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Forumer storico
Il 1° marzo, il Generale-Maggiore Andrej Burbin, capo del Comando Centrale delle Forze Strategiche Missilistiche della Russia (RVSN), ha fatto un insolito intervento sulla disponibilità della Russia ad utilizzare le armi nucleari strategiche in caso di attacco al Paese, compreso il tanto sbandierato piano Prompt Global Strike degli Stati Uniti, un tentativo convenzionale di distruggere la capacità di rappresaglia russa. Il messaggio dell’ufficiale russo è che gli “utopici” piani militari per “la guerra nucleare limitata” o la distruzione della “controforza” nucleare della Russia sono illusori: falliranno e il risultato sarà una rappresaglia contro gli Stati Uniti con i missili balistici intercontinentali delle RVSN della Russia. L’intervista su Radio RSN di Burbin dall’analista militare Igor Korotchenko, direttore della rivista Natsjonalnaja Oborona (Difesa Nazionale), era un messaggio di alto profilo che non va ignorato. Citata dai principali media russi, compreso il quotidiano governativo Rossijskaja Gazeta, viene evidenziata sui media in inglese Sputnik, RT e altri indicando la decisione dei vertici, con questa dichiarazione al mondo, sulla postura militare della Russia. Prima e dopo la dichiarazione di Burbin, il suo messaggio è stato amplificato da dichiarazioni e commenti del Ministro degli Esteri Sergej Lavrov, della Difesa Sergej Shojgu e dall’ambasciatore russo presso la NATO Aleksandr Grushko. I russi ribadiscono una politica che le principali potenze occidentali sono decise ad ignorare. Comprendere questo messaggio è essenziale per salvare la vita, dei nostri discendenti e di tutta l’umanità.
L’allarme di LaRouche
La dichiarazione di Burbin arriva pochi giorni dopo che Lyndon LaRouche ha avvertito in modo netto sulla minaccia di una guerra nucleare. Quello che osserviamo, ha detto LaRouche, è una minaccia, l’intento “divino” di una fazione dell’élite inglese che crede di poter “abbattere l’umanità” lanciando una sorta di guerra nucleare limitata contro le nazioni dell’Eurasia. L’assunto di base di tali utopisti, che pensano di poter avviare una guerra nucleare limitata all’Eurasia, è che un governo, come quello del presidente russo Putin, sarebbe disposto a rispondere in modo limitato ad un attacco nucleare “limitato”. È un errore e una fantasia, ha detto LaRouche. Tali forze onnipotenti devono capire che: “Non c’è modo di sopravvivere agli effetti del proprio genocidio“.
Il messaggio di Burbin
La prima metà dell’intervista del Generale Burbin riguardava la formazione scientifica e psicologica degli ufficiali delle RVSN, e i “componenti della forza più attiva della triade nucleare strategica“, cioè gli ICBM. Questa forza “può svolgere la propria missione in pochi minuti”. Ha anche analizzato le operazioni di comando e controllo, come le comunicazioni multi-canale tra il Presidente Putin, Comandante Supremo delle Forze Armate della Federazione Russa, e le RVSN. Korotchenko poi ha chiesto della conclusione del mese di manovre della RVSN. Burbin ha detto che la missione principale è “sottrarre le nostre unità missilistiche mobili a un attacco”, in modo che la possibilità di lanciare l’attacco di rappresaglia sia preservata: “Abbiamo lavorato modificando ed estendendo le aree di posizionamento e manovra delle unità, aumentandone le possibilità di sopravvivenza e rendendo il compito del nostro probabile avversario ancor più difficile“.
Korotchenko: “Quindi, il potenziale della rappresaglia sarà assicurato in ogni circostanza? Non è un segreto il concetto attuale di Prompt Global Strike, che significa ampio uso di armi non nucleari ad alta precisione per un primo attacco disarmante in situazione critica, mettendo fuori uso le nostre forze nucleari strategiche“.
Burbin: “Questo problema è stato risolto. Nella situazione in via di sviluppo o evoluzione, abbiamo già lavorato a tale sfida e possiamo affrontarla. Il punto è che, comunque, le RVSN possono svolgere la loro missione. In particolare, in tempo di pace, la nostra missione strategica è la deterrenza. Ma se è necessario effettuare il lancio di un missile nucleare, sarà fatto nel periodo di tempo prescritto con certezza assoluta. Le nostre unità sono distribuite geograficamente in modo tale che nessun attacco globale può smantellare le RVSN”.
A una domanda successiva, Burbin ha risposto che ciò si applica “assolutamente” anche nel caso di un attacco nucleare alla Russia. La discussione ha toccato anche la capacità delle RVSN di operare “in condizioni di guerra reali, tra interferenze e dispiegamento di squadre di sabotaggio“. L’ufficiale ha detto che le RVSN contrastano anche le nuove tecnologie, un’allusione all’intensificarsi della guerra elettronica o informatica. Sui programmi per i missili strategici Topol-M e Jars, Burbin ha rilevato che entro il 2020 il 98% delle RVSN avrà nuovi missili.
Riassumendo, Burbin ha detto, “Le forze missilistiche, sempre pronte al combattimento, sono la deterrenza strategica in tempo di pace. Grazie alle RVSN, non abbiamo la guerra oggi“. Korotchenko replicava,“La conclusione per tutti noi, per il nostro Paese e per il mondo, è che lo scudo nucleare russo è affidabile e che gli ordini saranno eseguiti in qualsiasi situazione“. Nella parte delle telefonate, dopo che il generale aveva lasciato lo studio, Korotchenko proseguiva la discussione con gli ascoltatori sottolineando l’inversione di tendenza dei militari russi degli ultimi due anni, con il Generale Shojgu nominato Ministro della Difesa e l’emergere di una nuova, generazione altamente competente di ufficiali russi. Ha commentato, “Questo è molto importante, quando Obama ci minaccia di sanzioni e punizione divina, e le mani prudono nel premere il pulsante. Così gli statunitensi sapranno che schiacciando il tasto, saranno schiacciati dalla risposta. Questo è l’equilibrio strategico, mettendoci in condizioni di parità con gli statunitensi. Forse siamo deboli in alcuni aspetti, i liberali dicono che le cose vanno male qui, e che le sanzioni ci soffocano, ma un grande Paese con uno scudo nucleare non può essere soffocato dalle sanzioni”.
Politica lungimirante
La dichiarazione politica del Generale Burbin è una reiterazione della politica russa più volte dichiarata da Presidente Vladimir Putin, Primo ministro Dmitrij Medvedev e vertici militari. EIR ha evidenziato questa politica nell’edizione speciale “Il collasso dell’impero globale inglese, e come superarla“, della primavera 2012, riportando successivamente i dettagliati avvertimenti russi sulla minaccia che il dispiegamento della Difesa Anti-Missile di NATO/USA in Europa e l’allargamento ad est della NATO, rappresentano per l’equilibrio strategico. (Helga Zepp-LaRouche ha commentato tali piani utopici folli questa settimana). Molti di questi avvertimenti affermano esplicitamente che il dispiegamento “occidentale” potrebbe potenzialmente scatenare una guerra nucleare. In un discorso pubblico del 29 febbraio 2012, il Presidente Putin ha sottolineato la determinazione della Russia ad affrontare l’attacco. Riferendosi alla mancanza di preparazione dell’Unione Sovietica, al momento dell’aggressione di Hitler nel luglio 1941, Putin ha detto, “Non possiamo permetterci un replay della tragedia del 1941, quando pagammo per l’impreparazione dello Stato e dell’esercito con perdite enormi“. In un articolo di due esperti militari russi su Military Thought, l’edizione in inglese della rivista del del Ministero della Difesa russo Voennaa Mysl (No. 4, 2012), veniva elaborato il pensiero della dirigenza militare russa sulla strategia militare occidentale contro la Russia, tra cui i presupposti che l’occidente possa usare armi di nuova generazione per “raggiungere gli obiettivi della guerra senza gravi perdite di vite umane o di beni“. Come la Russia affronta ciò?: “In queste condizioni, la Russia risolve suoi problemi nelle relazioni tra Stati utilizzando ogni tipo di deterrenza, con la forza o pacificamente e con azioni non-militari indirette (asimmetriche). Eventuali forme e metodi dovranno scoraggiare l’aggressore con la forza, come ad esempio di fronte la minaccia diretta di attacchi, schieramento dimostrativo di una potente task force di difesa nella zona in cui si prevede che l’aggressore attacchi; un ultimatum che avverta che la Russia (in caso di guerra) utilizzerà immediatamente le armi nucleari e senza esercitare alcun ritegno impiegando armi ad alta precisione per distruggere obiettivi strategicamente vitali sul territorio dell’aggressore; pianificazione e attuazione di una campagna d’informazione per ingannare l’avversario sulla disponibilità della Russia a respingere l’aggressione“.
Una duplice politica
Gli avvertimenti dei militari russi sono stati più che sovrastati dalle offerte del governo di cooperare con l’Unione europea e gli Stati Uniti su obiettivi comuni, come lotta al terrorismo, alla droga, costruzione di infrastrutture come il tunnel sotto lo stretto di Bering, e anche collaborazione nella ricerca spaziale per difendere il pianeta dagli asteroidi (Difesa Strategica della Terra proposta nell’ottobre 2011). Ma queste offerte furono ignorate a favore degli sforzi sempre più palesi per degradare la sovranità della Russia, se non per smembrarla quale potenziale rivale. (Vedasi EIR, 19 dicembre 2014, “Chi c’è dietro la corsa a smembrare la Russia?“) L’indirizzo del Ministro degli Esteri Lavrov all’Accademia Diplomatica del Ministero degli Esteri del 27 febbraio fornisce una guida su come la leadership russa pensi, e quindi sul contesto degli avvertimenti militari. Lavrov ha lamentato le “sistematiche violazioni” dei principi della Carta delle Nazioni Unite da parte di USA e altri. In particolare ha sottolineato la mancanza di sicurezza e stabilità nella regione euro-atlantica, attribuita alla tendenza dell’occidente “a occupare spazio geopolitico e a spingersi verso est, attraverso l’espansione della NATO e attuando il partenariato orientale dell’Unione europea“, ha detto Lavrov, “Gli interessi russi non sono considerati e le nostre numerose iniziative, tra cui l’elaborazione del Trattato di sicurezza europea, sono ignorate o escluse. Tale politica ha raggiunto l’apice quando il golpe incostituzionale e l’occupazione armata del potere sostenuti da Washington-Bruxelles hanno avuto luogo in Ucraina nel febbraio dello scorso anno”. Lavrov ha denunciato l’ultimo documento sulla Strategia per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Obama, affermando “Lotta per il dominio globale e disponibilità ad utilizzare unilateralmente la forza armata… Tale documento di 30 pagine afferma più di cento volte il diritto esclusivo degli Stati Uniti ad attuare la famigerata ‘leadership americana’… La Casa Bianca sembra aver dimenticato le conseguenze dei tentativi di avere l’egemonia a scapito degli interessi degli altri membri della comunità mondiale“. “Gli sforzi concertati” delle nazioni, constata Lavrov, sono l’unico modo per affrontare i difficili problemi internazionali, soffermandosi sull'”integrazione eurasiatica, la nostra priorità assoluta“, a partire dall’Unione economica eurasiatica quale “ponte tra le strutture per l’integrazione dell’Europa e della regione Asia-Pacifico”. L’attuale presidenza russa della Shanghai Cooperation Organization e dei BRICS, ha aggiunto Lavrov, è guidata dalla “filosofia degli sforzi collettivi” esemplificata dai “progetti per una nuova banca di sviluppo e una riserva monetaria dei BRICS, coordinando la strategia di partenariato economico e la via alla cooperazione sugli investimenti, “aprendo” nuove prospettive di cooperazione”. Lavrov ha sottolineato l’impegno del Presidente Putin a rafforzare la cooperazione verso l’Europa, dicendo che la svolta della Russia verso Oriente va accompagnata a un parallelo miglioramento delle relazioni con l’Occidente. Ma ha avvertito che ciò sarà impossibile, “senza riaffermare i principi di non ingerenza negli affari interni degli Stati sovrani, e senza abbandonare sanzioni e tentativi d’inscenare le cosiddette rivoluzioni colorate, o incoraggiando le forze estremiste“, ha detto, “Non abbiamo piani per auto-isolarci o entrare in conflitto. Allo stesso tempo, la pressione estera non ci porterà a rivedere i nostri principi politici…. Washington non è riuscita a creare una coalizione anti-russa globale“.
Altre avvertimenti
Il 2 marzo, tre alti funzionari russi esprimevano lo stesso messaggio di quello più drammatico del Generale Burbin del giorno prima: la Russia è pronta a rispondere con la piena forza strategica a qualsiasi minaccia esistenziale. E’ probabile che tutti conoscano l’aspetto più recente di tale minaccia. Lo stesso giorno, il comandante della 173.ma Brigata aeroportata degli Stati Uniti, colonnello Michael Foster, annunciava presso il Centro di studi strategici e internazionali di Washington che “entro questa settimana”, gli Stati Uniti dispiegheranno sei compagnie in Ucraina per il programma di addestramento semestrale della notoriamente nazistofila Guardia Nazionale ucraina. La scorsa settimana, il primo ministro inglese David Cameron annunciava che il Regno Unito inviava forze speciali ad addestrare le forze ucraine. Ciò anche se l’ambasciatore della Russia presso la NATO Grushko dichiarava in un’intervista alla TV Rossija 24 che “Mosca prenderà tutte le “misure necessarie”, militari, tecniche e politiche per neutralizzare la possibile minaccia della presenza della NATO in Europa orientale”, secondo RT, precisando che le azioni della NATO “compromettono significativamente la sicurezza regionale ed europea, e pongono rischi alla nostra sicurezza“, citando l’intensificarsi delle esercitazioni militari della NATO in Europa orientale, con circa 200 esercitazioni presso gli Stati membri orientali, soprattutto nel Mar Baltico, Mar Nero, Polonia e Stati baltici. “L’invio di istruttori e l’assistenza tecnica militare aiutano il partito della guerra di Kiev e convincono certe figure a Kiev di ritenere la crisi risolvibile con mezzi militari“, ha detto.
Allo stesso tempo, il Ministro della Difesa Shojgu e il Comandante della Marina Ammiraglio Viktor Chirkov discutevano della modernizzazione dell’esercito russo, comprese le forze strategiche, con osservazioni pubbliche, il 2 marzo. Shojgu riferiva che la Marina russa riceverà due sottomarini lanciamissili balistici classe Borej quest’anno, il Vladimir Monomakh, che ha iniziato le prove in mare nel giugno 2014, e l’Aleksandr Nevskij, in attesa dei missili balistici Bulava prima del trasferimento nel Pacifico insieme a due sottomarini multiruolo e cinque navi da guerra. Ha anche detto che l’Aeronautica riceverà 13 bombardieri strategici modernizzati quest’anno, e che entro il 2020 la flotta dei bombardieri strategici sarà per il 70% modernizzata, aggiungendo che i pattugliamenti dei bombardieri saranno estesi a nuove aree. “E ‘importante notare che tali voli sono regolari e non saranno abbandonati“, ha sottolineato. La Marina riceverà 50 navi di varie classi quest’anno, ha detto Chirkov secondo l’agenzia stampa Interfax. Le navi fanno parte del programma di riarmo iniziato dal Presidente Putin che mira a fornire la Russia di una flotta oceanica, perduta dopo il crollo dell’Unione Sovietica, entro il 2050. “Il periodo di stagnazione della nostra potenza è da tempo passato“, avrebbe detto Chirkov, annunciando inoltre che le aziende di ricerca già progettano la nuova portaerei da costruire. Interfax ha aggiunto: “L’espansione della potenza navale avviene mentre la Russia affronta l’occidente in Ucraina“.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

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La Guerra in Ucraina: un costo da miliardi di dollari

