IL MIO MIGLIORE AMICO E' COLUI CHE TIRA FUORI IL MEGLIO DI ME

Cominciassero a restituire l'IMU non pagata allo Stato Italiano... così tanto per 'rendere a Cesare ciò che è di Cesare'.
 
Ultima modifica:
Io darei le dimissioni .......

Durante la riunione convocata il 9 maggio in un albergo romano per pianificare il voto sul procuratore di Roma,
si ribadisce la necessità di puntare su Marcello Viola ed escludere Francesco Lo Voi, ritenuto troppo contiguo alla linea di Giuseppe Pignatone.

Lotti racconta i dettagli della sua visita al Quirinale.

Lotti: «Quello che vi devo dire io Mattarella... Io ci sono andato e ho detto “presidente la situazione è questa” e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto più o meno cioè Lo Voi...

(omissis)

Lotti: «Altra cosa che non vi ho detto, lui (l’ormai ex procuratore Pignatone, ndr) al Quirinale non ci andrà...»

Palamara: «Appunto, ma è sicuro questo»

Lotti: «Questo al 101%»

Palamara: «Quindi è una cazzata quello che mettono in giro?»

Ferri: «Non lo prende?...»

Palamara: «Erbani c’era ieri sera...»

Lotti: «Lui non andava al posto di Erbani , lui andava al posto di Lupo...»

Stefano Erbani è il consigliere giuridico del presidente Sergio Mattarella, che ha preso il posto di Ernesto Lupo dopo il suo pensionamento.
Due giorni fa, quando erano filtrate le prime indiscrezioni sulle parole di Lotti, il Colle aveva diramato una nota per smentire qualsiasi tipo di incontro.
Posizione ribadita ieri: «Si tratta di millanterie».
 
“Io sono innocente, spero che lo sia anche chi mi accusa”. E a chi lo accusa (zanda), dice, sono “moralisti senza morale”, “ipocriti” e “invidiosi”.
 
I giudizi espressi da enti sovranazionali sull’Italia spesso sono “pregiudizi” e non tengono conto della ” forza competitiva delle nostre imprese” e del “nostro buon livello di risparmio“.

“se la fiducia nel Paese è solida e la base di risparmio sufficiente, livelli di indebitamento nell’ordine del 200%
rispetto al Pil non contrastano con gli obiettivi economici e sociali perseguiti dalla politica”

. Inoltre, definisce così “i sospetti sulla possibilità di insolvenza del nostro debito pubblico oggettivamente infondati“.
Se venisse applicato il “criterio di razionalità” per cui la sostenibilità del debito pubblico risulta garantita nel momento
in cui il suo saggio di incremento resta mediamente sotto al saggio di crescita del Pil,
“si restituirebbe ai debiti sovrani, incluso quello italiano, la dignità di ricchezza protetta che a essi attribuiscono giustamente gli investitori”.
 
“i giudizi non di rado espressi da istituzioni sovranazionali, enti nazionali e centri privati, appaiono prossimi a pregiudizi,
perché resi su basi parametriche finanziarie convenzionali che non tengono conto dei due pilastri che reggono la nostra economia e società”,
appunto la competitività delle imprese e i risparmi degli italiani.

“Il potere di valutare il rischio di rimborso” dei titoli di Stato italiani “si è trasferito sul mercato senza un adeguato contrasto alla speculazione – sostiene Savona –
che non di rado trova alimento nell’attitudine delle autorità a usarlo come vincolo esterno per indurre gli Stati membri a rispettare i parametri fiscali concordati a livello europeo”.

Regole che, afferma Savona, sono prive del “consenso democratico necessario”.
Il motivo? “Con la decisione di aderire all’euro fin dall’inizio – spiega – l’Italia ha accettato di far convergere il debito pubblico verso il 60% del Pil
senza prima definire a livello interno e a quello europeo una politica di rientro dai 45 punti percentuali in eccesso, priva di caratteristiche deflazionistiche“.

