Azioni Italia Il trading secondo noi

l'antisemitismo è diventato cosa buona e giusta?

"Significativamente, molte di queste guerre furono iniziate contro Paesi che avevano attuato sistemi di banche statali senza interesse, come fu il caso delle colonie nordamericane e Francia sotto Napoleone. Questo schema di attaccare ed imporre il sistema bancario dell’usura è stato largamente impiegato nell’era moderna e comprende la sconfitta della Russia imperiale nella I Guerra mondiale, Germania, Italia e Giappone nella Seconda, e recentemente Libia nel 2011. Questi erano Paesi che avevano sistemi bancari statali, che distribuivano la ricchezza prodotta su basi uguali e provvedevano ai loro popoli con una qualità di vita di gran lunga superiore a quella dei loro rivali e controparti."

mototopo ma ti rendi conto delle assurdità antistoriche che ci sono negli articoli che riporti nel forum?

la Russia del 1914, Germania, Italia e Giappone nel 1939 ti sembrano davvero paesi dove la ricchezza prodotta era distribuita su basi eguali?
chi ha costretto lo Zar ad allearsi con Francia e Inghilterra e dichiarare guerra all'Austria-Ungheria che aveva invaso la Serbia?
chi ha costretto Hitler ad invadere la Polonia, e poi ad attaccare l'URSS nel 1941 (una vera follia militare) se non la sua volontà di mettere in pratica quello che aveva scritto nel Mein Kampf nel 1925?
chi ha imposto al governo militarista giapponese di attaccare gli USA, quando i militari con un cervello come Yamamoto sapevano benissimo che non c'erano possibilità di vincere contro la potenza economica americana?
E' sempre tutta colpa dei banchieri ebrei?

Ma non ti sfiora proprio il dubbio che chi sostiene le cose che riporti è solo un razzista antisemita che se ne frega dei fatti storici, se sono in contrasto con le sue tesi?
Per opporsi al signoraggio bancario è proprio necessario essere antisemiti?

Fammi capire, per te i Protocolli dei Savi di Sion erano veri, e l'Olocausto è solo un'invenzione della propaganda sionista?:eek::eek::eek::eek::eek::eek:

Va bene che il complottismo è affascinante, e riesce apparentemente a spiegare tante cose, ma c'e' un limite, credo, se si supera il quale ci si abbandona solo al delirio, e si prendono per vere le tante falsità che i razzisti esaltati scrivono su Internet....

Cerca di applicare un minimo di filtro, non è che nel signoraggio bancario hai trovato la causa di tutti i mali del mondo, sarebbe una spiegazione troppo semplice anche quella, non trovi?

ciao,
Luca.
 
del maggio 2009 è stato quasi del tutto realizzato. Diciamo meglio: dato che la parte più difficile e tuttavia indispensabile era quella riguardante la liquidazione delle nazioni d’Europa, essere riusciti a impadronirsene è il segnale che ormai l’opera è al sicuro, nulla potrà più ostacolarne il completamento. Le bandierine del Bilderberg sventolano allegramente sui colli e le torri europee più importanti. La Banca centrale europea ne è per certi aspetti il capolavoro.

Attraverso la Bce il Bilderberg ha in mano la vita di quasi tutti gli Stati che, con una decisione illegittima e assurda dei loro governanti, hanno rinunciato a battere moneta e si sono consegnati alla volontà di coloro che ne sono i padroni (partecipanti al patrimonio): Beatrice d’Olanda, il principe Constantjin, Sofia di Spagna, Philippe del Belgio, David Rockfeller, Filippo di Edimburgo, Mario Draghi (in quanto partecipante della Banca d’Italia), tutti membri del Bilderberg e presenti alla riunione del 2009. Le partecipazioni degli Stati sono in percentuali minime e forse servono, oltre che a salvare le apparenze, anche a ricompensare i politici per la loro rinuncia alla creazione e alla gestione della moneta.

Cosa avevano deciso i membri del Bilderberg nella riunione del 2009? Volendo raggiungere come meta finale la realizzazione di un’unica civiltà planetaria, ne erano state predisposte le tappe (ormai per quanto riguarda l’Occidente quasi raggiunte): la distruzione delle identità nazionali, da perseguire attraverso la sovversione dei valori che vi si fondano e l’eliminazione dei singoli Stati; il controllo centralizzato di tutti i sistemi educativi di cui l’avvio è stato dato in Europa con il Trattato di Maastricht e la cosiddetta “armonizzazione” dei programmi scolastici; il ripudio delle discipline storiche e del loro insegnamento in quanto possibile ostacolo nei giovani all’accettazione del Nuovo Ordine Mondiale e al superamento psicoaffettivo del valore della patria, della tradizione, dei costumi in tutti i campi; il controllo delle politiche interne ed estere, come già avviene in Europa attraverso l’esame preventivo delle finanziarie e i vari trattati sui confini, sull’immigrazione, sull’uguaglianza dei diritti; una lingua unica, che è quella già in uso e che a poco a poco tutti sono obbligati ad adoperare: l’inglese. Il perno sul quale i bilderberghiani si fondano in tutti i loro progetti è però sempre quello finanziario visto che, tramite le banche e le speculazioni di Borsa, riescono a guidare concretamente ogni tipo di politica riducendo a propri esecutori gli uomini di governo dei singoli Stati.