marzo 6, 2015 Lascia un commento

Gli Stati Uniti usano le PMC per rifornire di armi l’Ucraina
Boris Novoseltsev Strategic Culture Foundation 05/03/2015 CyberBerkut è un gruppo di hacker ucraini che combatte neofascismo, nazionalismo e abuso di potere in Ucraina. Ha avuto accesso ai file del cellulare di un agente della PMC (compagnia militare privata) Green Group, che ha recentemente visitato Kiev con la delegazione militare statunitense. Ha diffuso i materiali il 27 febbraio sul sito web http://cyber-berkut.org/. Green Goup è una compagnia militare privata statunitense fondata nel 2007 ad Edmond, Oklahoma. Ha una filiale a Tbilisi. Il numero di dipendenti varia da 50 a 200, anche se il numero esatto non è noto avendo assai spesso personale assunto per una missione che non viene retribuito ufficialmente. La società è stata assunta dal dipartimento di Stato degli USA. CyberBerkut ha postato i documenti ottenuti assieme ai consigli di Green Group. Due lettere di Gregg Holmes, l’amministratore delegato della PMC, al capo delle forze armate ucraine Muzhenko sono state rese pubbliche. Una in ucraino del 15 febbraio 2015 (dopo la firma dell’accordo di Minsk, il 12 febbraio), va citata: “Come sapete, gli Stati Uniti sono in contatto con i partner della NATO per inviare armi all’Ucraina. Alcuna decisione è stata raggiunta finora. Sono informato dagli amici nel dipartimento di Stato e il Pentagono che gli Stati Uniti faranno pressione sugli alleati europei. Nelle ultime consultazioni con il ministero degli Esteri della Francia il team del dipartimento di Stato ha insistito nell’accelerare le procedure per l’invio di sistemi anticarro e armi pesanti ai militari ucraini. Gli Stati Uniti ritengono che le armi fermeranno l’avanzata dei separatisti in Ucraina e gli impedirà di avvicinarsi al confine amministrativo delle regioni di Lugansk e Donetsk. Secondo il governo degli Stati Uniti, l’uso di armi avanzate da parte dei militari ucraini infliggerà inevitabilmente pesanti perdite ai volontari russi che combattono nei ranghi dei terroristi. Sarà impossibile nascondere le pesanti perdite. A sua volta, tali informazioni causeranno tensioni in Russia stimolando l’emergere di un movimento contro la guerra organizzando proteste di massa contro il governo russo attuale. Comunque il ministero degli Esteri francese sostenga sempre le iniziative della Casa Bianca, il governo francese non è certo felice delle nostre proposte. Il presidente Francois Hollande non è pronto a cambiare drasticamente politica sull’Ucraina, ma il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha presentato una brillante idea. Le armi saranno consegnate ai “volontari” in Ucraina e agli operatori delle compagnie militari private occidentali con grande esperienza. Il Green Group è pronto in qualsiasi momento ad inviare ai militari ucraini volontari in numero sufficiente. Il governo statunitense ritiene che la Francia potrebbe almeno dare un contributo finanziario con denaro inviato dal ministero degli Esteri francese al dipartimento di Stato, nascondendone il vero scopo”.
E’ noto che la Commissione mista Ucraina-USA è responsabile dell’invio di armi. Un documento del Comando europeo degli Stati Uniti (Eucom) contiene la proposta per fornire armi all’Ucraina assegnando 75 milioni di dollari allo scopo. Il pacchetto include missili anticarro Javelin, diverse armi leggere, attrezzature varie e kit di protezione individuale. 2 milioni di dollari da spendere per la rete Majdan. Un altro documento Eucom menziona munizioni, come granate. 45 milioni di dollari da assegnare all’addestramento dei militari ucraini, prima di tutto le forze speciali. Le armi saranno trasferite nel quadro del Joint Multinational Training Group – Programma ucraino, secondo la Commissione congiunta Ucraina-USA. Forse, scopo della missione del Green Group è conoscere i requisiti militari dell’Ucraina e osservare la situazione sul posto. I documenti mostrano che le valutazioni degli Stati Uniti erano diverse da quelle dell’Ucraina. Gli Stati Uniti offrono un affare molto più grande. Per esempio, Green Groupp propone di aumentare i sistemi robotici e prevedono 9mila dispositivi ottici. I sistemi di comunicazione sono in cima alla lista, mentre gli ucraini danno la priorità ai droni. Secondo i documenti, Kiev ha iniziato i colloqui sulle forniture di armi non oltre la metà del 2014. La commissione mista Ucraina-USA (la prossima sessione è prevista a maggio o giugno 2015) è una copertura e riguarda tutta l’Ucraina. Gli Stati Uniti non si fidano degli ucraini nel valutare le loro esigenze. La missione sarà effettuata da privati, che potranno anche partecipare ad azioni di combattimento e operare come consiglieri. Green Group non è l’unica compagnia militare privata assunta da Pentagono e dipartimento di Stato per fornire armi all’Ucraina. Secondo i media, almeno 3-4 mila contractor della difesa operano in Ucraina. Alcuna decisione politica è stata presa, ma ciò non impedisce agli organizzatori delle forniture militari di fare il loro lavoro.
La Guerra in Ucraina: un costo da miliardi di dollari
Dmitrij Sedov Strategic Culture Foundation 04/03/2015
È ormai chiaro che Stati Uniti ed Europa sono divisi sull’Ucraina. Germania e Francia hanno scelto di sostenere “la vittoriosa rivoluzione ucraina” con mezzi non militari, per evitare le conseguenze del conflitto. La stabilizzazione pacifica del regime di Poroshenko incontra i loro interessi a lungo termine, cercando di allontanare l’Ucraina dalla sfera d’influenza della Russia. Hanno tempo e forza per evitare che Kiev sia travolta dalla debacle militare. Questi Paesi faranno del loro meglio per ridimensionare le Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk con tentativi volti a raggiungere una soluzione pacifica della crisi. Gli Stati Uniti preferiscono non parlare dei progressi ottenuti grazie agli accordi di Minsk. Washington ritiene che i mezzi militari vadano utilizzati per fermare ciò che definiscono “aggressione russa” all’Ucraina. Un disegno di legge per fornire 1 miliardo di dollari di armi all’Ucraina è stato presentato il 10 febbraio dai presidenti dell’House Armed Services Committee, il repubblicano Mac Thornberry del Texas e il democratico Adam Smith di Washington. Un rapporto indipendente recentemente diffuso da otto ex-alti funzionari degli USA spinge gli Stati Uniti ad inviare 3 miliardi di dollari in armi e attrezzature all’Ucraina, tra cui missili anticarro, droni da ricognizione, blindati e radar che rilevino la posizione dell’artiglieria nemica. C’è la grande probabilità che il processo pacifico di Minsk continui mentre gli Stati Uniti adottano un approccio piuttosto diverso. Anche se le armi pesanti sono ritirate e le trattative con le repubbliche avviate, con la vita che torna alla normalità, il “fantasma dell’aggressione russa”, minaccia da contrastare, non lascerà mai i pensieri nei circoli dominanti statunitensi. Le élite politiche degli Stati Uniti hanno il loro modo di vedere le cose. Immaginano truppe russe invadere l’Ucraina per consentire alle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk di vincere. Nessuna prova è necessaria, non è altro che delirio di massa. Come Benjamin Disraeli (politico conservatore, scrittore e aristocratico inglese, per due volte primo ministro nel XIX secolo) ha detto, ogni spettacolo politico ha un regista dietro le quinte. L’ideologia del dominio mondiale guida gli Stati Uniti da dietro le quinte. Non vedono altro modo per salvare il parassitismo finanziario degli Stati Uniti se non stabilire il controllo globale. La classe politica degli Stati Uniti valuta ancora la crisi dell’Ucraina. Washington vuole lanciare una guerra per procura nello spazio geopolitico della Russia, ma le formazioni militari e i volontari nazionalisti ucraini finora non sono riusciti a sconfiggere le repubbliche indipendentiste. Provocare la guerra è un obiettivo strategico degli Stati Uniti. Se le Repubbliche Popolari di Lugansk e Donetsk rimangono invitte, il piano per sottomettere lo spazio post-sovietico alla NATO sarà frustrato. Tale controllo è la pietra angolare del programma strategico volto a stabilire il dominio degli Stati Uniti nel mondo.
Nel prossimo futuro Washington osserverà l’evolversi degli eventi, mentre lo status delle Repubbliche autonome è in fase di definizione. Insieme a Kiev farà del suo meglio per ridimensionarle. Ci saranno preparativi per un’altra guerra, inevitabile nel caso Lugansk e Donetsk ottengano un autogoverno abbastanza ampio da rendersi autonome. Gli sforzi per aumentare la potenza militare dell’Ucraina sono in corso. Gli statunitensi si rendono conto che l’ulteriore uso di coscritti ucraini quale principale risorsa militare non porterà da nessuna parte. Il virus del nazionalismo non è diffuso abbastanza tra la popolazione dell’Ucraina da spingere ogni cittadino a dare la vita per contrastare l’“aggressione russa”. Il semplice coscritto non vuole andare in guerra. La coscrizione non eleva il morale dei militari. I battaglioni di volontari nazionalisti sono più affidabili, ma non sono così resistenti quanto le Milizie di Autodifesa di Donetsk e Lugansk che hanno prestato il servizio negli eserciti sovietico o ucraino. Difendono la loro Patria, cosa che l’incoraggia. Gli Stati Uniti vedono i battaglioni di volontari come spina dorsale delle forze ucraine. La missione è armarli ed addestrarli con l’aiuto di istruttori della NATO. Il numero dei battaglioni aumenterà a 20-25 (oltre diecimila uomini). Gli istruttori militari statunitensi sono già attivi. La Gran Bretagna ha annunciato piani per unirsi agli Stati Uniti. Le brigate di mercenari possono diventare un’altra forza d’attacco ucraina. Con la creazione di tali formazioni Washington prende due piccioni con una fava: avrà formazioni di “cani da guerra” quale legione straniera da utilizzare non solo in Ucraina, in futuro, e potrà anche accrescere l’interazione tra ucraini e NATO. Le compagnie militari private diverranno la terza componente delle forze di sicurezza ucraine. I mercenari polacchi dell’ASBS Othago, e statunitensi di Greystone e Academi sono già in azione in Ucraina. Le perdite (secondo alcune fonti, sarebbero oltre 300) ne testimoniano il coinvolgimento in azioni di combattimento piuttosto ampie. Il governo degli Stati Uniti può potenziare tale forza con un’ampia gamma di missioni da compiere, in particolare prendendo parte alle spedizioni punitive, quando la barriera linguistica impedisce contatti con la popolazione locale. I militari regolari devono vivere l’azione ed acquisire esperienza. Gli Stati Uniti ne faranno una forza di seconda linea, ma prima devono essere addestrati ed equipaggiati. In pochi mesi le formazioni di autodifesa dovranno affrontare un nuovo nemico, mentre l’esercito ucraino diventa una forza ben addestrata, ben attrezzata e motivata. Questo è ciò per cui il miliardo di dollari sarà speso. L’élite politica statunitense è intrappolata dalla percezione obsoleta del ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Le lezioni delle guerre perse non sono state apprese, e gli USA ignorano la sofferenza che infliggono ai popoli dei Paesi che aggrediscono. Gli Stati Uniti preparano una nuova fase della guerra civile ucraina.
La ripubblicazione è gradita in riferimento alla rivista on-line della Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


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I capi settari terroristi di Jabhat al-Nusra eliminati in un’operazione speciale della Siria

marzo 6, 2015 Lascia un commento

Murad Makhumudov e Lee Jay Walker Modern Tokyo Times Il governo laico della Siria è in prima linea contro il terrorismo internazionale, mentre gli USA continuano a istigare Qatar, Turchia e Arabia Saudita contro questa nazione indipendente. Ancora una volta, le Forze Armate della Siria mostrano al mondo che rimangono vigili e unite contro le numerose minacce estere che cercano il caos. Pertanto, la fine dei capi del gruppo affiliato ad al-Qaida sarà saluta da tutta la Siria, perché Jabhat al-Nusra, proprio come il SIIL (Stato islamico – SI) e una pletora di altri gruppi terroristici, vuole uno Stato confessionale basato su leggi medievali e persecuzione degli altri gruppi religiosi. Abu Humam Shama, Abu Musab Falastini, Abu Bara Ansari e Abu Umar Qurdi sono stati eliminati da un attacco aereo secondo informazioni da Jabhat al-Nusra. Tali individui non mancheranno alla popolazione della Siria perché Jabhat al-Nusra è una delle tante vili forze terroristiche e settarie presenti in Siria su istigazione internazionale. In altre parole al-Nusra, proprio come il SIIL, non teme per nulla NATO, Turchia o Israele. Al contrario, tutte le principali forze terroristiche e settarie si sentono protette nei pressi delle frontiere con Israele e Turchia. In effetti, i terroristi di tali due gruppi e della pletora di altri gruppi, sono spesso curati negli ospedali di Israele e Turchia. Allo stesso modo, i complotti internazionali usano altre nazioni, come la Giordania, per destabilizzare la Siria. La BBC riferisce: “Dettagli dell’attacco non sono chiari. Tuttavia, l’agenzia di stampa ufficiale siriana ha descritto come un'”operazione unica” quella svolta dall’Esercito siriano nella zona di al-Habayt“. Dettagli rimangono ancora indefiniti, quindi la BBC continua: “Altre fonti citate dalla Reuters affermano che l’attacco ha avuto luogo nella città di Salqin, vicino al confine con la Turchia.
Chiaramente, la notizia sarà salutata da tutte le nazioni che si oppongono al terrorismo internazionale e al settarismo. Tuttavia, nei corridoi del potere a Ankara, Doha, Londra, Riyadh, Parigi e Washington, questa notizia sarà accolta negativamente perché tali nazioni hanno tramato, e continueranno a tramare, contro la Siria laica. L’operazione speciale svolta dalle forze armate della Siria è un indicatore chiaro che queste unità militari multi-religiose rimangono ferme e unite contro i nemici interni ed esterni. E’ tempo per le altre nazioni di astenersi dal sostenere le forze settarie e terroristiche, perché il conflitto si trascina per via delle malvagie azioni di USA, Francia, Quwayt, Qatar, Arabia Saudita e Regno Unito. Accanto ad esse, Giordania e forze sinistre in Libano aiutano le numerose ratlines terroristiche che permettono al terrorismo internazionale di prosperare nel Levante. Naturalmente, Hezbollah in Libano aiuta il ricco mosaico della Siria contro la barbarie taqfira che scorre nelle vene di gruppi terroristici come Jabhat al-Nusra e SIIL. Allo stesso modo, il principale leader cristiano del Libano, Michel Aoun, è fermamente convinto che il governo della Siria sopravviverà ai tanti sinistri complotti contro questa nazione.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


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L’Iraq si libera senza gli statunitensi

marzo 5, 2015 Lascia un commento

L’Iran attacca e gli USA corrono ai ripari
MK Bhadrakumar Indian Puchline 3 marzo 2015 Aspri combattimenti sono scoppiati per la città irachena di Tiqrit, a nord di Baghdad, meglio nota quale città natale di Sadam Husayn e considerata cuore spirituale del regime baathista. Le forze governative irachene hanno lanciato una operazione per riconquistare la città ai d militanti ello Stato Islamico. Tale sviluppo estremamente importante ha tre dimensioni.
In primo luogo, naturalmente, se le operazioni hanno successo, saranno un duro colpo per lo SI. Tiqrit non è solo un grande premio, ma il governo iracheno porterà la guerra nel territorio dello SI. Molto probabilmente, il prossimo obiettivo sarà Mosul, nel Kurdistan iracheno, dove il drammatico balzo dello SI si manifestò lo scorso giugno. Si è tentati di supporre che lo SI affronti a breve la prospettiva dell’estinzione militare.
La seconda dimensione riguarda il ruolo cruciale che le Guardie Rivoluzionarie Islamiche iraniane (IRGC) svolgerebbero nelle operazioni a Tiqrit sotto bandiera irachena. La BBC ha riferito, citando fonti delle milizie sciite, che il carismatico e leggendario comandante della IRGC, Generale Qasim Soleimani, è stato visto in prima linea “guidare personalmente l’operazione”. È una deliziosa ironia che Soleimani guidi la liberazione della città natale del suo vecchio nemico Sadam. A parte ciò, l’Iran sciita guida la lotta di oggi contro un nemico sunnita che costituisce la minaccia esistenziale ai regimi sunniti del Golfo, in particolare l’Arabia Saudita, che non sono innamorati dell’Iran.
Infine, la lotta che infuria su Tiqrit pone una grande domanda: dove diavolo si nasconde la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti? L’Iran ha svergognato Stati Uniti e partner della coalizione portando da solo la guerra nella tenda dello SI. L’Iran inesorabilmente dimostra che lo SI è un parassita che si può schiacciare facilmente se si fa sul serio, rispetto al mitico titanico prode nemico che gli analisti occidentali dipingono.
Nel frattempo, gli spin doctor sono già al lavoro, sostenendo che gli Stati Uniti hanno deliberatamente chiarito Tiqrit sia una questione di politica, dato che i combattimenti lì sono guidati dalla milizia sciita con una tacita ‘divisione del lavoro’ con l’Iran; una proposizione ridicola, per non dire altro. Teheran sostiene, al contrario, che gli Stati Uniti in realtà mentano quando affermano di combattere lo SI, e che in realtà Washington ha un approccio sfumato anticipando un futuro ruolo dello SI da strumento delle sue strategie regionali. Il Viceministro degli Esteri iraniano Hossein Amir Abdollahian ha letteralmente ridicolizzato le rivendicazioni degli Stati Uniti di combattere lo SI, quando ha affermato a Teheran, “Gli Stati Uniti hanno creato la coalizione anti-SIIL con 60 Paesi, ma la principale misura pratica della coalizione si limita a controllare e amministrare il SIIL“. Abdollahian ha rivelato che aerei militari statunitensi trasportano rifornimenti allo SI in Siria e Iraq, volando da grandi distanze. Ha chiesto: “Come si può fare un errore di 900 chilometri” Bella domanda.
Anche in Afghanistan gli Stati Uniti intervennero militarmente nel 2001 con il pretesto di sconfiggere i taliban, che oggi subiscono una curiosa inversione dei ruoli divenendo interlocutori chiave di Washington e, forse, curati per divenire catalizzatori domani del cambio nelle vaste steppe dell’Asia centrale ancora sotto l’influenza russa, o nell’irrequieta regione autonoma cinese dello Xinjiang, alle prese con l’islamismo.
Crisi di fiducia in Iraq
MK Bhadrakumar Indian Puchline 4 marzo 2015
Non si saprà mai quali pensieri dolorosi attraversavano la mente militare del generale Martin Dempsey, presidente del Joint Chiefs of Staff degli Stati Uniti, quando relazionava ai senatori degli Stati Uniti, a Washington, ma di certo non gli sarà stato facile complimentarsi con l’Iran “per l’azione assai evidente… della sua artiglieria e altro” nell’operazione in corso per riprendere la città irachena di Tiqrit al controllo dello Stato islamico. Di sicuro, il generale Dempsey sapeva in realtà di complimentarsi con un generale iraniano da tempo immemore bersaglio degli israeliano-statunitensi, il Generale Qasim Suleimani, comandante della Forza al-Quds del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) dell’Iran. Per chiarire la cosa, mi si permetta una digressione tirando fuori dal mio archivio il profilo dello sfuggente, carismatico e brillantissimo Generale dell’IRGC, che la rivista New Yorker tracciò nel settembre 2013, con un articolo dall’avvincente titolo “Il comandante nell’ombra“. Leggetelo qui e capirete perché il generale Dempsey masticava amaro durante la testimonianza di ieri. Ma quale opzione avrebbe il generale Dempsey se non complimentarsi con Teheran e distogliere l’attenzione dalla questione centrale, cioè che Baghdad ha tenuto all’oscuro Washington sulle operazioni a Tiqrit, decidendo semplicemente di seguire i comandi di Suleimani? Il New York Times ha un resoconto perspicace di Anne Barnard da Baghdad, su quanto sia andato storto tra il governo iracheno e gli statunitensi. Secondo lei, gli iracheni sono frustrati da “pigrizia e pessimismo statunitensi su quanto ci sarebbe voluto per scacciare lo Stato Islamico da Mosul e dalla provincia occidentale di Anbar“. Barnard cita uno stretto collaboratore del primo ministro iracheno Haydar al-Abadi dire, “Gli statunitensi continuano a procrastinare il momento necessario per liberare il Paese“, ha detto in un’intervista. “L’Iraq libererà Mosul e Anbar senza di loro”. Ora, una possibilità per Washington sarà sedersi e sperare, contro ogni speranza, che l’operazione congiunta iracheno-iraniana a un certo punto richieda l’aiuto delle forze statunitensi. Cosa che appare sempre più improbabile con le relazioni sul campo che concludono sempre che lo SI subisce una pesante sconfitta a Tiqrit. Una seconda opzione per gli statunitensi sarebbe invocare il fatto che si tratta di un’operazione sciita e che gli Stati Uniti non possono identificarsi con i conflitti settari. Ma gli ultimi rapporti indicano che migliaia di combattenti sunniti iracheni affiancano le forze governative irachene e i quadri dell’IRGC. In breve, si tratta della classica guerra al terrore, pura e semplice.
Di sicuro, il presidente Barack Obama deve qualche risposta. Perché la “coalizione internazionale” degli USA si gira i pollici e segna il passo esagerando inutilmente la potenza dei combattenti dello Stato Islamico? Baghdad e Teheran svergognano USA e partner della coalizione, dagli australiani agli arabi del Golfo, illustrandoli come assai vili o infidi (o entrambe); infatti c’è un silenzio assordante da parte dell’Arabia Saudita, anche se la sua progenie di un tempo viene massacrata.
L’Iraq si libera senza gli statunitensi
al-ManarReseau International 5 marzo 2015
Dato il controllo del gruppo terroristico SIIL a Mosul e vasta parte del territorio iracheno, gli statunitensi insistono a dichiararsi “liberatori esclusivi” della Mesopotamia e a rifiutarsi di riconoscere alcun ruolo a forze armate e forze popolari irachene. Eppure, negli ultimi combattimenti contro i terroristi, senza alcuna copertura aerea e coordinamento con gli USA, riescono a limitare la presenza del SIIL nelle province di Niniwa e Anbar. Gli statunitensi non si sono accontentati della sconfitta del 2011 in Iraq. Ora cercano di legittimare la presenza militare e di sicurezza in più di una regione irachena. Gli Stati Uniti sostengono che sono nel Paese su richiesta del governo di Baghdad. Come al solito, gli Stati Uniti cacciano gli altri solo per gestire il Paese. Perciò, da giugno scorso continuano a parlare incessantemente dello Stato “deplorevole” dell’Iraq, sottolineando l'”incapacità” delle forze militari irachene, ufficiali o popolari, nel respingere il SIIL.
Minimizzare le azioni dell’esercito iracheno
Anche se i fatti sul terreno dimostrano il contrario, gli statunitensi insistono a seguire tale politica. Tutti ricordano ciò che realmente avvenne a fine gennaio, mentre le forze irachene avrebbero dovuto liberare la provincia di Miqdadiya, ultimo baluardo del SIIL a Diyala, il Pentagono pubblicava un rapporto con i dati sulle operazioni delle forze irachene dopo la crisi di Mosul del giugno 2014. Secondo il rapporto, il SIIL non ha perso che l’1% dei territori occupati a seguito delle operazioni dell’esercito e delle forze di mobilitazione irachene, 700 kmq su 55 mila che il gruppo terroristico occupa. Il portavoce del Pentagono affermava che le forze curde riconquistarono la maggior parte dei territori nel nord dell’Iraq. Purtroppo l’Iraq non rigettò come errati tali dati, né denunciò gli scopi di tale sospetta propaganda degli Stati Uniti. Al momento, un alto funzionario degli Stati Uniti assicurava che le forze irachene non potevano liberare un villaggio senza aiuto straniero. Tali commenti furono ripresi un paio di giorni fa dal direttore del servizio segreto militare statunitense, Vincent Stewart, sostenendo che “le forze irachene non possono sconfiggere il SIIL a causa di carenze logistiche, corruzione e altri problemi nell’istituzione militare irachena“. Per gli statunitensi, le forze ufficiali e popolari irachene non dovevano affrontare il SIIL per evidenti motivi legati ai loro interessi strategici in Iraq. Ma sorpresa degli statunitensi, alcuni partiti iracheni e i loro alleati iraniani, decisero di affrontare il SIIL con tutte le forze. Così l’Ayatollah Sayed Ali Sistani, eminente figura religiosa sciita dell’Iraq, ha decretato una fatwa per usare le armi e il jihad contro il SIIL, una fatwa qualificata “inutile” dal Capo di Stato Maggiore degli Stati Uniti, generale Martin Dempsey. Da parte sua, il leader supremo della rivoluzione islamica in Iran, Sayed Ali Khamenei assicurava che il popolo iracheno poteva liberare il territorio.
La missione del Generale Souleimani
Rapidamente, le cose si chiarirono quando Sayed Khamenei inviava in Iraq il comandante delle Forze al-Quds delle Guardie Rivoluzionarie, Generale Qasim Souleimani. Poche ore dopo la caduta di Mosul, Souleimani iniziò a coordinare gli sforzi della resistenza irachena. Souleimani supervisionava una missione centrale il cui obiettivo era ritrovare l’iniziativa contro il SIIL, arrivato ai margini settentrionali della capitale Baghdad. In due giorni, una forza militare e le fazioni della resistenza irachena guidate da Souleimani liberavano Balad dall’assedio aprendo la strada per Samara, liberando la città, obiettivo raggiunto dopo aspri combattimenti, e poi iniziò una serie di operazioni estese e veloci permettendo di liberare ampi territori occupati dal SIIL, sotto gli occhi degli statunitensi che si rifiutavano di riconoscere questi fatti inattesi.
Successione di vittorie
Negli ultimi sette mesi hanno avuto successo le operazioni delle forze irachene e delle unità di mobilitazione popolare, una serie di fazioni attivatesi durante l’occupazione degli Stati Uniti dal 2003 come “brigate Salam“, “brigate Hezbollah“, “fazioni Ahlul Haq“, “organizzazione Badr“, “brigate Qurasani”, “Soldati dell’Imam”, “Brigate del Maestro dei Martiri”, “Brigate Imam Ali”, ecc… I successi della Forza di mobilitazione popolare irritano gli statunitensi, perché hanno dimostrato grande capacità nel sconfiggere i gruppi iracheni del SIIL senza di loro, anche perché questi gruppi sono gli stessi che combatterono e respinsero l’occupazione statunitense dell’Iraq nel 2003. Ecco perché ogni volta che le forze irachene vincono, gli statunitensi si sentono sempre più esclusi dalla scena irachena.
Il ponte aereo iraniano
Gli statunitensi scommettevano sulle carenze dei materiali nell’esercito iracheno. Anche in questo caso l’aiuto iraniano ha cambiato la situazione. Le guardie della rivoluzione iraniana hanno stabilito un ponte aereo per trasportare munizioni negli aeroporti di Baghdad, Sulaymaniya, Kirkuk e Irbil. Cittadini iracheni avrebbero visto camion carichi di armi iraniane attraversare la frontiera.
Rifiuto di qualsiasi coinvolgimento degli Stati Uniti
Quando gli statunitensi hanno capito di aver perso in Iraq, si offrirono di partecipare alle operazioni, assicurando tiro di sbarramento e copertura aerea. Il Generale Souleimani respinse fermamente tale richiesta, e il governo iracheno ha fatto lo stesso. Gli statunitensi furono anche sorpresi dal rifiuto del generale iraniano di coordinarsi sul campo e d’incontrare i capi militari statunitensi. Poi rifiutò un incontro con il capo diplomatico degli USA John Kerry. La risposta delle forze di mobilitazione popolare è stata decisiva: le forze statunitensi saranno considerate nemiche se operassero nelle regioni delle operazioni della mobilitazione popolare. Mentre l’esercito iracheno ha condotto decine di operazioni militari riuscendo a scacciare il SIIL da molti villaggi iracheni, per 10000 kmq, le forze dell’alleanza internazionale degli Stati Uniti colpiscono sporadicamente qua e là, senza finora liberare un solo villaggio iracheno! Pertanto la liberazione di regioni come Amarli, Miqdadiya, Jarf al-Saqr, ponte di Zarqa, Jalula, Sadiya e Balad in nessun caso può passare inosservata. Queste operazioni hanno contribuito ad assicurare le province di Diyala e Babil e i margini meridionali, occidentali e settentrionali di Baghdad. La liberazione totale delle province di Kirkuk e Salahudin, con una superficie di 9000 kmq, sembra imminente, mentre il SIIL si limita in questo caso alle province di Niniwa e Anbar. Sapendo che in queste due province forze di Stati Uniti e occidentali sono presenti come “consiglieri”, una domanda sorge spontanea: perché tali forze non hanno fatto alcun progresso sul terreno? Compiranno mai un importante passo contro il SIIL senza l’intervento delle forze popolari e governative irachene?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


