In tribunale i rimborsi elettorali dell'Italia dei valori (1 Viewer)

Cip1

Forumer storico
il 27 febbraio il gip di Roma deciderà se approndire le indagini in merito ai 22 milioni e mezzo di euro ottenuti dall'Italia dei valori di Di Pietro, il quale potrebbe essere rinviato a giudizio per falso in atti pubblici, appropriazione indebita e truffa aggravata, per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Con Di Pietro è indagata anche Silvana Mura, deputata e tesoriere dell’Italia dei valori, partito ammesso all’apparentamento col Pd.
 

tontolina

Forumer storico
l'unico giornale che pubblica la notizia è Panorama di proprietà dello Psiconano
http://blog.panorama.it/italia/2008/02/21/in-tribunale-i-rimborsi-elettorali-allitalia-dei-valori/


Il 27 febbraio, al tribunale di Roma, il gip Carla Santese dovrà decidere se approfondire le indagini su Italia dei valori, il partito di Antonio Di Pietro. Panorama, nel numero in edicola da venerdì 22 febbraio, scrive che l’ipotesi di reato è falso in atti pubblici, appropriazione indebita e truffa aggravata, per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
La notizia che nel fascicolo 4620/07 c’è il nome di Antonio Di Pietro, ministro delle Infrastrutture, rischia di abbattersi sulla campagna elettorale del Partito democratico. Con Di Pietro è indagata anche Silvana Mura, deputata e tesoriere dell’Italia dei valori, partito ammesso all’apparentamento col Pd.
Al centro della vicenda, scrive il settimanale, ci sono i rimborsi elettorali (22 milioni e mezzo di euro) che l’Idv ha ottenuto.
 

tontolina

Forumer storico
f4f ha scritto:
se è vero, è vero

anche se lo avesse detto Fede, se è vero, è vero .
la verità non veste casacca
certo
ma non è un rinvio a giudizio....


ma
il GIP
dovrà decidere se approfondire le indagini


insomma... sappiamo ancora leggere..... e capire
oppure giochiamo?
 

AnkleJoint

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Roma - Il ministro Antonio Di Pietro è indagato per appropriazione indebita, falso in atto pubblico e soprattutto per truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento dell’erogazione di fondi pubblici. L’inchiesta della procura di Roma verte su presunte irregolarità commesse dall’ex pm nella gestione delle finanze nell’Italia dei Valori. Sotto osservazione le spese elettorali, le movimentazioni dei conti del suo partito, l’utilizzazione dei finanziamenti pubblici incassati e delle somme ricevute dai simpatizzanti: in tutto, oltre 20 milioni di euro. Nelle carte c’è anche la storiella di un assegno «non trasferibile» da 50mila euro destinato al partito ma ugualmente incassato da Di Pietro, oggi alleato di Veltroni. Nel mirino dell’autorità giudiziaria, dunque, finisce la presunta gestione «privatistica» e «familiare» del partito da parte del suo presidente, di cui hanno parlato pubblicamente parecchi ex compagni di viaggio (vedi Giulietto Chiesa, Elio Veltri e Beniamino Donnici) e su cui si dilunga, nel 2006, l’esposto-bomba presentato all’autorità giudiziaria romana dall’avvocato Mario Di Domenico, uno che dell’Italia dei Valori conosce ogni dettaglio essendo stato tra i soci fondatori ed avendo ricoperto l’incarico di segretario. È lui, l’uomo-ombra del Tonino nazionale, la gola profonda dell’inchiesta che preoccupa Di Pietro e i suoi alleati.
Il diretto interessato, Antonio Di Pietro, ribatte ad alcune anticipazioni del settimanale Panorama: «Accolgo con un sorriso i tentativi di Panorama di sporcare la campagna elettorale con allusioni che non hanno alcun riscontro con la realtà. I fatti penali in questione sono già stati valutati, sia in sede civile con il rigetto di tutta la domanda del denunciante, sia in sede penale con la richiesta di archiviazione formulata dal pm già dall’anno scorso. Ora c’è solo l’udienza di opposizione all’archiviazione fissata dal Gip, a seguito del reclamo del denunciante». Il prossimo 27 febbraio, infatti, il gip Carla Santese deciderà che cosa fare del fascicolo 4620/07 che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati del ministro delle Infrastrutture. Tre gli esiti possibili nell’udienza in camera di consiglio fissata per quella data. Il primo: il gip accoglie la richiesta di archiviazione presentata il 10 gennaio 2007 dal pm Giancarlo Amato, motivata sull’obiettiva inesistenza di una legge specifica che regolamenti la vita dei partiti (tra le righe si fa comunque riferimento ad una eventuale «negativa ricaduta di immagine personale e politica - per Di Pietro, ndr - che la notorietà del fatto potrebbe determinare nell’opinione pubblica»). Il secondo: il gip opta per un supplemento di indagine invitando, così, il pm a svolgere nuovi e più approfonditi accertamenti alla luce anche delle ulteriori memorie presentate dalla parte offesa. Il terzo: il gip, alla luce del contraddittorio in udienza e delle risultanze investigative depositate, decide di rinviare a giudizio Antonio Di Pietro e in subordine la deputata-tesoriera dell’Idv, Silvana Mura, indagata anch’essa. Capitolo delicato quello del conto in banca nel quale sarebbero passati i circa due milioni di euro che sarebbero stati stornati dal bilancio dell’IdV per essere poi utilizzati in personali campagne elettorali senza il nulla osta previsto nello statuto del partito. Buona parte della documentazione esaminata dalla Gdf è dedicata al complicato intreccio politico finanziario dell’Italia dei Valori diviso tra «partito-movimento» e «associazione». In entrambi i casi presiede Di Pietro, la tesoriera è sempre la Mura, la poltrona di segretario dal 2006 è ricoperta da Susanna Mazzoleni, già signora Di Pietro. Chi fa da sé, all’Idv, fa per tre.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=242971



