IN ISRAELE, INTANTO, PREPARANO L’ANTI-PASQUA (… ma anche in Vaticano …)
Maurizio Blondet 1 Aprile 2021
di Gianluca Marletta
Esperimenti genetici, modificazione dei viventi, transumanesimo con un pizzico di gender: é il delirante scenario delle notizie che vengono da Israele.
Riportiamo in anteprima, per concessione dell’autore Adriano Forgione, un breve estratto del prossimo editoriale del mensile FENIX:
«Scrivo questo editoriale nel giorno della Domenica delle Palme (…). Ieri, durante il mio consueto aggiornamento quotidiano sono incappato in una notizia proveniente da Israele. Una notizia che mi ha gelato il sangue.
Il quotidiano israeliano Haaretz (del 26 marzo) titolava “Questa non è fantascienza. I ricercatori israeliani hanno coltivato un embrione al di fuori dell’utero» e come sinossi all’articolo: “Nel laboratorio Jacob Hanna, presso l’Istituto Weizmann, per la prima volta al mondo, gli scienziati sono riusciti a far crescere un embrione di mammifero al di fuori dell’utero. Le implicazioni di questo risultato senza precedenti potrebbero essere enormi: dalla crescita di embrioni sintetici per impianti di organi, alla creazione di un bambino i cui genitori biologici sono due uomini”.
Già questo basterebbe a far accapponare la pelle.
Leggendo l’articolo si comprende che il successo di questo processo “antinaturale” è avvenuto su un topo (…). A questo si aggiungevano le entusiastiche dichiarazioni del team di scienziati sui possibili sviluppi e impieghi di questo traguardo, che fino a ieri qualcuno avrebbe definito oscuri e deliranti.
Perchè l’etica imporrebbe di evitare di impiegare certe conoscenze “contronatura”.
Va bene per salvare vite, ma il resto?
Si sa, il materialismo,
la scienza piegata al profitto, il transumanesimo e tutte le ideologie figlie di una cultura degenerata, e probabilmente di una unica forza ottenebrante, hanno oramai messo da parte il sacro e le stesse leggi di natura. Ancora più impattante, leggendo l’articolo, è stato osservare la foto del feto di un agnello, praticamente formato, all’interno di una sacca artificiale, agganciato a tubi di alimentazione in plastica accompagnata da queste affermazioni: “Nelle pecore, ciò era stato già fatto con successo con un feto verso la fine del suo sviluppo, ma ancora in una fase in cui non sarebbe sopravvissuto nel mondo esterno. Gli scienziati l’hanno coltivato in un “utero artificiale” che gli ha fornito sostanze tramite un cordone ombelicale sintetico per un mese intero”.
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