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Il SIIL implode sotto il peso dell’Esercito Arabo Siriano

marzo 4, 2015 Lascia un commento

Ziad Fadil, Syrian Perspective, 3 marzo 2015 Abbiamo definito il SIIL “fuoco di paglia” e riscontriamo ciò che scriviamo. Battaglia dopo battaglia, il SIIL si dimostra un fenomeno militare dalle gravi carenze. Guardiamo con attenzione come gioca le sue ultime carte. Possiamo cominciare affermando, senza esitazione, che il numero dei terroristi del SIIL sta calando drasticamente, anche se la propaganda dei media occidentali li gonfia a dismisura, riportandone a pappagallo continuamente le assurdità in armonia con i piani folli di Obama per avere la base giuridica per mantenere truppe statunitensi in Iraq. SyrPer sa esattamente il perché ed i beneficiari.
1. I terroristi del SIIL diminuiscono
I media in occidente sono fulminei sulle notizie del SIIL che arruola ragazzini per colmare i ranghi. Inoltre, vi sono rapporti credibili che il SIIL addestri anche adolescenti nell’arte degli attentati suicidi. Il SIIL cerca anche, con scarso successo, di reclutare convertiti a tale eresia entro gli ampi confini della religione islamica. I rapimenti di assiri, caldei, yazidi e curdi indicano il desiderio d’ingrossare i numeri con neoconvertiti dalle minoranze. Naturalmente coloro che non accettano la farsesca interpretazione wahabita degli insegnamenti islamici, vengono giustiziati, da qui le terribili notizie che filtrano costantemente. Maggiori informazioni rivelano la natura anarcoide del SIIL. Mentre sacerdoti fanatici ed eretici continuano ad istigare i giovani nelle moschee ad unirsi al SIIL, notizie altrettanto deludenti arrivano da giornalisti che sostengono di non essere tollerati dal SIIL, e i cui fortunati, salvatisi dalle loro grinfie, illustrano il movimento per quello che realmente è: un movimento istigato dal peggiore nichilismo. Un giovane pakistano ispirato dai sogni sul Califfato arrivava in Iraq dalla Turchia e dopo l’adesione al SIIL, scopriva di dover pulire i bagni. Anche la “Sex Jihad” è ormai una moda morente. Nonostante alcuni smidollati inglesi si auto-flagellani per 3 ragazze fuggite in Turchia sotto gli occhi e il naso della sicurezza inglese, unendosi al SIIL per soddisfare le fantasie ormonali adolescenziali divenendo la raggiante sposa velata di qualche bruto puzzolente, molte famiglie musulmane controllano le figlie e con le istituzioni governative le convincono a rientrare. Alcuni effettivamente si sono recati in Siria per riprendersi i figli dagli artigli del SIIL. Molte ragazze sono state uccise dai sociopatici del SIIL. Notizie di tali atrocità non incoraggeranno le adolescenti musulmane assatanate. La morte sembra essere troppo viziosa per loro.
Gli eserciti convenzionali differiscono da gruppi insorti altamente mobili come il SIIL. L’Esercito arabo siriano è un enorme istituto di oltre 500000 soldati (comprese le milizie). Ma questo non significa che c’è mezzo milione di truppe da combattimento disponibili. Chiunque abbia prestato servizio militare vi dirà che la maggior parte del personale è coinvolto nel supporto e nella logistica. Inoltre, la Siria ha un sistema di difesa aerea che richiede decine di migliaia di tecnici. Lo stesso vale per i reggimenti missilistici e le forze di difesa costiera. E’ giusto dire che sul campo l’EAS ha circa 70000 truppe da combattimento. Il SIIL, dato lo scarso addestramento al combattimento, può schierare una maggiore percentuale di unità da combattimento. Tuttavia, la loro efficienza è tutt’altro che cristallina. Ai reclutatori del terrorismo inglesi in Turchia piacciono da sempre i jihadisti, perché sono così disposti a morire per concludere un’operazione militare. Gli inglesi vanno in orgasmo ogni volta che possono inviare a morte sicura qualcuno per il bene dell’Union Jack, è quasi come l’oppio per loro. Ma a dire il vero, i fanatici della rivolta hanno dimostrato inettitudine e disorganizzazione, qualità presenti nell’ex-capo del cosiddetto esercito libero siriano, traditore e disertore supremo, ex-generale Salim Idris. Il tasso di abbandono dal SIIL è sottostimato dai media. Perde centinaia di ratti ogni giorno sia per mano dell’Esercito Arabo Siriano, che dell’esercito iracheno, che delle milizie curde come Peshmergha e PKK e, in una certa misura, della campagna aerea degli Stati Uniti. (Interessante notare come Stati Uniti e Gran Bretagna riforniscano il SIIL di armi, munizioni e cibo.) Il SIIL non può compensare le perdite se non reclutando e ritirandosi nelle aree che crede di dover difendere per la propria esistenza.
2. Anche i finanziamenti al SIIL diminuiscono
Indipendentemente dal fatto che il nuovo re dell’Arabia Saudita ora blocchi o meno il flusso continuo di denaro per il SIIL, vi sono le scimmie nella sua famiglia saudita che ancora pompano denaro alle organizzazioni terroristiche in Iraq e Siria. Tali figuri sono spinti da un animus irrazionale contro sciiti e Iran. Sia come sia, il denaro apparentemente scorre a una velocità di gran lunga inferiore. Lo sappiamo da rapporti credibili da al-Raqqa, dove i tagli agli stipendi sono sempre più comuni. Un ratto terrorista del SIIL oggi riceve solo 1/4 dello stipendio mensile di quando vi aderì nel 2013. Ciò che spinge a stringere la cinghia, è l’esaurimento delle casse. (Si prega di leggere l’articolo di Thierry Meyssan).
Quando il SIIL cerca voracemente d’ingrossare le riserve rubando ogni manufatto storico che può vendere ai turchi e inglesi senza scrupoli, raggiunge il fondo. Alla sua comparsa sulla scena, il SIIL concentrava l’attenzione finanziaria su petrolio e gas che vendeva in grandi quantità agli intermediari turchi, trasformandoli in profitto netto vendendoli ai clienti europei che, ovviamente, incoraggiavano l’acquisto di tali prodotti per danneggiare il governo di Assad. Ma oggi l’Europa ha cambiato radicalmente direzione. Con il SIIL che segue la moda dei documentari ben girati su apparente decapitazione di giornalisti, prigionieri giordani e curdi immolati in gabbie di fuoco; omosessuali gettati dai tetti e poi, se sopravvissuti, lapidati a morte davanti le telecamere; infanticidio degli infedeli; violenze su donne appartenenti a minoranze; e tutto questo in conformità al libro scritto da uno degli sciamani più importanti del SIIL, dal titolo: “La via della ferocia”. Anche se gli europei hanno una storia di brutalità indicibili che condividono con il SIIL, avendo ucciso milioni di ebrei, ugonotti, popoli del Nuovo Mondo, neri e tanti altri disgraziati, oggi sono contriti e vogliono sconfessare tale storia. Ma non molto tempo fa gli inglesi sventravano e castravano persone, per poi legarne le membra a quattro cavalli facendole a pezzi, si chiamava “impicca, lacera e squarta”. In ogni modo, gli europei hanno deciso di smettere di comprare petrolio dal SIIL. Inoltre, i campi petroliferi siriani non sono particolarmente produttivi, poiché il petrolio è in profondità e serve una tecnologia adatta per pomparlo, che non è disponibile al SIIL. In realtà, la maggior parte del petrolio rubato dalla Siria da SIIL fu preso dalle riserve strategiche, cioè petrolio già pompato e conservato in serbatoi che il SIIL semplicemente spillava nelle autocisterne fornite da Erdoghan & Co. Non altro.
3. Anche il peso di Allah nel programma del SIIL diminuisce
Personalmente detesto Saladino. Ecco il monumento costruitogli dal Presidente Hafizh al-Assad in Siria. Era un curdo che voleva studiare teologia finché il destino intervenne.​
Deve essere deprimente marciare in Europa (Deus le Veult!), calare su Costantinopoli (Constantinopolitana Civitas Diu Profana!); creare un regno sanguinario in Siria (Advocatus Sancti Sepulchri) per poi scoprire che Dio non è per nulla contento del vostro comportamento. Immaginate cosa i crociati devono aver provato quando il Feroce Saladino iniziò a tagliargli la testa dopo la battaglia di Punta Hatin, nei pressi del lago di Tiberiade, in risposta allo stupro di Reynard De Chatillon della sorella. Come volessero squagliarsela mentre gli eserciti mamelucchi di Ruqnidun Baybar al-Bunduqdari iniziarono a marciare lungo le coste della Palestina alla ricerca di qualsiasi crociato ostinato da uccidere. È per questo che fu chiamato il “Re Vincente”. Ma ci si conceda una pausa per chiedersi perché si pensava che Dio fosse dalla propria parte, in primo luogo. Giusto, amico? (in cockney o accento australiano). Penso che molti ratti del SIIL si chiedano perché il loro califfato cominci a perdere. Perché sempre più eliminando altri jihadisti che pensano che il Califfo di Qaqà sia un degenerato? Dove è scritto nel Corano che si può bruciare la gente? Perché un jihadista deve pulire gabinetti? Come è possibile che un libro sacro che dice di rispettare i cristiani, consente di violentarne le donne o di bruciarli? Tali pensieri attraversano le menti di alcuni jihadisti che mettono in dubbio la causa che li ha richiamati nei deserti vulcanici della Siria. Il morale è basso tra le fila del SIIL. Dovrebbe, i disertori giustiziati dal gruppo ne sono la prova. Vengono accerchiati ad al-Raqqa dai governativi siriani. Non ci sono più grandi parate ed anche i sunniti in Iraq si uniscono agli sciiti per sterminarli tutti. Impongono il pedaggio ai loro camion, nei valichi. Notizia non incoraggiante per i selvaggi jihadisti.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora


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Stefano Fassina: “L’euro è un errore, l’Italia deve uscirne” 0


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-Redazione- Stefano Fassina, economista e deputato del Pd non ha dubbi: "Se vuole sopravvivere, l'Europa deve abbandonare l'euro. La moneta unica è stata imposta agli europei senza che ci fossero i presupposti politici e economici adatti. E i risultati di questa operazione sono stati disastrosi".
In un'intervista al Giornale, spiega: "L'euro è il tassello di una linea di politica e economica che non funziona e che sta portando l'Eurozona al naufragio. Come dimostra la Grecia, non ci sono le condizioni politiche per una correzione della rotta economica. Non è un problema dell'Italia o della Grecia. È un problema di tutti. Anche della Francia e della Germania". E ancora: "L'euro non solo non ha avvicinato i Paesi, ma anzi li ha allontanati. Ha divaricato le opinioni pubbliche degli Stati. L'integrazione politica è stata minata dall'euro stesso".
Quando il giornalista gli chiede se non si sente incoerente perché Renzi va a braccetto con la Troika mentre lui la critica, Fassina risponde: "Renzi per ragioni di consenso è quello meno disciplinato rispetto ai governi precedenti. Penso al governo Monti, per esempio. Il Jobs Act era nell'agenda della Troika, che interviene direttamente nella gestione dei governi. E quando non interviene direttamente, lo fa con le raccomandazioni delle commissioni. È evidente che vivo in contraddizione, ma provo a spostare quelle posizioni del Pd che non funzionano, che non aiutano il Paese a venire fuori dalla spirale di stagnazione, di disoccupazione e di aumento del debito pubblico".
 

mototopo

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chapeau.,,,, e si lamentavano di Silvietto.....republica delle banane,come diceva Cossiga, zio dove sei?
 

mototopo

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MICHELE RUGGIERO, PM DI TRANI: “CIAMPI, MONTI, DRAGHI E PADOAN HANNO TRUFFATO GLI ITALIANI”

Pubblicato su 8 Marzo 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in POLITICA
da LIBERO del 3 marzo 2015-intervista Giacomo Amadori
“A me non interessa chi ha assicurato quella clausola unilaterale,ma chi ne è avvalso. Mi interessa dimostrare che il declassamento dell’Italia da parte di Standart and Poor’s era illegittimo e che il ministro dell’economia (allora guidato dal premier Monti ndr) forse poteva aspettare un pò a pagare quei soldi a una banca che faceva parte dell’azione di chi ci ha declassati”.
“Io so che nel semestre in cui S &; P ha bastonato l’Italia,c’è stata una banca,Morgan Stanley,che ha battuto cassa con il nostro governo grazie a una clausola legata anche al nostro declassamento.E guarda caso questa banca partecipa all’azionariato di S ; P.Questo dimostra l’enorme conflitto d’interessi in capo a queste agenzie”.
“Ci furono 4 o 5 azioni di rating nei confronti dell’Italia,compresa una bocciatura preliminare quando era ancora ufficiosa la manovra correttiva di Giulio Tremonti (il ministro dell’Economia del governo Berlusconi).Fu un semestre assolutamente caldo per l’Italia”.
“Il reato ipotizzato è la manipolazione di mercato nella misura in cui un immeritato declassamento rappresenta un’informazione falsa al mercato.Infatti tutte le volte in cui sono partiti quei colpi contro l’Italia, l’agenzia sapeva che non li meritavamo”.
“Le prove sono le intercettazioni telefoniche e le email intercorse tra gli analisti di S & P che abbiamo sequestrato.Il responsabile italiano aveva avvertito i colleghi che quello che stavano scrivendo dell’Italia non corrispondeva a verità e per questo li pregava di togliere il nostro dai Paesi destinatari dei rating negativo.Se questo lo mettevano nero su bianco loro stessi,è chiaro che quel declassamento è un’informazione falsa ai mercati”.
“All’attuale ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan,allora autorevole capo economista dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse),chiesi se fosse d’accordo con quella retrocessione.Rispose che non lo era assolutamente perchè i dati economici fondamentali dell’Italia dicevano altro.Durante le indagini abbiamo raccolto un coro unanime di pareri simili.Tutti,dico tutti, da Monti a Tremonti a Draghi, hanno assicurato che l’Italia non doveva essere declassata”.
“C’è un regolamento europeo che stabilisce che quando un’agenzia di rating ha maturato un report o altri atti di questo tipo,non può tenerli nel cassetto,deve subito riferirli al mercato, questi signori invece indugiavano,pilotavano la tempistica e questo significa influire anche sulla politica.Un progetto che qualcuno può chiamare anche complotto”.
Tratto da:http://www.stopeuro.org




