Il fondamentalismo cattolico

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FONDAMENTALISMO CATTOLICO
di Diana Comari
pubblicato il 13/06/2006



«È l'eclissi di Dio» alla radice della «profonda crisi attuale della verità» ad ispirare leggi che tendono a riconoscere «coppie insolite» formate «da omosessuali che rivendicano gli stessi diritti riservati a marito e moglie. Abbiamo visto manifestarsi l'apologia della famiglia monoparentale, ricostituita, omosessuale, lesbica.». Comincia così la durissima condanna del Vaticano ai Pacs, in un documento intitolato «Famiglia e procreazione umana» del Pontificio Consiglio per la Famiglia diretto dal cardinale Lopez Truillo.



La critica non si ferma qui, perché vengono contestati duramente anche la contraccezione («legittima la sola continenza periodica cioè l'uso del matrimonio solo nei periodi non fertili»), l’aborto («banalizzare l'aborto trasfomerebbe il delitto in diritto e non è concepibile che un delitto resti impunito»), la procreazione assistita («rischio di manipolazione genetica», «se l'uomo si arroga il potere di fabbricare l'uomo, allora si arroga anche il potere di distruggerlo») e il femminismo («ha esacerbato le relazioni tra i sessi e accentuato il carattere polemico della relazione tra maschi e femmine, rafforzando la visione puramente individualistica dell'uomo e della donna, incitando al superamento della famiglia».



Questa volta non è una semplice indicazione a vivere secondo i principi della Chiesa: le parole usate dal documento Pontificio sono durissime e pesano. È difficile dire che il Vaticano non si è intromesso in questioni che riguardano lo Stato italiano, soprattutto dopo l’annuncio del neo-ministro per la Famiglia Rosy Bindi di voler regolamentare anche le unioni di fatto.



Che Ratzinger fosse un Papa conservatore lo si è sempre saputo e, fin dal suo primo messaggio, non ha fatto altro che puntare il dito contro il relativismo che domina la società odierna, ma forse, da un uomo colto, ci si aspettava un po’ meno rigidità.



Quelle parole pesano perché, ad Auschwitz, Ratzinger aveva parlato di “silenzio di Dio” e aveva descritto i nazisti come dei criminali che, attraverso l’uccisione del popolo ebraico, volevano «uccidere Dio». Insomma, il confine tra i nazisti che volevano «uccidere Dio» e i Pacs definiti come «l’eclissi di Dio» sembra essere troppo labile e azzardato, mentre ci sarebbero altre questioni su cui sono state pronunciate parole ben più blande o non è stato detto nulla del tutto, come le guerre, le violenze su donne e bambini, il terrorismo…



Dal documento sulla famiglia emerge una forte paura della Chiesa per le politiche degli Stati, non solo quello italiano: prima dell’Italia, il clero si è trovato a fare i conti il governo Zapatero, in una Spagna non abituata a una così forte laicità civile.



La durezza della parole vaticane suona come una minaccia, più che un invito a seguire i principi della fede e, per il mondo cattolico, è una novità perché, checché se ne dica, i Paesi in cui predomina questa religione sono sempre stati i più inclini alla modernità e a liberalizzare i costumi, anche quando in apparenza cercavano di celare le contraddizioni tra il modo di agire quotidiano e i principi religiosi. A moniti così duri e ad una fede così rigida non siamo abituati in Occidente, ci sembrano irreali, da Medioevo.



Negli ultimi anni, le notizie drammatiche che ci sono giunte dalle varie parti del mondo ci hanno portato a contestare, anche in modo forte, il fondamentalismo di certi fedi religiose, prima fra tutte quella islamica e, ora, paradossalmente ci troviamo a fare i conti con il fondamentalismo cattolico. Già, perché se la missione di Giovanni Paolo II sembrava essere quella di conquistare il mondo attraverso la sua grande comunicatività, Benedetto XVI sembra aver proprio il compito di affermare con forza i principi del cristianesimo, a cui bisogna obbedire senza se e senza ma. Un compito arduo, che rischia di far apparire poco “attraente” il nuovo Pontefice e di allontanare ancora di più dalla Chiesa i numerosi fedeli che hanno scelto uno stile di vita un po’ più morbido rispetto agli insegnamenti evangelici; ma il pericolo vero è quello di riaccendere forti scontri ideologici anche all’interno della cristianità stessa, esasperando integralismi poco utili in una società sempre più multietnica come quella in cui ci troviamo a vivere.
 
altre riflessioni laiche...molto interessanti.Consiglio di leggerle.