e il corriere della sera e Repubblica con ne parlano... che straaanoooo :-o
 

AnkleJoint

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«Fondi usati per scopi personali»
Ecco l’atto d’accusa di Mario Di Domenico, ex segretario dell’Idv, presente nel fascicolo del pm. Il (non più) fedelissimo del ministro delle Infrastrutture rifà la storia dell’Italia dei Valori partendo dal 2001 quando il neo partito incassò il riconoscimento al finanziamento pubblico.
«A quel punto gli screzi fra il sottoscritto e gli altri due, solo due! (Di Pietro e la tesoriera Mura, ndr) si incrementarono notevolmente: la gestione del fondo comune non veniva rendicontata a dovere, le quote alle autonomie regionali del partito Idv non venivano condivise come da accordi (...)».

IL FONDO CONTESO

«Seguirono poi non poche diversità di vedute, prese di posizione e distanze tra i soci fondatori della associazione “Lista Di Pietro”-“Italia dei Valori”. Soprattutto riguardo la - non proprio - trasparente gestione del patrimonio o fondo comune dell’associazione stessa. La gestione di detto fondo comune Idv, alimentata soltanto ex lege dalla quota di finanziamento pubblico ai partiti, era rimasta assolutamente incontrollata e nell’esclusiva disponibilità di fatto dell’onorevole Di Pietro (presidente dell’Idv) e materialmente dalla sua sodale Silvia Mura (tesoriera e rappresentante legale dell’Idv). Ai disappunti loro manifestati dal sottoscritto, seguì un balletto a due, nel condiviso abbraccio tra il presidente ed il rappresentante legale dell’Idv del sotteso tentativo di estromettermi da ogni incidenza decisionale al riguardo (...)».