Savona continua sottolineando che “per la comunità europea e globale l’Italia non rappresenta un problema finanziario, ma una risorsa
alla quale molti Paesi attingono per soddisfare le loro necessità”. “Contrariamente a importanti paesi sviluppati”,
come Usa, Regno Unito, Canada e Francia, “l’Italia non assorbe flussi di risparmio dall’estero ma ne cede in quantità superiori al suo debito pubblico”,
disponendo dal 2013 di “flussi di risparmio in eccesso rispetto all’uso interno”.

“Un contributo significativo alla stabilità finanziaria verrebbe dalla creazione di un titolo europeo privo di rischio (European safe asset)
mentre “l’unico safe asset esistente oggi in Europa è di fatto il Bund tedesco“, prosegue il presidente della Consob, secondo cui l’European Stability Mechanism
“dovrebbe utilizzare i fondi raccolti con i safe asset per concedere prestiti agli Stati membri che disporrebbero di una fonte alternativa
e a basso costo per il rifinanziamento del loro debito pubblico”.

“Ricreando la fiducia sulla solvibilità finanziaria del Paese si reinnesterebbe il circolo virtuoso dello sviluppo,
che non è formato dal solo innalzamento della crescita materiale, ma da tutte le componenti della società.
Avrebbe così fine quella che è stata autorevolmente definita ‘l’era del risentimento’ in cui viviamo
e si recupererebbe l’era delle speranze di portare la globalizzazione e le innovazioni tecnologiche al servizio di tutti”.

Così Savona ha concluso il suo primo discorso all’incontro annuale con il mercato finanziario.
 
Torno sull'argomento e non voglio farla nè lunga nè corta, ma sto ai fatti.

Un sottosegratario è stato costretto a dimettersi perchè "una terza persona" ha detto
ad una quarta persona che il sottosegretario sarebbe stato pagato.

Qui abbiamo il diretto interessato che dichiara di aver incontrato il Capo dello Stato
e cippette e cioppete.

Se "a sta a "b" come "a" sta a "c" ..........dimissioni.
 
Giusto per finirla.

SE il Capo dello Stato fosse stato di centro destra........
oggi AVREMMO AVUTO IL CATACLISMA MEDIATICO.

Fiumi di parole. Fiume di servizi giornalistici. Fiumi di interrogazioni.
Sinistroidi in piazza. Femministe al grido "Dio me la data e me la tengo"
"Orgoglio gay". "Lesbiche per l'impeachment".
 
A Bergamo, come nel resto del mondo, le separazioni possono costare caro.

Anche 100mila euro o una condanna per espropriazione indebita di denaro. La particolare storia è stata raccontata da Il Giorno.

Una vicenda purtroppo all’ordine del giorno. Protagonisti una moglie tradita e un marito 60enne che non accetta la sua età.
O meglio, che preferisce le attenzioni di una donna più giovane. Tutto sarebbe accaduto nel 2016 a Bergamo.
I due coniugi si sono trovati in via di separazione, da tempo infatti sembrerebbe non andassero più d’amore e d’accordo.
Fin qui tutto normale. Appuntamenti dal giudice per decidere gli alimenti o per dividere equamente quello che si era acquistato insieme nel corso del matrimonio.

Se non fosse che un giorno il marito si è recato in banca e ha scoperto l’ammanco di ben 100mila euro sul conto corrente ancora cointestato con la ormai ex dolce metà.

Immediatamente l’uomo si è recato in commissariato per sporgere denuncia ufficiale.
A seguito di alcune indagini è saltata fuori la triste realtà. A prelevare la somma, non proprio leggerissima, era stata proprio la consorte.
Magari la donna, una volta scoperto di essere stata messa da parte per una rivale più giovane, ha pensato bene di risarcire se stessa con una cifra per lei adeguata allo smacco subito.

Di tutto altro avviso la giustizia che ha deciso di condannarla a un anno e quattro mesi per appropriazione indebita.
La richiesta di condanna avanzata dalla pubblica accusa è stata infatti accettata dal giudice Donatella Nava.
Pena sottoposta a sospensione condizionale a fronte, da parte dell’imputata, della restituzione entro tre mesi dell’intera somma sottratta.

