Azioni Italia Il trading secondo noi

I poteri del capitalismo finanziario avevano un obiettivo più ampio, niente meno che la creazione di un sistema globale di controllo finanziario in mani private in grado di dominare il sistema politico di ciascuna nazione e l’economia mondiale nel suo complesso. Questo sistema andava controllato in stile feudale dalle banche centrali di tutto il mondo, agendo di concerto, per mezzo di accordi segreti raggiunti in frequenti incontri privati e conferenze. Al culmine della piramide ci doveva essere l’elvetica Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea, una banca privata posseduta e controllata dalle banche centrali mondiali che a loro volta erano imprese private…non bisogna immaginare che questi dirigenti della principali banche centrali del mondo fossero loro stessi dei ragguardevoli potenti nel mondo della finanza. Non lo erano. Erano piuttosto dei tecnici e gli agenti dei massimi banchieri commerciali delle loro rispettive nazioni, che li avevano allevati ed erano perfettamente capaci di liberarsene…e che rimanevano in gran parte dietro le quinte…Questi costituivano un sistema di cooperazione internazionale e di egemonia nazionale più privato, più potente e più segreto di quello dei loro agenti nelle banche centrali. Il dominio dei banchieri commerciali era fondato sul controllo dei flussi di credito e dei fondi di investimento nelle loro nazioni e nel mondo….potevano dominare i governi attraverso il controllo dei debiti nazionali e dei cambi. Quasi tutto questo potere era esercitato dall’influenza personale e dal prestigio di uomini che in passato avevano dimostrato la capacità di portare a compimento con successo dei golpe finanziari, di mantenere la parola data, di mantenere la mente fredda nelle crisi e di condividere le loro opportunità più vantaggiose con i loro associati.
Carroll Quigley, docente di storia, scienze politiche e geopolitica a Princeton, Harvard e Georgetown e mentore del giovane Bill Clinton, da “Tragedy and Hope: A History of the World in Our Time” (New York: Macmillan, 1966).
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«In effetti, meno dell’1 per cento delle società risulta in grado di controllare il 40 per cento dell’intero intreccio», sostiene Glattfelder. La maggior parte è costituita da istituti finanziari. La Top 20 comprende: Barclays Bank, JPMorgan Chase & Co, nonché il Goldman Sachs Group. Le prime 50 fra le 147 società superconnesse: 1. Barclays plc 2. Capital Group Companies Inc 3. FMR Corporation 4. AXA 5. State Street Corporation 6. JP Morgan Chase & Co 7. Legal & General Group plc 8. Vanguard Group Inc 9. UBS AG 10. Merrill Lynch & Co Inc 11. Wellington Management Co LLP 12. Deutsche Bank AG 13. Franklin Resources Inc 14. Credit Suisse Group 15. Walton Enterprises LLC 16. Bank of New York Mellon Corp 17. Natixis 18. Goldman Sachs Group Inc 19. T Rowe Price Group Inc 20. Legg Mason Inc 21. Morgan Stanley 22. Mitsubishi UFJ Financial Group Inc 23. Northern Trust Corporation 24. Société Générale 25. Bank of America Corporation 26. Lloyds TSB Group plc 27. Invesco plc 28. Allianz SE 29. TIAA 30. Old Mutual Public Limited Company 31. Aviva plc 32. Schroders plc 33. Dodge & Cox 34. Lehman Brothers Holdings Inc* 35. Sun Life Financial Inc 36. Standard Life plc 37. CNCE 38. Nomura Holdings Inc 39. The Depository Trust Company 40. Massachusetts Mutual Life Insurance 41. ING Groep NV 42. Brandes Investment Partners LP 43. Unicredito Italiano SPA 44. Deposit Insurance Corporation of Japan 45. Vereniging Aegon 46. BNP Paribas 47. Affiliated Managers Group Inc 48. Resona Holdings Inc 49. Capital Group International Inc 50. China Petrochemical Group Company”
http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3030&fromRaggrDet=9