IL FONDAMENTALISMO CLERICALE INCALZA…


DI CARMELO R.VIOLA

Biologia sociale

Siamo al limite della schizofrenia politica. Uso questa parola nel senso proprio di “rottura” della mente ovvero della psiche o, se preferite, della logica, della ragione, del senso comune: una patologia da scompenso tra potere e diritto. Una forma tra le peggiori che colpiscono - mi si perdoni il tono da medico - il consorzio antropologico.

Nei termini della realtà contestuale tale schizofrenia significa fraintendimento e confusione dei ruoli istituzionali, statali e non, delle loro funzioni e dei loro limiti; significa ignoranza del significato essenziale del diritto, della legge, delle fedi religiosi e dell’etica sociale. Quest’ultima distingue nettamente fra libertà personale e diversità delle libertà altrui. E’ il marasma organico dell’attività dello Stato e della vita civile i cui attori hanno perso la cognizione dei parametri comportamentali e del valore effettivo delle categorie reali: la conseguenza di tutto questo è il blocco della crescita della specie (con buona pace di chi la confonde con la crescita del PIL), è lo sfruttamento dei soggetti inerti da parte dei dominanti sedicenti “referenti di Dio”, è la conflittualità intraspecifica. Ci proviamo a chiarire le cose:

1 - Un parlamento laico può e deve fare solo leggi laiche.

2 - Le eventuali fedi religiosi sono di esclusiva pertinenza di chi le professa e non possono per nessuna ragione essere messe nel conto delle ragioni genetiche delle leggi. I portatori di fedi religiosi sono abilitati a professarle al limite della nonviolenza e sono abilitati a protestare solo nel caso in cui delle leggi impediscano loro tale professione (purché – vale ripeterlo – contenuta nei limiti della nonviolenza).

3 - Le leggi laiche, appunto perché tali, non impediscono alcuna professione di fede nonviolenta. Per es., le leggi relative al divorzio e all’aborto non impongono a nessuno di divorziare o di abortire.

4 - La Chiesa cattolica si arroga la pretesa di rappresentare il diritto naturale ma in realtà chiama diritto naturale verità da essa stessa confezionate, talora come dogmi, che chiama “verità di Dio”, di cui essa avrebbe avuto la rivelazione diretta e che pertanto sono categoriche per non eludere l’ordine voluto dal creatore. Ma invero, si tratta solo di modalità di vita consone al potere clericale ovvero alla possibilità di un potere politico a pretesto religioso, di controllare il quotidiano, materiale ed intimo (!), dei suoi sudditi dalla nascita alla morte. La ragion d’essere di tale potere fine a sé stesso non ha niente a che vedere con la eventuale (ma per niente probabile esistenza del Dio-persona, su cui si fonda il teismo ovvero tutta la filosofia cattolica) ma affonda le radici nella biologia cioè nel bisogno di ogni vivente di assumere la vita come potere ovvero come risposta al bisogno di rassicuranza affettiva contro un mondo e la morte che fanno paura. La quale si traduce in religiosità naturale che alcuni traducono in religione positiva ovvero istituzionalizzata e ne fanno uno strumento del proprio potere. Quando la vita-potere (potere di autodifesa e di autoaffermazione) diventa violenza contro chicchessia, allora è gratuito e patologico.

5 - Tale è il potere della Chiesa, che vorrebbe essere uno Stato-chiesa o meglio una Chiesa-stato ma in questo àmbito le leggi non intendono regolamentare l’autonomia dell’individuo nel rispetto della reciprocità (essendo un diritto naturale anche l’esperienza e gli errori che l’accompagnano).Tale ideologia politica, nata dalla concezione e dall’esercizio di un potere gratuito e patologico (cioè violento in quanto contravventore del diritto naturale ovvero della naturale diversità) è il famigerato fondamentalismo, un misto di autocrazia e di assolutismo, una “dittatura di costume”, che misura con un “metro divino” ciò che è lecito e ciò che è illecito. La giustizia clericale ha una vasta illustrazione nella storia criminale della Chiesa. Quello di casa nostra non è, purtroppo, il solo fondamentalismo che pesa sulla salute della specie.

