Ingiusti lamenti e "scioperi" contro le web-banche

giuseppe.d'orta

Forumer storico
Davvero non comprendo la levata di scudi nei confronti di due decisioni, spiacevoli ma niente affatto drammatiche, effettuate da due dei principali attori degli investimenti sul web: Ing Direct e Fineco.

La prima abbasserà dal 1 luglio (1 giugno per i nuovi rapporti) il tasso offerto alla clientela dal 3% al 2.70%. Fineco, invece, dal 1 giugno ha introdotto un canone mensile di 5.95, che si riduce, fino ad azzerarsi, con la maggiore utilizzazione del conto stesso.

Molti clienti Fineco sono passati altrove per via dell'"affronto" patito, mentre addirittura leggo di uno "sciopero contro il Conto Arancio", che si manifesterebbe prelevando tutti assieme i depositi dal conto, per versarli nuovamente il giorno dopo.

Leggendo le reazioni, davvero forti, alle due decisioni, ho la sensazione che il pubblico del web si sia abituato fin troppo bene, forse sulla scia del concetto secondo il quale "su internet è tutto gratis". A volte penso che molti di loro abbiano già dimenticato, oppure non hanno mai visto, le banche degli anni '80-'90, ma anche quelle attuali, che quanto a costi ed inefficienza continuano a non scherzare: manovre sui tassi ed aumenti di costi senza alcuna pubblicizzazione (mentre Fineco, ad esempio, ha avvertito con ben due mesi di anticipo), commissioni inventate dalla sera alla mattina, e tanto altro.

Lo "sciopero contro il Conto Arancio", inoltre, è in violazione della legge.
L'articolo 138 del Testo Unico Bancario, che disciplina l'aggiotaggio bancario, recita: "Chiunque divulga, in qualunque forma, notizie false, esagerate o tendenziose riguardanti banche o gruppi bancari, atte a turbare i mercati finanziari o a indurre il panico nei depositanti, o comunque a menomare la fiducia del pubblico, è punito con le pene stabilite dall'articolo 501 del codice penale".

Quel "menomare la fiducia del pubblico" si adatta al caso in questione. Il reato di aggiotaggio bancario esiste in quanto l'intero sistema bancario si basa sulla fiducia dei depositanti: come ovvio, le banche non detengono "a vista" tutto il danaro che la clientela versa (altrimenti non potrebbero svolgere la propria attività), ed ecco che qualsiasi tentativo di sbilanciare il rapporto tra somme versate e somme liquide detenute dalla banca è da censurare tramite un'apposita norma di legge.

Soprattutto, il "tutto gratis" su internet non esiste, né è mai esistito. E’ servito nella prima fase per costruire una solida base di clienti in un mercato che nasceva in quel momento: nel 1999-2000 (e, in misura minore, ancora oggi) c’era diffidenza nei confronti degli intermediari che utilizzavano il web, strumento considerato (a torto) poco sicuro. Bisognava, quindi, invogliare la massa di potenziali clienti anche sotto questo aspetto, presentando quindi commissioni zero per la tenuta conto e bassissime per la compravendita di strumenti finanziari. Ricavi ridotti, quindi, per servizi che comunque presentano dei costi da affrontare (la tecnologia e la sicurezza, ad esempio).

Inoltre, circa i 2/3 dei conti bancari web per il trading e la metà di quelli bancari non sono attivi (non hanno mai generato una sola operazione): conti del genere costituiscono una manna per le banche tradizionali che possono incamerare le commissioni che ben sappiamo, ma per gli intermediari via web e’ un fenomeno che si traduce solo in maggiori costi.
Più si usa il conto, meno si paga, anche fino all’azzeramento del canone: è, appunto, una strategia che serve ad invogliare l’utilizzo del conto, mentre chi non lo sfrutta appieno ne sopporta il costo, che è comunque enormemente inferiore.

Discorso analogo per il tasso offerto da IngDirect: è spiacevole ricevere trenta centesimi lordi in meno, ma si tratta pur sempre della migliore remunerazione di mercato per quella tipologia di strumento che, ricordiamolo, è solo un parcheggio di liquidità e non (come molti, invece, fanno) un investimento.

Invito, quindi, a ragionare sempre sulla validità delle offerte degli intermediari, senza cadere in lamentele immotivate e farsi trascinare da iniziative davvero immotivate e, come visto, anche non perfettamente lecite.
 
Re: Ingiusti lamenti e "scioperi" contro le web-ba

g.d'orta ha scritto:
Davvero non comprendo la levata di scudi...

Sottoscrivo con convinzione le tue parole. Grazie per diffondere messaggi che stimolano riflessione ed educano alla maturità.

saluti,
lassen
 

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