La Vittoria di Hollande in Francia scuoterebbe l’Europa
Alcune considerazioni sui possibili effetti di un'elezione di Hollande alle Presidenziali Francesi, che potrebbe fare da catalizzatore dei malumori contro la linea Tedesca
di George Magnus, Bloomberg – Se, come i suggeriscono sondaggi, il candidato presidenziale Francese del partito socialista, Francois Hollande, mandasse a casa Nicolas Sarkozy nelle elezioni di questa primavera, l’area dell’euro potrebbe trovarsi in una nuova ondata di instabilità, con conseguenze di vasta portata per i mercati finanziari e il sistema euro.
Le elezioni, naturalmente, sono importanti soprattutto per la Francia. Ma possono anche essere viste come un referendum sull’approccio Tedesco alla moneta unica Europea. Approccio che Sarkozy ha sostenuto, ma che in campagna elettorale Hollande ha attaccato. Non c’è da meravigliarsi quindi che il cancelliere Tedesco Angela Merkel abbia fatto campagna in favore di Sarkozy.
Se la meccanica e i dettagli del cosiddetto fiscal compact per l’Europa sono la “breaking news”, la vera sostanza del dibattito riguarda le questioni sensibili della sovranità e autodeterminazione nazionale, che una valuta comune ben fondata deve richiamare. Le quali alla fine determinano se e come si evolverà l’integrazione Europea.
Abbiamo già visto un piccolo scontro in questo dibattito, quando è stato rivelato che nei negoziati sul compact fiscale, la Germania aveva proposto di mettere un commissario Europeo quale responsabile della politica di bilancio della Grecia. Una cosa del genere è stata subito esclusa dal Ministro delle Finanze Greco Evangelos Venizelos, oltre che dai funzionari della Commissione Europea, e possiamo presumere che la proposta non si ripresenterà. Ma, il tentativo Tedesco riflette una verità: se i leaders Europei fanno sul serio nell’integrazione fiscale e politica, allora una componente fondamentale è il trasferimento della sovranità di bilancio alle istituzioni Europee.
Entra Hollande
Durante la campagna elettorale, Hollande si è espresso contro l’attuale approccio di integrazione “di Merkozy”. Questo approccio ha portato al fiscal compact, che in realtà non è tanto un vero e proprio percorso di integrazione fiscale quanto una rispolverata del patto di stabilità e crescita rafforzato, l’accordo che avrebbe dovuto tenere sotto controllo il disavanzo dell’eurozona, ma non è mai stato applicato veramente. Hollande ha detto che vuole rinegoziare il patto, che ha definito “un tradimento della sovranità e della democrazia Francese”.
Hollande si è pronunciato a favore di una serie di obiettivi chiave che anche gli euroscettici concedono e che sono essenziali per l’integrità e la sopravvivenza della zona euro. Questi includono una forte enfasi sulle misure per stimolare la crescita economica, sia a livello nazionale sia a livello delle istituzioni Europee; una politica più attiva dalla Banca Centrale Europea per quanto riguarda l’acquisto dei bonds sovrani; un fondo di salvataggio o un firewall ben finanziato; e, significativamente, eurobonds comuni e emessi solidalmente.
Se eletto, è possibile che Hollande potrebbe non essere più così assertivo nel perseguire alcuni di questi obiettivi, e la minaccia di rinegoziare il patto potrebbe trasformarsi in un programma per modificarlo e migliorarlo. Tuttavia, quello che colpisce della piattaforma dichiarata da Hollande è che egli sta sostenendo proposte concrete per far funzionare un’unione fiscale, cui la Germania si oppone implacabilmente. Pensateci.
Bisogna avere una crescita economica per cambiare la percezione sulla solvibilità sovrana. Questo non richiede un aggiustamento sotto forma di un’implacabile austerità negli stati debitori, ma una disposizione simmetrica che coinvolga anche i creditori – principalmente la Germania. Non è possibile risolvere con successo gli squilibri strutturali esteri, a meno che i creditori non prendano su di sè una parte di responsabilità per la crescita, compresi tassi di inflazione più elevati nelle loro economie.
Proteggere gli Stati Sovrani
Per proteggere le nazioni, come l’Italia, che sono ancora solventi, ma hanno problemi di liquidità, e per finanziare gli squilibri dell’euro mentre procede l’aggiustamento, c’è bisogno di un firewall abbastanza grande e di finanziamenti che solo la BCE può assicurare. E nessuna integrazione fiscale ha senso se non si mette in atto un impegno per delle obbligazioni della zona euro, in modo che tutti i sovrani si sostengano tra loro, e gli strumenti dei debiti sovrani non siano distinguibili in base al paese o al rating del credito nazionale.
Quindi, se Francois Hollande diventasse il Presidente Francese, si presentasse ad Angela Merkel e dicesse che l’obiettivo attuale di un’eurozona in stile teutonico è un disegno di austerità permanente, costellato dalle mine del disagio sociale? Il Primo Ministro Italiano Mario Monti, che ha riguadagnato il rispetto per il paese negli ambienti politici ed economici d’Europa,ha già detto qualcosa di simile al leader Tedesco. Ma se il leader Francese – la seconda più grande economia dell’eurozona – salisse a bordo, potrebbe fungere da catalizzatore della crescente opposizione Europea all’approccio Tedesco. Se questo accadesse, il futuro dell’integrazione fiscale della zona euro potrebbe essere rimesso in discussione.
Il problema immediato sarebbe come potrebbe rispondere la BCE, se sentisse che il sostegno al fiscal compact fosse in stallo o fosse fonte di nuove divisioni. Sembra molto improbabile che il Consiglio direttivo continuerebbe a distribuire aiuti finanziari, come accade oggi.
Inoltre, come reagirebbe la Germania? Ricordate, l’autodeterminazione nazionale e la sovranità della Germania sarebbero messe in gioco. L’opposizione del paese a molte delle cose che Hollande e altri favoriscono, in particolare la creazione di eurobonds, si basa sul rifiuto della Germania di consegnare la sovranità di bilancio del Parlamento ad una istituzione Europea, almeno fino a quando il fiscal compact sia scolpito su pietra e operi come la Germania desidera.
Una Cosa Troppo Rischiosa
La rinuncia alla sovranità per una piena unione fiscale è rischiosa per la Germania, come anche lo è per la Grecia cedere il controllo del suo bilancio a forze esterne. Non si tratta di posizioni pro o anti-Europa, ma di interessi nazionali e sovrani che entrano in conflitto con una zona euro politicamente integrata.
La Germania vuole un’Europa federale, costruita intorno a regole di disciplina fiscale, che verrebbero applicate da istituzioni sovranazionali, come la Commissione Europea e la Corte di giustizia Europea. I funzionari a Berlino vogliono vedere questo nuovo ordine SALDAMENTE stabilito prima di prendere in considerazione maggiori concessioni della sovranità fiscale della loro nazione. La Francia preferisce che il potere risieda nel Consiglio Europeo, che riunisce i capi di Stato e di governo dei paesi membri. Il motto di Luigi XIV, “L’état, c’est moi” è tutt’altro che un concetto astratto nella Quinta Repubblica. Hollande vorrebbe vedere la Germania fare concessioni anticipate sulla sua sovranità fiscale.
Queste tensioni suggeriscono che le elezioni Francesi potrebbero rivelarsi il catalizzatore per un’ulteriore crisi di panico in Europa.