L’instaurazione di un mercato unico e di una moneta unica è quindi la meta più importante; ma essere riusciti, con la creazione dell’euro, a eliminare quasi tutte le monete europee rappresenta la loro vittoria più significativa in quanto segnala che il progetto finale è sulla via del traguardo.
Di fatto tutta l’operazione “Unione europea” è stata pensata come una specie di esperimento la cui riuscita avrebbe confortato i progettisti nel proseguire sulla stessa strada. Nessuno creda che le crisi finanziarie, l’impoverimento dei popoli, l’eccesso di tassazione, siano per il Bilderberg segnali negativi, tutt’altro: era programmato che sarebbero stati questi gli strumenti con i quali giungere alla meta. Come abbiamo potuto vedere attraverso quello che è successo in Italia, il colpo di forza con il quale un banchiere è diventato capo del governo ha avuto come “giustificazione” il crescere del debito, il differenziale sempre più alto con i titoli tedeschi; ma per chi è padrone del gioco di Borsa provocare tali squilibri è facilissimo, tanto più quando i manovratori sono d’accordo sul da farsi essendo tutti membri del Bilderberg o dei suoi rami più importanti, quali la Trilateral Commission e l’Aspen Institut: Mario Monti, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, José Barroso, Giuliano Amato, Vincenzo Visco, Enrico Letta… Tutti nomi citati più volte e da diversi autori, oltre me, negli anni scorsi, quali per esempio Daniel Estulin con il suo “Il Club Bilderberg” pubblicato nel 2005, Marco della Luna con “Euro schiavi” anch’esso del 2005, Elio Lannutti con “La repubblica delle banche” pubblicato nel 2008, senza che nessuno li abbia mai smentiti.

Dunque possiamo constatare che tutte le previsioni si sono avverate: gli Stati d’Europa hanno perso la sovranità, l’identità, le loro ricchezze e quelli più difficili da domare a causa della loro creatività, del loro attaccamento alla propria storia, alla propria indipendenza, quali la Grecia, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia, sono stati ridotti, tramite la pressione sui titoli sovrani, a dipendere dalla “generosità” dei banchieri con una nuova, orribile immagine di sé, quella di “mendicanti”, di possibili ladri cui è pericoloso prestare soldi se non danno se stessi e i propri figli in garanzia.

I banchieri hanno adesso finalmente raggiunto il loro ultimo scopo: darsi la mano diventando interscambiabili con i politici e proclamando così apertamente che è iniziata una nuova era: il Regno dei Banchieri. Avevo scritto due anni fa, nella Dittatura europea, che avrei creduto a questa ricostruzione, che pure ero stata io stessa a fare con puntigliosa, scrupolosissima ricerca, il giorno in cui avessi visto i banchieri mettersi al posto dei politici. E’ proprio quello che è avvenuto. Ed è avvenuto - cosa incredibile - con l’aiuto, la complicità dei politici. Ho tante volte interrogato negli anni scorsi i maggiori leader del mondo politico, religioso, industriale, giornalistico sul perché avessero accettato in silenzio di uccidere se stessi, insieme all’ Italia, senza riuscire ad avere una risposta.

Oggi però non possono continuare a tacere e consegnarsi alla storia come dei vigliacchi traditori della propria nazione e del proprio popolo. E’ indispensabile che si scuotano dalla passività nella quale sono sprofondati e si convincano che la desertificazione attuale dei partiti, l’assenteismo e il ripudio degli elettori, perfino la corruzione che ha invaso tutte le istituzioni, sono la conseguenza di questo tradimento perché nessuno ha più davanti a sé una patria da difendere, un valore collettivo in cui credere, un futuro in cui sperare e da costruire per i suoi figli.

Ida Magli
Fonte: ItalianiLiberi
Link: ItalianiLiberi
3.11.2012
down-left3.gif
down3.gif
down-right3.gif
up-left2.gif
up2.gif
up-right2.gif
Links Correlati

· Inoltre Lobby
· News by davide
Articolo più letto relativo a Lobby:
LA VERA STORIA DEL GRUPPO BILDERBERG
down-left2.gif
down2.gif
down-right2.gif

up-left2.gif
up2.gif
up-right2.gif
Opzioni


print.gif
Pagina Stampabile

down-left2.gif
down2.gif
down-right2.gif

up-left2.gif
up-right2.gif
"IL GOVERNO DEL BILDERBERG" | Login/Crea Account | 0 commentiI commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.
down-left2.gif
down-right2.gif


up-left2.gif
up-right2.gif
Commenti
 
bernanke_fed_reserve_t607.jpg
DI GZ
cobraf.com

Questo mese le pubblicazioni economiche più importanti al mondo parlano della semplice e radicale soluzione del debito pubblico che qui si propone da due anni, cioè SEMPLICEMENTE DI CANCELLARLO, di farlo sparire nel bilancio della Banca Centrale (per sempre).

Niente finanziarie di tasse, sacrifici, aumenti di IVA e accise, posti di blocco della GdiF, vendite di beni pubblici... una semplice MANOVRA CONTABILE CHE NON COSTA UN EURO.



Non è questione di una teoria "MMT" e Mosler, lo sanno tutti, sotto sotto, a Londra e a New York, al Fondo Monetario, al Wall Street Journal, al Telegraph, al Financial Times, alla City di Londra che il debito pubblico è un gioco di prestigio, un imbroglio e il governo lo potrebbe cancellare quando vuole. Alcuni pensano che proponga "teorie". Errore: qui mi limito ad informare il popolo di quello che si sa nei piani alti.