L’incredibile omissione è quella della vera SPECTRE della finanza mondiale, la BlackRock, che molto probabilmente ha in mano i vostri fondi pensione: “Oggi la società di gestione patrimoniale statunitense è divenuta, ad esempio, la principale azionista della borsa tedesca (che di recente si è fusa proprio con quella di New York) e controlla quote azionarie delle principali aziende della Germania: Adidas, Allianza, Basf, Deutsche Bank, le industrie farmaceutiche Merck, il produttore di materiali edili HeidelbergCement, solo per fare qualche nome. Lo stesso è avvenuto anche altrove, come in Italia, a seguito di una delle più importanti operazioni sviluppate da BlackRock, la fusione con Barclays Global Investor, rilevata da BlackRock nell’estate 2009 per 13,5 miliardi di dollari. Questa operazione, alla quale hanno partecipato con 2,8 miliardi di dollari anche i fondi sovrani, si noti, di Cina (Cic) e Kuwait (Kia), il super gestore Usa ha ora in portafoglio fra l’altro il 2,7% di Eni, il 3,8% di Unicredit (dal 2,2% della sola Barclays), il 3% di Enel, Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Ubi (rispetto a quote Barclays pari al 2%), il 2,9% di Generali (dal 2%) e di Fonsai, il 2,8% di Telecom e di Bulgari, il 5,8% di Mediaset (prima era sotto il 5% e diventa così il secondo socio dopo Fininvest), il 2,7% di Fiat, il 2,2% di Atlantia e di Finmeccanica, il 3,5% di Banco Popolare (dal 2%), il 2% di Terna (2).
Al 31 marzo 2011, BlackRock dichiara nei suoi documenti ufficiali pubblici di gestire 3.648 miliardi di dollari di patrimoni amministrati: una cifra incredibile, pari all’intero Prodotto Interno Lordo della Germania [verificate voi stessi], superiore anche a quello italiano che oltrepassa i 2.000 miliardi di dollari. Si tratta probabilmente della più grande azienda finanziaria della storia che, in virtù dei collegamenti con i maggiori investitori privati e istituzionali del mondo, dispone ovviamente di un potere senza equivalenti.
In una recente occasione (3), abbiamo già visto infatti che BlackRock detiene quote azionarie anche delle maggiori agenzie di rating, come Moody’s e Standard&Poor’s, agenzie che hanno acquisito il potere, da una parte, di valutare l’affidabilità di banche e Stati, ma, dall’altra, anche degli stessi prodotti che BlackRock controlla e offre ai suoi clienti, senza che questo abbia dato finora luogo a nessun tipo di reazione politica”.
www.clarissa.it/editoriale301/Padroni-dell-universo-e-sovranita-dei-popoli-il-caso-BlackRock
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La giornalista Emma Alberici (ABC) intervista alcuni funzionari bancari ed operatori finanziari pentiti (diversamente da quel che molti credono, è una vita abbastanza spiacevole, per chi ha una coscienza)
JONATHAN SUGARMAN: Ci sono reparti ospedalieri e scuole che chiudono, servizi pubblici tagliati perché non ci sono soldi. I soldi sono andati alle banche. I vostri soldi, i miei soldi – i soldi di tutti sono finiti nelle banche. Ciò di cui abbiamo bisogno è che le normative esistenti siano fatte rispettare.
ALBERICI: Finora Jonathan Sugarman non ha mai parlato pubblicamente delle sue esperienze. Nel 2007 è diventato un dirigente di alto livello di UniCredit, la più grande banca d’Italia – una delle prime cinque banche in Europa. È stato il responsabile della gestione del rischio in Irlanda.
JONATHAN SUGARMAN: In banca abbiamo una licenza per operare come una banca che è molto simile ad una patente di guida. Spiega che questa è la velocità a cui si può andare, questo è quello che si può fare e che si deve operare all’interno di questi limiti e il mio compito era fare in modo che ciò avvenisse ogni giorno.
ALBERICI: Jonathan Sugarman sorvegliava i responsabili del controllo delle operazioni e gli operatori finanziari. Ben presto si rese conto che i conti non tornavano. Sospettava che la sua banca violasse le rigide regole sulla quantità di denaro e beni che è obbligatorio mantenere come riserva.
JONATHAN SUGARMAN: Ed ho insistito che si informasse immediatamente il responsabile dell’osservanza di queste regole, che è esattamente ciò che è prescritto dai termini della nostra licenza e dalle norme del diritto irlandese.
ALBERICI: Quanto è sicuro che UniCredit abbia infranto la legge mentre lei lavorava lì?
