Questa è la realtà, poi ci sono i comici....o gli imbecilli
«Non siamo più una repubblica parlamentare e forse non siamo più nemmeno una democrazia, ho chiesto a Napolitano di far abrogare la legge elettorale e di sciogliere le Camere». Il motivo? «Ho la certezza che il default dello Stato sia prossimo». Parla di «economia di guerra», legge
un comunicato-collage che raccoglie dati e proposte già transitate sul blog. «Nel paese è una Caporetto e nei palazzi rinviano le decisioni». «Il debito pubblico sta divorando lo stato sociale, va ridiscusso e ristrutturato». E ancora: «Facciamo reddito di cittadinanza e detassazione dell’Irap tagliando gli F-35 e le pensioni d’oro». L’imperativo categorico, spiega il leader, dev’essere «aiutare le piccole e medie imprese, nazionalizzare il Montepaschi, eliminare le opere inutili come Tav e Expo».
La conferenza assume le sembianze del comizio e decolla con le critiche ai media. «Voi giornalisti dovreste vergognarvi, il paese è in queste condizioni anche per colpa vostra». L’invettiva comprende la
Rai, annovera
Il Sole 24 Ore,
Il Foglio e
L’Unità sul fronte dei finanziamenti pubblici. Ma il monito è urbi et orbi: «I vostri giornali cartacei e le vostre tv chiuderanno a breve». Grillo alza i toni, incolpa la stampa di aver ritratto con scarsa obiettività il M5s. Rivendica la non violenza: «La gente vuole prendere i fucili, ma sono io a dire proviamo ancora con i metodi democratici». «Il M5s ha già vinto, sta costringendo gli altri partiti a sparire e li stiamo obbligando a parlare del nostro programma». Poi arriva il momento delle domande con l’ex Gf Rocco Casalino che scandisce l’ordine dei questuanti. Il Movimento avrebbe potuto attuare strategie più fruttuose? E se cade il governo, che fa? Grillo è il bastone senza la carota. Attacca a testa bassa, anche «Napolitano è il parafulmine dei partiti che fanno i giochetti a Palazzo». Lo seguono i due capigruppo, con Morra sorridente e Nuti a denti stretti: «Il Pd ha dimostrato di avere meno palle del Pdl». I parlamentari rispondono, il leader fustiga. Nessuna apertura. Ogni intervento è una sorta di pillola Youtube con iniezioni di paese reale e accuse alla politica arricchite dalla verve di un extraparlamentare.
L’invettiva galoppa, ma non c’è la chiave di volta per uscire dallo stallo, se non lo scioglimento delle Camere chiesto a Napolitano. Poi la voce cala. L’inviato di
Sky chiede lumi su Casaleggio e l’ex comico abbassa i toni, parte con la narrazione del manager schivo «ma bravissimo. Chiedete a Bernabè che lo ha avuto alla Telecom». Com’è andata al Quirinale? «Gianroberto ha spiegato il web a Napolitano». Segue descrizione frugale del manager: «Una persona riservata, ha la sua casetta in campagna, i suoi figli la sua vecchia Volvo». Gli chiedono pure se il guru abbia in progetto di incrementare il proprio ruolo nel M5s. Lui glissa, fa spallucce, ritorna al paese reale.
Eppure è un dato di fatto che il leader in ascesa si chiami Gianroberto. Dagli uffici milanesi partono i post del blog, nelle stanze della
Casaleggio Associati lavora il team per la piattaforma web, sempre lì vengono scanditi i temi da portare all’attenzione dei media e del Palazzo. Se non bastasse, nei prossimi mesi Grillo dovrebbe partire con una tournée all'estero che lo terrà lontano dalla politica di casa nostra. Con l’ex comico “padre nobile”, Casaleggio sarebbe pronto a gestire direttamente gli affari di Palazzo, consuetudine peraltro già in essere, dato che lo stesso guru ha scelto personalmente i gruppi comunicazione in Parlamento e coltiva un filo diretto con i vari Nuti, Morra, Di Battista. I fedelissimi lo sentono al telefono, volano a Milano per rapidi summit, col guru scambiano consigli e opinioni informali.
Il futuro è nella linea Casaleggio.
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Il comizio di Grillo nel giorno della tempesta perfetta | Linkiesta.it