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MICHELE RUGGIERO, PM DI TRANI: “CIAMPI, MONTI, DRAGHI E PADOAN HANNO TRUFFATO GLI ITALIANI”

Pubblicato su 8 Marzo 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in POLITICA
da LIBERO del 3 marzo 2015-intervista Giacomo Amadori
“A me non interessa chi ha assicurato quella clausola unilaterale,ma chi ne è avvalso. Mi interessa dimostrare che il declassamento dell’Italia da parte di Standart and Poor’s era illegittimo e che il ministro dell’economia (allora guidato dal premier Monti ndr) forse poteva aspettare un pò a pagare quei soldi a una banca che faceva parte dell’azione di chi ci ha declassati”.
“Io so che nel semestre in cui S &; P ha bastonato l’Italia,c’è stata una banca,Morgan Stanley,che ha battuto cassa con il nostro governo grazie a una clausola legata anche al nostro declassamento.E guarda caso questa banca partecipa all’azionariato di S ; P.Questo dimostra l’enorme conflitto d’interessi in capo a queste agenzie”.
“Ci furono 4 o 5 azioni di rating nei confronti dell’Italia,compresa una bocciatura preliminare quando era ancora ufficiosa la manovra correttiva di Giulio Tremonti (il ministro dell’Economia del governo Berlusconi).Fu un semestre assolutamente caldo per l’Italia”.
“Il reato ipotizzato è la manipolazione di mercato nella misura in cui un immeritato declassamento rappresenta un’informazione falsa al mercato.Infatti tutte le volte in cui sono partiti quei colpi contro l’Italia, l’agenzia sapeva che non li meritavamo”.
“Le prove sono le intercettazioni telefoniche e le email intercorse tra gli analisti di S & P che abbiamo sequestrato.Il responsabile italiano aveva avvertito i colleghi che quello che stavano scrivendo dell’Italia non corrispondeva a verità e per questo li pregava di togliere il nostro dai Paesi destinatari dei rating negativo.Se questo lo mettevano nero su bianco loro stessi,è chiaro che quel declassamento è un’informazione falsa ai mercati”.
“All’attuale ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan,allora autorevole capo economista dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse),chiesi se fosse d’accordo con quella retrocessione.Rispose che non lo era assolutamente perchè i dati economici fondamentali dell’Italia dicevano altro.Durante le indagini abbiamo raccolto un coro unanime di pareri simili.Tutti,dico tutti, da Monti a Tremonti a Draghi, hanno assicurato che l’Italia non doveva essere declassata”.
“C’è un regolamento europeo che stabilisce che quando un’agenzia di rating ha maturato un report o altri atti di questo tipo,non può tenerli nel cassetto,deve subito riferirli al mercato, questi signori invece indugiavano,pilotavano la tempistica e questo significa influire anche sulla politica.Un progetto che qualcuno può chiamare anche complotto”.
Tratto da:http://www.stopeuro.org




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La grande rete Echelon: il controllo globale delle masse
Pubblicato su 8 Marzo 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in IPHARRA
Chi s'interessa di complottismo globale si chiederà: ma c'è altro da dire sul tema??
Forse si. Purtroppo ..
Sono d'accordo, a grandi linee, con il contenuto dell'articolo che segue ..
Catherine


"L'apatia e la tolleranza sono le ultime virtù di una società morente".
Aristotele


Vincent Pisano

Come disse il grande Tortora: “Dove eravamo rimasti?”
Chi non si è mai posto almeno 5 delle seguenti domande:

1. Perché Facebook e tutti gli altri Social Networks sono gratuiti?
2. Perché WhatsApp costa meno di un dollaro l’anno?
3. Perché Zuckerberg ha comprato WhatsApp a 19 miliardi di dollari?
4. Perché l’ADSL è economicamente alla portata di tutti?
5. Perché il costo globale della telefonia mobile è calato sensibilmente?
6. Perché apps e software sono in continuo aggiornamento?
7. Perché il famoso “Muletto” non è più perseguitato come un tempo?
8. Perché i nostri 2 Giga mensili ostentati dalle offerte internet wireless si esauriscono presto?
9. Perché riempiamo il nostro portafoglio di tessere sconti e carte fedeltà?
10. Perché cresce la gratuità di Carte di Credito, Bancomat e Carte Servizi varie?
11. Perché i nostri PC diventano sempre più lenti e affaticati, malgrado potenza e prestazioni sempre crescenti? ...




12. Perché i virus informatici non sono più distruttivi come quelli ante terzo millennio?
13. Perché ci sono molti antivirus gratuiti e sempre più sofisticati?
14. Perché il web è zeppo di servizi gratuiti?
15. Perché la connessione a Internet assorbe tanti Giga anche se non stiamo operando al PC?
16. Qual è la contropartita di apps e software gratuiti che installiamo da Internet?
17. Perché un PC o un telefonino o uno smartphone di ultimo grido diventano presto obsoleti?
18. Perché gli evasori del Canone RAI sono aumentati, ma la RAI non li insegue quasi più?
19. Perché stanno scomparendo del tutto i negozi alimentari e ortofrutta?
20. Perché importiamo prodotti che nel nostro Paese vengono letteralmente buttati via?
21. Perché molte banche ci incoraggiano ad aprire conti a condizioni favorevolissime?
22. Perché importiamo prodotti che nel nostro territorio buttiamo via?
23. Perché non decollano le energie alternative?
24. Perché nei Paesi più ricchi c’è più povertà?
25. Perché molti Paesi continuano a indebitarsi, ma vengono tuttavia rifinanziati?
26. Perché la crisi di un colosso bancario americano ha innescato una crisi monetaria mondiale?


E interroghiamoci anche su questi “Bisogni imprescindibili”:

1. Possiamo fare a meno di un conto corrente?
2. Possiamo fare a meno del Bancomat?
3. Possiamo fare a meno dell’automobile?
4. Possiamo fare a meno dell’ADSL, o comunque di Internet?
5. Possiamo fare a meno della TV?
6. Possiamo fare a meno di un cellulare?


Fermiamoci qui. Ci sarebbero ancora decine di domande, ma, in una parola, vorremmo rispondere alla domanda ‘Cui Prodest’, e cioè, a chi giova? Così avevo concluso il precedente articolo “Dall’Illuminismo agli Illuminati: ecco come lavorano per esercitare il controllo delle masse”. Naturalmente tale domanda ha lasciato in sospeso alcuni fedeli e nuovi lettori del GBN, molti dei quali, i più affezionati, continuano a chiedermi di continuare quest’analisi e approfondire il tema.
E’ un’analisi puramente giornalistica che si attiene a fatti, opinioni e circostanze, poi, come disse Manzoni. “Ai posteri l’ardua sentenza”.

“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto” (Horacio Verbitsky, Un mundo sin periodistas, 1997).
Vedremo dunque come determinate cose, che prima non vedevamo, verranno alla luce, “illuminate” da una possibile verità solare e obiettiva, senza dietrologia indotta.

Poco tempo fa, uscito dal lavoro, in corsa verso la fermata del treno, ha ceduto la suola di gomma para della mia scarpa destra all’incedere veloce e marcato della mia andatura stile milanese. I disagi susseguenti, durante la percorrenza del chilometro lanciato verso la stazione ferroviaria di Porta Garibaldi si possono immaginare: pozzanghere laghiformi inzuppanti la pianta di quel piede sempre meno protetto.


Durante il viaggio di ritorno in treno telefono alla mia compagna, piede destro gocciolante e dolorante per il chilometro zoppicante in tacco-punta … punta, e le racconto questa piccola disavventura in tutta la dinamica. La sera a casa poi, come di consueto, mi sono connesso a Internet e ho scaricato la posta. Ebbene, con mia grande sorpresa, trovo su due dei miei quattro accounts un bel po’ di messaggi pubblicitari inerenti … Scarpe! ma com’è possibile? Mi hanno pedinato nel mio zoppicare anti-pozzanghere? Telecamere connesse a Internet? Qualcuno mi ha iscritto a Zalando a mia insaputa? L’ennesima coincidenza?
Niente di tutto ciò. Non ho WhatsApp, il mio smartphone non è sotto controllo (almeno spero!), la connessione dati è sempre disattiva (tranne quando mi serve, ovviamente) e … ho cambiato numero telefonico e scheda da non molto: si chiama phone-sniffin, realizzato sulla scia di un sistema di spionaggio telefonico denominato Echelon, ovvero il Grande Fratello Elettronico Globale:eek:pportuni filtri software individuano parole chiave ripetute nel corso della telefonata, incrociano il numero telefonico con i dati dell’utente (presenti in un migliaio di banche dati in tutto il mondo) senza dover ascoltare la telefonata, quindi senza violare alcuna privacy: questi demoni software individuano dunque l’email (o le emails) e tutte le sue iscrizioni a servizi web (e non) annesse al soggetto parlante, inviano tali dati opportunamente “pacchettizzati” ad aziende compatibili con le parole chiave individuate, poi quest’ultime provvedono a veicolare offerte più o meno accattivanti gli indirizzi di email così individuati.
Ma andiamo per ordine e, senza entrare in spiegazioni tecno-fantascientifiche, facciamo un paio di riflessioni sui vari fronti tecnologici.

Fronte telefonia

Anche se nessuno dei cinque paesi coinvolti ha mai ammesso ufficialmente l’esistenza di questo accordo, Echelon, spiega Nicky Hager, ricercatore neozelandese, intervistato a Radio Anch’io (RAI) nel 1999, “è il prodotto di decenni di intensa attività spionistica in funzione antisovietica”.

Con una differenza. Scrive il rapporto Stoa: “Diversamente dalla maggior parte dei sistemi di spionaggio elettronico sviluppati durante la guerra fredda, Echelon è progettato principalmente per obiettivi non militari: governi, organizzazioni, aziende , gruppi e individui, praticamente in ogni parte del mondo”.

Insomma, basta che nel corso di una telefonata o di uno scambio di e-mail siano menzionate parole come “terrorismo”, “droga”, (oppure “roba”, povero Tortora!), “guerriglia” o nomi come “Castro”, “Saddam Hussein”, “Gheddafi”, o meglio termini in codice già decriptato, perché l’intera comunicazione sia identificata dai dizionari, selezionata dagli analisti impiegati nelle basi di intercettazione e spedita via satellite al quartier generale della Nsa a Fort Meade, in Maryland, dove spetta ai tecnici americani decodificarla e analizzarla. Alla fine, i dati raccolti vengono archiviati sotto forma di “rapporti”, traduzioni dirette dei messaggi intercettati, “gists”, compendi telegrafici in cui è riportato il nocciolo della comunicazione, e “sommari”, compilazioni riassuntive di diversi rapporti e gists.

1) Echelon intercetta ogni tipo di comunicazioni nelle stazioni dislocate nei 5 paesi coinvolti: telefonate, fax, e-mail.

2) Le agenzie di intelligence utilizzano una lista di parole chiave, tra cui nomi di persone, di paesi, di organizzazioni.

3) I computer delle singole basi di intercettazione, conosciuti col nome di “dizionari”, contengono le parole chiave e le utilizzano per selezionare i messaggi interessanti.

4) Gli analisti a Washington, Ottawa, Cheltenam, Canberra e Wellington selezionano una categoria e controllano quanti messaggi ha registrato Echelon usando una determinata parola chiave.

5) Dopo scavano nella mole dei messaggi intercettati finché trovano qualcosa che richiede maggiore approfondimento e lo inoltrano ai superiori.

“Spiano anche le telefonate alla nonna”, continua Nicky Hager durante la sua crociata, nel suo intervento nella trasmissione di Rai Radio 2, Il cuore e tesoro di Echelon, però, è rappresentato dai “dizionari”, i computer in cui ogni giorno finiscono i milioni di messaggi intercettati: collegati in rete, permettono alle diverse stazioni di ascolto di funzionare come un tutto integrato. “Ogni mattina – descrive Hager – gli analisti, con tutto il loro speciale indottrinamento, aprono i loro computer ed entrano nel sistema dei dizionari.


Dopo aver effettuato la routine di password e di controlli, finiscono nella cartella con la lista dei differenti tipi di intercettazioni, ognuno con il suo codice a quattro numeri. Per esempio, 1991 sta per comunicato diplomatico giapponese, 3848 sta per comunicazioni politiche da e sulla Nigeria, 8182 riguarda qualsiasi messaggio sulle tecniche di crittografia”.

La selezione avviene attraverso la lista delle parole-chiave programmate per ogni categoria: nomi di persona, di organizzazioni, di paesi, di argomenti, numeri di telefono, indirizzi di posta elettronica. Criteri tra i più disparati, ma che riflettono, tutti, le preoccupazioni del momento: “Ogni pochi giorni – precisa Hager – i dictionary manager dei cinque paesi cambiano la lista delle parole-chiave, togliendone delle vecchie e inserendone di nuove, a seconda dei temi politici, diplomatici ed economici di interesse per gli Usa e i loro alleati”. Qualche esempio: Bce, Benelux, bomb, Bugs Bunny, Exon Shell, Ira, guerrilla, Sabena; ma anche Ak-47, la sigla del fucile kalashnikov, Stinger, il missile antiaereo, Twa-800, la sigla del boeing esploso nel ’96 sull’Atlantico, e perfino Vine Foster, il nome di un amico di Bill Clinton suicidatosi nel ’93.

Attraverso la sua rete di satelliti-spia, basi di intercettazione terrestri e supercomputer, Echelon intercetta indiscriminatamente, in tutto il mondo, enormi quantità di comunicazioni, veicolate da qualsiasi linea di trasmissione: telefonate, fax, telex, e-mail, che passano attraverso antenne a microonde, cavi sottomarini e satelliti. I dati raccolti vengono poi “letti” in tempo reale dai potenti database dislocati nelle stazioni di ascolto: battezzati “dizionari”, sono in grado di estrapolare dalla miriade di messaggi intercettati, un milione ogni mezz’ora, quelli contenenti le keywords, le parole-chiave precedentemente inserite, decodificarli e inviarli al quartier generale dell’agenzia competente.

Ribaltando tale sistema un po’ “datato” in una veste commerciale più odierna, tenendo conto del progredire della tecnologia nell’utilizzo di questa tipologia di automa veicolato da Internet, le parole chiave diventano “telefonino”, “android”, “automobile”, “affitto”, “casa” (e perché no? “scarpe”!) e migliaia di tante altre e combinazioni intelligenti di queste con altre parole nel contesto della conversazione, ravvisanti una necessità oggettiva d’acquisto dell’ignaro chiacchierone telefonico. Le intercettazioni sono una realtà nota e consolidata, non limitata alle indagini delle magistrature. Come difendersi? Un bell’articolo su “Il Sole 24 ore”, ad esempio spiega come difendersi dalle intercettazioni:
Non farsi intercettare? Un gioco da ragazzi

Fronte Internet

Internet, questo pilastro della “globalizzazione silente”, ha fatto breccia in tutto il globo, in particolar modo per la gratuita di molti servizi, fra cui l’email.
Come per la telefonia, ma ancor più efficace, più diffuso e meno costoso è il web-sniffing. Ne sanno qualcosa in prima battuta i bloggers, quando nel proprio sito-blog vengono introdotte pubblicità indesiderate, ma ben articolate e accattivanti: troppo facile bucare la sicurezza di tali sistemi tendenti all’obsolescenza se non viene aggiornata la “carrozzeria” del software di base che racchiude i contenuti del blog. E per i posts indesiderati? le contromisure: il famoso quanto odioso captcha.

E lo sappiamo anche noi, sempre inondati dal cosiddetto “spam”. Nulla possono gli antispam contro le emails indesiderate che inondano la nostra posta. Né tantomeno gli ad-aware che, anzi, troppo spesso veicolano e vendono i nostri dati a migliaia di aziende di marketing presenti nel web che, a loro volta ci inviano email più “mirate” sui nostri gusti. Men che meno gli Antivirus: dal momento che i veri virus ante terzo millennio non esistono più (bruciare l’hard disk con tutto il contenuto sarebbe un mancato cliente fonte d’informazioni da “globalizzare”), la funzione degli antivirus è limitata alla difesa dalle “aggressioni anarchiche” della rete globale, i cosiddetti worms (vermi). Poi arrivano i software di chat, integrati con la telefonia, ultimo grido il fatidico “quasi” gratuito WhatsApp, comprato da Mr Facebook a suon di “testoni” , ad un prezzo di gran lunga superiore a quello sovrastimato da qualsiasi mercato.

L’acquisizione di WhatsApp vuole dire dirottare verso un nuovo padrone il know-how già acquisito in tema di:
- Gusti e inclinazioni dei propri iscritti,Posizione geografica e traccia degli spostamenti in tempo reale Sniffing delle conversazioni telefonico-chat .

Altro nettare per l’azienda ideatrice di Facebook, che adesso potrà incrociare i dati acquisiti con quelli del suo grande Social Network Globale, che annovera oltre 200.000.000 di iscritti in crescita continua.


Al link sottostante si può accedere alla mappa interattiva che mostra con chi sono collegate tutte le maggiori aziende web come: google,youtube,facebook ecc.,sono tutte collegate a istituzioni governative e servizi segreti americani.

link:
mapper.nndb

Questa la homepage del sito dove trovare altro materiale interessante: mapper.nndb.com

Qui un video che mostra chiaramente con semplicita i reali pericoli di chi si espone su facebook, confrontiamo ora questo esempio con la tecnologia a disposizione delle varie agenzie dei servizi segreti,ne risulta un grande pericolo per i popoli.

facebook:ecco a cosa serve,per monitorare e spiare le masse


Fronte Mercato
Ricordate quando facevamo la spesa dal “verduraio” e dal “pizzichiere” o al Mercato ?
- Com’erano le pere di ieri, signora Maria? Se le son piaciute gliene metto da parte una dozzina tutti i lunedì
- Dottor Rossi! Che bella cera stamattina! La solita caciotta pepata?
- Il pesce di Mariella è sempre fresco, venghino venghino siore e siori!
Perché siamo passati all’arido Supermarket inserito in un rumoroso Centro Commerciale?
Risposta: perché ci hanno convinto che era più conveniente, così, guidati da una mente “Illuminata Superiore”, la signora Maria e il Dottor Rossi e … pressappoco un altro miliardo di consumatori del globo, hanno snobbato i docili e simpatici verduraio, salumiere e la sora Mariella, che hanno dovuto cedere alla pressione dell’inarrestabile Centro Commerciale.

