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Settembre 1971: Re Nudo Pop Festival a Montalbano
Il periodico di Andrea e Marina Valcarenghi era dedicato alla cultura underground dell’epoca:
musica, politica, fumetti, pratiche sociali alternative (chi non ricorda le prime “comuni”?), droghe e sesso.
Re Nudo si fece promotore di una serie di raduni pop, i “Festival del proletariato giovanile”, lanciando lo slogan "facciamo che il tempo libero diventi tempo liberato".
Già l’anno precedente, i Festival Pop di Caracalla e di Viareggio avevano avuto un enorme successo e avevano dato il via ad amicizie musicali che avrebbero poi dato alla luce numerosi gruppi pop italiani.
Nel week end del 25-26 settembre del 1971 il Re Nudo Pop Festival si svolse a Ballabio, precisamente sui prati di Montalbano.
Ci si arrivava a piedi, da Lecco, tra boschi e prati di una città non ancora urbanizzata come oggi.
L’organizzazione aveva allestito il palco per la musica, con relativi impianti audio e luci, e una sorta di mensa a prezzi “politici”: tutto a 100 lire,
dai panini alla birra. Arrivarono in diecimila, nonostante le previsioni meteo non incoraggianti.
Si accamparono con tende e sacchi a pelo, tantissimi senza neppure quello, ma con una gran voglia di stare insieme e ascoltare musica.
“Perché la musica è cultura, e la cultura deve essere libera e non ci sarà censura, nè recinto, né polizia che potrà impedire tutto questo,
cioè quello che è successo a Ballabio: diecimila ragazzi sdraiati su un’erba senza muri, né recinti, né biglietti”,
così scriveva Carlo Silvestro su
Ciao 2001 n. 42 del 20 ottobre 1971.
E la musica la fece da padrona. Ospite d’eccezione
Claudio Rocchi [foto a destra >>>], già bassista degli
Stormy Six,
e fresco di pubblicazione dei suoi due album da solista: Viaggio del 1970 e Volo magico del 1971.
Rocchi lavorava allora con un valido gruppo di musicisti, tra cui alla chitarra elettrica il giovanissimo
Alberto Camerini.
Famoso divenne il brano che occupava un intero lato dell’LP, caratterizzato da un ipnotico e sapiente crescendo ispirato a
Stairway to Heaven dei Led Zeppelin.
“Non c’era nessuna separazione tra il prato di ragazzi e il palco dei musicisti, nessuna barriera che ci dividesse,
ma solo buone vibrazioni e tanta partecipazione, così che alla fin fine eravamo tutti musicisti”, scriveva ancora Carlo Silvestro (op.cit.).
Sul palco anche i
Garybaldi, ex Gleemen, gruppo genovese di ispirazione endrixiana, composto da
Fossati, Marchi, Traverso e Cassinelli.
Gruppo di spicco del primo progressive italiano, nell’epoca dei festival, i Garybaldi si fecero disegnare le copertine degli PL da Crepax,
e suonarono come supporter di artisti già affermati come i Bee Gees e Santana.
La loro fama giunse anche all’estero, soprattutto in Germania, Svizzera e Giappone.