La gravità della situazione mi impone di uscire fuor di metafora.
Draghi il populista.
il discorso appena concluso del PdC Draghi al senato mi ha evocato per toni, atteggiamento, giustificazioni e contenuti quello tenuto da Mussolini nel 1922. Quello dell'aula sorda e grigia che avrebbe potuto espugnare con un suo gruppo di manipoli.
Un vero atto di rottura istituzionale.
Giustificando la sua ira con l'ipotetico appoggio dell'universo mondo "libero" ha distrutto qualsiasi residuo dell'istituto della rappresentanza parlamentare, base fondante della nostra costituzione e della teoria dello stato liberale democratico.
Seppure la condizione del nostro dadaista sistema politico attuale meritasse tutto questo, l'inammissibilità di quanto accaduto è per me lampante.
Se si pretende l'eiaeiahalalà per governare ci si deve aspettare anche che nella società si generino gli anticorpi che contrastino, con ogni mezzo, la deriva autoritaria.
Alla guerra come alla guerra.