JONATHAN SUGARMAN: Sicuro al 100% ed è per questo che ho chiamato questa società informatica londinese che aveva una buona reputazione a Dublino e il risultato è stato abbastanza orribile, perché, mentre la violazione che avevo segnalato al regolatore costituisce una violazione del venti per cento, mentre la deviazione ammissibile era dell’uno per cento, mi telefonarono una sera poco dopo che si erano collegati ai nostri sistemi per dirmi che in realtà la violazione era del quaranta per cento.
ALBERICI: Quando ha avvertito il suo direttore generale, la risposta è stata sprezzante. Era un errore di sistema. Gli è stato chiesto di continuare ad approvare i contratti. Jonathan Sugarman era nel bel mezzo di una cultura bancaria spericolata che era in rotta di collisione con un disastro.
JONATHAN SUGARMAN: Beh, nei giorni in cui il sistema ha vomitato queste cifre che mi dicevano fossero errate dovevamo firmare e dire: “Oh, questo è un errore di sistema e siamo sicuri che è tutto a posto” e andare avanti come se niente fosse. Non abbiamo mai notificato nessuno. Tenete presente che, quando Nick Leeson ha fatto crollare la Barings Bank, si trattava di una questione di ottocento milioni di sterline, io stavo sottoscrivendo più di cinque miliardi al giorno che non possedevamo.
NICK LEESON: Stando alla definizione del vocabolario ed al fatto che ho trascorso quattro anni e mezzo in carcere io sono un criminale. Ho sempre saputo che quel che stava facendo era sbagliato e credevo di essere un criminale fin dall’inizio? Assolutamente no.
ALBERICI: Sono passati sedici anni da quando Nick Leeson, da solo, ha fatto fallire la più vecchia banca della Gran Bretagna, Barings. È un caso spettacolare, audace e scandaloso di imbrogli finanziari e Hollywood ne ha ricavato un film.
NICK LEESON: Il successo è stata la cosa che ho sempre voluto e viceversa la mia più grande paura era quella di sentirmi un fallito; la paura del fallimento è stata probabilmente quel che mi ha impedito di ammettere che avevo commesso un errore e questo errore aveva portato ad altri errori peggiorando il problema: era l’unica cosa che non mi sentivo di fare.
ALBERICI: La banca esisteva da 233 anni. Era sopravvissuta a guerre ed alla Grande Depressione, ma è bastato un operatore di future di 25 anni per mandarla gambe all’aria.
NICK LEESON: In primo luogo non sapevo che la banca stesse per crollare. Non sapevo quale fosse la base di capitale della banca e non ero realmente interessato alla cosa fino a quando i soldi continuavano ad arrivare; capivo che l’effetto delle mie azioni sarebbe stato drammatico, ma non mi ero reso conto di quanto sarebbe stato catastrofico.
ALBERICI: Prima che Leeson diventasse un operatore di Barings a Singapore, era un contabile a Londra. Sapeva come funziona il sistema, come nascondere le perdite in un fondo segreto. Era così bravo a coprire le sue tracce che Barings pensava che rendesse milioni e gli mandava sempre più soldi con cui giocare. Ci sono voluti tre anni perché la banca si accorgesse di cosa stava succedendo, ma a quel punto era troppo tardi.
NICK LEESON: Non me la stavo godendo. C’era sempre il timore che quello che stava accadendo sarebbe diventato di dominio pubblico, e quella è sempre stata la mia più grande paura, perché avrebbe rivelato a tutti la mia incompetenza, negligenza ed incapacità e quella era l’unica cosa che non volevo che accadesse.
ALBERICI: Ti sei mai fermato a pensare che stavi perdendo i soldi di qualcuno?
NICK LEESON: mmmh, no, non penso che uno stia a pensare a quello.
ALBERICI: Nick Leeson è stato condannato per frode e ha trascorso quattro anni in un carcere di Singapore. È stato rilasciato nel 1999 ed è tornato in Irlanda per rifarsi una vita.
[Sette anni di carcere a Kweku Adoboli, l'ex trader di Ubs colpevole della maxi truffa costata 1,8 miliardi di euro]
OLIVER METZNER: Non penso che ci siano operatori disonesti in banche oneste. Le truffe avvengono perché le banche le autorizzano.