Ricorda un poco i film sui primi coloni americani, dove i piccoli benzinai venivano schiacciati dal potere economico della grande compagnia petrolifera, condotta da quel miliardario imprenditore cattivone che riusciva in un modo o nell’altro a costringere il colono a vendere il proprio terreno e servire il nuovo padrone. Ma nel film c’è lo Zorro di turno che si oppone al sistema e il cattivone finisce in prigione. Ma, mentre esultavamo per il trionfo di Zorro, non ci siamo accorti che l’amico verduraio, poi il pizzichiere, la pescivendola, il panettiere e infine il “mestichiere” (tipica figura fiorentina che ravvisa un negozio di casalinghi/ferramenta, anch’essa in via d’estinzione), uno dopo l’altro chiudevano.

Chissà perché! Eppure avevano così tanti clienti! Il processo di condizionamento e il successivo cambio delle nostre abitudini è stato graduale e, nostro malgrado, siamo stati sudditi e complici nostro malgrado di quel sistema che ha elevato le più grandi majors alimentari, le cui etichette conosciamo benissimo. I mass media, veicolati dalla dea TV hanno dirottato i nostri gusti e le nostre abitudini a favore del Business sempre crescente di ricchissime famiglie imprenditoriali, che a loro volta sottostanno a regole severe dei “Decision Makers” per “sopravvivere” (eufemismo) nel mercato.


Ma era davvero più conveniente? Certo che no, e lo sappiamo benissimo: lo è stato all’inizio: prezzi straordinariamente bassi. Le“Mille lire Lunghe” riempivano il carrello. E oggi? Entriamo e siamo già alla ricerca disperata dell’offerta più economica. Abbiamo memorizzato i prezzi unitari di centinaia di articoli e verifichiamo lo scostamento da inizio settimana. Ed è caccia grossa al tre per due. Ma ci siamo infurbiti: entriamo con i soldi contati e sazi (mai fare la spesa prima di pranzo!) per comprare quattro uova, tre pere, latte e verdura, ma … usciamo con il carrello irrimediabilmente pieno. I soldi non bastano? Nessun problema: c’è il bancomat.
Gli “specchietti per le allodole” (le collocazioni strategiche di prodotti e le targette “promozione”) hanno sempre funzionato bene. E perfino quando sono stati istituiti gli “Hard Discount” che, al di là della qualità apparentemente peggiore (e l’ ”apparentemente” è d’obbligo), i prezzi nel tempo si sono più o meno uniformati ai fratelli (sarebbe meglio dire complici) supermercati tradizionali.

Passando dalla parte opposta del diagramma di Kiviat (la ragnatela), facciamo mente locale ad un’altra grande idea di mercato: il famigerato MLM (Multi Level Marketing), che ha avuto tanta presa nell’ovest del mondo, ma anche un grosso rilievo dalle nostre parti: avrebbe dovuto contrastare la Grande Distribuzione. Ebbene, in due parole: compri prodotti da un amico a un prezzo stracciato e rivendi a tua volta a un altro amico ad un prezzo stracciato. Però l’amico venditore ti ha preventivamente arruolato nella “squadra MLM” e tu arruolerai a tua volta l’amico-cliente.


Il guadagno? Una percentuale di provvigione su ogni vendita effettuata dall’amico-cliente va a te, e una percentuale più piccola al tuo amico-venditore. Poiché si possono creare strutture piramidali enormi, quanto più si risale ai vertici di queste strutture, tanto più i top-vendors potranno godere di sempre più piccole percentuali che si moltiplicheranno per il numero totale di adepti arruolati in misura esponenziale in base all’altezza della piramide. Anche Questo è un esempio di struttura piramidale che arricchisce sempre i vertici della piramide, che nessuno conosce. Alla base i più sprovveduti, non riusciranno a vendere i prodotti preventivamente acquistati né ad arruolare alcuno, la piramide si ferma, ma i vertici si sono oramai arricchiti a dismisura, anche senza fare niente, e possono startare un’altra piramide. Il guadagno facile è un desiderio non nascosto di tutti e l’MLM si configura come lo specchietto per allodole molto convincente per i più e, in questo caso, i più furbi arruolano, gli allocchi pagano. Sono state costruite piramidi MLM ove alla base proliferavano centinaia di migliaia di allocchi.

Fronte Banche

Ricordo quando uscì la meravigliosa soluzione del Bancomat: come per la genitrice Carta di Credito, avevo un rifiuto totale. “Mai e poi mai mi assoggetterò”.


Nessuno, ma proprio nessuno oggi può fare a meno, non solo di avere un conto corrente, ma soprattutto di avere una tessera Bancomat al proprio seguito: è l’inizio della fine.

Microspese subdole si cumulano durante l’anno, cubando centinaia di euro sull’estratto conto finale. Ma le operazioni non erano gratis? I prelievi al bancomat non erano gratuiti? Il bancomat e la carta di credito non erano gratuiti? “Priiiima segnor!!!” direbbe quel simpaticissimo comico di Zelig.
Zitto e … Mutuo
Hai presente l’usuraio? Ti presta tanti soldi in tempi record, previa trattenuta interessi ad “alta quota”, ti da una scadenza che hai valutato sufficiente per risollevarti dalla situazione difficile, poi si presenta alla scadenza per esigere il tutto. Non ce li hai? Ti dà la proroga di un mese, ma gli interessi crescono, nel tempo, in misura esponenziale, anche in ragione del 100%. A lungo andare, anche se ti stai risollevando economicamente, i margini della tua impresa non riescono a coprire gli interessi crescenti del tuo “amico” usuraio, che in te e in molti altri ha trovato la gallina dalle uova d’oro. Non puoi denunciarlo: hai la coscienza sporca pure tu, la paura prevale sul buon senso e solo quando sei alla disperazione totale, forse reagirai, ma solo se sei sopravvissuto.

Così sono le banche: introducono soldi sul mercato, sotto forma di prestiti , mutui e conti correnti a tassi e condizioni vantaggiosissimi (vedi “Start Europa” 1.0).

A tutti noi fa comodo pensare che tali condizioni potranno vigere per sempre e che per vent’anni non cambierà niente. Ma le sorprese sono puntualmente in arrivo dopo solo un anno: la rata raddoppia, i servizi gratuiti scompaiono, i benefici si riassorbono, i plafonds si affievoliscono, perfino i prelievi bancomat non sono più gratuiti, ma oramai siamo legati a doppio cappio, strozzati come con l’usuraio testé menzionato: da qui il termine “strozzino” (a Roma: “cravattaro”).
Grazie alla globalizzazione dei mercati, favorita dalla rapida diffusione dei mezzi telematici, le banche sono una rete così capillare ed estremamente simbiotica nel sistema monetario internazionale che si ha a che fare con un organismo unico. Chi ha “sgarrato” con una qualsiasi banca, anche con il minuscolo Credito Comunale di Vattelappesca che consta di 500 abitanti o poco più o poco meno, non potrà più chiedere un mutuo, un prestito o un fido neppure in Cina: è stato tracciato alla velocità della luce.

E chi avesse dubbi su questo stato di fatto (da sempre, anche prima dell’avvento e diffusione delle tecnologie digitali), gli basti rammentare La crisi dei subprime. Cos’è? Presto detto: è la crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti e che ha avuto gravi conseguenze, tuttora in essere, sull’economia mondiale, in particolar modo nei paesi sviluppati del mondo occidentale, innescando l’attuale crisi economica, da molti considerata la peggiore crisi economica dai tempi della Grande depressione. Prende il nome dai cosiddetti “subprime”, prestiti ad alto rischio finanziario da parte degli istituti di credito in favore di clienti a forte rischiodebitorio, considerati da molti analisti come fenomeni di eccessiva speculazione finanziaria.

Effetti: nell’aprile 2009, il Fondo Monetario Internazionale ha stimato in 4.100 miliardi di dollari Usa il totale delle perdite delle banche ed altre istituzioni finanziarie a livello mondiale. La cifra colossale, delle svalutazioni delle attività delle banche a causa della crisi, per rendere l’idea, corrisponde ad un reddito annuo di 20.500 dollari per 200.000.000 di lavoratori, oppure ad 1/3 dello stesso stipendio annuo per 600.000.000 di lavoratori o alla riduzione di 1/5 dello stesso stipendio per cinque anni: come si suol dire, la matematica non è un’opinione, né tantomeno un’illazione, al di là di qualsiasi dietrologia si voglia costruire.


Il Tracciamento dei nostri dati

L’istituzione del Bancomat e delle Carte di Credito prima, Home Banking poi, sono i metodi più efficaci per tracciare i movimenti finanziari (oltre che logistici) e le abitudini di risparmio di una persona. Da oltre 10 anni, poi, le telecamere che si trovano in prossimità di istituti finanziari registrano i movimenti di chiunque, e, grazie al riconoscimento delle immagini, identificano istantaneamente la persona e trasmettono i dati a un Database Centrale.
La raccolta dei nostri dati prosegue con la nostra navigazione in Internet, l’utilizzo assiduo dei social network (uno in particolare), i nostri acquisti on-line, l’utilizzo ossessivo del cellulare (che oramai di aspetto prettamente “telefonico” non ha più alcunché, anzi, grazie alla connotazione di “smartphone” , perde sempre più qualità audio), che è diventato oramai la nostra “spia” localizzatrice in tempo reale.

Tanto per dare un’idea della preziosità delle nostre abitudini, un investigatore privato (le cui tariffe possono variare da “soli” 300 euro al giorno a oltre 2000) compra a caro prezzo questi dati mediante i canali telematici cui è (non sempre legalmente) abbonato, ed ha in mano in breve documenti che possono incastrare il malcapitato. I pedinamenti fisici sono oramai in diminuzione e fuori moda: in tal modo l’investigatore ha un bacino di clienti molto più ampio e un business molto più ricco, alla faccia della privacy. Ma questi dati non servono solo agli investigatori, che costituiscono solo un milionesimo degli utilizzatori potenziali e possibili.

Un altro esempio: non molto tempo fa un treno aveva deragliato nel territorio italiano, ad una curva: troppa velocità. Le prime spiegazioni del macchinista potevano sembrare credibili, finché le tracce delle sue conversazioni su Facebook hanno rivelato che si divertiva a spingere il convoglio, proprio in quella curva, a velocità ben oltre il limite, e pubblicava le velocità raggiunte: tale prova l’ha incastrato definitivamente.
In poche parole, i nostri dati, vengono continuamente e sempre più convogliati verso sistemi informativi centralizzati con l’unico scopo di cambiare e unificare i nostri modelli abitudinari. Il tutto si traduce in contributo monetario coatto, sempre crescente che dobbiamo continuamente al sistema, a danno delle nostre (già duramente provate e sempre più esigue) risorse.

Il regno della Paura

Ma perché le minoranze riescono sempre a soverchiare le maggioranze, anche sotto la falsa vestizione di una Repubblica? Semplice. Le maggioranze sono disomogenee, ognuno tira acqua al suo mulino, bada agli interessi propri e della propria tribù e non matura la coscienza che i problemi del vicino prima o poi diverranno i suoi. Ognuno coltiva e protegge il proprio orticello e convive con la paura di essere in qualche modo fregato. Ed è sulla paura che fanno fulcro le minoranze governanti, sia quelle alla luce del sole (Per esempio: Stato banche, datori di lavoro, commercianti), sia i governi ombra (per esempio: la massoneria, le mafie, i caporali del lavoro, i tracker web che catturano, elaborano e rivendono i nostri dati) .




The N.W.O, il Nuovo ordine Mondiale
N.W.O. Sempre più spesso sentiamo parlare della creazione di un “Nuovo Ordine Mondiale”. Il problema é che tutti i maggiori esponenti della politica e della finanza clo ripetono incessantemente, quasi in modo ipnotico, ma nessuno di loro dice mai con chiarezza che cosa sia questo Nuovo Ordine Mondiale e che nesso abbia con il controllo automatizzato degli individui nelle loro abitudini e nei movimenti finanziari. Come si evolve questo controllo, ovvero, qual è il sommo obiettivo finale di queste manovre che oramai sono operate da più di vent’anni a partire dalla fine della Guerra Fredda?

La C.N.N., organismo informativo raccoglie e mette in fila una serie di stralci di interviste e testimonianze.

Recita lo speaker mentre si susseguono una serie di filmati, dei quali riporto fedelmente la
traduzione italiana:

Una possibilità: impiantare un MICROCHIP di localizzazione sotto la pelle dei militari: le grida che si sentono dal video provengono da un gruppo di manifestanti alle nostre spalle: sembrano dire “l’11 settembre è stato un lavoro interno” (Inside Job=Attentato di stato)


Chi può contrastare l’N.W.O.? al momento il Giornalismo indipendente, sta raccogliendo testimonianze e affermazioni, come in questo caso, dalle persone più importanti del pianeta. Ecco una serie di affermazioni di cronaca a cura delle menti più di rilievo del nostro Pianeta.

George H. W. Bush: “Quello che sto per dirvi è un fatto! Le organizzazioni dell’Elite che detiene il potere mondiale NON SONO PIU’ UN SEGRETO. Hanno un piano per condurci verso un GOVERNO MONDIALE comunista. Abbiamo la forza e lopportunità di forgiare per noi e per le generazioni future un Nuovo Ordine Mondiale. Quando ci saremo riusciti, e ce la faremo, avremo una reale possibilità, con questo Nuovo Ordine Mondiale”

Una scena impressionante quella di una notte a Berlino: migliaia di persone si sono riunite davanti a Barack Obama per ascoltare i punti chiave del suo discorso di politica estera durante il suo tour europeo. Il presidente democratico ha espresso la sua visione sul ruolo degli USA nel Nuovo Ordine Mondiale: “Non é un concetto nuovo: Il Presidente H.W. Bush ne aveva già parlato nel 1991. E’ una grande idea, il Nuovo Ordine mondiale.

Bill Clinton: “Lo disse il Presidente Bush ed io stesso userò le stesse parole: serve Nuovo Ordine Mondiale”.


Henry Kissinger: “C’è bisogno di Nuovo Ordine Mondiale”.

Nikolas Sarcozy: “Faccio appello a tutti gli stati affinchè si uniscano a noi a fondare il Nuovo Ordine Mondiale del XXI secolo.”

A questo link il video del sionista Nikolas Sarkozy che parla del nuovo ordine mondiale

SARKOZY: NUOVO ORDINE MONDIALE

Gordon Brown, politico Britannico, ex Primo Ministro del Regno Unito, succeduto a Tony Blair: “La gente parlava di un Nuovo Ordine Mondiale già nel 1990 ed ora dovremmo chiederci: come gestiremo tutte queste sfide per assicurare che la Gran Bretagna aumenti la sua competitività in questo processo, e realizzi quello che sarà, quello che credo sia il nostro destino di successo in questo Nuovo Ordine Mondiale? quindi per concludere, signori e signore, un nuovo mondo staemergendo, si tratta di un Nuovo ordine Mondiale, con sfide differenti e radicalmente nuove per il futuro. E’ bene che la gente capisca che stanno facendo sul serio” ..


Lou Dobbs, conduttore televisivo e giornalista statunitense, redattore del Lou Dobbs Tonight della CNN, racconta in un’intervista:”E’ un nuovo ordine Mondiale quello che stanno cercando di creare, e ci stanno provando in casa senza l’approvazione o il consenso di questo paese, ma contro il volere del popolo. Si tratta di un assalto diretto delle Elite in questo paese. E’ in atto un collasso mondiale, si tratta di una depressione.
Soltanto una MONETA UNICA e un unico sistema finanziario globale rappresentano la fine della partita. La Cina ha dichiarato la settimana scorsa che vogliono una Unica Moneta Mondiale. La Francia ha detto, ieri o avanti ieri, che vogliono un solo ordine mondiale, un Nuovo ordine Mondiale alla fine di questo evento [la crisi n.d.r.]. Oggi Gordon Brown ha convocato gli altri leader mondiali affinché possano approfittare dell’opportunità che si presenta con questa crisi economica mondiale, per creare una società Veramente Globale. Il Primo Ministro terrà un importante discorso nella City di Londra per dire che spingeranno l’Europa e gli USA affinché si uniscano per creare un forte e più giusto Ordine Mondiale”

Jim Tucker, giornalista e scrittore americano, deceduto il 29 aprile 2013, noto come colui che più d’ogni altro rivelò le attività del gruppo BILDERBERG, rivela: “L’Elite Globale, che possiede tutto il denaro e il potere sa di essere in grado di creare un unico sistema sociale mondiale e di poter controllarne l’Autorità Centrale. In altre parole: Controllo Mondiale, Dominazione Globale. Uno dei desideri più antichi della storia del mondo. C’é un sistema, chiaro, facilmente riconoscibile e prestabilito che unisce tutti questi elementi: il controllo dei media, del governo, dell’energia, riuniti in un unico apparato, lavorando insieme verso l’obiettivo finale, ovverosia il Controllo Globale.

David Icke, scrittore britannico, tra i più noti autori e fautori della teoria del complotto: “Che il collasso sia creato a tavolino è oramai chiaro: E’ un problema di massa per il quale ci offrono una soluzione, che consiste nell’infrastruttura che abbiamo predetto durante tutto questo tempo, inclusa la Banca Centrale Mondiale. L’obiettivo di questa manipolazione (che viene operata già da molto tempo) é quello di convincere la popolazione che si tratti di una cosa buona o che comunque sia l’unica scelta possibile in queste circostanze, circostanze che sono state da loro manipolate intenzionalmente: la creazione di un Unico Governo Mondiale e di una Banca Centrale Mondiale che amministrerà tutte le transazioni economiche del pianeta. Una Moneta Mondiale e la popolazione ‘microchippata’ connessa a un computer globale. Grazie alle strutture piramidali, che hanno costruito dentro tutte le istituzioni di governo e le corporazioni finanziarie, gran parte delle persone che contribuiscono quotidianamente spingendoci verso uno stato globale Orwelliano, non hanno idea di cosa stiano facendo perché non sanno come il loro contributo si combini con quello degli altri, perché sono alla base della piramide. Solo chi sta in cima lo sa. Molta gente realmente non sa che lacuni banchieri privati non eletti controllano i governi di questo mondo. C’è un mito di buon gusto che viene perpetrato tra i politici e i media. I mass-media informano il Mondo, come se presidenti e primi ministri fossero davvero gli arbitri finali che prendono le decisioni in questo mondo. Ciò significa che coloro che prendono le davvero le decisioni sono personaggi che stanno al di sopra di costoro. I media non li espongono mai da vicino, ma, anzi, tacciono sulla loro esistenza.

Se pensate che non vi piaccia la situazione attuale, allora pensate a quello che ancora ci aspetta nel cammino. Più di tutto pensate a quello che i vostri figli dovranno affrontare, perché se pensate che ora viviamo in una società controllata, questo é niente in confronto a quello che ci aspetta da vivere. E quindi ai genitori che ascoltano queste informazioni dirò una cosa: guardate i vostri figli dritto negli occhi e dite loro che non ve ne importa niente! Oppure ammettete di avere troppa paura per fare qualcosa, troppa paura di essere coinvolti, troppa paura per diventare un nuovo Messaggero di queste informazioni, affinché siano diffuse nella coscienza pubblica. Ditegli che avete troppa paura per unirvi con altre persone e smettere di collaborare passivamente con questo sistema per impedire che ci obblighino a metterci in fila. E’ un pò come mettersi in fila per un campo di concentramento pensando: ‘Andrà tutto bene. Finché rimango in fila e faccio quello che mi dicono di fare, tutto andrà bene’. Ma poi ti rendi conto e pensi:’veramente non sto così bene…’. Se ci fossimo ribellati prima non saremmo arrivati a questo punto”.