6 - Tuttavia, la Chiesa dispone, oltre che della Piazza S. Pietro, di sufficienti mezzi comunicativi, giornalistici e radiofonici, e soprattutto di una miriade di “case di culto” (altrimenti chiese) attraverso cui o dove può liberamente imbonire e gestire i propri sudditi, catechizzarli, terrorizzarli, punirli ed assolverli, farli a immagine e somiglianza di uno stereotipo dogmatico, insegnare alle prede-vittime di chiamare tutto ciò “coscienza”.

7 - Per converso, la Chiesa non ha alcun titolo giuridico per interferire nell’attività di un parlamento di non importa quale Stato, ancor meno di quello italiano, specie dopo la dichiarazione del carattere laico di questo. Non ha alcun titolo giuridico per pretendere che i vari impegni di fede, cioè paraipnotici, (sacramentali e sudditari) dei cattolici, come quello di non divorziare e quello di non convivere civilmente, meno che mai su base omosessuale, diventino obblighi legali per tutti.

8 - La Chiesa teme l’esercizio della libertà individuale, da quella del pensiero a quella della convivenza e della vita sessuo-affettiva, solo perché questo toglie al potere clericale, gratuito e patologico, la libertà del controllo sui sudditi (definiti non solo in maniera figurata come “gregge”!), mentre sostiene che la convivenza solo eterosessuale, solo procreativa, e perfino indissolubile, sarebbe la sola famiglia naturale, ma si tratta di un’invenzione perfino ridicola che fa pugni con la biologia, sessuale, ormonale e psicologica, come dimostra sempre più la realtà dei nostri giorni.

9 - Da quanto detto deriva la considerazione che l’ingerenza – peggio, invadenza – clericale nella sfera legislativa di uno Stato laico è azione politicamente sovversiva i cui responsabili dovrebbero essere richiamati e, se necessario, anche puniti dal potere giudiziario per offesa al Parlamento e per vilipendio dell’uomo. Agenti clericali in veste talare, specie se gerarchi di alto livello, dovrebbero essere respinti entro i confini dello Stato del Vaticano come cittadini indesiderati, di fatto stranieri. Costoro, infatti, non si richiamano all’art. 21 della Costituzione, che sancisce la libertà di pensiero, ma sobillano i cattolici, psicosudditi di quello Stato, a impedire la funzionalità laica di un Parlamento laico, abilitato a produrre leggi che non elevino al livello di obbligo per tutti modalità di vita che valgono solo per chi le accetta per catechizzazione.

10 - Bisogna riconoscere che l’incalzante offensiva fondamentalista-clericale è stata malauguratamente incoraggiata da un Presidente, ex-comunista, che ignora la materia e che ha invitato il Parlamento a realizzare una “sintesi” con le pretese clericali. Si tratta di una proposta più che errata, assurda, in quanto vorrebbe conciliare la ragione laica con il potere clericale mentre la civiltà può crescere solo se sa coniugare la ragione con la scienza e con la coscienza.

Per concludere. Il Parlamento è disturbato e menomato da elementi – i cattolici, appunto – che mancano dei requisiti culturali per esercitare il mandato parlamentare di uno Stato laico: a rigore, dovrebbero starsene fuori ad esercitare un altro mestiere se incapaci di fare il proprio dovere. La Chiesa cattolica, come il lupo cambia il pelo ma non il vizio. Essa vuole dominare gli uomini e, non potendolo fare con un proprio potere temporale, usa i propri fedeli come agenti infiltrati palesi, appellandosi ad una democrazia, totalmente estranea alla sua struttura e ad una coscienza, che è sé stessa solo se è esente da blocchi. Al fuoco e alla mordacchia di Giordano Bruno succedono le resistenze e le opposizioni di tali agenti, talora sinceri ma comunque plagiati. Invece della pace e dell’amore fra gli uomini la Chiesa semina la discordia e la conflittualità: è causa di quel disordine che dice di volere evitare.

L’ingerenza clericale ha raggiunto l’apice della virulenza superando ogni limite di decenza. E’ sconfortante non sentire levarsi una sola voce autorevole e coraggiosa a denunciare tutto questo senza mezzi termini, senza timori riverenziali, in difesa sì del diritto naturale, e quindi della Costituzione e della Legge, contro il sovversivismo parlamentare dei cattolici che confondono la propria coscienza con quanto ci ha messo dentro la Chiesa e l’esercizio della stessa con l’intolleranza legale del diverso.

Carmine R. Viola


19.02.2007
 

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