Azioni Italia Il trading secondo noi (2 lettori)

MATLEY

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lo fatta x 5 anni.100, 200 e 4x 100. nn era x gli appassionati.,era per lei.(la presa in giro) vede qui' e' una grande televisione,pigia il tasto,cambia canale e il gioco e' fatto.mai detto che gli altri siano cretini.anzi,al contrario.questa' e' una sua affermazione.se matley con l'articolo postato ha smentito la sua presa in giro ,nei miei confronti,mi dispiace x lei, ma questa e' la realta delle cosa, ha parlato prima di documentarsi. mai io nn sono x nulla arrabbiato,anzi mi dispiace per lei che ,regolarmente, prende legnate nei denti e dopo mi si altera. nn vedo cosa mat abbia fatto x essere ,insieme a me, paragonato a xxxxxxxxx da lei. se nn ha piacere,cambia canale e il gioco e' fatto. nessuno ha la verita ' tasca,ma molti articoli ti fanno riflettere su come possono essere realmente andate le cose,al dispetto di cio' che viene propinato dalle televisioni. stia sereno e godiamoci la vita,poi se passa tutto il giorno su i.o e nn altro da fare,ecco qui ognuno gestisce come meglio crede il suo tempo. oh per il trading ancora longhino di breve. mat sempre grande.notte

buon giorno a tutti,
buon giorno andrea
prima della partenza delle vacanze intendo posizionarmi short su sp500, dax e mib utilizzando il 20% del capitale
 

MATLEY

Forumer storico
Se crolla l’ Euro, chi si salva? Ecco l’ analisi di Merrill Lynch

Se crolla tutto l’Italia si salva, anzi quasi ci guadagna. Si salva, insieme all’inossidabile Germania, anche un altro Paese in crisi nera, l’Irlanda.
Va male, invece a tutti gli altri. Sembra uno scherzo e invece è un gioco, ma un gioco “serio”, frutto di un’analisi richiesta dalla banca Usa Merrill Lynch…

Immaginate lo scenario peggiore: la Bce non salva l’euro, la Germania non attenua le sue rigidità, la Spagna non chiede aiuti, la Grecia schiacciata dalle pressioni sociali si chiama fuori. Immaginate che salti tutto, che in un giorno X prossimo venturo l’Eurozona si disintegri, e l’Euro come area politca ma soprattutto come moneta, non esista più. Cosa succederebbe? Chi sarebbe a rimetterci e chi a guadagnarci?

Una risposta, basata sulla a teoria dei giochi, quella che consentì al matematico Steve Nash di prendere il premio Nobel e che è nota anche al grande pubblico grazie al film “A beautiful mind”, arriva da un’analisi di Bank of America Merrill Lynch. Ed è una risposta che sorprende non poco. Perché se crolla tutto, e non serviva uno studio, se la cavano i tedeschi. Ma se crolla tutto, e questo fa decisamente più impressione, secondo la teoria se la cava anche l’Italia. Che insieme all’Irlanda sarebbe (e il condizionale è assolutamente tassativo e vincolante) il Paese che da un’uscita dall’Euro avrebbe i maggiori benefici.
Ad uscirne con le ossa rotte, invece, sarebbero la Grecia (che benissimo in verità non sta neppure con l’Euro), Portogallo e soprattutto Spagna. L’analisi, costruita sulal teoria dei giochi, prende in esame i possibili impatti di un’uscita dei diversi Stati dall’eurozona. Ma si limita, osserva Enrico Marro sul Sole 24 ore, a due soli parametri: bilancio pubblico e partite correnti:
“Un po’ troppo semplicistico, ma le conclusioni sono intriganti. In testa alla classifica c’è infatti la solita Germania ma l’Italia arriva al terzo posto, grazie sopratutto al suo avanzo primario; la Francia è solo in nona posizione e la Spagna ultima, dopo la Grecia”. Ipotizzando che la lira si svaluti rispetto all’euro di appena l’11% (un po’ poco, per la verità) e il marco tedesco si apprezzi del 15%, Irlanda e Italia avrebbero benefici dall’uscita dalla moneta unica mentre la Germania verrebbe duramente colpita (con un Pil a -7%). Attenzione però: quella di Bank of America Merrill Lynch è una simulazione divertente ma molto, troppo semplice”.

fonte Blitz Quotidiano
 

MATLEY

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Speculazione finanziaria
JP Morgan brucia 6 miliardi: miglior trader del trimestre
Il premio “best quarter” e “best trader” assegnato dalla banca d’investimento newyorchese non sarà esattamente il Nobel per l’Economia, né tanto meno un riconoscimento di sicuro pregio in stile Forbes, The Economist o Financial Times. Ma...