Alexander Emerick Jones, conduttore radiofonico e regista statunitense, noto per aver realizzato il documentario “the Road to Tyranny”, ove cerca di smentire la versione ufficiale data dal governo statunitense su quanto successo l’11 settembre 2001 a New York: “Il problema nella società civile é che le donne gli uomini buoni non fanno niente, si siedono nella loro vita di comodità e vogliono passare il tempo con le proprie famiglie, vogliono una vita semplice. Nel corso delle Civiltà, della Storia e delle Epoche, siamo stati costretti ad affrontare le pallottole e diverse volte ci siamo mobilitati prima che fosse troppo tardi, cambiando il corso della Tirannia.


Sempre più spesso però non riusciamo ad opporci in tempo e finché non succedono cose orribili, la nostra società in decadimento non si rende conto di quanto sia preziosa la libertà. Sono qui per dirgli che non ci riusciranno, Vi sconfiggeranno. Il vostro Nuovo Ordine Mondiale fallirà! L’umanità vi sconfiggerà“

(Nella foto, Alexander Emerick Jones (Alex Jones))

Aaron Russo, produttore e regista americano, attivista politico: “Le Banche Centrali di tutto il mondo stanno lavorando unite per creare un Unico Governo Mondiale, uno stato di polizia molto più sinistro di quanto avrebbe immaginato George Orwell nel suo libro (1984). Ogni persona del pianeta avrà il suo Microchip RFID sottopelle.”

La tecnologia oramai da tempo ha varato il Microchip umano: é il primo microchip impiantabile su una persona, dispone di molteplici funzioni di sicurezza, bancarie e mediche. A più di un centinaio di agenti di polizia in Messico si sta impiantando un Microchip nel braccio. I Chip fanno si che una persona possa essere scannerizzata come una scatola di cereali al supermercato. Proprio come un microchip impiantato nel collo di un cane o di un gatto che permette l’identificazione dell’animale smarrito: questa capula di vetro potrà fare lo stesso per gli esseri umani.

Edward G. Griffin, scrittore e giornalista che nel corso degli anni si è occupato di eventi storici di grande importanza: “Un Chip per ogni persona sarebbe Il Sistema Monetario Universale per Eccellenza, perché non ci sarebbe modo di sfuggirgli. Sarete totalmente controllati da chi comanda gli impulsi elettronici del chip”

Cosa dire in conclusione di tutto ciò? Abbandonando la veste giornalistica e indossando le spoglie di semplice opinionista critico, invito a questa riflessione: come contrastare nel nostro piccolo questo avanzare inesorabile di questo amico-nemico con un bastone dietro la carota alla quale non sappiamo resistere?

Rileggiamo le venticinque domande e immaginiamo una risposta. Forse per quelle cinque domande che sicuramente ci siamo posti abbiamo maturato la risposta plausibile. L’avanzare della precarietà e della povertà che ci circonda, nella quale forse non siamo ancora incappati, ne è la prova tangibile. Niente è dimostrabile oggettivamente, ma in cuor nostro temiamo che possa essere così e la paura di perdere quanto abbiamo consolidato è sempre presente. Qualche indicazione?


Sede del GCHQ, Government Communications Headquarters (Quartier generale del governo per le comunicazioni) si trova a Cheltenham nel Regno Unito, l'agenzia governativa che si occupa della sicurezza,dello spionaggio e controspionaggio, nell'ambito delle comunicazioni, attività tecnicamente nota come SIGINT (SIGnal INTelligence).

1. Non compriamo “orpelli” dell’ultimo grido: privilegiamo la tecnologia precedente. Funziona comunque. Passiamo al modello successivo quando sarà uscito il modello ancora successivo. Esempio se è uscito l’Iphone 6 possiamo passare all’Iphone 5


2. Interroghiamoci sempre su “cosa c’è sotto”, prima di firmare un contratto, un’assicurazione, un mutuo, specialmente quando le condizioni sono incredibilmente vantaggiose, specialmente se la stipula è on-line.

3. Privilegiamo i mercati dell’usato, quelli fisici, un po’ meno quelli on-line.

4. Stacchiamo la connessione dati dal telefonino quando non serve. Non facciamoci prendere dalla fregola di rispondere al messaggio di WhatsApp o di Google Chat o di Facebook o dal cinguettìo di Twitter: prendiamoci un’ora la sera. Si può rispondere a tutti e conversare con calma, mentre il nostro telefonino non è in movimento: verrà tracciata solamente l’ubicazione della nostra casa dolce casa (già tracciata almeno mille volte in precedenza).
5. Spegniamo il router quando non serve: quando verrà riacceso avrà molto probabilmente un altro IP pubblico. La traccia dei nostri dati sarà più difficile.

6. Non mettiamo i nostri dati anagrafici esatti su Facebook o qualsivoglia altro servizio web “a rischio”. Spostiamo anche di soli due giorni la data di nascita, di qualche centinaio di chilometri la nostra residenza dichiarata.

7. Non aggiorniamo continuamente le APPS gratuite: funzionano lo stesso. Gran parte parte degli aggiornamenti riguarda connessioni a databases di aziende cui vengono destinati i nostri dati (sempre a nostre spese di connessione).

Ma soprattutto prendiamo coscienza del fenomeno, sempre più evidente, e leggiamo qualche libro che propone alternative, come ad esempio i trattati di Serge Latouche sul tema de “La Decrescita Sostenibile”

E … attenzione alle tessere sconto dei Supermarket: ma ci fanno risparmiare davvero? Guardiamo quante ne abbiamo nel portafoglio: io ne ho ben tre, più il Bancomat, più la carta di Credito. Evitiamole. Piuttosto continuiamo a cercare le promozioni, occhio alla scadenza. Facciamo la spesa quando siamo sazi, così compriamo solo il necessario e il nostro sacchetto di umido differenziato durerà di più.

Illuminiamo la nostra mente: il giorno in cui ci convinceranno a “indossare” il chip sottopelle sarà veramente la fine, e l’avvento del N.W.O. sarà irreversibile.

Disse un grande: “I poveri possono dare molto poco, ma sono proprio tanti!”. E lo sanno benissimo gli Illuminati: dal vertice delle loro piramidi li coltivano scrupolosamente e questi si moltiplicano, in tutto il mondo, sempre di più.


Adesso è più facile rispondere a “Cui prodest?”.


Tramite: whitewolfrevolution.blogspot.fr

Tratto da: La Crepa nel muro

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mototopo

Forumer storico
La grande rete Echelon: il controllo globale delle masse
Pubblicato su 8 Marzo 2015 da FRONTE DI LIBERAZIONE DAI BANCHIERI - CM in IPHARRA
Chi s'interessa di complottismo globale si chiederà: ma c'è altro da dire sul tema??
Forse si. Purtroppo ..
Sono d'accordo, a grandi linee, con il contenuto dell'articolo che segue ..
Catherine


"L'apatia e la tolleranza sono le ultime virtù di una società morente".
Aristotele


Vincent Pisano

Come disse il grande Tortora: “Dove eravamo rimasti?”
Chi non si è mai posto almeno 5 delle seguenti domande:

1. Perché Facebook e tutti gli altri Social Networks sono gratuiti?
2. Perché WhatsApp costa meno di un dollaro l’anno?
3. Perché Zuckerberg ha comprato WhatsApp a 19 miliardi di dollari?
4. Perché l’ADSL è economicamente alla portata di tutti?
5. Perché il costo globale della telefonia mobile è calato sensibilmente?
6. Perché apps e software sono in continuo aggiornamento?
7. Perché il famoso “Muletto” non è più perseguitato come un tempo?
8. Perché i nostri 2 Giga mensili ostentati dalle offerte internet wireless si esauriscono presto?
9. Perché riempiamo il nostro portafoglio di tessere sconti e carte fedeltà?
10. Perché cresce la gratuità di Carte di Credito, Bancomat e Carte Servizi varie?
11. Perché i nostri PC diventano sempre più lenti e affaticati, malgrado potenza e prestazioni sempre crescenti? ...




12. Perché i virus informatici non sono più distruttivi come quelli ante terzo millennio?
13. Perché ci sono molti antivirus gratuiti e sempre più sofisticati?
14. Perché il web è zeppo di servizi gratuiti?
15. Perché la connessione a Internet assorbe tanti Giga anche se non stiamo operando al PC?
16. Qual è la contropartita di apps e software gratuiti che installiamo da Internet?
17. Perché un PC o un telefonino o uno smartphone di ultimo grido diventano presto obsoleti?
18. Perché gli evasori del Canone RAI sono aumentati, ma la RAI non li insegue quasi più?
19. Perché stanno scomparendo del tutto i negozi alimentari e ortofrutta?
20. Perché importiamo prodotti che nel nostro Paese vengono letteralmente buttati via?
21. Perché molte banche ci incoraggiano ad aprire conti a condizioni favorevolissime?
22. Perché importiamo prodotti che nel nostro territorio buttiamo via?
23. Perché non decollano le energie alternative?
24. Perché nei Paesi più ricchi c’è più povertà?
25. Perché molti Paesi continuano a indebitarsi, ma vengono tuttavia rifinanziati?
26. Perché la crisi di un colosso bancario americano ha innescato una crisi monetaria mondiale?


E interroghiamoci anche su questi “Bisogni imprescindibili”:

1. Possiamo fare a meno di un conto corrente?
2. Possiamo fare a meno del Bancomat?
3. Possiamo fare a meno dell’automobile?
4. Possiamo fare a meno dell’ADSL, o comunque di Internet?
5. Possiamo fare a meno della TV?
6. Possiamo fare a meno di un cellulare?


Fermiamoci qui. Ci sarebbero ancora decine di domande, ma, in una parola, vorremmo rispondere alla domanda ‘Cui Prodest’, e cioè, a chi giova? Così avevo concluso il precedente articolo “Dall’Illuminismo agli Illuminati: ecco come lavorano per esercitare il controllo delle masse”. Naturalmente tale domanda ha lasciato in sospeso alcuni fedeli e nuovi lettori del GBN, molti dei quali, i più affezionati, continuano a chiedermi di continuare quest’analisi e approfondire il tema.
E’ un’analisi puramente giornalistica che si attiene a fatti, opinioni e circostanze, poi, come disse Manzoni. “Ai posteri l’ardua sentenza”.

“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto” (Horacio Verbitsky, Un mundo sin periodistas, 1997).
Vedremo dunque come determinate cose, che prima non vedevamo, verranno alla luce, “illuminate” da una possibile verità solare e obiettiva, senza dietrologia indotta.

Poco tempo fa, uscito dal lavoro, in corsa verso la fermata del treno, ha ceduto la suola di gomma para della mia scarpa destra all’incedere veloce e marcato della mia andatura stile milanese. I disagi susseguenti, durante la percorrenza del chilometro lanciato verso la stazione ferroviaria di Porta Garibaldi si possono immaginare: pozzanghere laghiformi inzuppanti la pianta di quel piede sempre meno protetto.


Durante il viaggio di ritorno in treno telefono alla mia compagna, piede destro gocciolante e dolorante per il chilometro zoppicante in tacco-punta … punta, e le racconto questa piccola disavventura in tutta la dinamica. La sera a casa poi, come di consueto, mi sono connesso a Internet e ho scaricato la posta. Ebbene, con mia grande sorpresa, trovo su due dei miei quattro accounts un bel po’ di messaggi pubblicitari inerenti … Scarpe! ma com’è possibile? Mi hanno pedinato nel mio zoppicare anti-pozzanghere? Telecamere connesse a Internet? Qualcuno mi ha iscritto a Zalando a mia insaputa? L’ennesima coincidenza?
Niente di tutto ciò. Non ho WhatsApp, il mio smartphone non è sotto controllo (almeno spero!), la connessione dati è sempre disattiva (tranne quando mi serve, ovviamente) e … ho cambiato numero telefonico e scheda da non molto: si chiama phone-sniffin, realizzato sulla scia di un sistema di spionaggio telefonico denominato Echelon, ovvero il Grande Fratello Elettronico Globale:eek:pportuni filtri software individuano parole chiave ripetute nel corso della telefonata, incrociano il numero telefonico con i dati dell’utente (presenti in un migliaio di banche dati in tutto il mondo) senza dover ascoltare la telefonata, quindi senza violare alcuna privacy: questi demoni software individuano dunque l’email (o le emails) e tutte le sue iscrizioni a servizi web (e non) annesse al soggetto parlante, inviano tali dati opportunamente “pacchettizzati” ad aziende compatibili con le parole chiave individuate, poi quest’ultime provvedono a veicolare offerte più o meno accattivanti gli indirizzi di email così individuati.
Ma andiamo per ordine e, senza entrare in spiegazioni tecno-fantascientifiche, facciamo un paio di riflessioni sui vari fronti tecnologici.

Fronte telefonia

Anche se nessuno dei cinque paesi coinvolti ha mai ammesso ufficialmente l’esistenza di questo accordo, Echelon, spiega Nicky Hager, ricercatore neozelandese, intervistato a Radio Anch’io (RAI) nel 1999, “è il prodotto di decenni di intensa attività spionistica in funzione antisovietica”.

Con una differenza. Scrive il rapporto Stoa: “Diversamente dalla maggior parte dei sistemi di spionaggio elettronico sviluppati durante la guerra fredda, Echelon è progettato principalmente per obiettivi non militari: governi, organizzazioni, aziende , gruppi e individui, praticamente in ogni parte del mondo”.

Insomma, basta che nel corso di una telefonata o di uno scambio di e-mail siano menzionate parole come “terrorismo”, “droga”, (oppure “roba”, povero Tortora!), “guerriglia” o nomi come “Castro”, “Saddam Hussein”, “Gheddafi”, o meglio termini in codice già decriptato, perché l’intera comunicazione sia identificata dai dizionari, selezionata dagli analisti impiegati nelle basi di intercettazione e spedita via satellite al quartier generale della Nsa a Fort Meade, in Maryland, dove spetta ai tecnici americani decodificarla e analizzarla. Alla fine, i dati raccolti vengono archiviati sotto forma di “rapporti”, traduzioni dirette dei messaggi intercettati, “gists”, compendi telegrafici in cui è riportato il nocciolo della comunicazione, e “sommari”, compilazioni riassuntive di diversi rapporti e gists.

1) Echelon intercetta ogni tipo di comunicazioni nelle stazioni dislocate nei 5 paesi coinvolti: telefonate, fax, e-mail.

2) Le agenzie di intelligence utilizzano una lista di parole chiave, tra cui nomi di persone, di paesi, di organizzazioni.

3) I computer delle singole basi di intercettazione, conosciuti col nome di “dizionari”, contengono le parole chiave e le utilizzano per selezionare i messaggi interessanti.

4) Gli analisti a Washington, Ottawa, Cheltenam, Canberra e Wellington selezionano una categoria e controllano quanti messaggi ha registrato Echelon usando una determinata parola chiave.

5) Dopo scavano nella mole dei messaggi intercettati finché trovano qualcosa che richiede maggiore approfondimento e lo inoltrano ai superiori.

“Spiano anche le telefonate alla nonna”, continua Nicky Hager durante la sua crociata, nel suo intervento nella trasmissione di Rai Radio 2, Il cuore e tesoro di Echelon, però, è rappresentato dai “dizionari”, i computer in cui ogni giorno finiscono i milioni di messaggi intercettati: collegati in rete, permettono alle diverse stazioni di ascolto di funzionare come un tutto integrato. “Ogni mattina – descrive Hager – gli analisti, con tutto il loro speciale indottrinamento, aprono i loro computer ed entrano nel sistema dei dizionari.


Dopo aver effettuato la routine di password e di controlli, finiscono nella cartella con la lista dei differenti tipi di intercettazioni, ognuno con il suo codice a quattro numeri. Per esempio, 1991 sta per comunicato diplomatico giapponese, 3848 sta per comunicazioni politiche da e sulla Nigeria, 8182 riguarda qualsiasi messaggio sulle tecniche di crittografia”.

La selezione avviene attraverso la lista delle parole-chiave programmate per ogni categoria: nomi di persona, di organizzazioni, di paesi, di argomenti, numeri di telefono, indirizzi di posta elettronica. Criteri tra i più disparati, ma che riflettono, tutti, le preoccupazioni del momento: “Ogni pochi giorni – precisa Hager – i dictionary manager dei cinque paesi cambiano la lista delle parole-chiave, togliendone delle vecchie e inserendone di nuove, a seconda dei temi politici, diplomatici ed economici di interesse per gli Usa e i loro alleati”. Qualche esempio: Bce, Benelux, bomb, Bugs Bunny, Exon Shell, Ira, guerrilla, Sabena; ma anche Ak-47, la sigla del fucile kalashnikov, Stinger, il missile antiaereo, Twa-800, la sigla del boeing esploso nel ’96 sull’Atlantico, e perfino Vine Foster, il nome di un amico di Bill Clinton suicidatosi nel ’93.

Attraverso la sua rete di satelliti-spia, basi di intercettazione terrestri e supercomputer, Echelon intercetta indiscriminatamente, in tutto il mondo, enormi quantità di comunicazioni, veicolate da qualsiasi linea di trasmissione: telefonate, fax, telex, e-mail, che passano attraverso antenne a microonde, cavi sottomarini e satelliti. I dati raccolti vengono poi “letti” in tempo reale dai potenti database dislocati nelle stazioni di ascolto: battezzati “dizionari”, sono in grado di estrapolare dalla miriade di messaggi intercettati, un milione ogni mezz’ora, quelli contenenti le keywords, le parole-chiave precedentemente inserite, decodificarli e inviarli al quartier generale dell’agenzia competente.

Ribaltando tale sistema un po’ “datato” in una veste commerciale più odierna, tenendo conto del progredire della tecnologia nell’utilizzo di questa tipologia di automa veicolato da Internet, le parole chiave diventano “telefonino”, “android”, “automobile”, “affitto”, “casa” (e perché no? “scarpe”!) e migliaia di tante altre e combinazioni intelligenti di queste con altre parole nel contesto della conversazione, ravvisanti una necessità oggettiva d’acquisto dell’ignaro chiacchierone telefonico. Le intercettazioni sono una realtà nota e consolidata, non limitata alle indagini delle magistrature. Come difendersi? Un bell’articolo su “Il Sole 24 ore”, ad esempio spiega come difendersi dalle intercettazioni:
Non farsi intercettare? Un gioco da ragazzi

Fronte Internet

Internet, questo pilastro della “globalizzazione silente”, ha fatto breccia in tutto il globo, in particolar modo per la gratuita di molti servizi, fra cui l’email.
Come per la telefonia, ma ancor più efficace, più diffuso e meno costoso è il web-sniffing. Ne sanno qualcosa in prima battuta i bloggers, quando nel proprio sito-blog vengono introdotte pubblicità indesiderate, ma ben articolate e accattivanti: troppo facile bucare la sicurezza di tali sistemi tendenti all’obsolescenza se non viene aggiornata la “carrozzeria” del software di base che racchiude i contenuti del blog. E per i posts indesiderati? le contromisure: il famoso quanto odioso captcha.