ALBERICI: Nonostante i progressi tecnologici dai tempi di Nick Leeson a Singapore, sofisticati sistemi di monitoraggio degli operatori e dichiarazioni delle banche che stanno in guardia, si sostiene che Kweku Adoboli abbia agito a loro insaputa. Le sue attività criminali sono iniziate nel 2008, al culmine della crisi finanziaria globale, e nello stesso periodo il contribuente svizzero è stato costretto a sborsare sei miliardi di dollari per salvare UBS dal baratro del fallimento.
OLIVER METZNER: La crisi del 2007-2008 ha portato a conferenze e dibattiti in cui abbiamo detto che avremmo fatto questo e quello, e nulla è stato fatto … nulla è stato fatto.
ALBERICI: Oliver Metzner è uno dei più ricercati avvocati penalisti del mondo in questo genere di casi. Il suo cliente, Jerome Kerviel, ha impugnato la sentenza di condanna per una frode alla banca francese Société Générale. Ha detto di aver perso sei miliardi e mezzo di dollari – la perdita più grande nella storia dei mercati finanziari. Proprio come nello scandalo UBS, Kerviel ha inventato acquirenti, venditori ed offerte fantasma per nascondere le sue perdite.
OLIVER METZNER: è normale che i padroni delle banche responsabili di aver portato alla rovina le proprie banche non vengano puniti per questo? Ci sono problemi reali ed in effetti è difficile per l’uomo della strada capire perché ci si concentri su un Jerome Kerviel o un Nick Leeson e non sulle banche stesse.
JEROME KERVIEL: Mi assumo la mia parte di responsabilità, ma vorrei che lo facessero anche gli altri. Tutti hanno approfittato di questo sistema e non voglio essere io a restare col cerino in mano. Tutto è stato monitorato dal sistema informatico della Société Générale.
[…].
JOHN COATES: Penso che il più grande bonus di cui abbia sentito parlare nel mondo bancario sia stato di circa 200 milioni [di dollari].
ALBERICI: Per un anno di lavoro?
JOHN COATES: sì.
ALBERICI: C’è davvero poca scienza rigorosa nelle azioni degli operatori del mercato finanziario, ma la scienza può aiutare a spiegare come si comportano.
JOHN COATES: “Durante la bolla di internet ho notato che il comportamento degli operatori aveva subito un cambiamento notevole. Di solito sono prudenti, yuppies con famiglia a carico, ma durante la bolla del dot com molti di loro divennero euforici, deliranti…I loro pensieri si rincorrevano, sentivano meno il bisogno di dormire. Stavano prendendo molti più rischi rispetto al passato. Il rischio era davvero eccessivo rispetto ai vantaggi possibili e sembravano anche più arrapati del solito data la quantità di pornografia sullo schermo dei loro computer. È stato solo più tardi che ho scoperto che si trattava dei sintomi clinici delle manie.
ALBERICI: John Coates ha trascorso dodici anni a Wall Street, lavorando per Goldman Sachs e Deutsche Bank. Ha mollato tutto per prendere un dottorato di ricerca a Cambridge. La sua specialità? Neuro-economia
JOHN COATES: L’altra cosa che avevo notato era che le donne erano relativamente immuni al comportamento che vedevo nei trader. Ho pensato che ci fosse una causa chimica ed è così che ho iniziato a fare ricerche su testosterone
[…].
SIR JOHN VICKERS: Se c’è una situazione in cui la gente crede che una banca non fallirà mai perché il governo la salverà con i soldi dei contribuenti, questa è una cosa che incoraggia … è quasi una licenza a rischiare indisciplinatamente…Se vogliono tentare cose sofisticate, complicate, internazionali, va bene, affari loro, ma abbiamo bisogno di una struttura che garantisca che il contribuente non sia chiamato a tappare i buchi quando le cose vanno male.
ALBERICI: gole profonde come Jonathan Sugarman non hanno molta fiducia nelle autorità di regolamentazione e nelle loro regole. Cosa hanno fatto finora?
JONATHAN SUGARMAN: In effetti niente, niente di niente. È come entrare in una centrale di polizia con un coltello insanguinato e dire “ho appena ucciso qualcuno” ed aspettarsi che la polizia chieda “dove sta il corpo, che cosa hai fatto?”. E invece ti dicono: “bene, basta che non lo fai di nuovo”. Il che mi ha lasciato interdetto….Mi ci è voluto un po’ per rialzarmi e poi quando ho iniziato a cercare altre posizioni come risk manager, ho trovato un sacco di porte chiuse e ho constatato che dire la verità non paga.
http://www.abc.net.au/foreign/content/2011/s3367080.htm