Il 16 ottobre sul Wall Street Journal: "La Tentazione della Gran Bretagna: cosa succederebbe se la Banca di Inghilterra cancellasse semplicemente i 400 miliardi di debito pubblico che ora detiene.." ("..What would happen if the Bank of England simply canceled the nearly £400 billion of government debt that it holds?..")

Qualche giorno fa Gavyn Davies sul Financial Times, editoriale titolato: "La Banca Centrale cancellerà il debito pubblico ?" (Will central banks cancel government debt?). Questo Davies è l'ex capo economista di Goldman Sachs e cita Lord Turner (capo della FSA, la Consob inglese, che avrebbe detto in privato che una soluzione fattibile (Turner ha poi cercato di smentire quando è apparso riportato sul Guardian)

Oggi sul Telegraph Ambrose Evans-Pritchard cita il report di due ricercatori al Fondo Monetario uscito ad agosto (di cui avevo parlato) che dimostra anche matematicamente che se lo stato stampa moneta in misura sufficiente, può eliminare sia il debito pubblico che il credito bancario e il risultato come PIL, reddito e il resto sarebbe ottimo.

Oggi su BusinessInsider.com Joe Weisenthal cita un trader a Londra che gli parla della possibilità che la Banca di Inghilterra, che ha già comprato 1/4 del debito pubblico inglese, semplicemente lo mandi al macero e dica al governo che non le deve più niente. People Are Talking About A National Debt Solution That Might Actually Make Your Brain Hurt.

Come ha scritto Warren Mosler e spiegato al convegno di Rimini ieri, lo stato non ha bisogno di finanziarsi emettendo debito, la prova è che in Inghilterra da cinque anni stanno quatti quatti ritirando il debito pubblico con una pura manovra contabile, senza aumentare tasse e fare austerità, senza vendere beni pubblici, semplicemente scambiando Gilt con Sterline. E negli ultimi giorni Wall Street Journal, Financial Times e Telegraph parlano del fatto la Bank of England può ora semplicemente cancellarli con un colpo di tastiera...paf !... e 400 miliardi di titoli di stato non esistono più...

Nonostante sia ovvio che funzioni così e sia facile da spiegare, nonostante che qui si riportino esempi su esempi nella storia, nella letteratura economica e persino nell'establishment finanziario attuale del fatto che funzioni così, lo stesso tanta gente ha paura di pensare con la propria testa e accetta un idea solo quando appare su Repubblica, Corriere e in TV. Come titola Joe Weisenthal "...una soluzione al problema del debito che fa sì che il tuo cervello ti faccia male"

LO SANNO TUTTI A QUEL LIVELLO, ma il pueblo italiano e spagnolo (ad esempio anche i nostri vari antitrader, hobi50, traderoscar, vincenzoS...qui sul forum) va menato per il naso con la favola del "dobbiamo pagare i debiti" (dello stato)

LORO SANNO CHE IL DEBITO PUBBLICO SI PUO’ CANCELLARE II

Tutti gli articoli citati qui sopra si riferivano al fatto che DOPO CHE LA BANCA DI INGHILTERRA O LA FED HANNO RICOMPRATO TITOLI DI STATO (dal pubblico, da istituzioni finanziarie o da chiunque glieli venda) li possono ora cancellare e cominciano a circolare rumors che alla fine facciano proprio questo (è scritto negli articoli citati sotto, ma come al solito arrivano commenti di chi non li legge e mi tocca riassumerli)

1) le Banche centrali stanno comprando tonnellate titoli di stato dal 2009 o sul mercato secondario come la FED e la Bank of Japan o anche direttamente in asta (come la Banca di Inghilterra (e come faceva la Banca d'Italia ai bei tempi)

2) dopodichè la la Banca centrale in teoria dovrebbe tenerli fino alla scadenza e alla fine ricevere indietro i soldi dallo stato, quando appunto tra 3 o 5 o 10 anni i titoli scadono. Finora Ben Bernanke e Mervyn King hanno dato da intendere che era così, che si comportavano come un normale investitore che compra titoli di stato e poi quando scadono riceve i soldi del loro ammontare. Cioè finora avevano detto che compravano migliaia di miliardi di bonds solo per abbassarne il costo (vedi anche Draghi negli ultimi due mesi).

3) Ma in realtà la Banca Centrale è lei stessa parte dello stato, è lei che garantisce tutti gli assegni e passa tutti i bonifici dello stato, perchè può accreditare qualunque somma senza limiti e senza vincoli e i soldi" li crea con il computer quando le pare, per cui se alla scadenza dei titoli di stato si accreditasse l'importo sarebbe solo una finzione contabile tra lei e il Tesoro. Le passività nel bilancio del Tesoro diventano attività nel bilancio della Banca Centrale e viceversa, ma non ci sono vincoli, possono fare come vogliono, 100 miliardi a destra e -100 miliardi a sinistra E' SOLO CONTABILITA'

Di conseguenza, ora che sono passati 4 anni dall'inizio dell'Alleggerimento Quantitativo cominciano a far circolare l'ipotesi che in realtà alla Banca centrale alla fine non si faranno riaccreditare l'importo dei bonds dal Tesoro che poi dovrebbe tornare in asta a venderne un altro importo equivalente per essere in grado di fare l'accredito sul conto della Banca Centrale. Ma dato appunto che possono farlo senza alcun costo e senza alcun problema, possono alla fine far cancellare tutti questi 4 o 5 mila miliardi di titoli.

