ricpast
Sono un tipo serio
MI RICOLLEGO ANCHE AD ALCUNE RIFLESSIONI CHE SONO STATE FATTE NEL THREAD: "ESPERIENZE CON TS A PAGAMENTO".
Riporto dalla newsletter di NetManager:
link:
http://www.netmanager.it/Site/Tool/Article?ida=11118
10.05.2004
Analisi comportamentale dei traders online
Profili e comportamenti dei traders italiani nel primo rapporto sul mercato italiano in uno studio di Borsa Italiana
Nei giorni scorsi, Borsa Italiana ha presentato un interessante studio sui comportamenti dei traders online italiani che utilizzano il canale online per la negoziazione di strumenti finanziari in modo non saltuario (almeno due scambi al mese); il documento completo è stato pubblicato attraverso l´ultimo numero di BItNotes, la collana finalizzata alla diffusione delle analisi realizzate in Borsa Italiana o presentate in seminari interni su tematiche relative al mercato borsistico. Dopo un periodo caratterizzato da una sensibile flessione, il trading online è ritornato preppotentemente il fenomeno in rapida evoluzione degli anni del boom di Internet, anche se rispetto al passato oggi presenta potenzialità di crescita ancora maggiori, anche alla luce degli scenari di diffusione attesi per Internet.
Lo studio, che è stato effettuato nel dicembre 2003 attraverso 200 interviste telefoniche a traders online, ha analizzato la composizione del portafoglio di attività finanziarie detenute, i livelli di operatività sui singoli prodotti negoziati, il giudizio sui servizi di trading online utilizzati, il giudizio sulle fonti informative a supporto dell´attività di negoziazione; venivano inoltre confrontate le caratteristiche di coloro che scambiano ogni giorno (day & heavy traders) e di coloro che, pur non scambiando quotidianamente, utilizzano il canale online in modo non saltuario (Tol attivi).
Profilo del trader online
I Traders online (Tol), una popolazione di poco più di 100 mila soggetti, si caratterizzano per alto livello di autonomia decisionale, elevato numero di negoziazioni e per un orizzonte temporale breve nella gestione del portafoglio online e presentano un profilo ben definito, sia rispetto alla popolazione italiana che all´insieme dei risparmiatori.
In generale il trader online è un maschio (98,0 per cento rispetto al 48,7 per cento della popolazione italiana), residente nel Nord Ovest (38,2 per cento rispetto al 24,7 per cento), tra i 35 e i 44 anni (40,0 per cento rispetto al 22,0 per cento), libero professionista, lavoratore autonomo o imprenditore (30,0 per cento rispetto al 4,5 per cento).
Ha una cultura e livelli di reddito medio-alti: il 40,0 per cento è laureato e il 58,5 per cento ha un reddito mensile familiare superiore ai 2.500 euro (contro rispettivamente il 6,7 per cento e il 20,9 per cento della popolazione italiana).
Dal punto di vista dell´approccio all´investimento, opera in piena autonomia decisionale (78,0 per cento) e solo saltuariamente coinvolge un professionista nel processo di investimento (4,0 per cento); effettua un elevato numero di transazioni; attribuisce agli investimenti eseguiti online un orizzonte temporale più breve rispetto alle altre tipologie di allocazione del risparmio (51,0 per cento).
Si tratta di un investitore con un buon livello di sofisticazione finanziaria: il 44,0 per cento ha frequentato almeno un corso di formazione su temi finanziari e il 51,5 per cento dedica più di dieci ore alla settimana per attività connesse alla gestione delle proprie attività finanziarie.
La composizione del portafoglio del trader online
Il portafoglio dei Tol è caratterizzato dall´elevata diffusione di strumenti finanziari quotati; le azioni domestiche e, in particolare le Blue Chips, sono state negoziate pressoché da tutti gli intervistati. Nel 44,5 per cento dei casi sono state negoziate azioni quotate su Borse estere e, nel 53,0 per cento dei casi, strumenti derivati.
Il portafoglio evidenzia una notevole diversificazione: i Tol detengono anche titoli di Stato, obbligazioni, prodotti del risparmio gestito e prodotti previdenziali e assicurativi.
