Sempre più convinto che le case farmaceutiche non hanno approfondito il problema.
Più remunerativo trovare un vaccino "che non è un vaccino", ma poco importa....a loro. Soldi.
E se la soluzione fosse più "facile" di quanto pensassimo?
Un
antiparassitario economico e neanche brevettato riuscirebbe, in modo significativo,
a ridurre la mortalità nei pazienti Covid-19 con malattia moderata o grave.
Si tratta dell'
invermictina, medicinale poco costoso per uso veterinario e umano
contro i parassiti come la scabbia, l'oncocercosi e i pidocchi e può essere assunto per via orale
oppure applicato sulla pelle per le infestazioni esterne.
La scoperta arriva dall'Inghilterra, epicentro di questa seconda ondata di pandemia, ed esattamente dall'Università di Liverpool.
Il Dott. Andrew Hill ed il suo team di ricerca hanno effettuato una
ricerca meta-analitica,
hanno cioè messo insieme i dati di più studi (in questo caso 18) condotti su questo antiparassitario,
ed hanno visto che l'ivermectina è stata associata ad una ridotta infiammazione
ed una più rapida eliminazione del Covid-19 con una riduzione del 75% del rischio di morte.
"
È un farmaco generico usato in tutto il mondo.
Servono 12 centesimi per produrre la sostanza farmacologica.
I
l farmaco costa 3 dollari in India, 96 dollari negli Stati Uniti",
ha detto il dottor Hill al quotidiano internazionale britannico
Financial Times.
Tra l'altro, i ricercatori hanno anche ipotizzato che questo farmaco
potrebbe rendere più difficile infettarsi e infettare chiunque altro ci sta accanto.
"Se le persone che risultano positive al test per il Covid-19 vengono trattate immediatamente
con un farmaco che elimina il virus rapidamente, questo potrebbe renderle meno contagiose",
ha affermato il Dott. Hill.
"Questa strategia di 'trattamento come prevenzione' funziona per l'HIV e dovrebbe ora essere testata per il Covid-19".
Tecnicamente, l'invermictina non è un antivirale ma questi risultati suggeriscono che il
farmaco può godere anche di queste proprietà.
I primi risultati sono definiti "incoraggianti" ma sono necessari ulteriori studi per avere prove sufficientemente solide da giustificare l'approvazione.
Questo farmaco, infatti, non è ancora stato approvato nel Regno Unito e solitamente è di importazione francese.
Nonostante diversi studi mostrino risultati favorevoli,
i ricercatori sono cauti sul fatto che alcune ricerche potrebbero contenere errori,
è per questo che si sta studiando tutto nei minimi dettagli.
Effettivamente, dell'invermictina si parlava già nella scorsa primavera,
quando anche noi ci siamo occupati della notizia a cura della collega Giorgia Baroncini (clicca
qui per il pezzo),
in cui ricercatori australiani della Monash University di Melbourne, in collaborazione con il Doherty Institute,
hanno testato questo farmaco in grado di uccidere il Covid-19 in sole 48 ore.
Negli studi condotti dai ricercatori sulle colture cellulari, era stato scoperto
che l'invermectina riusciva ad eliminare la carica virale del virus, appunto, in sole 48 ore.
Quello australiano è stato, però, uno studio preclinico ed in provetta
motivo per cui non si è ancora arrivati a dimostrare l'efficacia sull'uomo.
I ricercatori inglesi, come accennato all'inizio, hanno messo insieme questi studi
per cercare di capire se il farmaco funziona davvero ed accelerare, così, le procedure di approvazione per la cura al Covid-19.
Anche il Prof. Remuzzi, Direttore dell'Istituto Farmacologico Mario Negri di Milano,
in un'intervista al
Corriere, aveva definito "
interessanti" i risultati ottenuti dai ricercatori australiani su questo farmaco.
Attualmente, però, l'unico antivirale approvato a livello globale
per il trattamento di questa malattia è il remdesivir della Gilead Sciences
che ha mostrato un certo beneficio nell'accorciare i ricoveri ospedalieri,
ma nessun chiaro effetto sulla mortalità o sulle cariche virali
né una misura di quanto il virus circola nel flusso sanguigno di un paziente.