Come spiegato dozzine di volte non creerebbe inflazione, perchè i soldi lo stato li ha già spesi e non cambia l'ammontare della spesa pubblica. Il fatto che continui a finanziarsi con debito oppure che di fatto (come questi articoli implicano) si finanzi semplicemente con moneta cambia solo i rendimenti sul mercato del reddito fisso (cioè la gente che vuole investire si ritrova meno titoli governativi e metterà i soldi in qualcosa d'altro)

GZ
Fonte: Cobraf.com
22.10.2012 et voila
 
Finalmente arriva la risposta all’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Marco Scurria sulla natura giuridica dell’€uro, e finalmente arriva la conferma: ci stanno truffando. Ci hanno sempre truffati. Ma andiamo per ordine.
Marco Scurria aveva chiesto chiarimenti sulla risposta data dalla commissione europea alla prima interrogazione sulla proprietà giuridica dell’euro presentata dall’On. Mario Borghezio, nella quale si affermava che nella fase dell’emissione le banconote appartengono all’Eurosistema, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto sulle quali vengono addebitate. Attenzione perchè le parole negli atti ufficiali e nel linguaggio tecno-eurocratico vanno soppesate per bene. Quindi il commissario Olli Rehn rispondeva a Borghezio che la proprietà delle banconote cartacee (dove troviamo ben impressa in ogni lingua dell’Unione la sigla della Banca Centrale Europea) è dell’EUROSISTEMA. Ma cos’è quest’Eurosistema?
“L’Eurosistema è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno introdotto la moneta unica. L’Eurosistema e il SEBC coesisteranno fintanto che vi saranno Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro.”
Questa è la definizione che si legge sul sito ufficiale della BCE. Quindi le Banche centrali nazionali stampano le banconote e si appropriano del loro valore nominale (ad Es. se stampare un biglietto da 100 ha un costo fisico per chi lo conia di 0,20 centesimi – valore intrinseco – le BCN si appropriano anche del valore riportato sul biglietto stampato). E l’On Scurria chiedeva quali fossero le basi giuridiche su cui poggiava l’affermazione del Commissario Olli Rehn:
“Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000302/2012
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Marco Scurria (PPE)
Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro
In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.
Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione?”
Nei tempi stabiliti dal Parlamento Europeo arriva la risposta:
“IT
E-000302/2012
Risposta di Olli Rehn
a nome della Commissione
(12.3.2012)
L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea costituisce la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote e monete in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali). La proprietà delle banconote e delle monete in euro dopo l’emissione da parte dell’Eurosistema è disciplinata dalla legislazione nazionale vigente al momento del trasferimento delle banconote e monete al nuovo proprietario, ossia al momento dell’addebito del conto corrente bancario o dello scambio delle banconote o monete.”
Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l’addebito, a chi ha accettato di indebitarsi. Non solo. Olli Rehn, per giustificare l’affermazione secondo la quale rispondeva a Borghezio che l’Euro appartiene nella fase dell’emissione all’Eurosistema, cita l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dove nel comma 1 si legge:
“La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.”
E’ chiarissimo. Non c’è scritto da nessuna parte che la proprietà giuridica dell’euro emesso appartiene alla BCE o alle BCN. C’è soltanto scritto che la BCE può autorizzare l’emissione di euro a se stessa e alle BCN, dovendo controllare l’inflazione nella zona euro, così come stabilito dal Trattato di Maastricht. Ribadisce che solo l’Eurosistema può stampare le banconote o creare elettronicamente i valori nominali. Ma nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente che si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio.
Ciò che diceva il prof. Giacinto Auriti trova finalmente conferma in un atto ufficiale della Commissione Europea: le Banche Centrali si appropriano del valore della moneta perchè emettono solo addebitando, prestando, e il prestare è una qualità esclusiva del proprietario. Auriti chiamava questo meccanismo la truffa del signoraggio, parola sulla quale oggi si fa volutamente grande confusione, essendo per la massa direttamente associabile alla farfallina di Sara Tommasi e a qualche improbabile personaggio del mondo della politica che fa avanspettacolo che le si accompagna.
Non a caso l’indomito professore dell’Università di Teramo aveva denunciato la Banca d’Italia (organismo privato in mano per il 94% a banche commerciali e fondazioni bancarie) per truffa, associazione a delinquere, usura, falso in bilancio e istigazione al suicidio (grave piaga dei tempi nostri). Infatti la moneta, essendo il mezzo di scambio con il quale i cittadini riescono ad interagire tra loro dando vita al mercato, ovvero riuscendo a scambiarsi reciprocamente beni e servizi prodotti grazie al loro lavoro, deve appartenere esclusivamente a chi lavora, ovvero al popolo. Chi si appropria indebitamente del valore della moneta non fa altro che sfruttare il lavoro del popolo, lucrare sulle fatiche e sulla produzione altrui chiedendo che gli vengano pagati gli interessi sul prestito erogato. Questa è la gigantesca distorsione del nostro tempo, questa è la Grande Usura. E sotto il giogo di questa malefica piaga, sono finiti tutti i popoli d’europa che oggi pagano sulla propria pelle una crisi sistemica e indotta, figlia di un paradigma che dal 1694 (anno di costituzione della prima Banca Centrale, la Bank of England) si è imposto sulla vita dell’uomo.
Il meccanismo dell’indebitamento degli Stati da parte di organismi privati quali sono le Banche Centrali Nazionali è presente quasi ovunque. La Federal Reserve conia negli USA il dollaro, la Bank of England conia nel Regno Unito la Sterlina, la BCE conia l’Euro. Ma per quanto ci riguarda, esiste un’abissale differenza, che rende il sistema ancora più perverso: gli Stati dell’Unione non possono ricevere il credito direttamente dalla BCE (cosa che invece accade in modo diretto e subordinato negli altri paesi, ed Es. negli USA dove il Congresso ordina di stampare e la FED esegue) ma devono finanziarsi sul mercato, la parolina magica con cui ci prendono per i fondelli. In poche parole funziona così: la BCE crea denaro a suo piacimento, lo da in prestito alle banche commerciali (Draghi ha recentemente creato circa 1000 miliardi di euro prestandoli all’1%) e queste possono decidere se acquistare o meno i cosiddetti BOND, i titoli del debito (con tassi che vanno dal 5 al 7%). Non è possibile, quindi, per i paesi della UE attuare una propria politica monetaria, pur volendo accettare il meccanismo dell’indebitamento pubblico. Tutto è nelle mani della Grande Usura. I signori della Goldman Sachs, banca d’affari targata USA, siedono vertici delle grandi istituzioni bancarie, Mario Draghi ne è l’emblema. Ora hanno deciso di gestire direttamente anche le Istituzioni politiche, Mario Monti e Papademos sono i primi alfieri al servizio della Goldman.
La politica è messa sempre più all’angolo, ostaggio del sistema finanziario che controlla partiti, sindacati e mondo dell’informazione.
L’unica soluzione che abbiamo è quella di informare il più possibile. Questi meccanismi perversi devono essere conosciuti da tutti, nonostante il boicottaggio del sistema dell’informazione del regime usurocratico. Lo sforzo deve essere titanico, la volontà e la determinazione non devono piegarsi di fronte a niente.
A tutti noi un in bocca al lupo.
FONTE
Pubblicato lo scorso 15 Marzo su L’ALTERNATIVA
 