Il 42,0 per cento degli intervistati ha dichiarato di negoziare online tutti i giorni o quasi, il 35,5 per cento almeno una volta alla settimana e il 22,5 per cento almeno una volta ogni 15 giorni. L´attività di negoziazione dei Tol si concentra su azioni e derivati: nel complesso gli strumenti più movimentati sono quelli dell´Idem (futures e opzioni) e le azioni italiane, seguono le azioni estere, i securitised derivatives e gli Etf.
I criteri che motivano le scelte di trading
Se si analizzano i criteri di acquisto, detenzione e vendita si osserva come siano raramente citate ragioni di diversificazione e asset allocation complessiva del portafoglio.
I criteri utilizzati nella scelta delle azioni da acquistare sono i risultati societari positivi (41,1 per cento), l´analisi tecnica (36,0 per cento) o gli andamenti passati dei prezzi dei titoli (22,3 per cento). Risultano inoltre citate, a integrazione delle prime, anche ragioni basate sull´information-based familiarity, secondo cui si predilige l´investimento in aziende note, che operano in un settore conosciuto o vicine dal punto di vista territoriale. Questi criteri di scelta tendono ad affievolirsi al crescere della competenza dell´investitore.
Tra le ragioni del mantenimento in portafoglio delle azioni prevale l´attesa di un´ulteriore crescita dei prezzi (66,1 per cento) nonché la ritrosia, nota come disposition effect, nel liquidare posizioni in perdita (21,3 per cento). Le buone performance registrate sono fra le ragioni più frequenti nella fase di vendita rispetto alla fase di acquisto (rispettivamente 53,3 per cento e 22,3 per cento).
Il 16,8 per cento utilizza regole di vendita fissate a priori.
Tra le motivazioni legate alla negoziazione di strumenti derivati, il 70,8 per cento cita la possibilità di sfruttare opportunità di guadagno con un contenuto investimento iniziale, cui si aggiunge un 11,3 per cento che menziona ragioni ludiche. Solo il 16,0 per cento cita le opportunità di copertura e il 10,4 per cento ragioni di diversificazione del portafoglio.
Tra coloro che non utilizzano strumenti derivati, il 37,6 per cento dichiara di non conoscerli e il 19,4 per cento di non avere le competenze necessarie. Per il 24,7 per cento sono invece percepiti come strumenti troppo rischiosi. Tra le difficoltà di negoziazione sono citati problemi di liquidità (28,3 per cento dei d&h traders), complessità dello strumento (9,4 per cento) e difficoltà di monitoraggio (10,4 per cento).
La frequenza degli scambi non sembra dipendere dalle caratteristiche socio-demografiche degli investitori quanto piuttosto dagli aspetti comportamentali: l´autonomia decisionale e, anche se in modo meno deciso, il grado di sofisticazione sono positivamente correlati con il numero di transazioni effettuate. La sofisticazione dell´investitore, cui si affianca l´utilizzo esclusivo del canale online, spiega anche la scelta di negoziare strumenti derivati. Solo per futures e opzioni, assumono rilievo anche l´utilizzo di intermediari specializzati e di più fornitori di servizi online.
Il canale utilizzato per il trading
Nel 61,0 per cento dei casi il canale online si presenta come esclusivo. Laddove viene affiancato ad altri, questi sono la banca tradizionale (24,5 per cento), il promotore finanziario bancario (11,0 per cento) o una Sim (10,0 per cento).
Anche per tipologia di prodotto il canale online, se utilizzato, è prevalente o esclusivo. L´elevato grado di penetrazione appare però concentrarsi sugli strumenti finanziari più idonei a valorizzare i benefici dell´operatività real time. Per azioni, derivati ed Etf il canale online è usato in più dell´80 per cento dei casi (96,4 per cento per le azioni italiane); scende invece al 50 per cento circa per titoli di Stato e obbligazioni e al 35 per cento circa per i fondi comuni.
Sul fronte della tipologia di intermediari utilizzati (non necessariamente in modo esclusivo), nel 52,0 per cento dei casi si tratta di brokers che, per tipo di offerta o canale distributivo prevalente, possono essere definiti specializzati.