+ Le grandi famiglie che dominano il mondo
 
ciao iulius.ti ho postato il videozzo di auriti,molto esplicativo.tieni presente che lui era docente di diritto.quindi a ragion veduta ha fatto denuncia.la moneta nn 'e delle banche ,come erroneamente si crede,ma e' di proprieta' dei cittadini.il valore intrinseco di essa e' pari a z e r o. sei tu che gli dai valore al momento che l'accetti come mezzo di pagamento,di beni e servizi.nn vi e' nesun trattato al mondo che dice chi e' il proprietario della moneta all'atto della sua emissione.ma se nn c'e' proprietario,perche'la prestano? se nn vi e' proprietario,nn vi e' un debitore ,ne un creditore,pare ovvio.prova a riflettere se metti mariotto draghi su un isola sperduta del pacifico che stampa banconote da 500 eurini e nn transita nessuno ,che le accetta come mezzo di pagamento ? in inverno ci accende il fuoco per scaldarsi e in estate la usa per altri bisogni;)
 
ciao iulius.ti ho postato il videozzo di auriti,molto esplicativo.tieni presente che lui era docente di diritto.quindi a ragion veduta ha fatto denuncia.la moneta nn 'e delle banche ,come erroneamente si crede,ma e' di proprieta' dei cittadini.il valore intrinseco di essa e' pari a z e r o. sei tu che gli dai valore al momento che l'accetti come mezzo di pagamento,di beni e servizi.nn vi e' nesun trattato al mondo che dice chi e' il proprietario della moneta all'atto della sua emissione.ma se nn c'e' proprietario,perche'la prestano? se nn vi e' proprietario,nn vi e' un debitore ,ne un creditore,pare ovvio.prova a riflettere se metti mariotto draghi su un isola sperduta del pacifico che stampa banconote da 500 eurini e nn transita nessuno ,che le accetta come mezzo di pagamento ? in inverno ci accende il fuoco per scaldarsi e in estate la usa per altri bisogni;)

Un quadro che fa venire i brividi.
Spero che questi disegni non trovino compimento.
Ciao.:)
 
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LA FASE FINALE DELL'ESPROPRIO BANCARIO



Banche e governi crolleranno insieme




Di Giovanni Lollo
http://www.glollo.com
La commistione inestricabile di interessi che negli ultimi decenni ha legato sempre più indissolubilmente i governi occidentali e il sistema bancario globale, sta evidenziando a cosa stiamo andando incontro: un disastro di proporzioni inimmaginabili, mai accaduto nella storia documentata degli ultimi 10.000 anni (non è un errore di stampa, ripeto: "storia documentata degli ultimi diecimila anni").

Perché?
Semplice, l'umanità ha superato da poco i 7 miliardi di persone ed ha raggiunto livelli di capacità lavorativa e creativa unici nella storia. Con le attuali conoscenze scientifiche, umanistiche, mediche, siamo in grado OGGI di fornire una vita dignitosa a decine di miliardi di persone, senza aumentare di un solo minuto il nostro attuale ritmo di lavoro, ma questo non sembra che stia accadendo...Perchè?

