chi assiste richiede un uso consapevole dei sensi, in
particolare del contatto corporeo. La mano di chi assiste può divenire cosi “orecchio psicotattile”
22, in ascolto dei bisogni dell’altro. I gesti principali di questa mano, che
comprendono movimenti funzionali, espressivi o di conforto, producono nella persona un
aumento delle risposte positive, sostengono la sua vulnerabilità emotiva. Una mano
prudente e rispettosa, che sa toccare comunicando e sa modulare, attraverso il tocco,
diversi gradi di empatia a seconda del bisogno della persona, conferma alla persona che si
ha cura di lei.
Il linguaggio del corpo è il punto chiave dell’assistenza al morente. La naturalezza e la
sapienza affettiva espressa da chi cura diventano il veicolo di un linguaggio che, se
attraversato dall’amore, può accogliere il corpo ferito e restituirgli la sua identità, la sua
dimensione umana.
CAPITOLO 3: IL SISTEMA PSICONEUROIMMUNOLOGICO
3.1 Malattia e rete: corpo – emozione – mente
Da tempo si conoscono i collegamenti tra mente e sistema immunitario, ed è evidente sia il
modo con cui la mente può fungere da modulatore, esaltatore e depressore della risposta
immunitaria, sia il processo attraverso cui lo stato mentale dominante del paziente crea il
microambiente46 che influisce sullo stato di salute. Scienziati come Candance Pert, Hans
Selye e Carl Simonton già negli anni ‘70 hanno dimostrato le connessioni tra mente e
corpo e le loro influenze sulla salute e su prognosi infauste come il cancro. La correlazione
psiche-soma è incontestabile.
La psiconeuroimmunologia (PNEI) dimostra che situazioni intense di stress risvegliano
intense emozioni quali la rabbia, la paura, la frustrazione, l’impotenza, ecc che,
trasmettendosi attraverso i neurotrasmettitori ormonali, indeboliscono lo stato di salute48.
Nel corpo umano esistono tre sistemi che veicolano le emozioni sul piano fisico, essi sono:
1. Il sistema endocrino, che trasmette tramite gli ormoni
2. Il sistema nervoso centrale, direttamente collegato ai globuli bianchi
3. La famiglia di neuropeptidi (neurotrasmettitori, fattori della crescita, citochine) che
influenzano l’attività cellulare e il funzionamento genetico.
Non ci si deve riferire alla rete corpo-emozione-mente come ad un discorso di mera causaeffetto
rispetto ad uno stress psichico che si scarica sul corpo e lo fa ammalare, ma si deve
pensare ad un sistema aperto in cui ci sono scambi tra ambiente e i sistemi di informazione
dello psicosoma e appunto il sistema nervoso, endocrino e immunologico.
La rete immunologica si basa su un processo di comunicazione: sulla superficie di ogni
cellula ci sono milioni di recettori capaci di tradurre messaggi o segni molecolari esterni in
modelli specifici di attività biochimiche all’interno della cellula. In ogni istante una data
cellula deve dare un’interpretazione ponderata dello stato collettivo e dei suoi recettori. Un
dato messaggio molecolare non può automaticamente rilasciare un certo responso
cellulare, piuttosto il responso cellulare dipenderà dalla storia di questa cellula e del suo
contesto49.
Il sistema immunitario, endocrino e quello nervoso dunque non possono essere separati
facilmente; non solo perché le fibre nervose si ramificano negli organi del sistema
immunitario ed esocrino, quali timo, ghiandole linfatiche, midollo osseo e milza, ma anche
perché la funzione del cervello, secondo un importante scoperta neuroscientifica, è
modulata da numerosi prodotti chimici oltre che dai classici neurotrasmettitori.
Inoltre tutte le cellule impegnate nella difesa immunitaria (cellule killer, macrofagi,
linfociti T e B) sono in comunicazione tra loro e con il sistema nervoso centrale attraverso
un complesso sistema circolare retroattivo (feedback).
La presa di coscienza della relazione inscindibile fra mente e corpo ha portato all’uso
sempre maggiore di tecniche abbinate ad un approccio psicodinamico34 al paziente, che
possono aiutarlo a migliorare la sua qualità di vita. Nasce in questa direzione la
psicoterapia organicistica (1980) per superare il concetto dualistico di mente/corpo ed
emozione/corpo per considerare che esiste un organismo unitario che si manifesta a tre
livelli:
✔ Relazionale e sociale
✔ Biologico e biochimico
✔ Cognitivo ed emozionale
Il paziente va considerato, quindi, nella sua interezza intervenendo anche sull’aspetto
psicologico. I punti su cui è fondamentale focalizzarsi sono principalmente:
✔ Sensibilizzazione sui modelli comunicativi efficaci
✔ Controllo del dolore
✔ Utilizzazione del potenziale mentale dell’individuo per un benessere psicofisico.
