La bilancia della stima.

genesta, tu sempre perentorio...un bel "a parere mio", no eh? :D

diciamo che il mio quesito, fatto di poche parole e quindi lontano dal voler
affrontare il problema in modo "scientifico", cercava per l'appunto di focalizzare
l'attenzione più che sulle doti umane dei due soggetti, sui loro impieghi lavorativi.
per questo, avevo sùbito escluso dalla valutazione il dato "bellezza interiore", mettendolo pari.

mi chiedi come si faccia a giudicare una persona dal lavoro che fa.
vedi, si dice che il lavoro nobiliti l'uomo. non solo: pare che esso ci porti via
parecchie ore nell'arco della giornata... insomma, ad esso dedichiamo molte energie. no?

ecco che, per questi motivi e molti altri, ero interessata a capire
se, secondo voi, fosse meritevole di maggiore stima un lavoratore dei campi
o un lavoratore statale del computer... tenendo conto (e qui spiego il termine "cazzèggio"
nelle mie parole del topic) che: se un terreno non lo ari e non lo semini, non raccogli e non guadagni,
mentre se il pc lo usi per cazzeggiàre ore ed ore ed ore al giorno,
lo stipendio alla fine del mese t'arriva comunque.


poi, non vedo costrizione (come tu dici), in chi lavora un campo. chi può affermare con certezza
che un contadino desideri sedere sulla poltrona di un ufficio, piuttosto che arare un campo?
 
Non metto "a parer mio" ogni volta che esprimo una opinione, perché mi sembra ovvio che si tratti di una mia opinione.

Ovvietà della quale, mi devo ricredere, dato che mi si dà del "perentorio". :ops:

Termine che non si addice a un individualista sfegatato come il sottoscritto, data la mia strenua lotta contro ogni tentativo di omogeneità di opinioni.

Tale termine, se mi si consente, é da attribuire, semmai, a tutti coloro i quali tentano di far combaciare, presuntuosamente, la loro opinione con quella della massa e finiscono per imporla a tutti come una legge moralmente universale.

Credimi, Melodia, sono tutto il contrario di questo.

Ciò premesso, secondo la mia esperienza, é mia opinione - che può anche essere traviata - che un lavoro duro difficilmente risulta essere una scelta nella propria vita. Più facile che, una serie di circostanze (destino?) forse unitamente a una non spiccata capacità intellettiva forza in un senso o nell'altro la nostra esistenza.

Tu prova a chiedere, Melodia, a un contadino che si fa un mazzo così dalla mattina alla sera se non sarebbe contento di prendere il posto di quello che cazzeggia sul computer e vedi cosa ti risponde.

Poi ne riparliamo.

:-o
 
genesta ha scritto:
Non metto "a parer mio" ogni volta che esprimo una opinione, perché mi sembra ovvio che si tratti di una mia opinione.

Ovvietà della quale, mi devo ricredere, dato che mi si dà del "perentorio". :ops:

Termine che non si addice a un individualista sfegatato come il sottoscritto, data la mia strenua lotta contro ogni tentativo di omogeneità di opinioni.

tele termine, se mi si consente, é da attribuire, semmai, a tutti coloro i quali tentano di far combaciare, presuntuosamente, la loro opinione con quella della massa e finiscono per imporla a tutti come una legge moralmente universale.

Credimi, Melodia, sono tutto il contrario di questo.

Ciò premesso, secondo la mia esperienza, é mia opinione - che può anche essere traviata - che un lavoro duro difficilmente risulta essere una scelta nella propria vita. Più facile che, una serie di circostanze (destino?) unitamente a una non spiccata capacità intellettiva forza in un senso o nell'altro la nostra esistenza.

Tu prova a chiedere, Melodia, a un contadino che si fa un mazzo così dalla mattina alla sera se non sarebbe contento di prendere il posto di quello che cazzeggia sul computer e vedi cosa ti risponde.

Poi ne riparliamo.

:-o

e com'è il fatto che io non ne posso più di capzeggiare su di un computer
(ed un futuro al pc mi angoscia) e desidererei fortemente sudare a contatto con il verde e la natura
(e non ditemi "prova a far l'amore in una pineta", non parlo di questo :-o :rolleyes: ),
solo che una serie di circostanze (destino?) unitamente a una non spiccata capacità
nell'uso della vanga e dell'aratro forza in un senso o nell'altro questa mia esistenza?
 
genesta ha scritto:
Non metto "a parer mio" ogni volta che esprimo una opinione, perché mi sembra ovvio che si tratti di una mia opinione.

Ovvietà della quale, mi devo ricredere, dato che mi si dà del "perentorio". :ops:

Termine che non si addice a un individualista sfegatato come il sottoscritto, data la mia strenua lotta contro ogni tentativo di omogeneità di opinioni.

Tale termine, se mi si consente, é da attribuire, semmai, a tutti coloro i quali tentano di far combaciare, presuntuosamente, la loro opinione con quella della massa e finiscono per imporla a tutti come una legge moralmente universale.

