Val
Torniamo alla LIRA
Ridotti male....male male.
L'attuale crisi di governo ha mostrato ulteriore esempio di quanto la politica sia distante dalla volontà popolare.
Gli italiani, che nel 2018 elessero questo parlamento, non sono più rappresentati dai governanti attuali.
Appare dunque utile esaminare le ragioni che identificano
il Capo dello Stato quale complice dell’attuale immobilismo politico.
Risaputo che Mattarella non sia sostenitore del sovranismo,
urge chiedersi come egli possa rifiutare l’idea del voto anticipato.
In seguito alla caduta del primo governo Conte, con annesse perplessità dei più,
Mattarella scelse di farsi garante dell’alleanza giallofucsia.
Egli identificò tale occasione come “ultima spiaggia”, annunciando che in caso di immobilismo governativo
non avrebbe esitato a sciogliere le camere.
Inoltre, nello scorso aprile espresse come unica alternativa quella delle urne, nel caso in cui fosse stato sfiduciato il ministro Bonafede.
Nelle ultime settimane, in occasione degli ultimatum di Italia Viva,
tramite le firme dei “quirinalisti” ha annunciato il ritorno al voto in caso di apertura di crisi di governo.
Pertanto, esso apparve avviso ai “peones” che non saranno rieletti, piuttosto che espressione di una reale intenzione.
Dopo giorni dal ritiro dei ministri renziani dall’esecutivo, Mattarella ha abdicato ogni scelta.
Timidi incitamenti alla risoluzione frettolosa della crisi hanno già sostituito i recenti annunci.
Inoltre, serve ricordare che il Capo dello Stato sarebbe da ritenersi
tutore imparziale dela volontà popolare,non complice della nascita di governi traballanti.
Doveroso aggiungere anche che l’attuale assemblea,
pressoché dimezzata dalla vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari,
non potrebbe considerarsi politiamente legittimata ad eleggere il nuovo inquilino del Colle nel 2022.
Pertanto, apparirebbe scelta saggia e consona il ritorno alle urne in primavera, come accade in altre nazioni.
Eventualità auspicabile quanto improbabile,
dato che sembra che più che gli interessi dei cittadini
siano salvaguardati, tra tecnici e voltagabbana, quelli delle altre cancellerie europee.
L'attuale crisi di governo ha mostrato ulteriore esempio di quanto la politica sia distante dalla volontà popolare.
Gli italiani, che nel 2018 elessero questo parlamento, non sono più rappresentati dai governanti attuali.
Appare dunque utile esaminare le ragioni che identificano
il Capo dello Stato quale complice dell’attuale immobilismo politico.
Risaputo che Mattarella non sia sostenitore del sovranismo,
urge chiedersi come egli possa rifiutare l’idea del voto anticipato.
In seguito alla caduta del primo governo Conte, con annesse perplessità dei più,
Mattarella scelse di farsi garante dell’alleanza giallofucsia.
Egli identificò tale occasione come “ultima spiaggia”, annunciando che in caso di immobilismo governativo
non avrebbe esitato a sciogliere le camere.
Inoltre, nello scorso aprile espresse come unica alternativa quella delle urne, nel caso in cui fosse stato sfiduciato il ministro Bonafede.
Nelle ultime settimane, in occasione degli ultimatum di Italia Viva,
tramite le firme dei “quirinalisti” ha annunciato il ritorno al voto in caso di apertura di crisi di governo.
Pertanto, esso apparve avviso ai “peones” che non saranno rieletti, piuttosto che espressione di una reale intenzione.
Dopo giorni dal ritiro dei ministri renziani dall’esecutivo, Mattarella ha abdicato ogni scelta.
Timidi incitamenti alla risoluzione frettolosa della crisi hanno già sostituito i recenti annunci.
Inoltre, serve ricordare che il Capo dello Stato sarebbe da ritenersi
tutore imparziale dela volontà popolare,non complice della nascita di governi traballanti.
Doveroso aggiungere anche che l’attuale assemblea,
pressoché dimezzata dalla vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari,
non potrebbe considerarsi politiamente legittimata ad eleggere il nuovo inquilino del Colle nel 2022.
Pertanto, apparirebbe scelta saggia e consona il ritorno alle urne in primavera, come accade in altre nazioni.
Eventualità auspicabile quanto improbabile,
dato che sembra che più che gli interessi dei cittadini
siano salvaguardati, tra tecnici e voltagabbana, quelli delle altre cancellerie europee.