Perché lo strumento di scambio economico (moneta) dei beni e servizi che renderebbero la terra un Paradiso lo abbiamo affidato in gestione esclusiva ad un ristretto gruppo di...



nviato da iPad

 
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Moneta di Popolo contro banche e usura (3 di 5)marco saba820 visualizzazioni 1 mese fa [/ame]

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Moneta di Popolo contro banche e usura (5 di 5)marco saba108 visualizzazioni 1 mese faConferenza Moneta di Popolo contro banche e usura, Bergamo, sabato 6 ottobre 2012 - [/ame]








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Ultima modifica:
La piovra del sistema bancario ombra di Mario Lettieri e Paolo Raimondi

Il Financial Stability Board (Fsb), l’istituto internazionale di coordinamento dei governi, delle banche centrali e degli organi di controllo per la stabilità finanziaria a livello globale, ha appena pubblicato un importante studio sul sistema bancario ombra, lo “shadow banking” mondiale. I risultati ci sembrano decisamente sconvolgenti.




Lo studio fatto sull’eurozona e su altri 25 paesi evidenzia che a fine 2011 ben 67.000 miliardi di dollari erano gestiti da una “finanza parallela”, al di fuori, quindi, dei controlli e delle regole bancarie
vigenti.



La cifra complessiva è pari al 111% del Pil mondiale. E’ la metà delle attività bancarie globali ed è circa un quarto dell’intero sistema finanziario.




In dieci anni è cresciuta di ben 41mila miliardi di dollari. Oggi supera il picco di 62mila miliardi raggiunto nel 2007 prima della crisi.




E’ più che mai allarmante il fatto che sia aumentata di oltre 7mila miliardi solo nel 2011! In barba a tutti i summit internazionali dedicati alla riforma della finanza speculativa! Ciò ovviamente conferma il sostanziale fallimento dei vari G8 e G20.




Il sistema bancario ombra è composto da tutte le transazioni finanziarie fatte fuori dalle regolari operazioni bancarie che, come noto, operano attraverso i conto correnti e con i risparmi dei cittadini e delle imprese. Esse sono operazioni fatte da differenti intermediari finanziari, come certi hedge fund, fondi monetari e obbligazionari, certi fondi equity, broker dealer e soprattutto operatori collocatori di derivati finanziari. Sono tutte attività rigorosamente “over the counter” (otc), cioè stipulate fuori dai mercati borsistici e spesso tenute anche fuori dai bilanci.




Ma al di la degli aspetti tecnici e dei differenti settori economici di applicazione, si tratta di strumenti finanziari che creano forme di credito a lungo termine sulla base però di fondi a breve e brevissimo termine, che operano con una leva finanziaria pazzesca, spesso di parecchie centinaia di volte superiore al sottostante iniziale.




Lo studio indica anche come il cosiddetto “maturity/liquidity transformation”, cioè il difficile rapporto tra le scadenze di lungo termine di certe operazioni finanziarie e la necessità di trovare la liquidità a breve in caso di necessità, sia sempre stato e sia la fonte principale dell’attuale crisi sistemica.




Dei 67.000 miliardi, gli Usa ne gestiscono 23.000 mentre la zonaeuro 22.000. Ma è la Gran Bretagna che, non in termini assoluti ma in rapporto al suo effettivo e limitato potere economico, gioca la parte del leone con ben 9.000 miliardi. Si ricordi che il suo Pil è quasi un settimo di quello americano, ma manovra un volume più di un terzo delle operazioni ombra americane. Dopo la crisi lo “shadow banking” di Londra è cresciuto annualmente del 10%.




Un caso particolare tutto da studiare è quello dei Paesi Bassi che hanno visto un tasso di crescita del 45%. In verità la storia ci ha fatto conoscere un sistema bancario e finanziario “anglo-dutch” che ha sempre determinato gli assetti geopolitici e coloniali. Quindi non è un caso se oggi mette i bastoni tra le ruote dell’Unione europea, dell’euro e dei lavori della grande riforma finanziaria contro la speculazione.




Oltre alle sue gigantesche e documentate dimensioni, l’altro aspetto di grande preoccupazione del sistema bancario ombra è il suo rapporto con il sistema bancario ufficiale.




Noi possiamo affermare che il “sistema ombra” spesso è un’emanazione delle grandi banche internazionali che hanno interesse ad aggirare le regole e i controlli cui sono sottoposte.