Credimi, Melodia, sono tutto il contrario di questo.

Ciò premesso, secondo la mia esperienza, é mia opinione - che può anche essere traviata - che un lavoro duro difficilmente risulta essere una scelta nella propria vita. Più facile che, una serie di circostanze (destino?) forse unitamente a una non spiccata capacità intellettiva forza in un senso o nell'altro la nostra esistenza.

Tu prova a chiedere, Melodia, a un contadino che si fa un mazzo così dalla mattina alla sera se non sarebbe contento di prendere il posto di quello che cazzeggia sul computer e vedi cosa ti risponde.

Poi ne riparliamo.

:-o


E con questo si e' dimostrato qualcosa? Se si', sono troppo ottusa per capirlo. Io penso, oggettivamente, da figlia laureata e privilegiata di persone che non hanno avuto ne' la possibilita' di studiare ne' di godere di privilegi, che i miei genitori avrebbero benissimo potuto sprecare un po' di soldi (sudatissimi) in piu' per le loro vacanze (non ne hanno MAI fatta una), per i loro svaghi, per il loro benessere, invece che per i miei studi e per darmi una casa mia e un lavoro comodo e ben pagato. Il fatto che non l'abbiano fatto mi ha tolto per sempre, e felicemente, il diritto e la voglia di pensare che esistano persone migliori dei miei genitori. Ognuno ha il suo destino nella vita, e tutti devono vivere il proprio malgrado le proprie aspirazioni. Io, da persona che caz.zeggia su un computer, mi permetto di ammirare sconfinatamente il coraggio, la dignita' e la forza di chi in vita sua ha avuto pochissimo tempo per caz.zeggiare, conoscendo io molto bene entrambe le realta'. Poi, ovviamente, ognuno ragiona in base alle proprie esperienze, e nessuno ha il diritto di estendere a chiunque le proprie verita'. Dico solo che nella mia personale graduatoria, a parita' di doti, vince chi le ha sottoposte alle prove piu' difficili. E' un criterio come un altro.
 
melodia ha scritto:
e com'è il fatto che io non ne posso più di capzeggiare su di un computer
(ed un futuro al pc mi angoscia) e desidererei fortemente sudare a contatto con il verde e la natura
(e non ditemi "prova a far l'amore in una pineta", non parlo di questo :-o :rolleyes: ),
solo che una serie di circostanze (destino?) unitamente a una non spiccata capacità
nell'uso della vanga e dell'aratro forza in un senso o nell'altro questa mia esistenza?

E io che avevo già preso il materassino ed il cestino con i dolci per il dopo :sad:

Vabbè :rolleyes:
Credo che le persone trarrebbero un forte giovamento dal potere, nella propria vita, essere impiegati in diverse tipologie di lavoro.
Ed invece è molto difficile poterlo fare.

Temo di avere detto una catalanata. :mumble:
 
genesta ha scritto:
Non metto "a parer mio" ogni volta che esprimo una opinione, perché mi sembra ovvio che si tratti di una mia opinione.

Ovvietà della quale, mi devo ricredere, dato che mi si dà del "perentorio". :ops:

Termine che non si addice a un individualista sfegatato come il sottoscritto, data la mia strenua lotta contro ogni tentativo di omogeneità di opinioni.

Tale termine, se mi si consente, é da attribuire, semmai, a tutti coloro i quali tentano di far combaciare, presuntuosamente, la loro opinione con quella della massa e finiscono per imporla a tutti come una legge moralmente universale.

Credimi, Melodia, sono tutto il contrario di questo.

Ciò premesso, secondo la mia esperienza, é mia opinione - che può anche essere traviata - che un lavoro duro difficilmente risulta essere una scelta nella propria vita. Più facile che, una serie di circostanze (destino?) forse unitamente a una non spiccata capacità intellettiva forza in un senso o nell'altro la nostra esistenza.

Tu prova a chiedere, Melodia, a un contadino che si fa un mazzo così dalla mattina alla sera se non sarebbe contento di prendere il posto di quello che cazzeggia sul computer e vedi cosa ti risponde.

Poi ne riparliamo.

:-o


Ah, Genesta... dimenticavo....quel "unitamente a una non spiccata capacita' intellettiva" e' una sce.menza colossale, e anche abbastanza offensiva. Questo posso dirtelo senza alcun timore di smentita. Forse tu non conosci molta gente che e' nata sotto le bombe e stava in una risaia a dodici anni, e credi che le doti intellettive per determinare la tua sorte siano tutto. Be', non e' cosi', e non ti auguro, ne' a te ne' a me, di sperimentare la veridicita' di quel che dico. Con stima.
 
tashtego ha scritto:
[/b]