casseforti

Gran parte delle massicce riserve auree della Germania sono custodite all’estero, principalmente nella Federal Reserve di New York, ma i lingotti si trovano davvero dove dovrebbero essere? Si è acceso un dibattito riguardo all’ipotesi che la banca centrale debba controllare il suo oro oppure se la Germania può fidarsi dei suoi partner internazionali.

La Germania possiede riserve auree di quasi 3.400 tonnellate, la seconda riserva maggiore al mondo dopo quella statunitense. Molto dell’oro è in custodia delle banche centrali al di fuori della Germania, soprattutto presso la Federal Reserve di New York.

Si potrebbe pensare che con un nascondiglio così prezioso, dal valore di circa 133 miliardi di euro (circa 170 miliardi di dollari), il governo tedesco vorrebbe tenere ben d’occhio su dove si trova. Una bizzarra disputa, però, è ora nata tra diverse istituzioni tedesche su quanto da vicino bisognerebbe controllare le riserve.

L’ufficio federale di revisione dei conti tedesco, il Bundesrechnungshof, che monitorizza la gestione finanziaria del governo, non è contenta di come la banca centrale tedesca, la Bundesbank, tiene d’occhio il suo oro. Secondo i rapporti dei media, i revisori non sono soddisfatti del fatto che le riserve auree di Francoforte vengono monitorate più da vicino rispetto a quelle conservate all’estero.

In Germania, vengono fatti controlli saltuari per assicurare che i lingotti d’oro siano nel posto giusto. Ma per l’oro conservato a nome della Bundesbank dalla Federal Reserve a New York, dalla Bank of England a Londra e la Banque de France in Francia, la banca centrale tedesca si affida alle assicurazioni delle sue controparti estere sul fatto che l’oro è dove dovrebbe essere. Le tre banche centrali straniere forniscono alla Bundesbank dei rapporti annuali che confermano l’entità delle sue riserve, ma di solito i tedeschi non attuano delle ispezioni fisiche sui lingotti.

“Niente dubbi”
In base ai rapporti dei media tedeschi, il Bundesrechnungshof ha raccomandato, nella sua verifica riservata della Bundesbank per il 2011, che la banca centrale tedesca controlli le sue riserve auree con controlli a campione ogni anno.

La Bundesbank ha respinto la richiesta, sostenendo che le banche centrali di solito non controllano le riserve altrui. “Lo scopo dei controlli che il Bundesrechnungshof vuole svolgere non è conforme alla condotta abituale tra banche centrali”, ha affermato la Bundesbank in una dichiarazione citata dal quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Non ci sono dubbi sull’integrità e la reputazione di questi depositi esteri”.

Ora anche il comitato finanziario del parlamento tedesco, il Bundestag, è stato coinvolto. I parlamentari hanno apparentemente richiesto di consultare la verifica annuale del Bundesrechnungshof sulla Bundesbank dopo essersi allarmati per via di un rapporto pubblicato sull’influente tabloid Bild, che ha dichiarato che la banca centrale non controlla le sue riserve auree da cinque anni. Il Bundesrechnungshof fornirà la sua verifica al comitato, come confermato da un portavoce dei revisori federali lunedì scorso.

La Germania ha trasferito alcune delle sue riserve auree all’estero durante la Guerra Fredda per proteggerla da un eventuale attacco sovietico. Parte dell’oro fu poi ritrasferito a Francoforte dopo la caduta del comunismo. Ma la Bundesbank sostiene che ha ancora senso conservare un po’ d’oro nei principali centri finanziari in modo che possa essere venduto rapidamente, se necessario. Sebbene la Bundesbank non fornisca i dettagli esatti sulla distribuzione, ha rivelato che la porzione più grande dell’oro tedesco è conservata a New York, seguita da Londra e Parigi.

