nn c'è solo l'ilva.
Il ministero della salute ha finanziato un progetto davvero ambizioso, volto a comprendere la situazione sanitaria di 44 luoghi altamente inquinati, sparsi per tutta la penisola e le isole maggiori, in cui le condizioni ambientali fanno ammalare e morire la popolazione più della media nazionale. Si parla ovviamente Porto Marghera, di Gela, ma anche di Porto Torres, dove il livello di contaminazione dei suoli e delle falde è risultato davvero pesante, come pesanti sono risultate le conseguenze per la salute e la vita di chi ci abita. In questi siti si dovrebbe bonificare, ma lo si è fatto? Lo si farà? Nella maggior parte dei casi non si è affatto ancora nulla.
I dati di mortalità diffusi riguardano il periodo 1995-2002. Le morti osservate in questi siti sono tutti superiori a quelle che ci si potrebbe mediamente aspettare, ed ecco i numeri: 3.508 in otto anni: questo il surplus di mortalità nelle aree a forte esposizione industriale. Su 403.000 morti complessivi però il dubbio c'è su almeno 10,000 decessi.
Ci sono insomma 5,5 milioni di abitanti, 298 comuni in cui si muore di più per cancro o gravi malattie rispetto al resto d'Italia e questo non dipende solo da redditi e scolarizzazione più bassa, che ad esempio ti può portare a compiere azioni sbagliate o ad alimentarti in modo poco corretto, ma perchè l'ambiente in cui queste persone vivono è pregno di veleni.
Tutto questo è figlio dell'inquinamento industriale degli anni del boom economico sino alla fine degli anni 70, quando tutto è stato contaminato in modo pesante.
Sarebbero ben 416 i morti in eccesso per tumore alla pleura nei siti contaminati da amianto, per la presenza di cave di estrazione del minerale o di impianti di lavorazione (Balangero, Casale Monferrato, Broni, i dintorni dello stabilimento Fibronit di Bari, Biancavilla, Massa Carrara, Priolo, Pitelli e alcuni comuni lungo il litorale vesuviano).
Che dire poi delle raffinerie di Porto Torres e Gela, delle acciaierie di Taranto, delle miniere del Sulcis-Iglesiente e della chimica di Porto Marghera: qui sono numerosi i casi di tumore al polmone e quelli di malattie respiratorie anche gravi.
Cosa dire dei decessi supplementari per insufficienza renale e altre malattie del sistema urinario causati dalle emissioni di metalli pesanti, composti alogenati e idrocarburi degli stabilimenti di Piombino, Massa Carrara, Orbetello o la bassa valle del fiume Chienti.
Potremmo andare avanti per molto: ci fermiamo alla Laguna di Grado-Marano e nella zona Nord di Trento (sede di impianti di produzione del piombo tetraetile fino alla fine degli anni settanta) dove sono stati segnalati incrementi di malattie neurologiche come il morbo di Parkinson, probabilente dovuto alle emissioni di piombo, mercurio e solventi organoalogenati.