Secondo noi lo “shadow banking” non è fatto da pirati completamente fuorilegge e contro ogni autorità preposta. I banchieri ombra sono forse più simili ai bucanieri “indipendenti”, come il noto Francis Drake che imperversava nei mari terrorizzando navi e mercantili, ma era al servizio della corona britannica.




Davvero disarmante è poi la parte dello studio del Fsb dedicata alle misure di riforma da intraprendere. Si è ancora in alto mare. Si parla di raccolta dati, di catalogare i vari intermediatori finanziari e le varie operazioni secondo i settori di intervento, ecc.




Questa situazione di incertezza evidentemente rivela la forte influenza della lobby dello “shadow banking” e delle grandi banche finanziarie. Non è tollerabile che a 4 anni dal fallimento della Lehman Brothers e dall’inizio della crisi sistemica non si sia fatto nulla per riformare la grande finanza.




Naturalmente non è colpa del Fsb e dei suoi analisti. E’ tutta colpa dei governi e della loro subalternità ai veri poteri forti della finanza mondiale.




Arianna Editrice
Le “risorse” che ingrassano la speculazione

Breve quadro delle banche d’affari internazionali che affondano le Nazioni con l’usura


Elena Colombari


Dopo l’invenzione della stampa, la più grande rivoluzione sociale è stata l’informazione. Libri, giornali, radiotelevisioni e oggi internet. Grazie all’informazione oggi possiamo sapere chi e cosa è per esempio, la Goldman & Sachs. Aggrega “assets” (e cioè “risorse” – sic - materiali e immateriali) nel suo portafoglio per circa 920 miliardi di dollari Usa (prendendo i dati di bilancio di fine 2011), poco meno di quanto detenuto dalla “italiana” (sic) Unicredit. Alla vetta della classifica del potere bancario privato internazionale vi è la Hsbc (Hong Kong Shanghai Banking Corporation) con 2550 miliardi, seguita dalla Royal Bank of Scotland con 2400, da JP Morgan 2200, da Bank of America con 2100, da BNP Paribas con 1960 miliardi, da Deutsche Bank con 2164, da Barclays con 1560 e da Citigroup con 1870.
La G. & S. è tuttavia la banca d’affari punta di lancia più palese della speculazione internazionale. Ha sviluppato una serie di servizi rivolti a clienti istituzionali, soprattutto governi, legati al market making, private equity e public debt dealing. Nei fatti che ci interessano “investe” – sborsando minimi anticipi con “scommesse derivate” – sui debiti pubblici nazionali: da quelli delle comunità montane a quelli dello Stato. E cioè presta danaro a usura per ripianare le esposizioni e batte così’ perpetua cassa a breve e lungo termine.
La G. & S. è stata più volte oggetto di indagine e anche sanzionata dall’Autorità di Controllo e Vigilanza Statunitense (Sec) per aver posto in essere operazioni finanziarie in conflitto di interesse con la propria clientela.
Il controllo di questa banca è riconducibile ad un azionariato frammentato, quindi non ad un unico soggetto: i principali azionisti sono fondi di investimento e operatori istituzionali come Capital World Investors (4,7%), Vanguard (4,2%), Citigroup (3,25%), Massachussets Financial Service (3,2%), BlackRock (2,6%) e tanti altri ancora con quote minoritarie inferiori al 1%, per un totale, tra operatori istituzionali (20%) e fondi comuni (21%), di circa il 48 per cento delle azioni.
Tutte “agenzie” di usura a cui si aggiunge la massa dei titoli restanti (52%), come si dice: “in mano al mercato”. Il pacchetto azionario è così frastagliato che il management della banca, dai consiglieri di amministrazione agli alti dirigenti, tutti provenienti da vertici economico-finanziari, possono agevolmente controllare con il loro circa 7% le politiche speculative della banca d’affari.
Il più grande operatore istituzionale nel mondo finanziario non è comunque una banca, ma una società di gestione di “risorse” che trenta anni fa nemmeno esisteva, la BlackRock con oltre 3500 miliardi di AUM (assets under management).
Al fianco di questo gigante trovate altri due soggetti finanziari, Pimco (1800 miliardi) e Fidelity (1500 miliardi), che gestiscono i risparmi investendo in tutto il mondo (banche comprese) e soprattutto nel debito dei paesi emergenti e sviluppati.
Con le conseguenze evidenti come nel crack della Grecia, con il debito pubblico comprato dal 2001 in poi dalla G. & S. allora “diretta” in Europa dal signor Mario Draghi e più che quadruplicato, a colpi di interessi e nuovi prestiti in un decennio.