Scetticismo sulle riserve
In tempi di incertezze in merito al futuro della moneta unica dell’Europa, l’oro è un argomento che scotta ed alcuni tedeschi vedono di cattivo occhio il fatto che molto dell’oro del Paese – che in teoria appartiene al popolo – sia conservato all’estero. Alcuni membri del Parlamento hanno anche espresso dubbi sull’ipotesi che queste riserve auree esistano veramente. Philipp Missfelder, un membro del partito conservatore Unione Cristiano-Democratica (CDU), voleva vedere l’oro ed è andato di persona fino a New York per ispezionare la proprietà, secondo il quotidiano Frankfurter Rundschau. Tuttavia, pare che il suo viaggio non abbia avuto successo. Quando ha visitato le casseforti della Federal Reserve a New York, lo staff o non poteva o non voleva mostrargli quali lingotti appartenessero esattamente alla Germania.

Anche Peter Gauweiler, un membro della Bundesbank del partito bavarese confratello del CDU, l’Unione Cristiana Sociale (CSU), è scettico riguardo le riserve auree all’estero. Negli ultimi anni ha cercato di ottenere maggiori informazioni sull’oro tedesco attraverso questioni parlamentari. Lo scorso anno, ha reclutato un professore di economia per preparare un rapporto professionale sull’argomento, la cui conclusione era che la Bundesbank non stava adempiendo al suo regolamento sulle scorte auree poiché non conduceva ispezioni fisiche dell’oro.

Nel luglio del 2011, lo Spiegel ha riportato che gli impiegati della Bundesbank avevano visto dal vivo l’oro a New York nei sei mesi precedenti. Tuttavia, il controllo precedente risaliva al giugno 2007.
Gauweiler dubita che, in caso di necessità, la Bundesbank avrebbe un accesso immediato a tutto il suo oro, suggerendo che parte delle riserve potrebbero essere state date in prestito – ipotesi che la Bundesbank respinge.

Riportarlo a casa
Alcuni tedeschi, invece, vogliono riportale le riserve auree in Germania. Un’iniziativa dal nome "Gold Action" sta conducendo una campagna con lo slogan: “Rimpatriate il nostro oro!”. La petizione è stata firmata dall’industriale di spicco Hans-Olaf Henkel e da Frank Schäffler, una parlamentare del partito filo-economista Democratici Liberi, noto per le sue visioni euroscettiche.

L’iniziativa sostiene che esiste un “acuto” pericolo che l’oro tedesco possa essere espropriato a causa della crisi finanziaria e debitoria. I suoi fautori sostengono che il governo tedesco potrebbe essere presto costretto a vendere l’oro per coprire i costi della crisi.

Ma la Bundesbank vuole lasciare l’oro dove si trova. Alcuni osservatori sottolineano che, a parte gli alti costi per il trasferimento dell’oro a Francoforte, l’effetto simbolico del rimpatrio delle riserve auree da parte della Germania potrebbe turbare i nervosi mercati finanziari, che potrebbero vederlo come il segno di un imminente collasso dell’euro.

Fonte: SPIEGEL ONLINE - Nachrichten
Link: Debate Breaks Out in Germany over Foreign Gold Reserves - SPIEGEL ONLINE
15.05.2012

Traduzione per www.Comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO
down-left3.gif
down3.gif
down-right3.gif
up-left2.gif
up2.gif
up-right2.gif
Links Correlati

· Inoltre Economia
· News by Truman
Articolo più letto relativo a Economia:
SETTE PAESI CONSIDERANO LA POSSIBILITA' DI ABBANDONARE IL DOLLARO USA
down-left2.gif
down2.gif
down-right2.gif

up-left2.gif
up2.gif
up-right2.gif
Opzioni


print.gif
Pagina Stampabile

down-left2.gif
down2.gif
down-right2.gif

up-left2.gif
up-right2.gif
"I TEDESCHI PREOCCUPATI PER LE LORO RISERVE AUREE ALL’ESTERO" | Login/Crea Account | 6 commenti | Search DiscussionI commenti sono di proprietà dell'inserzionista. Noi non siamo responsabili per il loro contenuto.
down-left2.gif
down-right2.gif


up-left2.gif
up-right2.gif
Commenti NON Abilitati per gli Anonimi, registrati
down-left2.gif
down-right2.gif
 

DI AMBROSE EVANS.PRITCHARD</I>
www.telegraph.co.uk Allora esiste la bacchetta magica!

Un documento rivoluzionario emesso dal Fondo Monetario Internazionale afferma che si potrebbe eliminare il debito pubblico netto degli Stati Uniti in un colpo solo, e di conseguenza fare la stessa cosa per la Gran Bretagna, la Germania, l'Italia o il Giappone.
Il rapporto del FMI dice che il gioco di prestigio è quello di cambiare il nostro sistema che chiede alle banche private di creare il nostro denaro. Si potrebbe tagliare il debito privato del 100 % del PIL, rilanciare la crescita, stabilizzare i prezzi e detronizzare i banchieri, tutto allo stesso tempo.