Tra i bisogni ritenuti importanti nella scelta di un intermediario sono considerati primari quelli legati all´affidabilità tecnologica della piattaforma (93,2 per cento) e alla disponibilità in continuo delle quotazioni degli strumenti finanziari (91,9 per cento), cui seguono elementi legati all´efficienza (costi, velocità e facilità d´uso della piattaforma).
Le fonti informative utilizzate dai traders online
Le informazioni consultate riguardano il monitoraggio diretto degli investimenti (grafici di prezzi e indici nel 72,5 per cento dei casi, analisi tecnica nel 65,0 per cento, bilanci di società quotate nel 30,0 per cento) oppure contributi che forniscono scenari di contesto (economico nel 66,0 per cento dei casi o societario nel 67,5 per cento); solo il 14,5 per cento si avvale dei consigli di un esperto/conoscente.
Tra i canali informativi la prevalenza di Internet è massiccia (83,5 per cento). Il 66,0 per cento degli intervistati affianca comunque fonti di tipo tradizionale e soprattutto quotidiani specializzati (54,3 per cento). Sono invece pressoché assenti le fonti informative relazionali (impiegato di banca e commercialista non sono mai menzionati, solo l´1,5 per cento cita il promotore finanziario).
I day & heavy traders
I Tol che operano con frequenza giornaliera (d&h traders) sono stimabili in circa diecimila. Mantengono le caratteristiche già citate ma presentano un più elevato livello di sofisticazione (che è direttamente correlato con la frequenza di negoziazione).
Presso i d&h traders la diffusione di azioni estere e derivati è maggiore (54,1 per cento e 62,2 per cento). Tra i derivati, vengono favoriti i prodotti Idem (69,6 per cento) rispetto ai securitised derivatives, più diffusi presso i Tol attivi (81,7 per cento). I d&h traders fanno con maggiore frequenza ricorso (60,8 per cento contro 46,8 per cento tra i Tol attivi) a brokers specializzati e considerano particolarmente importanti le facilities operative e le opportunità di education.
In relazione ai possibili sviluppi nel breve termine del trading online, il 93,0 per cento degli intervistati dichiara che continuerà sicuramente a negoziare online e il 46,5 per cento prevede un incremento dell´operatività con questo canale.
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10.05.2004
Analisi comportamentale dei traders online
Profili e comportamenti dei traders italiani nel primo rapporto sul mercato italiano in uno studio di Borsa Italiana
Nei giorni scorsi, Borsa Italiana ha presentato un interessante studio sui comportamenti dei traders online italiani che utilizzano il canale online per la negoziazione di strumenti finanziari in modo non saltuario (almeno due scambi al mese); il documento completo è stato pubblicato attraverso l´ultimo numero di BItNotes, la collana finalizzata alla diffusione delle analisi realizzate in Borsa Italiana o presentate in seminari interni su tematiche relative al mercato borsistico. Dopo un periodo caratterizzato da una sensibile flessione, il trading online è ritornato preppotentemente il fenomeno in rapida evoluzione degli anni del boom di Internet, anche se rispetto al passato oggi presenta potenzialità di crescita ancora maggiori, anche alla luce degli scenari di diffusione attesi per Internet.
Lo studio, che è stato effettuato nel dicembre 2003 attraverso 200 interviste telefoniche a traders online, ha analizzato la composizione del portafoglio di attività finanziarie detenute, i livelli di operatività sui singoli prodotti negoziati, il giudizio sui servizi di trading online utilizzati, il giudizio sulle fonti informative a supporto dell´attività di negoziazione; venivano inoltre confrontate le caratteristiche di coloro che scambiano ogni giorno (day & heavy traders) e di coloro che, pur non scambiando quotidianamente, utilizzano il canale online in modo non saltuario (Tol attivi).
Profilo del trader online
I Traders online (Tol), una popolazione di poco più di 100 mila soggetti, si caratterizzano per alto livello di autonomia decisionale, elevato numero di negoziazioni e per un orizzonte temporale breve nella gestione del portafoglio online e presentano un profilo ben definito, sia rispetto alla popolazione italiana che all´insieme dei risparmiatori.
