
di Gianni Tirelli
Stampare moneta senza una copertura aurea, corrisponde a mettere in circolazione soldi falsi.
Nell’immaginario collettivo di molti, le banche sono viste come un organismo che cura i nostri interessi. Si è convinti in pratica che siano società pubbliche arbitri del nostro sistema monetario – ma non solo! Le banche come Banca di Italia o la stessa BCE sono considerate organizzazioni che mantengono l’equilibrio proprio perchè hanno il potere di stampare moneta. Un capitalismo che gioca a monopoli con la vita delle persone.
Sin da quando è stata costituita la Banca d’ Italia, per gli istituti di emissione di moneta, esisteva l’obbligo della riserva aurea, necessaria per garantire la convertibilità della moneta emessa, con oro corrispondente al suo valore di mercato.L’obbligo di garantire le emissioni con parità aurea era stato istituito per dare certezze di stabilità delle banconote emesse. Ma ai grandi speculatori servono sconquassi, con alti e bassi delle crisi, per profittare in borsa.
A questo punto, è doveroso domandarsi in che modo potrà ancora sopravvivere il Sistema Finanziario, se il bacino dal quale si é alimentato per decenni, si è ridotto ad un rivolo. La comunità non lavora, non produce e non acquista più, costretta a ridurre i consumi energetici e idrici. Si spengono i boiler, il riscaldamento, si evita di usare l’automobile, di pagare bolli, assicurazioni, meccanici e sanzioni amministrative – di andare dal dentista, dall’oculista, dal farmacista, mentre la vendita dei beni effimeri e voluttuari, sta precipitando ai minimi di sempre, a fronte di quelli di prima necessità. Presto la disoccupazione raggiungerà livelli impressionanti!!
Così il Sistema Finanziario, nell’impossibilità di poter disporre dei profitti un tempo sottratti indebitamente alla comunità, comincia a sbarazzarsi di tutti quei servi, cortigiani, spie e papponi (i professionisti) che un tempo aveva assoldato e che foraggiava a fronte delle loro perverse competenze. Il Sistema Potere è sul punto a fagocitare se stesso, dentro una guerra al massacro, dove i vari soggetti (gruppi di potere) che lo rappresentano, si scanneranno fra loro fino ad auto/eliminarsi. Un albero senza radici in procinto di abbattersi al suolo, dentro un boato sordo!
Oggi, la quantità di soldi in circolazione è direttamente proporzionale alla loro capacità distruttiva.
Cercare di combattere l’attuale crisi planetaria, immettendo liquidità sul mercato, è come volere riempire il letto di un fiume in secca, con secchi d’acqua. La sorgente, si è prosciugata per sempre, e la poca acqua rimasta, è appena sufficiente per dissetare i nostri figli.
Che i soldi, poi, non siano fonte di felicità, ma l’esatto contrario, è un dato di fatto – oggi, ancora più di ieri.
Con tutta questa montagna di soldi in circolazione nel mondo, potremmo acquistare l’intero sistema solare, essendo la somma del loro valore nominale infinitamente superiore rispetto all’effettivo valore dei beni terreni, determinato da un concetto di ragionevole equità. E alla fine, che senso avrebbe l’essere in possesso di un atto che ci certifica la proprietà di un bene astratto e inaccessibile? Cosa ce ne faremmo e quali vantaggi ne avremmo in cambio? Nessuno, oltre lo stupido piacere di ostentare una proprietà virtuale. “ Vedi quel mucchietto di stelle lassù, sono tutte mie!”
Per tanto, tutta quella mole di denaro della quale non si scorge la vetta, non ha alcun reale potere d’acquisto, non essendoci, oggi, nulla che abbia più senso acquistare, produrre e su cui investire. La ricchezza personale si è ridotta a mera ostentazione di un potere effimero, illusorio, sia dal punto di vista etico, estetico e materiale, che di autentico benessere. Non dimentichiamoci inoltre, che tutto lo sforzo incentrato sul produrre denaro e dei suoi meccanismi, è la causa prima della catastrofe ambientale, per via della quale, nulla presto avrà alcun valore, che non siano i beni di prima necessità.
E’ dunque assolutamente necessario comprendere che i ricavi più sostanziosi dell’Impero Industriale Pagano, non provengono dalla costruzione, ma dalla distruzione, dalla violazione e profanazione dell’ambiente, dell’etica, della morale e del buon senso.Per questo, oggi, il loro valore è pari a zero.
Tutto ciò, non è ricchezza, ma la peggiore delle povertà, della miseria più nera.Stiamo precipitando come un’enorme pietra, lungo il ripido crinale di una montagna, ad una velocità incontrollata e, presto, ci schianteremo contro la granitica ottusità del nostro cuore malato.
“L’uomo fu posto sulla terra – dice la Genesi – perché la coltivasse e la custodisse”; ma il giardino c’è già, le materie prime ci sono già. Ecco, allora, un altro tema importante per la giustizia e per la solidarietà: la destinazione universale dei beni – Il primato non è quello della proprietà privata!
Essa è al massimo una delle vie, come la democrazia per la politica, che sono state scelte nell’interno della storia per cercare di raggiungere quella verità primaria che è la destinazione universale dei beni.
S. Ambrogio, vescovo di Milano, in una sua opera scrive queste parole: “La terra è stata creata come un bene comune per tutti, per i ricchi e per i poveri. Perché allora, voi ricchi, vi arrogate un diritto esclusivo sul suolo? Quando tu aiuti il povero, tu o ricco, non gli dai del tuo, ma gli rendi il suo.
Infatti, la proprietà comune, che è stata data in uso a tutti, tu solo la usi; la terra è di tutti, non solo dei ricchi. Dunque, quando tu aiuti il povero, restituisci il dovuto, non elargisci il non dovuto”.
“Pensiamo al problema del debito delle nazioni povere o a quello della fame. Noi siamo assisi nel mondo a una tavola nella quale abbiamo tutto, anzi, siamo con problemi di linea e di dieta.Dall’altra parte della tavola ci sono tantissime persone, molte più di noi, che ricevono soltanto le briciole.
C’è allora bisogno di ricordare a questo punto anche un’altra componente, quella della giustizia, che deve reggere non soltanto le scelte politiche, ma anche le scelte sociali.
Il dramma del nostro tempo è questo: la nostra superficialità, la nostra banalità fa sì che si vedono tutti quelli che muoiono di fame, si vedono le ingiustizie, si sentono ma, esse, vengono poi omologate in una immensa chiacchiera mediatica. Le nostre orecchie sono ostruite di ortiche e non ascoltano più la voce del principio della solidarietà e della giustizia che vuol dire impegno e riconoscimento di un dono, ma anche amore per gli altri”.
Lo Stato Italiano rischia di implodere per indebitamento diretto e dei cittadini; il governo faccia restituire allo Stato le azioni della Banca d’Italia al suo prezzo di emissione e delegarla alla sua funzione di Istituto di Emissione e di Tesoreria dello Stato, anche in sintonia con gli accordi di Maastricht e con la BCE, unica soluzione che ridarebbe ossigeno al Paese e che concorrerebbe a riportare a livelli primari l’economia nazionale.