Si potrebbe fare in modo pulito e indolore, per ordine legislativo, molto più rapidamente di quanto si possa immaginare. Il gioco di prestigio è quello di sostituire il nostro sistema di denaro creato da una banca privata - circa il 97% della massa monetaria - con un sistema di stato che crea il suo denaro. Torniamo alla norma storica, prima che Carlo II mettesse in mani private il controllo della moneta con la legge inglese Free Coinage Act del 1666.
In particolare, questo consiste in un assalto alla "riserva frazionaria". Se i creditori sono costretti a versare il 100% come riserva per i depositi, perdono l’esorbitante privilegio di creare denaro dal nulla.
La nazione riacquista il controllo sovrano sull'offerta di moneta. Non ci sono più banche coinvolte e nemmeno cicli con alti e bassi di credito. Il gioco di prestigio contabile farà il resto. Questo è l'argomento.
Qualche lettore potrebbe già aver visto lo studio del FMI, di Jaromir Benes e Michael Kumhof, che è uscito nel mese di agosto e ha iniziato ad avere un codazzo di cultori in tutto il mondo.
Si chiama "The Chicago Plan Revisited" (1) e fa rivivere il primo schema proposto dai professori Henry Simons e Irving Fisher nel 1936 durante il fermento del pensiero creativo alla fine della Grande Depressione.
Irving Fisher aveva pensato che i cicli di credito portano ad una concentrazione malsana di ricchezza. Vide con i propri occhi nel 1930 i creditori opprimere i poveri agricoltori, sequestrando la loro terra o comprandosela per un tozzo di pane.
Ma, alla fine, i contadini trovarono il modo di difendersi, mettendosi insieme e inventando le “Aste a un dollaro", comprandosi a vicenda le loro proprietà e poi ricomprandosele. Qualsiasi estraneo che avesse cercato di fare offerte superiori sarebbe stato picchiato a sangue.
Benes e Kumhof sostengono che il trauma del ciclo del credito - causato dalla creazione di denaro da parte di privati – ha radici profonde nella storia e si trova già alla base della cancellazione del debito nelle religioni antiche della Mesopotamia e del Medio Oriente.
I cicli dei raccolti portarono a default sistemici, migliaia di anni fa, con la confisca dei beni a garanzia, e la concentrazione della ricchezza nelle mani dei creditori. Ma questi episodi non sono stati solo causati dal maltempo, come si è sempre detto, ma sono stati amplificati dagli effetti del credito.
Il legislatore, filosofo e poeta ateniese Solone mise in atto il primo Vero piano Chicago/New Deal, nel 599 a.C. per ridurre le sofferenze degli agricoltori provocate dagli oligarchi che beneficiavano dei vantaggi del conio della moneta privata. Cancellò tutti i debiti, restituì le terre confiscate dai creditori, fissò i prezzi delle materie prime (cose molto simili a quello che fece Franklin Roosevelt), e consapevolmente cominciò a coniare moneta emessa dallo stato "senza-debito".
I Romani inviarono una delegazione per studiare le riforme di Solone 150 anni dopo e copiarono le sue idee, per creare il loro proprio sistema fiat money, poggiato sulla Aternia Lex del 454 aC.
Si tratta di una leggenda - innocentemente raccontata dal grande Adam Smith - sul denaro usato come mezzo di scambio basato su materie prime o legato all’oro, che è stato sempre molto apprezzato, ma questa è un'altra storia, anche perché gli amanti del prezioso metallo spesso confondono le due questioni.
Studi antropologici dimostrano che la moneta come mezzo di scambio ebbe inizio nella notte dei tempi. Gli Spartani vietarono le monete d'oro e le sostituirono con dischi di ferro di poco valore intrinseco. Gli antichi Romani utilizzavano tavolette di bronzo. Il loro valore era stato interamente determinato dalla legge - una dottrina spiegata da Aristotele nella sua Etica - come il dollaro, l'euro o la sterlina di oggi.
Alcuni sostengono che Roma cominciò a perdere il suo spirito di solidarietà, quando permise ad una oligarchia di emettere privatamente monete a base di argento durante le guerre puniche ed il sistema di controllo scivolò dalle mani del Senato. Si potrebbe chiamare il sistema bancario ombra di Roma. L'evidenza suggerisce che poi divenne una macchina per l’accumulazione della ricchezza delle elites.
Un controllo sovrano, incontrastato o papale sulle valute continuò per tutto il Medioevo fino a quando l'Inghilterra ruppe i clichè nel 1666. Benes e Kumhof dicono che questo fu l'inizio dell’epoca delle bolle finanziarie.
Si potrebbe anche dire che questo aprì la strada alla rivoluzione agricola dell’Inghilterra del 18° secolo, alla rivoluzione industriale che seguì e al più grande balzo economico e tecnologico mai visto. Ma cavillare serve poco (N.d.T. anche perché l’autore è British).
Gli autori originali del Piano di Chicago dovevano fronteggiare la Grande Depressione e credevano di poter evitare il caos sociale causato dalle forti oscillazioni dei crolli e dei rialzi, senza bloccare il dinamismo economico.
Il benefico effetto collaterale delle loro proposte portò al passaggio dal debito pubblico ad un surplus nazionale, come per magia. "Perché le banche con il piano di Chicago devono prestare tutte le riserve delle loro tesorerie, e in questo modo il governo acquisirebbe un grande risparmio nei confronti delle banche. La nostra analisi rileva che il governo restò con un debito molto più basso, di fatto negativo, senza l’onere netto del debito. "
Il documento FMI dice che il totale delle passività del sistema finanziario degli Stati Uniti – incluso il sistema bancario ombra - è circa al 200 % del PIL. La nuova regola sulle riserve sarebbe una manna e potrebbe servire ad un "enorme buy-back del debito privato", forse del 100 % del PIL.
