Cina sempre più bollente. E arriva il premio di Moody's
Gli ultimi dati arrivati dal paese del dragone parlano di una fiammata dei prezzi, che a ottobre in generale hanno portato l'inflazione a crescere al ritmo più veloce degli ultimi due anni. La soluzione? Nuove strette monetarie.
Si surriscalda ancora l'economia del Dragone. I prezzi al consumo di ottobre sono infatti balzati al 4,4%, ben al di sopra del 3,6% del mese precedente e del +4% atteso dagli analisti. Si tratta del ritmo più veloce degli ultimi due anni.
Che la Cina continui a sorprendere per la sua crescita è ormai un dato di fatto: tanto che oggi Moody's ha alzato il rating del paese da A1 a Aa3 per effetto della performance della sua congiuntura, capace di reggere a una delle peggiori crisi finanziarie mai avvenute a livello globale.
L'agenzia di valutazione intravede inoltre prospettive di una robusta crescita della Cina nel medio termine e ritiene che alla fine il paese e gli Stati Uniti riusciranno a risolvere le tensioni sul dossier del commercio.
Intanto, la minaccia della formazione di nuove bolle speculative e di una crescita troppo forte delle spinte inflattive è sempre più concreta: tornando all'ultimo dato, a spingere sull'acceleratore è stata soprattutto la fiammata dei prezzi degli alimenti, che nel mese scorso hanno segnato un incremento del 10%, mentre il comparto non alimentare ha registrato un ben più modesto +1,6%, comunque in crescita rispetto all'1,4% di settembre.
A questo punto sembra ormai scontato un intervento più o meno imminente da parte delle autorità di politica monetaria cinesi per tentare di raffreddare un'economia davvero bollente. O meglio, sembra più scontata una serie di interventi, visto che la Cina ha già iniziato ad agire.