E lo sappiamo anche noi, sempre inondati dal cosiddetto “spam”. Nulla possono gli antispam contro le emails indesiderate che inondano la nostra posta. Né tantomeno gli ad-aware che, anzi, troppo spesso veicolano e vendono i nostri dati a migliaia di aziende di marketing presenti nel web che, a loro volta ci inviano email più “mirate” sui nostri gusti. Men che meno gli Antivirus: dal momento che i veri virus ante terzo millennio non esistono più (bruciare l’hard disk con tutto il contenuto sarebbe un mancato cliente fonte d’informazioni da “globalizzare”), la funzione degli antivirus è limitata alla difesa dalle “aggressioni anarchiche” della rete globale, i cosiddetti worms (vermi). Poi arrivano i software di chat, integrati con la telefonia, ultimo grido il fatidico “quasi” gratuito WhatsApp, comprato da Mr Facebook a suon di “testoni” , ad un prezzo di gran lunga superiore a quello sovrastimato da qualsiasi mercato.

L’acquisizione di WhatsApp vuole dire dirottare verso un nuovo padrone il know-how già acquisito in tema di:
- Gusti e inclinazioni dei propri iscritti,Posizione geografica e traccia degli spostamenti in tempo reale Sniffing delle conversazioni telefonico-chat .

Altro nettare per l’azienda ideatrice di Facebook, che adesso potrà incrociare i dati acquisiti con quelli del suo grande Social Network Globale, che annovera oltre 200.000.000 di iscritti in crescita continua.


Al link sottostante si può accedere alla mappa interattiva che mostra con chi sono collegate tutte le maggiori aziende web come: google,youtube,facebook ecc.,sono tutte collegate a istituzioni governative e servizi segreti americani.

link:
mapper.nndb

Questa la homepage del sito dove trovare altro materiale interessante: mapper.nndb.com

Qui un video che mostra chiaramente con semplicita i reali pericoli di chi si espone su facebook, confrontiamo ora questo esempio con la tecnologia a disposizione delle varie agenzie dei servizi segreti,ne risulta un grande pericolo per i popoli.

facebook:ecco a cosa serve,per monitorare e spiare le masse


Fronte Mercato
Ricordate quando facevamo la spesa dal “verduraio” e dal “pizzichiere” o al Mercato ?
- Com’erano le pere di ieri, signora Maria? Se le son piaciute gliene metto da parte una dozzina tutti i lunedì
- Dottor Rossi! Che bella cera stamattina! La solita caciotta pepata?
- Il pesce di Mariella è sempre fresco, venghino venghino siore e siori!
Perché siamo passati all’arido Supermarket inserito in un rumoroso Centro Commerciale?
Risposta: perché ci hanno convinto che era più conveniente, così, guidati da una mente “Illuminata Superiore”, la signora Maria e il Dottor Rossi e … pressappoco un altro miliardo di consumatori del globo, hanno snobbato i docili e simpatici verduraio, salumiere e la sora Mariella, che hanno dovuto cedere alla pressione dell’inarrestabile Centro Commerciale.

Ricorda un poco i film sui primi coloni americani, dove i piccoli benzinai venivano schiacciati dal potere economico della grande compagnia petrolifera, condotta da quel miliardario imprenditore cattivone che riusciva in un modo o nell’altro a costringere il colono a vendere il proprio terreno e servire il nuovo padrone. Ma nel film c’è lo Zorro di turno che si oppone al sistema e il cattivone finisce in prigione. Ma, mentre esultavamo per il trionfo di Zorro, non ci siamo accorti che l’amico verduraio, poi il pizzichiere, la pescivendola, il panettiere e infine il “mestichiere” (tipica figura fiorentina che ravvisa un negozio di casalinghi/ferramenta, anch’essa in via d’estinzione), uno dopo l’altro chiudevano.

Chissà perché! Eppure avevano così tanti clienti! Il processo di condizionamento e il successivo cambio delle nostre abitudini è stato graduale e, nostro malgrado, siamo stati sudditi e complici nostro malgrado di quel sistema che ha elevato le più grandi majors alimentari, le cui etichette conosciamo benissimo. I mass media, veicolati dalla dea TV hanno dirottato i nostri gusti e le nostre abitudini a favore del Business sempre crescente di ricchissime famiglie imprenditoriali, che a loro volta sottostanno a regole severe dei “Decision Makers” per “sopravvivere” (eufemismo) nel mercato.


Ma era davvero più conveniente? Certo che no, e lo sappiamo benissimo: lo è stato all’inizio: prezzi straordinariamente bassi. Le“Mille lire Lunghe” riempivano il carrello. E oggi? Entriamo e siamo già alla ricerca disperata dell’offerta più economica. Abbiamo memorizzato i prezzi unitari di centinaia di articoli e verifichiamo lo scostamento da inizio settimana. Ed è caccia grossa al tre per due. Ma ci siamo infurbiti: entriamo con i soldi contati e sazi (mai fare la spesa prima di pranzo!) per comprare quattro uova, tre pere, latte e verdura, ma … usciamo con il carrello irrimediabilmente pieno. I soldi non bastano? Nessun problema: c’è il bancomat.
Gli “specchietti per le allodole” (le collocazioni strategiche di prodotti e le targette “promozione”) hanno sempre funzionato bene. E perfino quando sono stati istituiti gli “Hard Discount” che, al di là della qualità apparentemente peggiore (e l’ ”apparentemente” è d’obbligo), i prezzi nel tempo si sono più o meno uniformati ai fratelli (sarebbe meglio dire complici) supermercati tradizionali.

Passando dalla parte opposta del diagramma di Kiviat (la ragnatela), facciamo mente locale ad un’altra grande idea di mercato: il famigerato MLM (Multi Level Marketing), che ha avuto tanta presa nell’ovest del mondo, ma anche un grosso rilievo dalle nostre parti: avrebbe dovuto contrastare la Grande Distribuzione. Ebbene, in due parole: compri prodotti da un amico a un prezzo stracciato e rivendi a tua volta a un altro amico ad un prezzo stracciato. Però l’amico venditore ti ha preventivamente arruolato nella “squadra MLM” e tu arruolerai a tua volta l’amico-cliente.


Il guadagno? Una percentuale di provvigione su ogni vendita effettuata dall’amico-cliente va a te, e una percentuale più piccola al tuo amico-venditore. Poiché si possono creare strutture piramidali enormi, quanto più si risale ai vertici di queste strutture, tanto più i top-vendors potranno godere di sempre più piccole percentuali che si moltiplicheranno per il numero totale di adepti arruolati in misura esponenziale in base all’altezza della piramide. Anche Questo è un esempio di struttura piramidale che arricchisce sempre i vertici della piramide, che nessuno conosce. Alla base i più sprovveduti, non riusciranno a vendere i prodotti preventivamente acquistati né ad arruolare alcuno, la piramide si ferma, ma i vertici si sono oramai arricchiti a dismisura, anche senza fare niente, e possono startare un’altra piramide. Il guadagno facile è un desiderio non nascosto di tutti e l’MLM si configura come lo specchietto per allodole molto convincente per i più e, in questo caso, i più furbi arruolano, gli allocchi pagano. Sono state costruite piramidi MLM ove alla base proliferavano centinaia di migliaia di allocchi.

Fronte Banche

Ricordo quando uscì la meravigliosa soluzione del Bancomat: come per la genitrice Carta di Credito, avevo un rifiuto totale. “Mai e poi mai mi assoggetterò”.


Nessuno, ma proprio nessuno oggi può fare a meno, non solo di avere un conto corrente, ma soprattutto di avere una tessera Bancomat al proprio seguito: è l’inizio della fine.

Microspese subdole si cumulano durante l’anno, cubando centinaia di euro sull’estratto conto finale. Ma le operazioni non erano gratis? I prelievi al bancomat non erano gratuiti? Il bancomat e la carta di credito non erano gratuiti? “Priiiima segnor!!!” direbbe quel simpaticissimo comico di Zelig.
Zitto e … Mutuo
Hai presente l’usuraio? Ti presta tanti soldi in tempi record, previa trattenuta interessi ad “alta quota”, ti da una scadenza che hai valutato sufficiente per risollevarti dalla situazione difficile, poi si presenta alla scadenza per esigere il tutto. Non ce li hai? Ti dà la proroga di un mese, ma gli interessi crescono, nel tempo, in misura esponenziale, anche in ragione del 100%. A lungo andare, anche se ti stai risollevando economicamente, i margini della tua impresa non riescono a coprire gli interessi crescenti del tuo “amico” usuraio, che in te e in molti altri ha trovato la gallina dalle uova d’oro. Non puoi denunciarlo: hai la coscienza sporca pure tu, la paura prevale sul buon senso e solo quando sei alla disperazione totale, forse reagirai, ma solo se sei sopravvissuto.

Così sono le banche: introducono soldi sul mercato, sotto forma di prestiti , mutui e conti correnti a tassi e condizioni vantaggiosissimi (vedi “Start Europa” 1.0).

A tutti noi fa comodo pensare che tali condizioni potranno vigere per sempre e che per vent’anni non cambierà niente. Ma le sorprese sono puntualmente in arrivo dopo solo un anno: la rata raddoppia, i servizi gratuiti scompaiono, i benefici si riassorbono, i plafonds si affievoliscono, perfino i prelievi bancomat non sono più gratuiti, ma oramai siamo legati a doppio cappio, strozzati come con l’usuraio testé menzionato: da qui il termine “strozzino” (a Roma: “cravattaro”).
Grazie alla globalizzazione dei mercati, favorita dalla rapida diffusione dei mezzi telematici, le banche sono una rete così capillare ed estremamente simbiotica nel sistema monetario internazionale che si ha a che fare con un organismo unico. Chi ha “sgarrato” con una qualsiasi banca, anche con il minuscolo Credito Comunale di Vattelappesca che consta di 500 abitanti o poco più o poco meno, non potrà più chiedere un mutuo, un prestito o un fido neppure in Cina: è stato tracciato alla velocità della luce.

E chi avesse dubbi su questo stato di fatto (da sempre, anche prima dell’avvento e diffusione delle tecnologie digitali), gli basti rammentare La crisi dei subprime. Cos’è? Presto detto: è la crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2006 negli Stati Uniti e che ha avuto gravi conseguenze, tuttora in essere, sull’economia mondiale, in particolar modo nei paesi sviluppati del mondo occidentale, innescando l’attuale crisi economica, da molti considerata la peggiore crisi economica dai tempi della Grande depressione. Prende il nome dai cosiddetti “subprime”, prestiti ad alto rischio finanziario da parte degli istituti di credito in favore di clienti a forte rischiodebitorio, considerati da molti analisti come fenomeni di eccessiva speculazione finanziaria.

Effetti: nell’aprile 2009, il Fondo Monetario Internazionale ha stimato in 4.100 miliardi di dollari Usa il totale delle perdite delle banche ed altre istituzioni finanziarie a livello mondiale. La cifra colossale, delle svalutazioni delle attività delle banche a causa della crisi, per rendere l’idea, corrisponde ad un reddito annuo di 20.500 dollari per 200.000.000 di lavoratori, oppure ad 1/3 dello stesso stipendio annuo per 600.000.000 di lavoratori o alla riduzione di 1/5 dello stesso stipendio per cinque anni: come si suol dire, la matematica non è un’opinione, né tantomeno un’illazione, al di là di qualsiasi dietrologia si voglia costruire.


Il Tracciamento dei nostri dati

L’istituzione del Bancomat e delle Carte di Credito prima, Home Banking poi, sono i metodi più efficaci per tracciare i movimenti finanziari (oltre che logistici) e le abitudini di risparmio di una persona. Da oltre 10 anni, poi, le telecamere che si trovano in prossimità di istituti finanziari registrano i movimenti di chiunque, e, grazie al riconoscimento delle immagini, identificano istantaneamente la persona e trasmettono i dati a un Database Centrale.
La raccolta dei nostri dati prosegue con la nostra navigazione in Internet, l’utilizzo assiduo dei social network (uno in particolare), i nostri acquisti on-line, l’utilizzo ossessivo del cellulare (che oramai di aspetto prettamente “telefonico” non ha più alcunché, anzi, grazie alla connotazione di “smartphone” , perde sempre più qualità audio), che è diventato oramai la nostra “spia” localizzatrice in tempo reale.

Tanto per dare un’idea della preziosità delle nostre abitudini, un investigatore privato (le cui tariffe possono variare da “soli” 300 euro al giorno a oltre 2000) compra a caro prezzo questi dati mediante i canali telematici cui è (non sempre legalmente) abbonato, ed ha in mano in breve documenti che possono incastrare il malcapitato. I pedinamenti fisici sono oramai in diminuzione e fuori moda: in tal modo l’investigatore ha un bacino di clienti molto più ampio e un business molto più ricco, alla faccia della privacy. Ma questi dati non servono solo agli investigatori, che costituiscono solo un milionesimo degli utilizzatori potenziali e possibili.

Un altro esempio: non molto tempo fa un treno aveva deragliato nel territorio italiano, ad una curva: troppa velocità. Le prime spiegazioni del macchinista potevano sembrare credibili, finché le tracce delle sue conversazioni su Facebook hanno rivelato che si divertiva a spingere il convoglio, proprio in quella curva, a velocità ben oltre il limite, e pubblicava le velocità raggiunte: tale prova l’ha incastrato definitivamente.
In poche parole, i nostri dati, vengono continuamente e sempre più convogliati verso sistemi informativi centralizzati con l’unico scopo di cambiare e unificare i nostri modelli abitudinari. Il tutto si traduce in contributo monetario coatto, sempre crescente che dobbiamo continuamente al sistema, a danno delle nostre (già duramente provate e sempre più esigue) risorse.

Il regno della Paura

Ma perché le minoranze riescono sempre a soverchiare le maggioranze, anche sotto la falsa vestizione di una Repubblica? Semplice. Le maggioranze sono disomogenee, ognuno tira acqua al suo mulino, bada agli interessi propri e della propria tribù e non matura la coscienza che i problemi del vicino prima o poi diverranno i suoi. Ognuno coltiva e protegge il proprio orticello e convive con la paura di essere in qualche modo fregato. Ed è sulla paura che fanno fulcro le minoranze governanti, sia quelle alla luce del sole (Per esempio: Stato banche, datori di lavoro, commercianti), sia i governi ombra (per esempio: la massoneria, le mafie, i caporali del lavoro, i tracker web che catturano, elaborano e rivendono i nostri dati) .




The N.W.O, il Nuovo ordine Mondiale
N.W.O. Sempre più spesso sentiamo parlare della creazione di un “Nuovo Ordine Mondiale”. Il problema é che tutti i maggiori esponenti della politica e della finanza clo ripetono incessantemente, quasi in modo ipnotico, ma nessuno di loro dice mai con chiarezza che cosa sia questo Nuovo Ordine Mondiale e che nesso abbia con il controllo automatizzato degli individui nelle loro abitudini e nei movimenti finanziari. Come si evolve questo controllo, ovvero, qual è il sommo obiettivo finale di queste manovre che oramai sono operate da più di vent’anni a partire dalla fine della Guerra Fredda?

La C.N.N., organismo informativo raccoglie e mette in fila una serie di stralci di interviste e testimonianze.

Recita lo speaker mentre si susseguono una serie di filmati, dei quali riporto fedelmente la
traduzione italiana:

Una possibilità: impiantare un MICROCHIP di localizzazione sotto la pelle dei militari: le grida che si sentono dal video provengono da un gruppo di manifestanti alle nostre spalle: sembrano dire “l’11 settembre è stato un lavoro interno” (Inside Job=Attentato di stato)


Chi può contrastare l’N.W.O.? al momento il Giornalismo indipendente, sta raccogliendo testimonianze e affermazioni, come in questo caso, dalle persone più importanti del pianeta. Ecco una serie di affermazioni di cronaca a cura delle menti più di rilievo del nostro Pianeta.

George H. W. Bush: “Quello che sto per dirvi è un fatto! Le organizzazioni dell’Elite che detiene il potere mondiale NON SONO PIU’ UN SEGRETO. Hanno un piano per condurci verso un GOVERNO MONDIALE comunista. Abbiamo la forza e lopportunità di forgiare per noi e per le generazioni future un Nuovo Ordine Mondiale. Quando ci saremo riusciti, e ce la faremo, avremo una reale possibilità, con questo Nuovo Ordine Mondiale”

Una scena impressionante quella di una notte a Berlino: migliaia di persone si sono riunite davanti a Barack Obama per ascoltare i punti chiave del suo discorso di politica estera durante il suo tour europeo. Il presidente democratico ha espresso la sua visione sul ruolo degli USA nel Nuovo Ordine Mondiale: “Non é un concetto nuovo: Il Presidente H.W. Bush ne aveva già parlato nel 1991. E’ una grande idea, il Nuovo Ordine mondiale.

Bill Clinton: “Lo disse il Presidente Bush ed io stesso userò le stesse parole: serve Nuovo Ordine Mondiale”.


Henry Kissinger: “C’è bisogno di Nuovo Ordine Mondiale”.

Nikolas Sarcozy: “Faccio appello a tutti gli stati affinchè si uniscano a noi a fondare il Nuovo Ordine Mondiale del XXI secolo.”

A questo link il video del sionista Nikolas Sarkozy che parla del nuovo ordine mondiale

SARKOZY: NUOVO ORDINE MONDIALE

Gordon Brown, politico Britannico, ex Primo Ministro del Regno Unito, succeduto a Tony Blair: “La gente parlava di un Nuovo Ordine Mondiale già nel 1990 ed ora dovremmo chiederci: come gestiremo tutte queste sfide per assicurare che la Gran Bretagna aumenti la sua competitività in questo processo, e realizzi quello che sarà, quello che credo sia il nostro destino di successo in questo Nuovo Ordine Mondiale? quindi per concludere, signori e signore, un nuovo mondo staemergendo, si tratta di un Nuovo ordine Mondiale, con sfide differenti e radicalmente nuove per il futuro. E’ bene che la gente capisca che stanno facendo sul serio” ..


Lou Dobbs, conduttore televisivo e giornalista statunitense, redattore del Lou Dobbs Tonight della CNN, racconta in un’intervista:”E’ un nuovo ordine Mondiale quello che stanno cercando di creare, e ci stanno provando in casa senza l’approvazione o il consenso di questo paese, ma contro il volere del popolo. Si tratta di un assalto diretto delle Elite in questo paese. E’ in atto un collasso mondiale, si tratta di una depressione.
Soltanto una MONETA UNICA e un unico sistema finanziario globale rappresentano la fine della partita. La Cina ha dichiarato la settimana scorsa che vogliono una Unica Moneta Mondiale. La Francia ha detto, ieri o avanti ieri, che vogliono un solo ordine mondiale, un Nuovo ordine Mondiale alla fine di questo evento [la crisi n.d.r.]. Oggi Gordon Brown ha convocato gli altri leader mondiali affinché possano approfittare dell’opportunità che si presenta con questa crisi economica mondiale, per creare una società Veramente Globale. Il Primo Ministro terrà un importante discorso nella City di Londra per dire che spingeranno l’Europa e gli USA affinché si uniscano per creare un forte e più giusto Ordine Mondiale”

Jim Tucker, giornalista e scrittore americano, deceduto il 29 aprile 2013, noto come colui che più d’ogni altro rivelò le attività del gruppo BILDERBERG, rivela: “L’Elite Globale, che possiede tutto il denaro e il potere sa di essere in grado di creare un unico sistema sociale mondiale e di poter controllarne l’Autorità Centrale. In altre parole: Controllo Mondiale, Dominazione Globale. Uno dei desideri più antichi della storia del mondo. C’é un sistema, chiaro, facilmente riconoscibile e prestabilito che unisce tutti questi elementi: il controllo dei media, del governo, dell’energia, riuniti in un unico apparato, lavorando insieme verso l’obiettivo finale, ovverosia il Controllo Globale.