Quindi Washington potrebbe emettere molto più denaro fiat, da non rimborsare, cosa che diverrebbe patrimonio netto della repubblica, non il suo debito.
La chiave del Piano di Chicago era la separazione tra "funzioni monetarie e creditizie" del sistema bancario. "La quantità di denaro e la quantità di credito diverrebbero completamente indipendenti l'una dall'altra."
I finanziatori privati ​​non sarebbero più in grado di creare nuovi depositi "ex nihilo". Il nuovo credito bancario dovrebbe essere finanziato solo da nuovi utili.
"Il controllo della crescita del credito sarebbe molto più semplice perché le banche non sarebbero più in grado, come lo sono oggi, di creare fondi propri, depositi, nell'atto di fare prestiti, un privilegio straordinario di cui non gode nessun altro tipo di business", dichiara il documento del FMI.
"Piuttosto, le banche potrebbero diventare quello che molti erroneamente credono che siano oggi, degli intermediari puri che devono ricevere finanziamenti esterni, prima di essere in grado di fare prestiti."
Per la prima volta la US Federal Reserve avrebbe un controllo reale sull'offerta di moneta, cosa che rende più facile gestire l'inflazione. Fu proprio per questo motivo che Milton Friedman chiese, nel 1967, che le riserve bancarie coprissero il 100 % dei prestiti. Anche gli operatori sul libero mercato implicitamente hanno chiesto un giro di vite sul denaro privato.
Il cambio può comportare un aumento del 10%, sulle spese economiche di lungo termine. "Nessuno di questi benefici servirà a diminuire le spese per la funzionalità di un sistema finanziario privato."
Simons e Fisher volavano alla cieca nel 1930. Non disponevano dei moderni strumenti necessari per incrociare i numeri, quindi il team del FMI ora l'ha fatto per loro - utilizzando il modello stocastico `DSGE' ora di rigore nelle alte economie, amato e odiato in egual misura.
Il risultato è sorprendente. Simons e Fisher sottovalutarono le loro rivelazioni. Forse è possibile affrontare i capi della plutocrazia bancaria senza mettere in pericolo l'economia.
Benes e Kumhof fanno affermazioni di grande importanza, tanto che mi lasciano perplesso, ad essere onesti. I lettori che vogliono conoscere i dettagli tecnici possono farsi una propria opinione leggendo il loro testo riportato nella Nota (1).
Il duo del FMI ha dei sostenitori: il Professor Richard Werner dell'Università di Southampton - che ha coniato il termine quantitative easing (QE) nel 1990 - ha testimoniato alla Commissione britannica Vickers che il passaggio di emissione di denaro allo stato porterebbe ad un maggior benessere ed è stato sostenuto da una campagna del Gruppo di Positive Money e dalla New Economics Foundation.
Questa teoria ha anche forti critiche. Tim Congdon di International Monetary Research dice che le banche sono in un certo senso già costrette ad aumentare le riserve dalle norme UE, dalle regole di Basilea III e dalle varianti che coprono tutto d’oro nel Regno Unito. L'effetto è stato quello di soffocare i prestiti al settore privato.
Dice che è la ragione principale per cui l'economia mondiale rimane bloccata, quasi in crisi, e perché le banche centrali si trovano a dover ammortizzare lo shock con il QE.
"Se fosse adottato questo piano, ci sarebbero devastazioni nei profitti bancari e causerebbe un enorme disastro deflazionistico. Dovrebbero fare un “QE al quadrato”' per compensare il danno.
Il risultato sarebbe un enorme cambiamento nei bilanci delle banche che non darebbero più prestiti privati per i titoli di Stato. Questo è accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale, ma quello era un costo anomalo per sconfiggere il fascismo.
Per fare questo in modo permanente in tempo di pace ci sarebbe quello da cambiare il carattere del capitalismo occidentale. "La gente non sarebbe in grado di ottenere denaro dalle banche. Ci sarebbe un danno enorme per l'efficienza dell'economia".
Probabilmente, soffocherebbe la libertà e metterebbe sul trono uno stato Leviatano. Alla lunga potrebbe essere ancora più spiacevole di un dominio dei banchieri.
Personalmente, io sono molto lontano dal raggiungere una conclusione in questo straordinario dibattito. Lasciamo correre, e aspettiamo che si litighi fino a quando non si saranno chiariti questi concetti.
Una cosa è certa. La City di Londra avrà una grande difficoltà a conservare i suoi privilegi se una qualsiasi delle varianti del Piano di Chicago dovesse cominciare ad avere un sostegno abbastanza ampio.

Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: http://www.telegraph.co.uk
Link : http://www.telegraph.co.uk/finance/comment/9623863/IMFs-epic-plan-to-conjure-away-debt-and-dethrone-bankers.html
21.10.2012

Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di ERNESTO CELESTINI


Note :
http://www.imf.org/external/pubs/ft/wp/2012/wp12202.pdf
down-left3.gif
down3.gif
down-right3.gif
up-left2.gif
up2.gif
up-right2.gif
Links Correlati

· Inoltre Economia
· News by ernesto
Articolo più letto relativo a Economia:
SETTE PAESI CONSIDERANO LA POSSIBILITA' DI ABBANDONARE IL DOLLARO USA
down-left2.gif
down2.gif
down-right2.gif

up-left2.gif
up2.gif
up-right2.gif
Opzioni


print.gif
Pagina Stampabile

down-left2.gif
down2.gif
down-right2.gif

up-left2.gif
up-right2.gif
 
Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi” [Rothschild, 1863]
 
Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione.
(Henry Ford)​

 

Users who are viewing this thread

Back
Alto