In generale il trader online è un maschio (98,0 per cento rispetto al 48,7 per cento della popolazione italiana), residente nel Nord Ovest (38,2 per cento rispetto al 24,7 per cento), tra i 35 e i 44 anni (40,0 per cento rispetto al 22,0 per cento), libero professionista, lavoratore autonomo o imprenditore (30,0 per cento rispetto al 4,5 per cento).
Ha una cultura e livelli di reddito medio-alti: il 40,0 per cento è laureato e il 58,5 per cento ha un reddito mensile familiare superiore ai 2.500 euro (contro rispettivamente il 6,7 per cento e il 20,9 per cento della popolazione italiana).
Dal punto di vista dell´approccio all´investimento, opera in piena autonomia decisionale (78,0 per cento) e solo saltuariamente coinvolge un professionista nel processo di investimento (4,0 per cento); effettua un elevato numero di transazioni; attribuisce agli investimenti eseguiti online un orizzonte temporale più breve rispetto alle altre tipologie di allocazione del risparmio (51,0 per cento).
Si tratta di un investitore con un buon livello di sofisticazione finanziaria: il 44,0 per cento ha frequentato almeno un corso di formazione su temi finanziari e il 51,5 per cento dedica più di dieci ore alla settimana per attività connesse alla gestione delle proprie attività finanziarie.
La composizione del portafoglio del trader online
Il portafoglio dei Tol è caratterizzato dall´elevata diffusione di strumenti finanziari quotati; le azioni domestiche e, in particolare le Blue Chips, sono state negoziate pressoché da tutti gli intervistati. Nel 44,5 per cento dei casi sono state negoziate azioni quotate su Borse estere e, nel 53,0 per cento dei casi, strumenti derivati.
Il portafoglio evidenzia una notevole diversificazione: i Tol detengono anche titoli di Stato, obbligazioni, prodotti del risparmio gestito e prodotti previdenziali e assicurativi.
Il 42,0 per cento degli intervistati ha dichiarato di negoziare online tutti i giorni o quasi, il 35,5 per cento almeno una volta alla settimana e il 22,5 per cento almeno una volta ogni 15 giorni. L´attività di negoziazione dei Tol si concentra su azioni e derivati: nel complesso gli strumenti più movimentati sono quelli dell´Idem (futures e opzioni) e le azioni italiane, seguono le azioni estere, i securitised derivatives e gli Etf.
I criteri che motivano le scelte di trading
Se si analizzano i criteri di acquisto, detenzione e vendita si osserva come siano raramente citate ragioni di diversificazione e asset allocation complessiva del portafoglio.
I criteri utilizzati nella scelta delle azioni da acquistare sono i risultati societari positivi (41,1 per cento), l´analisi tecnica (36,0 per cento) o gli andamenti passati dei prezzi dei titoli (22,3 per cento). Risultano inoltre citate, a integrazione delle prime, anche ragioni basate sull´information-based familiarity, secondo cui si predilige l´investimento in aziende note, che operano in un settore conosciuto o vicine dal punto di vista territoriale. Questi criteri di scelta tendono ad affievolirsi al crescere della competenza dell´investitore.
Tra le ragioni del mantenimento in portafoglio delle azioni prevale l´attesa di un´ulteriore crescita dei prezzi (66,1 per cento) nonché la ritrosia, nota come disposition effect, nel liquidare posizioni in perdita (21,3 per cento). Le buone performance registrate sono fra le ragioni più frequenti nella fase di vendita rispetto alla fase di acquisto (rispettivamente 53,3 per cento e 22,3 per cento).
Il 16,8 per cento utilizza regole di vendita fissate a priori.
Tra le motivazioni legate alla negoziazione di strumenti derivati, il 70,8 per cento cita la possibilità di sfruttare opportunità di guadagno con un contenuto investimento iniziale, cui si aggiunge un 11,3 per cento che menziona ragioni ludiche. Solo il 16,0 per cento cita le opportunità di copertura e il 10,4 per cento ragioni di diversificazione del portafoglio.
