vecchio frank
could be worse...
MUNCH - 5
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Pur avendo iniziato con la tecnica della puntasecca, Munch seppe rapidamente sfruttare le possibilità offerte dall’acquaforte, e già in Consolazione, del 1894, si cimentò un poco con l’acquatinta come complemento alla puntasecca. In tutti i fogli del 1895 utilizzò sempre più spesso la vernice molle, altra tecnica che non sembra avergli creato particolari difficoltà.
Munch praticò una versione semplificata dell’acquatinta. Invece di accollarsi tutto il faticoso lavoro di preparazione delle lastre di rame, si procurava delle lastre di zinco già preparate mediante sabbiatura. Ma la lavorazione della lastre di zinco con la brunitura rappresentava solo la prima parte del procedimento per le stampe a colori. La stessa applicazione del colore era un’operazione quanto mai delicata. Munch utilizzava soltanto una lastra semplice e il colore veniva applicato a mano, probabilmente con dei tamponi (à poupée). Poiché l’applicazione del colore doveva essere ripetuta per ogni copia, era praticamente impossibile ottenere due esemplari perfettamente identici. D’altro canto le lastre di zinco non reggevano tirature elevate e si consumavano rapidamente, per cui la stampa a colori poteva dare una tiratura massima di otto-dieci esemplari per lastra.
Consolazione, 1894
In alto: puntasecca e acquatinta colorata a mano, 209 x 313 mm.
In basso: puntasecca e acquatinta, stesse misure.
In alto: A tu per tu, 1895, acquaforte e puntasecca, 204 x 315 mm.
In basso: L’indomani, 1895, puntasecca e acquatinta, 191 x 277 mm.
Attrazione II, 1895
Entrambe acquaforte e puntasecca, 215 x 315 mm.
Notte d’estate - La voce,1895
Entrambe puntasecca e acquatinta, 237 x 315 mm. Stupenda!
Ragazze sul ponte, 1903, acquaforte, 179 x 51 mm.
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Pur avendo iniziato con la tecnica della puntasecca, Munch seppe rapidamente sfruttare le possibilità offerte dall’acquaforte, e già in Consolazione, del 1894, si cimentò un poco con l’acquatinta come complemento alla puntasecca. In tutti i fogli del 1895 utilizzò sempre più spesso la vernice molle, altra tecnica che non sembra avergli creato particolari difficoltà.
Munch praticò una versione semplificata dell’acquatinta. Invece di accollarsi tutto il faticoso lavoro di preparazione delle lastre di rame, si procurava delle lastre di zinco già preparate mediante sabbiatura. Ma la lavorazione della lastre di zinco con la brunitura rappresentava solo la prima parte del procedimento per le stampe a colori. La stessa applicazione del colore era un’operazione quanto mai delicata. Munch utilizzava soltanto una lastra semplice e il colore veniva applicato a mano, probabilmente con dei tamponi (à poupée). Poiché l’applicazione del colore doveva essere ripetuta per ogni copia, era praticamente impossibile ottenere due esemplari perfettamente identici. D’altro canto le lastre di zinco non reggevano tirature elevate e si consumavano rapidamente, per cui la stampa a colori poteva dare una tiratura massima di otto-dieci esemplari per lastra.
Consolazione, 1894
In alto: puntasecca e acquatinta colorata a mano, 209 x 313 mm.
In basso: puntasecca e acquatinta, stesse misure.
In alto: A tu per tu, 1895, acquaforte e puntasecca, 204 x 315 mm.
In basso: L’indomani, 1895, puntasecca e acquatinta, 191 x 277 mm.
Attrazione II, 1895
Entrambe acquaforte e puntasecca, 215 x 315 mm.
Notte d’estate - La voce,1895
Entrambe puntasecca e acquatinta, 237 x 315 mm. Stupenda!
Ragazze sul ponte, 1903, acquaforte, 179 x 51 mm.