GLI «SCOPI PERSONALI»

«Così ho fatto richiesta di visionare tutte le scritture contabili, giustificazioni di spesa, disponibilità e determinazioni sul fondo comune Idv, ricevendone risposta negativa dal Tesoriere (...). Ho diffidato il Presidente dall’ulteriore uso ingiustificato del fondo comune costituito soprattutto col “contributo statale ai partiti politici” e non alle persone, con evidente raggiro nell’erario (...)». Insomma, «si ravvisava la violazione sistematica dello scopo associativo in balia totale del totalitarismo personale, prevaricatore degli altrui diritti in dispregio dei principi costituzionali per la soluzione di riservati scopi personali per il tramite dell’associazione Idv, peraltro beneficiata dal pubblico contributo dello Stato (...)».

CACCIA AL TESORO

«Riguardo al rischio di spoliazione o diminuzione delle garanzie patrimoniali, anche nell’implicita criticità della democrazia interna, l’on. Giulietto Chiesa dell’Idv non solo ha dichiarato la propria incompatibilità con siffatta attività interna all’Idv ma ancor più gravemente ha denunciato l’insofferenza verso il malevolo tentativo dell’on. Di Pietro di gestione privata della quota di finanziamento pubblico elettorale del partito politico Idv (...). Poi reiterava le accuse contro le intenzioni di Di Pietro di voler tenere per sé il “malloppo” nonostante la gestione sceleris, e disse che avrebbe desiderato che quei finanziamenti fossero adoperati per il partito Idv quand’invece Di Pietro “se li tiene per sé e li gestisce in maniera assolutamente discutibile”».

PRESTITI FATTI IN CASA

«Con riguardo alla perplessa e provata gestione arbitraria del fondo comune Idv (...) nella relazione sulla gestione Idv, allegata al bilancio di esercizio anno 2002, risulta il prestito personale effettuato da Antonio Di Pietro al partito e l’integrale restituzione delle somme da parte della tesoriera Silvana Mura. Nel bilancio 2003 risulta altro prestito personale, da tal (...), marito della tesoriera Silvia Mura, puntualmente onorato della restituzione da parte della tesoriera e nella nota integrativa al rendiconto 31.12.2003 “immobilizzazioni finanziarie pari a 1.100.000,00 costituite da titoli a reddito fisso”, investimento di cui il sottoscritto non è mai stato messo al corrente così come nessun altro dei simpatizzanti (...). Nel bilancio di esercizio 2001 non risulta invece la somma di 50 milioni di vecchie lire consegnata dal ricorrente alla Tesoreria per la causa del nascente partito Idv».

SOTTERFUGI DI CASSA

«È il caso di rilevare, in questo contesto di false illazioni e spiccioli sotterfugi di cassa, il fondato timore del pericolum che deriva dalla dichiarazione dell’on. Di Pietro di esser pronto a confluire entro qualsiasi altra organizzazione associativa con l’on. Romano Prodi non solo per gli effetti conseguenti all’integrità della garanzia del Fondo comune Idv ma soprattutto perché tale possibilità è concretamente sostenuta dalla disposizione sceleris
dell’articolo 16 dello Statuto-Idv in forza del quale egli può autonomamente determinare quanto desiderato. La scaltrezza giuridica si evince, però, dall’articolo 12 che prevede, in caso di eventuale “scioglimento dell’associazione - contrariamente al precetto normativo della Legge 662/96 - che il Presidente fondatore, ovvero la Direzione nazionale, decidono sulla destinazione del patrimonio residuo”».
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=242973
 

f4f

翠鸟科
AnkleJoint ha scritto:
Roma - Il ministro Antonio Di Pietro è indagato per appropriazione indebita, falso in atto pubblico e soprattutto per truffa aggravata ai danni dello Stato finalizzata al conseguimento dell’erogazione di fondi pubblici. L’inchiesta della procura di Roma verte su presunte irregolarità commesse dall’ex pm nella gestione delle finanze nell’Italia dei Valori.


e il corriere della sera e Repubblica con ne parlano... che straaanoooo :-o



ma è indagato allora?
 

f4f

翠鸟科
AnkleJoint ha scritto:
fascicolo 4620/07

Un ministro indagato per appropriazione indebita, falso in atto pubblico e truffa aggravata. Scandalo :-o dove sono i grillini ? :D

aspettiamo fiduciossi allora :D
 

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