Il governatore della banca centrale inglese, Mervyn King, ha spiegato ieri che per una riforma completa del sistema bancario potrebbero essere necessari «decenni». L’affermazione del numero uno di Bank of England è arrivata insieme ad una forte critica all’industria nel suo insieme, e alla conferma della necessità di chiedere alle banche di mettere da parte ingenti quantitativi di capitali.
King ha spiegato la sua posizione parlando ad una conferenza a Londra, nella quale ha attaccato anche i piani di riforma che sono stati fino ad ora applicati dai governi, a cominciare dalla tassa di 2,5 miliardi chiesta dal governo della Gran Bretagna o dai nuovi requisiti di capitalizzazione introdotti dalla “Basilea III”. Secondo il governatore, infatti, si tratta di misure insufficienti: «Gli standard imposti in Svizzera non sono in grado di scongiurare nuove crisi», ha spiegato.
Ci vorrebbero, invece, interventi radicali: «La crisi ha già imposto il peso di un ingente debito alla prossima generazione. Abbiamo il dovere di evitare di aggiungere anche i rischi legati ad un sistema bancario fragile. Servono riforme profonde, che irrobustiscano l’industria finanziaria nel lungo periodo. E dobbiamo avere il coraggio di farlo, anche se dovessero volerci molti anni per completare l’opera». Quanto alle proposte concrete, King ha spiegato che «solo un livello di capitalizzazione molto più alto, e che probabilmente sarebbe visto come eccessivo dalla maggior parte dei banchieri, sarebbe in grado di assicurare la tenuta di fronte ad un nuovo terremoto finanziario».