E con questo si e' dimostrato qualcosa? Se si', sono troppo ottusa per capirlo. Io penso, oggettivamente, da figlia laureata e privilegiata di persone che non hanno avuto ne' la possibilita' di studiare ne' di godere di privilegi, che i miei genitori avrebbero benissimo potuto sprecare un po' di soldi (sudatissimi) in piu' per le loro vacanze (non ne hanno MAI fatta una), per i loro svaghi, per il loro benessere, invece che per i miei studi e per darmi una casa mia e un lavoro comodo e ben pagato. Il fatto che non l'abbiano fatto mi ha tolto per sempre, e felicemente, il diritto e la voglia di pensare che esistano persone migliori dei miei genitori. Ognuno ha il suo destino nella vita, e tutti devono vivere il proprio malgrado le proprie aspirazioni. Io, da persona che caz.zeggia su un computer, mi permetto di ammirare sconfinatamente il coraggio, la dignita' e la forza di chi in vita sua ha avuto pochissimo tempo per caz.zeggiare, conoscendo io molto bene entrambe le realta'. Poi, ovviamente, ognuno ragiona in base alle proprie esperienze, e nessuno ha il diritto di estendere a chiunque le proprie verita'. Dico solo che nella mia personale graduatoria, a parita' di doti, vince chi le ha sottoposte alle prove piu' difficili. E' un criterio come un altro.

Io dico solo che, con molta probabilità non sia stata una scelta. Punto.

Migliore o peggiore. Se vogliamo giudicare, senza cadere nella banale superficialità (cosa che ho premesso nella disamina precedente, con ironia non capita - uffa - ), una persona, dovremmo perlomeno essere quella persona. E non sarebbe nemmeno sufficiente ...

Una persona che cazzeggia davanti a un computer può avere, paradossalmente ( ma neanche tanto) peggiori tribolazioni nell'animo di una persona che vive semplicemente a contatto con la natura.

Ti chiedo solo di prendere in considerazione una simile ipotesi e dirmi in tal caso a cosa significhi avere una prova più difficile.
 
tashtego ha scritto:
Ah, Genesta... dimenticavo....quel "unitamente a una non spiccata capacita' intellettiva" e' una sce.menza colossale, e anche abbastanza offensiva. Questo posso dirtelo senza alcun timore di smentita. Forse tu non conosci molta gente che e' nata sotto le bombe e stava in una risaia a dodici anni, e credi che le doti intellettive per determinare la tua sorte siano tutto. Be', non e' cosi', e non ti auguro, ne' a te ne' a me, di sperimentare la veridicita' di quel che dico. Con stima.

Beh, con stima mi sembra un pò ipocrita da parte tua, visto la disistima che, invece, manifesti.

Già sarebbe tanto, e mi contenterebbe, avere il tuo rispetto.

Dice Travaglio: Un fatto é un fatto, una opinione é una opinione. Contraddire una opinione é lecito, mentre contraddire un fatto é una menzogna.

Ed é un fatto, cara Tashtego, e non una opinione, che vi sono individui più o meno dotati intellettualmente, come vi sono individui più o meno dotati fisicamente.
 
genesta ha scritto:
Io dico solo che, con molta probabilità non sia stata una scelta. Punto.

Migliore o peggiore. Se vogliamo giudicare, senza cadere nella banale superficialità (cosa che ho premesso nella disamina precedente, con ironia non capita - uffa - ), una persona, dovremmo perlomeno essere quella persona. E non sarebbe nemmeno sufficiente ...

Una persona che cazzeggia davanti a un computer può avere, paradossalmente ( ma neanche tanto) peggiori tribolazioni nell'animo di una persona che vive semplicemente a contatto con la natura.

Ti chiedo solo di prendere in considerazione una simile ipotesi e dirmi in tal caso a cosa significhi avere una prova più difficile.
.
L'ho appena spiegato. Bombe sulla testa. Giocare con le schegge di bomba e le scarpe dei morti ammazzati in guerra da piccoli. Fame. Risaie e bestie al pascolo a dodici anni.
La maestra che supplica tuo padre di farti studiare, magari mettendoti in seminario, per la tua intelligenza superiore alla media, e tuo padre che dice no perche' hai quattro fratelli e lui non li puo' far studiare tutti. E questo e' solo l'inizio. Io, caz.zeggiatrice da computer che si cura una pesante depressione da anni, e di tribolazioni interiori ne so abbastanza, non invidio la vita che hanno avuto i miei. Poi vedi tu, io non soniente di niente e di nessuno, notoriamente. E la chiudo qui.
 
Argema ha scritto:
E io che avevo già preso il materassino ed il cestino con i dolci per il dopo :sad:

Vabbè :rolleyes:
:rolleyes:

Credo che le persone trarrebbero un forte giovamento dal potere, nella propria vita, essere impiegati in diverse tipologie di lavoro.
Ed invece è molto difficile poterlo fare.

Temo di avere detto una catalanata. :mumble:
conosco però persone che si dedicano non appena possono ad un orto, nel giardino della propria casa,
pur avendo un lavoro da ufficio; guardacaso, sono persone verso cui provo grande
stima e ritengo abbiano una grande armonia interiore ed un forte equilibrio emozionale.

insomma, persone serene; questo mi trasmettono. alcune scrivono qui :)
 

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