24 Novembre 2012 Rinascita












 
...prendo molto sul serio questa view :cool: ...prese delle put per il 7 a copertura ...la situazione resta precaria ...con i brevissimi su nuovi max si ribalta tutto molto rapidamente ...il bond è in area di tg ribassista del lupo ed il minisep è sul max di ritraccio di una 4 daily ...perchè se non è in 1 di una nuova serie a salire è ancora 4 correttiva della serie di 5 a scendere ...diventa più improbabile un - per questo 15barre a meno di sciaquoni panicati ...geox non è partita ed il gas non molla ...potrebbero essere partite con una nuova serie a salire f e qualche altro ...molti sembrano ancora in 4 abcde come l'indice ...buono gold/silver forse fin troppo ...solo qualche titolo ha raggiunto il 1o tg ...ad altri manca ca un 2%

ciao free,
non c'è nessuna alternativa allo schianto....

.....purtroppo.....
 

Allegati

ragazz vi ricordate un mio post in tempi nn sospetti che davo entro 2 anni il botto,vedi mo'Banca Mondiale: ‘I prestiti alle banche causeranno nuova crisi dal 2014′
E’ il monito del capo economista Kaushik Basu. “E' una montagna di debito e ci sbatteremo contro", ha detto durante un convegno a Helsinki. Ifinanziamenti elargiti ai gruppi europei, tra dicembre 2011 e febbraio del 2012, ammontano in totale a 1.019 miliardi di euro e la tranche più grossa è andata agli istituti italiani

di Redazione Il Fatto Quotidiano | 26 novembre 2012Commenti (5)


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Più informazioni su: Banca Mondiale, Banche Europee, Bce, Crisi Finanziaria, Prestiti.






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I maxi-prestiti a tre anni concessi agli istituti di credito europei dalla Bce tra il 2011 e il 2012 a tassi stracciati porteranno “scompiglio” nell’economia mondiale, quando il debito maturerà, nel 2014 e nel 2015. Il monito è arrivato dal capo economista della Banca Mondiale Kaushik Basu. “E’ una montagna di debito e ci sbatteremo contro. Ci sarà un altro grande botto nell’economia globale nel 2014 e 2015”, ha detto Basu, durante un convegno ad Helsinki, secondo quanto riportato da Bloomberg. Le misure della Bce hanno fatto “guadagnare tempo” ma “non risolvono nessuno dei problemi alla radice”, ha sottolineato Basu.
Considerando le circostanze, “non penso che la Bce avesse altre scelte a disposizione, ma quando si guadagna tempo bisogna sfruttarlo per agire, altrimenti la crisi ritornerà. E il rischio che ritorni c’è”, ha aggiunto Basu. “La situazione in Europa resterà problematica per due, due anni e mezzo”. Nello scenario migliore, ha concluso il capo economista della Banca Mondiale, la crescita economica dell’eurozona segnerà una “stagnazione” fino al 2015 prima di riprendersi.
I prestiti elargiti alle banche europee, tra dicembre 2011 e febbraio del 2012, ammontano in totale a 1.019 miliardi di euro e la tranche più grossa è andata alle banche italiane che hanno ricevuto circa 270 miliardi. Come ricorda Gianni Dragoni, nel suo recente Banchieri & Compari (Chiarelettere), in Italia il grosso è andato a Intesa San Paolo, che ha avuto 36 miliardi, seguita da Unicredit con quasi 24, Monte dei Paschi di Siena con una ventina, Mediobanca con 7,5 e una decina di altrettanti istituti. Sostegno da Francoforte anche alla Cassa depositi e Prestiti, ha ricevuto un finanziamento di 20 miliardi all’1 per cento di interessi per finanziare le piccole e medie imprese.

 

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