Tra coloro che non utilizzano strumenti derivati, il 37,6 per cento dichiara di non conoscerli e il 19,4 per cento di non avere le competenze necessarie. Per il 24,7 per cento sono invece percepiti come strumenti troppo rischiosi. Tra le difficoltà di negoziazione sono citati problemi di liquidità (28,3 per cento dei d&h traders), complessità dello strumento (9,4 per cento) e difficoltà di monitoraggio (10,4 per cento).
La frequenza degli scambi non sembra dipendere dalle caratteristiche socio-demografiche degli investitori quanto piuttosto dagli aspetti comportamentali: l´autonomia decisionale e, anche se in modo meno deciso, il grado di sofisticazione sono positivamente correlati con il numero di transazioni effettuate. La sofisticazione dell´investitore, cui si affianca l´utilizzo esclusivo del canale online, spiega anche la scelta di negoziare strumenti derivati. Solo per futures e opzioni, assumono rilievo anche l´utilizzo di intermediari specializzati e di più fornitori di servizi online.
Il canale utilizzato per il trading
Nel 61,0 per cento dei casi il canale online si presenta come esclusivo. Laddove viene affiancato ad altri, questi sono la banca tradizionale (24,5 per cento), il promotore finanziario bancario (11,0 per cento) o una Sim (10,0 per cento).
Anche per tipologia di prodotto il canale online, se utilizzato, è prevalente o esclusivo. L´elevato grado di penetrazione appare però concentrarsi sugli strumenti finanziari più idonei a valorizzare i benefici dell´operatività real time. Per azioni, derivati ed Etf il canale online è usato in più dell´80 per cento dei casi (96,4 per cento per le azioni italiane); scende invece al 50 per cento circa per titoli di Stato e obbligazioni e al 35 per cento circa per i fondi comuni.
Sul fronte della tipologia di intermediari utilizzati (non necessariamente in modo esclusivo), nel 52,0 per cento dei casi si tratta di brokers che, per tipo di offerta o canale distributivo prevalente, possono essere definiti specializzati.
Tra i bisogni ritenuti importanti nella scelta di un intermediario sono considerati primari quelli legati all´affidabilità tecnologica della piattaforma (93,2 per cento) e alla disponibilità in continuo delle quotazioni degli strumenti finanziari (91,9 per cento), cui seguono elementi legati all´efficienza (costi, velocità e facilità d´uso della piattaforma).
Le fonti informative utilizzate dai traders online
Le informazioni consultate riguardano il monitoraggio diretto degli investimenti (grafici di prezzi e indici nel 72,5 per cento dei casi, analisi tecnica nel 65,0 per cento, bilanci di società quotate nel 30,0 per cento) oppure contributi che forniscono scenari di contesto (economico nel 66,0 per cento dei casi o societario nel 67,5 per cento); solo il 14,5 per cento si avvale dei consigli di un esperto/conoscente.
Tra i canali informativi la prevalenza di Internet è massiccia (83,5 per cento). Il 66,0 per cento degli intervistati affianca comunque fonti di tipo tradizionale e soprattutto quotidiani specializzati (54,3 per cento). Sono invece pressoché assenti le fonti informative relazionali (impiegato di banca e commercialista non sono mai menzionati, solo l´1,5 per cento cita il promotore finanziario).
I day & heavy traders
I Tol che operano con frequenza giornaliera (d&h traders) sono stimabili in circa diecimila. Mantengono le caratteristiche già citate ma presentano un più elevato livello di sofisticazione (che è direttamente correlato con la frequenza di negoziazione).
Presso i d&h traders la diffusione di azioni estere e derivati è maggiore (54,1 per cento e 62,2 per cento). Tra i derivati, vengono favoriti i prodotti Idem (69,6 per cento) rispetto ai securitised derivatives, più diffusi presso i Tol attivi (81,7 per cento). I d&h traders fanno con maggiore frequenza ricorso (60,8 per cento contro 46,8 per cento tra i Tol attivi) a brokers specializzati e considerano particolarmente importanti le facilities operative e le opportunità di education.
In relazione ai possibili sviluppi nel breve termine del trading online, il 93,0 per cento degli intervistati dichiara che continuerà sicuramente a negoziare online e il 46,5 per cento prevede un incremento dell´operatività con questo canale.