David Icke, scrittore britannico, tra i più noti autori e fautori della teoria del complotto: “Che il collasso sia creato a tavolino è oramai chiaro: E’ un problema di massa per il quale ci offrono una soluzione, che consiste nell’infrastruttura che abbiamo predetto durante tutto questo tempo, inclusa la Banca Centrale Mondiale. L’obiettivo di questa manipolazione (che viene operata già da molto tempo) é quello di convincere la popolazione che si tratti di una cosa buona o che comunque sia l’unica scelta possibile in queste circostanze, circostanze che sono state da loro manipolate intenzionalmente: la creazione di un Unico Governo Mondiale e di una Banca Centrale Mondiale che amministrerà tutte le transazioni economiche del pianeta. Una Moneta Mondiale e la popolazione ‘microchippata’ connessa a un computer globale. Grazie alle strutture piramidali, che hanno costruito dentro tutte le istituzioni di governo e le corporazioni finanziarie, gran parte delle persone che contribuiscono quotidianamente spingendoci verso uno stato globale Orwelliano, non hanno idea di cosa stiano facendo perché non sanno come il loro contributo si combini con quello degli altri, perché sono alla base della piramide. Solo chi sta in cima lo sa. Molta gente realmente non sa che lacuni banchieri privati non eletti controllano i governi di questo mondo. C’è un mito di buon gusto che viene perpetrato tra i politici e i media. I mass-media informano il Mondo, come se presidenti e primi ministri fossero davvero gli arbitri finali che prendono le decisioni in questo mondo. Ciò significa che coloro che prendono le davvero le decisioni sono personaggi che stanno al di sopra di costoro. I media non li espongono mai da vicino, ma, anzi, tacciono sulla loro esistenza.

Se pensate che non vi piaccia la situazione attuale, allora pensate a quello che ancora ci aspetta nel cammino. Più di tutto pensate a quello che i vostri figli dovranno affrontare, perché se pensate che ora viviamo in una società controllata, questo é niente in confronto a quello che ci aspetta da vivere. E quindi ai genitori che ascoltano queste informazioni dirò una cosa: guardate i vostri figli dritto negli occhi e dite loro che non ve ne importa niente! Oppure ammettete di avere troppa paura per fare qualcosa, troppa paura di essere coinvolti, troppa paura per diventare un nuovo Messaggero di queste informazioni, affinché siano diffuse nella coscienza pubblica. Ditegli che avete troppa paura per unirvi con altre persone e smettere di collaborare passivamente con questo sistema per impedire che ci obblighino a metterci in fila. E’ un pò come mettersi in fila per un campo di concentramento pensando: ‘Andrà tutto bene. Finché rimango in fila e faccio quello che mi dicono di fare, tutto andrà bene’. Ma poi ti rendi conto e pensi:’veramente non sto così bene…’. Se ci fossimo ribellati prima non saremmo arrivati a questo punto”.

Alexander Emerick Jones, conduttore radiofonico e regista statunitense, noto per aver realizzato il documentario “the Road to Tyranny”, ove cerca di smentire la versione ufficiale data dal governo statunitense su quanto successo l’11 settembre 2001 a New York: “Il problema nella società civile é che le donne gli uomini buoni non fanno niente, si siedono nella loro vita di comodità e vogliono passare il tempo con le proprie famiglie, vogliono una vita semplice. Nel corso delle Civiltà, della Storia e delle Epoche, siamo stati costretti ad affrontare le pallottole e diverse volte ci siamo mobilitati prima che fosse troppo tardi, cambiando il corso della Tirannia.


Sempre più spesso però non riusciamo ad opporci in tempo e finché non succedono cose orribili, la nostra società in decadimento non si rende conto di quanto sia preziosa la libertà. Sono qui per dirgli che non ci riusciranno, Vi sconfiggeranno. Il vostro Nuovo Ordine Mondiale fallirà! L’umanità vi sconfiggerà“

(Nella foto, Alexander Emerick Jones (Alex Jones))

Aaron Russo, produttore e regista americano, attivista politico: “Le Banche Centrali di tutto il mondo stanno lavorando unite per creare un Unico Governo Mondiale, uno stato di polizia molto più sinistro di quanto avrebbe immaginato George Orwell nel suo libro (1984). Ogni persona del pianeta avrà il suo Microchip RFID sottopelle.”

La tecnologia oramai da tempo ha varato il Microchip umano: é il primo microchip impiantabile su una persona, dispone di molteplici funzioni di sicurezza, bancarie e mediche. A più di un centinaio di agenti di polizia in Messico si sta impiantando un Microchip nel braccio. I Chip fanno si che una persona possa essere scannerizzata come una scatola di cereali al supermercato. Proprio come un microchip impiantato nel collo di un cane o di un gatto che permette l’identificazione dell’animale smarrito: questa capula di vetro potrà fare lo stesso per gli esseri umani.

Edward G. Griffin, scrittore e giornalista che nel corso degli anni si è occupato di eventi storici di grande importanza: “Un Chip per ogni persona sarebbe Il Sistema Monetario Universale per Eccellenza, perché non ci sarebbe modo di sfuggirgli. Sarete totalmente controllati da chi comanda gli impulsi elettronici del chip”

Cosa dire in conclusione di tutto ciò? Abbandonando la veste giornalistica e indossando le spoglie di semplice opinionista critico, invito a questa riflessione: come contrastare nel nostro piccolo questo avanzare inesorabile di questo amico-nemico con un bastone dietro la carota alla quale non sappiamo resistere?

Rileggiamo le venticinque domande e immaginiamo una risposta. Forse per quelle cinque domande che sicuramente ci siamo posti abbiamo maturato la risposta plausibile. L’avanzare della precarietà e della povertà che ci circonda, nella quale forse non siamo ancora incappati, ne è la prova tangibile. Niente è dimostrabile oggettivamente, ma in cuor nostro temiamo che possa essere così e la paura di perdere quanto abbiamo consolidato è sempre presente. Qualche indicazione?


Sede del GCHQ, Government Communications Headquarters (Quartier generale del governo per le comunicazioni) si trova a Cheltenham nel Regno Unito, l'agenzia governativa che si occupa della sicurezza,dello spionaggio e controspionaggio, nell'ambito delle comunicazioni, attività tecnicamente nota come SIGINT (SIGnal INTelligence).

1. Non compriamo “orpelli” dell’ultimo grido: privilegiamo la tecnologia precedente. Funziona comunque. Passiamo al modello successivo quando sarà uscito il modello ancora successivo. Esempio se è uscito l’Iphone 6 possiamo passare all’Iphone 5


2. Interroghiamoci sempre su “cosa c’è sotto”, prima di firmare un contratto, un’assicurazione, un mutuo, specialmente quando le condizioni sono incredibilmente vantaggiose, specialmente se la stipula è on-line.

3. Privilegiamo i mercati dell’usato, quelli fisici, un po’ meno quelli on-line.

4. Stacchiamo la connessione dati dal telefonino quando non serve. Non facciamoci prendere dalla fregola di rispondere al messaggio di WhatsApp o di Google Chat o di Facebook o dal cinguettìo di Twitter: prendiamoci un’ora la sera. Si può rispondere a tutti e conversare con calma, mentre il nostro telefonino non è in movimento: verrà tracciata solamente l’ubicazione della nostra casa dolce casa (già tracciata almeno mille volte in precedenza).
5. Spegniamo il router quando non serve: quando verrà riacceso avrà molto probabilmente un altro IP pubblico. La traccia dei nostri dati sarà più difficile.

6. Non mettiamo i nostri dati anagrafici esatti su Facebook o qualsivoglia altro servizio web “a rischio”. Spostiamo anche di soli due giorni la data di nascita, di qualche centinaio di chilometri la nostra residenza dichiarata.

7. Non aggiorniamo continuamente le APPS gratuite: funzionano lo stesso. Gran parte parte degli aggiornamenti riguarda connessioni a databases di aziende cui vengono destinati i nostri dati (sempre a nostre spese di connessione).

Ma soprattutto prendiamo coscienza del fenomeno, sempre più evidente, e leggiamo qualche libro che propone alternative, come ad esempio i trattati di Serge Latouche sul tema de “La Decrescita Sostenibile”

E … attenzione alle tessere sconto dei Supermarket: ma ci fanno risparmiare davvero? Guardiamo quante ne abbiamo nel portafoglio: io ne ho ben tre, più il Bancomat, più la carta di Credito. Evitiamole. Piuttosto continuiamo a cercare le promozioni, occhio alla scadenza. Facciamo la spesa quando siamo sazi, così compriamo solo il necessario e il nostro sacchetto di umido differenziato durerà di più.

Illuminiamo la nostra mente: il giorno in cui ci convinceranno a “indossare” il chip sottopelle sarà veramente la fine, e l’avvento del N.W.O. sarà irreversibile.

Disse un grande: “I poveri possono dare molto poco, ma sono proprio tanti!”. E lo sanno benissimo gli Illuminati: dal vertice delle loro piramidi li coltivano scrupolosamente e questi si moltiplicano, in tutto il mondo, sempre di più.


Adesso è più facile rispondere a “Cui prodest?”.


Tramite: whitewolfrevolution.blogspot.fr

Tratto da: La Crepa nel muro

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La stampa italiana, servile e complice della peggiore massoneria reazionaria, continua a dipingere uno scenario falso e surreale pur di tutelare la posizione di Mario Draghi, moderno Attila riuscito a trasformare in pochi anni la ricca Europa in una valle di lacrime. L’intero circuito informativo mainstream, D’Agostino compreso, prova ad accreditare la tesi che dipinge il nostro banchiere centrale alla stregua di un raffinato mediatore, bravissimo nel trovare una sintesi accettabile in grado di conciliare le differenti e antitetiche posizioni di Paesi come Germania e Grecia. Un lavoro da “statista”, accompagnato però dal piglio pragmatico del tecnico che “rispetta le regole” e che non vuole “fare politica”. Siamo al paradosso e al ridicolo. Giornalisti (con rispetto parlando) come Federico Fubini di Repubblica e Tonia Mastrobuoni de La Stampa riescono senza arrossire a presentare Draghi come una specie di redivivo Metternich, preoccupandosi però di precisare che il campione di stanza a Francoforte non è un “politico” (non si sa mai), ma il capo di una istituzione che si limita a “rispettare le regole”. Quali regole? Fubini e Mastrobuoni dovrebbero dirci in base a quale legge o regolamento Draghi può arbitrariamente decidere quali Paesi escludere dal Quantitative Easing al fine di costringerli ad applicare politiche e ricette tanto fallimentari quanto gradite ai nuovi nazisti tecnocratici che umiliano la democrazia nel Vecchio Continente. Allo stesso modo, le massime istituzioni europee dovrebbero spiegarci in base a quali criteri è permesso ad alcuni Paesi (vedi la Francia) di sforare ripetutamente il rapporto deficit/pil, mentre altri devono limitarsi ad ubbidir tacendo. Non è forse politica, e quindi discrezionale e non necessitata, la scelta di chi graziare? E’ ora di finirla con questa ipocrisia. In Europa di fatto comanda una nuova aristocrazia, composta da oligarchi parassitari che si autolegittimano e si auto-riconoscono. La stampa italiana, anziché accanirsi in maniera vigliacca contro i legittimi rappresentanti del governo greco, dovrebbe semmai raccontare lo scandalo che ha coinvolto l’agenzia di rating Standard e Poor’s, le cui condotte sospette hanno indotto la magistratura italiana ad aprire una inchiesta potenzialmente sistemica e dirompente. Nel 1994 Draghi, allora direttore generale del ministero del Tesoro, sottoscrisse un contratto capestro con la banca di affari americana Morgan Stanley. A distanza di 17 anni quello sciagurato accordo ha prodotto i suoi nefasti effetti sulle casse del governo italiano, pronto a versare nel 2011 quasi tre miliardi di euro agli speculatori di oltreoceano in seguito all’abbassamento del rating deciso di imperio da una agenzia che annoverava fra i suoi azionisti proprio i diretti beneficiari del declassamento in oggetto. In compenso Giacomo Draghi, figlio di Mario, risulta aver fatto una brillante carriera proprio in Morgan Stanley. Non vi pare ci siano abbastanza elementi per realizzare una inchiesta giornalistica degna di questo nome? Come mai neanche quelli del Fatto Quotidiano o di Dagospia hanno il coraggio di affrontare in profondità un simile quanto maleodorante intreccio? Forse perché è facile prendersela con un massone ridicolo e di serie c come Silvio Berlusconi, mentre è molto più rischioso e complicato mettere nel mirino il gotha della massoneria oligarchica globale? Interrogativi destinati a cadere nel vuoto: chi non ha coraggio non può darselo. Ieri, venerdi 6 marzo, abbiamo presentato a Napoli, presso l’Istituto per gli studi filosofici, il libro “Massoni” scritto da Gioele Magaldi. L’evento, egregiamente organizzato dal prof. Francesco Scala, è stato partecipato ed importante. Nel silenzio pavido dei media, infatti, sarebbe il caso che il mondo della cultura cominciasse ad interrogarsi sulle troppe stranezze ed incongruenze che avvelenano il nostro tempo. L’intellettuale o è libero o non è. La lettura critica del libro “Massoni” è indispensabile per squarciare il sapiente velo di Maya che giornalisti come Fubini o Mastrobuoni quotidianamente rammendano al fine costringere le masse a brancolare nel buio. Mi auguro che da Napoli possa partire per poi diffondersi un risveglio consapevole delle migliori intelligenze presenti sul territorio nazionale, finalmente pronte a fare massa critica contro il ritorno di un oscurantismo antidemocratico che ha già abbondantemente sorpassato ogni limite. Non resta ancora molto tempo. Il freno ai nuovi barbari guidati dal Venerabilissimo Maestro Mario Draghi va messo ora e subito. In caso contrario, di qui a breve, correremo il serio rischio di leggere un nuovo e aggiornato “manifesto della razza” (magari titolato “nordici contro mediterranei”) firmato da una risma di pseudo-pensatori assoldati dal regime strisciante per ammantare di scientificità pelosa i deliri di un gruppo di masnadieri esaltati e senza scrupoli.
 

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La stampa italiana, servile e complice della peggiore massoneria reazionaria, continua a dipingere uno scenario falso e surreale pur di tutelare la posizione di Mario Draghi, moderno Attila riuscito a trasformare in pochi anni la ricca Europa in una valle di lacrime. L’intero circuito informativo mainstream, D’Agostino compreso, prova ad accreditare la tesi che dipinge il nostro banchiere centrale alla stregua di un raffinato mediatore, bravissimo nel trovare una sintesi accettabile in grado di conciliare le differenti e antitetiche posizioni di Paesi come Germania e Grecia. Un lavoro da “statista”, accompagnato però dal piglio pragmatico del tecnico che “rispetta le regole” e che non vuole “fare politica”. Siamo al paradosso e al ridicolo. Giornalisti (con rispetto parlando) come Federico Fubini di Repubblica e Tonia Mastrobuoni de La Stampa riescono senza arrossire a presentare Draghi come una specie di redivivo Metternich, preoccupandosi però di precisare che il campione di stanza a Francoforte non è un “politico” (non si sa mai), ma il capo di una istituzione che si limita a “rispettare le regole”. Quali regole? Fubini e Mastrobuoni dovrebbero dirci in base a quale legge o regolamento Draghi può arbitrariamente decidere quali Paesi escludere dal Quantitative Easing al fine di costringerli ad applicare politiche e ricette tanto fallimentari quanto gradite ai nuovi nazisti tecnocratici che umiliano la democrazia nel Vecchio Continente. Allo stesso modo, le massime istituzioni europee dovrebbero spiegarci in base a quali criteri è permesso ad alcuni Paesi (vedi la Francia) di sforare ripetutamente il rapporto deficit/pil, mentre altri devono limitarsi ad ubbidir tacendo. Non è forse politica, e quindi discrezionale e non necessitata, la scelta di chi graziare? E’ ora di finirla con questa ipocrisia. In Europa di fatto comanda una nuova aristocrazia, composta da oligarchi parassitari che si autolegittimano e si auto-riconoscono. La stampa italiana, anziché accanirsi in maniera vigliacca contro i legittimi rappresentanti del governo greco, dovrebbe semmai raccontare lo scandalo che ha coinvolto l’agenzia di rating Standard e Poor’s, le cui condotte sospette hanno indotto la magistratura italiana ad aprire una inchiesta potenzialmente sistemica e dirompente. Nel 1994 Draghi, allora direttore generale del ministero del Tesoro, sottoscrisse un contratto capestro con la banca di affari americana Morgan Stanley. A distanza di 17 anni quello sciagurato accordo ha prodotto i suoi nefasti effetti sulle casse del governo italiano, pronto a versare nel 2011 quasi tre miliardi di euro agli speculatori di oltreoceano in seguito all’abbassamento del rating deciso di imperio da una agenzia che annoverava fra i suoi azionisti proprio i diretti beneficiari del declassamento in oggetto. In compenso Giacomo Draghi, figlio di Mario, risulta aver fatto una brillante carriera proprio in Morgan Stanley. Non vi pare ci siano abbastanza elementi per realizzare una inchiesta giornalistica degna di questo nome? Come mai neanche quelli del Fatto Quotidiano o di Dagospia hanno il coraggio di affrontare in profondità un simile quanto maleodorante intreccio? Forse perché è facile prendersela con un massone ridicolo e di serie c come Silvio Berlusconi, mentre è molto più rischioso e complicato mettere nel mirino il gotha della massoneria oligarchica globale? Interrogativi destinati a cadere nel vuoto: chi non ha coraggio non può darselo. Ieri, venerdi 6 marzo, abbiamo presentato a Napoli, presso l’Istituto per gli studi filosofici, il libro “Massoni” scritto da Gioele Magaldi. L’evento, egregiamente organizzato dal prof. Francesco Scala, è stato partecipato ed importante. Nel silenzio pavido dei media, infatti, sarebbe il caso che il mondo della cultura cominciasse ad interrogarsi sulle troppe stranezze ed incongruenze che avvelenano il nostro tempo. L’intellettuale o è libero o non è. La lettura critica del libro “Massoni” è indispensabile per squarciare il sapiente velo di Maya che giornalisti come Fubini o Mastrobuoni quotidianamente rammendano al fine costringere le masse a brancolare nel buio. Mi auguro che da Napoli possa partire per poi diffondersi un risveglio consapevole delle migliori intelligenze presenti sul territorio nazionale, finalmente pronte a fare massa critica contro il ritorno di un oscurantismo antidemocratico che ha già abbondantemente sorpassato ogni limite. Non resta ancora molto tempo. Il freno ai nuovi barbari guidati dal Venerabilissimo Maestro Mario Draghi va messo ora e subito. In caso contrario, di qui a breve, correremo il serio rischio di leggere un nuovo e aggiornato “manifesto della razza” (magari titolato “nordici contro mediterranei”) firmato da una risma di pseudo-pensatori assoldati dal regime strisciante per ammantare di scientificità pelosa i deliri di un gruppo di masnadieri esaltati e senza scrupoli.
 

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