“Sì è vero, però…”. Pare di sentirli i gli analisti di Keefe, Bruyette & Woods (KBW) mentre abbozzano la propria giustificazione con la consapevolezza di chi già immagina la perplessità degli osservatori esterni. D’accordo, il premio “best quarter” e “best trader” assegnato dalla banca d’investimento newyorchese non sarà esattamente il Nobel per l’Economia, né tanto meno un riconoscimento di sicuro pregio in stile Forbes, The Economist o Financial Times. Ma certo questa doppia medaglia al merito assegnata sui risultati dell’ultima trimestrale di Jp Morgan rischia di sembrare a molti una battuta di dubbio gusto.

E già, perché i risultati complessivi raggiunti da Jamie Dimon e soci saranno stati pure superiori alla media, ma stante la recente esperienza non si può non cogliere il lato comico della vicenda. Nel trimestre celebrato da KBW, infatti, JP Morgan ha stupito il mondo con una delle più disastrose operazioni di trading della storia recente della City. A causa di una scommessa, per così dire azzardata, sui derivati, l’unità operativa londinese della banca ha accumulato perdite per quasi 6 miliardi di dollari. Una cifra molto superiore a quella inizialmente dichiarata (2,3 miliardi) e che potrebbe crescere ancora visto che le stime più pessimistiche parlano addirittura di un buco da 12 miliardi.


La vicenda, costata il posto allo staff londinese capitanato da Bruno Iksil (soprannominato “la balena” per le dimensioni delle sue abituali leve finanziarie) nasce da una puntata sbagliata su un indice denominato Markit CDX NA IG Series 9 e costituito da un paniere di Credit default swaps (i derivati che assicurano in caso di bancarotta sulle obbligazioni) su 121 compagnie Usa ad elevato rating (colossi come Wal-Mart Stores, ad esempio). Quando il rischio medio associato alle compagnie del paniere aumenta, il valore dell’indice diminuisce, viceversa, quando il rischio cala, il valore del Markit Series 9 cresce. Nel marzo di quest’anno, con l’indice a quota 112, JP Morgan ha puntato al ribasso. Meno di due mesi dopo, con il Markit a quota 150 la stessa banca Usa, che nel frattempo aveva assunto posizioni analoghe su indici simili, ha registrato perdite miliardarie.

Un disastro assoluto, insomma, ma evidentemente non così impressionante per gli uomini di KBW. “Sì, siamo consapevoli che JPM ha vissuto un’imbarazzante (sic) perdita da 5 miliardi (quasi 6 in realtà, ndr) nel suo Chief Investment Office che ha condotto a un’indagine da parte delle autorità regolamentari e ha bloccato il suo programma di riacquisto delle azioni sul mercato” ha scritto KBW, citata ieri dal Wall Street Journal, “tuttavia, nonostante questa perdita e le perplessità del mercato sui meccanismi di controllo interno di JP Morgan, premiamo la banca per il miglior trimestre. Tra i motivi della nostra scelta c’è la solida capacità di guadagno dimostrata in quel periodo dalle sue attività di core business”. Sembra uno scherzo. Ma è tutto vero.
 

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il sistema non funziona più?

La grande guerra delle banche
03/08/2012 - Scandalo Libor: si moltiplicano le citazioni



Sopravviveranno le banche sotto accusa? Con cosa sostituire il LIBOR? I signori dell’universo rischiano il carcere? A questi e ad altri inquietanti interrogativi potrà rispondere solo il tempo.
LE INCHIESTE AUMENTANO – Dopo Barclays, che ormai è aggredita da ogni parte del mondo, anche Bank of America ha annunciato di essere sotto inchiesta da parte del U.S. Department of Justice, della Commodity Futures Trading Commission e della U.K. Financial Services Authority per lo scandalo LIBOR, ma non c’è una delle banche coinvolte che non sia ormai sotto inchiesta da parte di numerose autorità nazionali e interazionali. Stephen Hester, a capo di Royal Bank of Scotland da quando è stata nazionalizzata (l’82% appartiene al Tesoro britannico) ha confermato che il suo istituto è sotto inchiesta negli USA, in Giappone e in Gran Bretagna, mentre è nel mirino delle autorità che vegliano la concorrenza in Europa, Canada e USA. Paesi ai quali si aggiungono sicuramente Svizzera e Germania, coinvolte dalle proprie maggiori banche. Hester ha accompagnato la notizia con quella del licenziamento di quattro trader, che per la banca sarebbero gli unici responsabili, in un estremo tentativo di proporre la teoria delle mele marce, che però in questo caso appare un espediente retorico più che un praticabile atteggiamento processuale.Su RBS grava inoltre un debito di quasi 200 milioni di euro generato da un recente incidente informatico, che costringerà la banca a un pesante risarcimento nei confronti dei danneggiati.
 

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