Da quanto raccontato, la donna tradita non si sarebbe mai presentata alle udienze e sarebbe stata giudicata con rito abbreviato.
 
Veramente. Ma questi sperano con la gelmini e la bernini di andare avanti ?
Affermando che quota 100 non va bene ? .........poverini. Altro che cerchio magico.
Idioti al cubo.

Inutile negarlo: l'idea di fondere Forza Italia con la Lega, lanciata da Silvio Berlusconi al vertice di mercoledì scorso, ha spiazzato anche gli azzurri.


Ma uno dei primi obiettivi del presidente, spiegano fonti del partito, era anche tattico: togliere margini di agibilità a Giovanni Toti.

Se il no di Matteo Salvini era più che atteso, scontato, è il governatore della Regione Liguria a essere rimasto almeno temporaneamente
con una voce politica meno distinguibile e senza la forza di fuggire per fondare un partito che sfondi.

La posizione di Toti è stata «scavalcata» dalla proposta di Berlusconi, che ancora una volta spera di ridare a Forza Italia la centralità perduta.

Ciò che avverrà può dirlo solo il tempo. L'ingrediente principale della ricetta: parlare ai ceti medi, lavoratori e imprenditori, rimasti delusi dalla politica economica del governo gialloverde

«Toti? Non vado a iniziative di altri partiti e lui non è ancora un partito» ha tagliato corto anche lo stesso Salvini ieri a Recco a proposito dell'ex delfino del Cavaliere.

Ora Berlusconi punta a ricostruire il partito, anche infrangendo un tabù di lunghi anni: lo statuto che impedisce la «contendibilità» reale delle cariche.
Se il leader indiscusso rimane lui, i coordinatori saranno individuati con procedure democratiche quali congressi o primarie.
Entrambe le soluzioni sono state ipotizzate al vertice, così come indire congressi comunali, provinciali, regionali.
Berlusconi ha aperto al congresso nazionale in autunno, nonostante a qualcuno sia sembrata solo acqua sulle ferite.

La segreteria politica del 25 giugno sarà un passaggio chiave.
Si è parlato di un coordinamento nazionale con tre o cinque capi e sono circolati i nomi di Gregorio Fontana al Nord, Sestino Giacomoni al Centro e Mara Carfagna al Sud.
Ma la formula è ancora in fieri.

«Il destino di Fi è essere il centro della coalizione. Dobbiamo essere alleati con la Lega, ma differenti, con una nostra identità in economia,
in Europa e nelle politiche migratorie» spiega la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini.

«Confrontarci senza accapigliarci - un altro punto -. Non risvegli l'elettorato con una classe dirigente litigiosa».

Allusione a Toti? «Mi auguro rimanga dentro - risponde Gelmini - anche se si è spinto in là».
E la presidente dei senatori, Anna Maria Bernini: «La strada è tagliare le tasse con una vera flat tax, rinunciando a reddito di cittadinanza e a quota 100».

Mettere insieme Sud e Nord uno dei grandi temi.

Mara Carfagna accusa il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di aver taciuto per motivi elettorali sulla crisi della Whirlpool a Napoli.
L'europarlamentare Massimiliano Salini, appena nominato commissario azzurro in Lombardia, eletto nel Nord Ovest,
nel collegio in cui ha optato Berlusconi, ha una sua teoria:

«Fi riparte con una proposta alternativa del ceto medio intraprendente del Nord,
che da sempre ha creato lavoro e sceglie obtorto collo la Lega perché di qua non c'è alternativa. Il lavoro lo genera l'impresa e non il governo».
 
Toti è l'unico che possa avere credibiità. Ma è anche quello che ha detto al berlusca
"il tuo tempo è finito. Fai il presidente e basta".

E quegli altri lo sanno....senza il berlusca........possono andare a remare.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto