ISIS o ISIL e i rapporti con OBAMA

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Border Nights, puntata 129 (16-09-2014)

Border Nights, puntata 129 (16-09-2014) | Border Nights | Spreaker



Ospiti della puntata Massimo Mazzucco e Solange Manfredi. Si parla di Isis, mondo arabo, video di sgozzamenti, nuove guerre all'orizzonte, 11/9, guerra psicologica e manipolazione.
Ultima parte con Paolo Franceschetti con il quale si parlerà ancora di religione islamica, dell'apparente svolta nell'indagine sulla morte di Marco Pantani e di altro.
Border Nights va in onda ogni settimana alle 22 su Web Radio Network (www.webradionetwork.eu). Per intervenire scrivere a: ... Maggiori informazioni
 
[FONT=&quot]La situazione nel Levante rischia di evolversi rapidamente, in parte a causa della crisi di autorità a Washington e in parte a causa dell’ascesa del principe Salman al trono saudita. Questa evoluzione potrebbe essere facilitata da un’alternanza politica in Israele. In primo luogo, la crisi di autorità che paralizza gli Stati Uniti continua a mobilitare la classe dirigente. Dopo l’appello del presidente onorario del Council on Foreign Relations (Cfr) affinché il presidente Obama si circondi di personalità sperimentate di entrambe le parti, il “New York Times” ha dedicato un editoriale a un rapporto pubblicato nel mese di ottobre dalla Rand Corporation. Il principale think-tank dedicato alle questioni militari ha fatto una inversione ad U nel giro di un anno. A suo parere, la vittoria della Repubblica araba siriana è ormai «l’opzione più desiderabile» per gli Stati Uniti, mentre la sua caduta sarebbe «il peggiore dei risultati». I gruppi armati hanno perso ogni sostegno tra la popolazione urbana, le defezioni si sono fermate da più di un anno e l’esercito siriano continua la sua liberazione del paese.[/FONT]
[FONT=&quot]Inoltre, continua la Rand, la vittoria siriana non andrà a vantaggio dell’Iran finché Daesh (l’Isis, ndr) sarà presente in Iraq. L’istituto prevede che gli Stati che hanno fin qui alimentato gli jihadisti smetteranno di farlo.
Essi, infatti, non possono sperare di sconfiggere la Siria in questo modo e ora temono che gli jihadisti si rivoltino contro di loro. Pertanto, ha concluso la Rand, non vi sarà alcuna soluzione negoziata con gli Stati sponsor, bensì una netta vittoria del “regime”, alla quale gli Stati Uniti dovrebbero essere associati. Si osserverà il cambiamento radicale della posizione del complesso militare-industriale.
Un anno fa, la Rand preconizzava di bombardare la Siria come la Libia, e di condurvi un’azione limitata a terra con la creazione di aree protette amministrate dai “rivoluzionari”.
Oggi, ammette implicitamente che non c’è mai stata una rivoluzione in Siria e, dopo un lungo momento di esitazione sul suo futuro, la maggioranza sunnita sostiene nuovamente la Repubblica laica.[/FONT]
[FONT=&quot]L’atmosfera a Washington oggi assomiglia a quella all’inizio del 2006, quando l’esercito era impantanato in Afghanistan e in Iraq, mentre Donald Rumsfeld tentava di nascondere la sconfitta. All’epoca, il Congresso istituì la Commissione Baker-Hamilton. Questa, dopo otto mesi di lavoro, concluse che le forze Usa non sarebbero state in grado di stabilizzare il paese che occupavano senza l’aiuto dell’Iran e della Siria. Il quadro della situazione militare che disegnò era così spaventoso che gli statunitensi sanzionarono George W. Bush nelle elezioni di medio termine. Il presidente a quel punto sacrificò Rumsfeld e lo sostituì con un membro della Commissione, Robert Gates. Il nuovo segretario della Difesa concluse degli accordi sul campo con Teheran e Damasco, acquistò i principali gruppi della resistenza irachena (la carota) e aumentò il numero dei soldati lì schierati (il bastone) fino a stabilizzare la situazione.[/FONT]
[FONT=&quot]In secondo luogo, in Arabia, il nuovo re Salman ha dapprima cercato di destituire tutti gli ex sostenitori del suo predecessore, arrivando perfino a congedare il principe Miteb e il segretario generale del palazzo due ore dopo la morte di re Abdullah. Poi è ritornato sulle sue decisioni dopo aver ricevuto le condoglianze del suo Signore statunitense. In ultima analisi, Miteb sarà l’unico sopravvissuto dell’era precedente, mentre il principe Bandar è stato licenziato. Ora, Bandar foraggiava Daesh con l’aiuto della Cia, al fine di fare pressione sul re Abdullah nell’interesse del clan dei Sudeiri. La sua cacciata, pretesa dal presidente Obama, segna probabilmente la fine del predominio saudita sul terrorismo internazionale. Questa volta – la quarta – dovrebbe essere quella buona: nel 2010, il principe era stato bandito per aver tentato di organizzare un colpo di Stato, ma era ritornato grazie alla guerra contro la Siria; nel 2012, era stato vittima di un attacco in rappresaglia per l’uccisione di membri del Consiglio di sicurezza nazionale siriano, ma era di nuovo al lavoro un anno dopo, debole e ossessivo; nel 2014, John Kerry ha preteso ancora una volta il suo licenziamento, ma è tornato nuovamente in scena grazie alla crisi egiziana; è stato appena sacrificato dal suo stesso clan, che non gli lascia alcuna prospettiva di ritorno né a breve né a medio termine.[/FONT]
[FONT=&quot]In terzo luogo, l’attacco a Hezbollah da parte di Israele, cui è seguita la risposta di Hezbollah contro Israele, evidenzia paradossalmente la debolezza di Benjamin Netanyahu in pieno periodo elettorale.
Il primo ministro uscente sperava che la resistenza libanese non fosse in grado di rispondere all’aggressione e che lui uscisse così coronato da questo confronto. Il suo errore di calcolo potrebbe costargli il posto, per la gioia della Casa Bianca che non nasconde più da molto tempo la propria esasperazione per il suo fanatismo. In base agli sviluppi in corso a Washington, a Riyadh e forse presto a Tel Aviv, è ragionevole concludere che, nei prossimi mesi, gli Stati Uniti concentreranno i loro sforzi per escludere Daesh dal Levante per proiettarlo, fuori della loro area di influenza, contro la Russia e la Cina.[/FONT]
[FONT=&quot]Da parte sua, l’Arabia Saudita dovrebbe cercare sia di salvare la sua autorità presso i vicini Bahrein e Yemen, fornendo assistenza al gran perdente della guerra contro la Siria, il presidente Recep Tayyip Erdoğan, che il Stati Uniti hanno deciso di abbandonare. Questo sviluppo sarà più o meno lungo a seconda dei risultati elettorali a Tel Aviv. Mentre gli jihadisti sono diventati una minaccia per la stabilità di tutti gli stati nel Levante, compreso Israele, Netanyahu potrebbe continuare a mettere la sua aviazione e i suoi ospedali al loro servizio. Ma non si può immaginare che persisterà quando tutti gli altri Stati della regione li combatteranno. Al contrario, nel caso che il primo ministro perda le elezioni, il suo successore darà immediatamente una mano agli Stati Uniti contro gli jihadisti. Ancora una volta, Damasco, la più antica città abitata del mondo, sarà sopravvissuta ai barbari che volevano distruggerla.[/FONT]

[FONT=&quot](Thierry Meyssan, “Sconvolgimento degli interessi Usa nel Levante”, da “Megachip” del 1° febbraio 2015).[/FONT][FONT=&quot][/FONT]
 
Sorpresa, ora i sauditi impongono agli Usa di mollare l’Isis
http://www.investireoggi.it/forum/4174666-post18.html

Nuove domande sul rapporto sulle torture della CIA


Rete Voltaire | 1 gennaio 2015
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http://www.voltairenet.org/article186355.html
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La relazione della commissione Intelligence del Senato sull’uso delle torture da parte della CIA dal 2001 al 2009 non ha finito di suscitare reazioni.


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Glenn Greenwald (The Intercept) è riuscito ad identificare l’agente della CIA che guidava la cellula di ricerca di Usama bin Ladin, e che ha diretto il programma della CIA [1]. »

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Alfreda Frances Bikowsky, considerata la miglior specialista di al-Qaida e di aver accumulato errori nella ricerca di al-Qaida. Domanda: Come è possibile ciò? Tranne ovviamente l’ipotesi che la sua vera funzione non fosse combattere i jihadisti, ma organizzarli e manipolarli agli ordini degli interessi statunitensi.
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colonnello Lawrence Wilkerson, che fu capo di gabinetto del segretario di Stato Colin Powell nel 2002-2005, ha accusato la CIA di avere, tramite questo programma di condizionamento con la tortura, fabbricato le prove che hanno portato alla guerra contro l’Iraq [2].
Per saperne di più sul rapporto della CIA: "Il rapporto del Congresso sulla tortura conferma che al-Qaida non è implicata negli attentati dell’11 settembre", Thierry Meyssan, Rete Voltaire, 15 dicembre 2014.
Traduzione
Alessandro Lattanzio
(Sito Aurora)
 
l'Inghilterra vorrebbe farci credere che la Russia sia come l'ISIS

ma la Russia è finanziata dalla CIA? direi di NO!

giocano a rincretinirci!

SE qualcuno vuole destabilizzare l'Europa è solo chi ha voluto ed oragnizzato il colpo di stato in Ucraina sparando sulla popolazione e sulla polizia.... magari affermando:"Vaffainqulo Europa"


"Putin è come l'Isis". Sull'Ucraina scontro tra Londra e Mosca

Dopo i jet russi intercettati sulla Manica inglesi durissimi: "La Nato vigili: vogliono destabilizzare anche i Paesi Baltici"





Roberto Fabbri - Ven, 20/02/2015 - 08:09




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Caduta miseramente Debaltsevo, la guerra nell'Est dell'Ucraina continua, sempre travestita da una finta tregua che tutti (tranne il sempre più angosciato presidente ucraino Petro Poroshenko) continuano a fingere che sia vera.


"Putin è come l'Isis". Sull'Ucraina scontro tra Londra e Mosca - IlGiornale.it
 

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