CAPITOLO 4: QUANDO IL TATTO DIVIENE CONTATTO
4.1 Il Contatto come comunicazione
Quando il tatto diventa contatto vi è l’incontro a due, si instaura una comunicazione. Il
tramite del contatto è la mano, essa al tempo stesso tocca ed è toccata, gli occhi e le mani
dell’infermiere sono i migliori recettori, e lo guideranno verso le necessità inconsce del
corpo del paziente, mentre sarà in grado di percepire i bisogni profondi del suo essere. Si
stabilisce in questa maniera uno scambio e, man mano che la relazione terapeutica diventa
profonda, il contatto oltrepassa il confine della pelle, permettendo l’accesso all’universo
delle emozioni del paziente. La dimensione emotiva è al servizio di questo scambio e
permetterà alla persona di prendere coscienza delle proprie emozioni, paure e ansie.
La prima forma di comunicazione è senza dubbio quella corporea non sessualizzata,
ritrovare questo tipo di comunicazione, che spesso sottovalutiamo, diventa importante. Il
linguaggio del corpo è un filtro del linguaggio della psiche, perciò prendere in
considerazione il corpo significa capire un sistema di codici che esprimono le più profonde
sensazioni. Dagli studi di Boadella e Liss, ritroviamo l’abbraccio51 come forma di
comunicazione da applicare in psicoterapia, oltre alla carezza, se questi mancano, si
instaurano processi psicologici e fisiologici che bloccano la persona a livello somatico,
questo processo con il tempo origina contrazioni muscolari, postura negativa e
ispessimento del connettivo. Il comportamento comunicativo realizzato attraverso il tocco
che procura il sollievo e che sostiene, è considerato essenziale nel prendersi cura dei malati
terminali.
Come diceva Annie Ernaux: “Esistere è qualcuno che ti accarezza, che ti tocca”.
Il mondo nel quale siamo tutti cresciuti e continuiamo a muoverci, è un mondo che non
favorisce il contatto affettivo spontaneo fra esseri umani, è importante, quindi,
sensibilizzare i professionisti della salute a una dimensione dell’approccio umano che
comprenda l’incontro tattile, aiutarli a prendere coscienza di tutto ciò che entra in gioco
ogni volta che si tocca qualcuno o qualcuno ci tocca. Il massaggio54 è un vero contatto a
due e va vissuto come forma di comunicazione, esso crea numerosi benefici, sia dal punto
di vista fisico, che psichico (per maggiori dettagli si veda in seguito Allegato 2).
L’Educazione Continua in Medicina (ECM) stessa indica il massaggio psicosomatico come
uno dei tre elementi che costituiscono una moderna educazione continua in medicina. Il
massaggio sottintende un contatto positivo, non è un semplice toccare, anche perché non
dobbiamo dimenticare che ci sono molti modi per toccare, quanti ce ne sono per
comunicare lo stesso messaggio. Se cambiamo tono in una conversazione, il messaggio,
anche se espresso con le stesse parole, risulta completamente diverso. Il buon contatto è
determinato dal modo di vedere, di sentire e di ascoltare.
4.2 Il Massaggio Metamorfico
La Tecnica Metamorfica59, da cui deriva il massaggio, origina dalla Riflessologia Plantare
e fa parte delle medicine complementari ed olistiche. Il padre della tecnica metamorfica,
Robert St. John, alla fine degli anni ‘50 si ispirò alla creazione di questo massaggio dopo
numerosi studi sulla connessione tra corpo e mente, sostenendo che “Il massaggio è un
mezzo per trasmettere alla persona l’equilibrio tra corpo e mente”. La tecnica75 ripresa poi
dall’allievo Gaston Saint-Pierre si sviluppò fino ai giorni nostri. Questo massaggio si pone
come scopo quello di liberare i blocchi emozionali del paziente, non ha controindicazioni,
la tecnica è molto dolce e facile da praticare. La seduta dura normalmente dai 30 ai 60
minuti, consiste in un tocco pressorio leggero partendo dai piedi, che sono il nostro
avanzare nel mondo, per poi passare alle mani, che rappresentano l’azione e infine alla testa
che è la parte dei pensieri.
4.3 Il coinvolgimento dei familiari
Il massaggio è un atto di intimità, di solidarietà, che riporta ogni individuo alla calda,
rassicurante relazione corporea con la madre, quella in cui il linguaggio del corpo può
comunicare l’ineffabile, ciò che non può essere detto. Il massaggio che un familiare può
fare sul proprio caro non è soltanto la pura esecuzione di manovre manuali, ma bensì
diventa un dialogo. Nella difficile relazione tra famiglia e paziente, il massaggio
rappresenta un momento di incontro, una presenza affettuosa che lo accompagnerà
dolcemente fino alla fine.
È essenziale il coinvolgimento dei famigliari, per ri-educarli al contatto con il loro caro,
alla vicinanza, per aiutarli ad essere presenti, se lo vogliono, nella tenerezza e nella
dolcezza; aiutarli a capire, ad accettare di nuovo e quindi ad avvicinare un corpo diverso,
stanco, prostrato, sconosciuto; coinvolgerli nei gesti di cura, di accudimento, renderli
consapevoli che quel corpo è ancora vivo, presente, palpitante, bisognoso d’amore, con
desideri ed emozioni; legittimando carezze, sussurri e lacrime.
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tipo rooney, ieri sera: il corpo malato -alla caviglia- che comunica sicuramente (il doping che gli fanno, a quelli lì)..
 

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