IL MORALISTA,IMPEGNATO A PREDiCARE LA VIRTU',DIFFICILMENTE TROVERA'...

Titolo: Banche: Abi, a 453,6 mld portafoglio titoli gennaio (+30,2%)
Ora: 17/02/2010 15:10
Testo:
ROMA (MF-DJ)--A gennaio 2010, il portafoglio titoli del totale delle
banche si e'' collocato a 453,6 miliardi di euro, in crescita sia rispetto
ai 438,9 miliardi di dicembre 2009, sia ai 348 miliardi di gennaio 2009,
segnando un incremento tendenziale del 30,2%.
Lo rende noto l''Abi nell''ultimo Rapporto mensile aggiungendo che,
rispetto a gennaio 2009 si registra un aumento del portafoglio titoli di
propriet? delle banche di 105,2 miliardi. Il valore del rapporto fra
titoli e impieghi in euro a gennaio 2010 e'' risultato pari al 29,2%, un
valore superiore al 22,8% dello stesso mese del 2009.
fra
[email protected]
(fine)
MF-DJ NEWS
1715:10 feb 2010
 
TOO BIG TO FAIL - Oggi la Grecia, scrive il giornale, è “too big to fail”, ovvero un suo default avrebbe conseguenze troppo grandi per il pianeta per permetterlo, visto che i debiti nei confronti del sistema bancario ammontano a 300 miliardi di euro. Un portavoce del ministero delle finanze ellenico ha detto che la Grecia ha rifiutato le proposte portate ultimamente da Goldman e JP, proprio per favorire la trasparenza come richiesto dall’Ue, mentre le due banche hanno preferito non commentare. “I politici non vedono l’ora di poter procastinare i problemi di finanza pubblica, gettandoli sulle spalle delle generazioni future“, ha commentato l”economista Gikas A. Hardouvelis: Wall Street non ha creato il debito europeo, ma ha aiutato i governi a nasconderlo con metodi perfettamente legali ma che poi hanno finito per ritorcersi contro a chi, come la Grecia, li ha utilizzati. “Se un governo vuole imbrogliare, imbroglierà“, dice Garry Schinasi del Fondo Monetario Internazionale, anche se i metodi costicchiano: il paese ellenico ha pagato 300 milioni di euro di parcelle ai ragazzuoli di GS, secondo fonti interpellate dal giornale.
UN BUCO SENZA FONDO? - I derivati, di cui non si trova traccia nei documenti ufficiali, non consentono quindi di dire con certezza quanto siano grandi i guai in cui si trova la Grecia, e quali altri governi potrebbero aver usato gli stessi metodi. Quindi, il pericolo non sarebbe soltanto appannaggio del paese ellenico, ma anche di Portogallo, Spagna e Italia. Per questo, la nascita dell’euro sarebbe avvenuta con un “peccato originale”: alcune nazioni, tra cui la nostra, avrebbero nascosto sotto il tappeto parte del loro deficit negli anni tra il 1996 e il 1998 (durante i governi Prodi e D’Alema), riducendo parte dei loro debiti attraverso i derivati. Uno strumento utilizzato è stato l’interest rate swap, il contratto swap più diffuso, quello con cui due parti si accordano per scambiarsi reciprocamente, per un periodo di tempo predefinito al momento della stipula, pagamenti calcolati sulla base di tassi di interesse differenti e predefiniti (un fisso al posto di un variabile o viceversa), applicati ad un capitale nozionale. Un altro, il currency swap, serve a minimizzare gli effetti della volatilità dei tassi di cambio delle monete. Con l’aiuto di JP Morgan, scrive il NYT, il governo italiano nel 1996 ha usato il derivato per portare il proprio budget in linea, con uno swap con JP a un tasso di cambio favorevole; in cambio, l’Italia si è impegnata a futuri pagamenti che non sono finiti nel bilancio come passività. La vicenda italiana aveva provocato code polemiche fino al 2001. L’operazione, come dichiararono ufficialmente sia il Tesoro italiano sia le autorità di Bruxelles, aveva superato l’esame di Eurostat, alla quale spetta la valutazione dei criteri per il calcolo del debito pubblico dei paesi europei e che ne aveva certificato la regolarità.
 
Il New York Times svela un imbarazzante retroscena sulla crisi del paese ellenico: Wall Street, ed in particolare due grandi banche come GS e JP Morgan Chase lo hanno aiutato a mascherare l’entità del suo debito, mettendo in serie difficoltà l’euro.Lo stesso meccanismo utilizzato con l’Italia



E’ una notizia che, se confermata, potrebbe mettere in serio imbarazzo la finanza mondiale e i rapporti tra i paesi e le istituzioni transnazionali. Lo scrive oggi con ampio rilievo il New York Times: una serie di meccanismi swap messi a punto da Goldman Sachs e JP Morgan Chase hanno permesso alla Grecia di ipotecare alcuni settori della propria economia mascherando parte del debito alle autorità comunitarie di Bruxelles, perché le operazioni in questione non sono appaiono come prestiti bancari. In particolare, la Grecia avrebbe finanziato parte del suo deficit sulla sanità pubblica impegnando i futuri introiti sulle tasse aeroportuali, i pedaggi autostradali e gli incassi legati alle lotterie di stato. E soprattutto, secondo il Nyt meccanismi analoghi erano stati sfruttati in passato anche dall’Italia per ridurre artificialmente il proprio deficit con prodotti derivati, attraverso meccanismi particolari legati ai tassi di cambio.
OSCURI AIUTI - Con l’aiuto di Wall Street, scrive il Nyt, la Grecia si è impegnata in uno sforzo decennale per aggirare i limiti del debito imposti da Bruxelles. Un accordo creato da Goldman Sachs ha aiutato il paese ellenico a nascondere i veri numeri del debito all’Unione Europea. Ai primi di novembre, tre mesi prima che Atene diventasse l’epicentro della crisi mondiale, un team di GS si è presentato alle autorità greche con un piano perfetto per “aiutare” il governo greco, secondo due persone che erano presenti al meeting. I banchieri, guidati dal presidente di Goldman Gary D. Cohn, hanno proposto al paese degli strumenti derivati per posticipare al futuro parte del debito contratto nella salute pubblica, nello stesso modo in cui hanno operato con i possessori di case americani. Nel 2001, poco prima che la Grecia entrasse nell’euro, Goldman ha aiutato il governo a prendere in prestito miliardi. Questi accordi, nascosti al pubblico perché trattati come un “currency trade” invece che un debito, hanno aiutato Atene a rispettare le regole per essere ammessa nell’Unione Europea, e a continuare a spendere più di quanto le fosse permesso. la Grecia non ha accettato le ultime proposte di GS, ma il comportamento della banca americana getta un’ombra sul suo ruolo nei confronti della crisi finanziaria che ha colpito il mondo. I derivati hanno infatti giocato un ruolo importante nello scoppio della bolla del debito greco, così come avevano fatto, scrive il New York Times, in altre epoche per l’Italia. Prestando denaro ai governi che in cambio hanno impegnato gli emolumenti futuri di autostrade e lotterie; alcuni dei “piani” proposti da Goldman Sachs sono stati chiamati con nomi degli dei dell’antica mitologia ellenica, come il piano “Eolo” citato dal NYT.
 

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