La democrazia di kiev

Post distensivo,: osservate cosa dicono alla televisione i media Kiev: "smantellato un router che trasforma gli ucraini in zombie"

Di Nuke The Whales , il 5 gennaio 2016 16 Comment





Ok, ragazzi, certe volte anche i media italiani non scherzano in quanto a balle sparate dai giornalisti, sia in politica estera che in quella interna.
Però in Ucraina giocano proprio in un altro campionato.
Ecco la notizia pubblicata su di una televisione ucraina, Canal 24.
Anton, il soldato che vedete sullo sfondo, Anton Myronovich, è lo speaker ufficiale dell’ATO (Anti Terroristic Operation), le forze armate ucraine che si occupano di combattere contro i separatisti dell’est.
Costui afferma di aver “smantellato” un trasmettitore illegale messo da militanti filorussi sul tetto di una scuola.
Questo diabolico apparecchio, capace di “trasformare in zombi” soldati e ragazzi, permetteva la connessione internet gratis in zona.

Solo che non permetteva l’accesso ai siti ucraini e invece diffondeva notizie “false e inesistenti” provenienti dalla Federazione Russa.
Questo dicono loro, ovviamente, nella foto, però si vede chiaramente che l’oggetto misterioso in realtà è uno Hub di rete, modello Planet SGSW 24240 un prodotto cinese economico che serve per collegare “via cavo” una serie di computer.
Il sospetto è che si trattasse dell’Hub che collegava i vari computer dell’aula di informatica della scuola.
Le tre chiavette misteriose che vedo nel filmato non so cosa potessero fare, ma il sospetto è che si tratti di semplici chiavette Wifi..
Ovviamente questi dispositivi non “trasmettono” niente e non sono in grado di trasformare in zombie nessuno.
Certificano solo la palese e totale imbecillità dei servizi segreti locali, che mandano le forze armate a perquisire l’aula di informatica di una scuola.
E via via, il “virus” dell’imbecillità passa ai soldati e ai cameraman, che filmano questo avvenimento, sapendo benissimo di cosa si trattava, persino nel Nepal un tecnico riconosce al volo un Hub di rete, quando lo vede.
Oltre ad essere comico tutto questo rivela un sottofondo triste.
Evidentemente qualcuno con un computer collegato all’Hub, o via Wi Fi con un telefonino consultava siti di notizie “false e inesistenti ” russe e lo faceva da un edificio pubblico, per non essere beccati dai servizi..
E ne aveva ben donde, dato che l’esercito si fionda nella scuola per cercarlo.
Ma cazzate simili le ho sentite già prima, Eleva Vasilieva, in questa intervista del 2014 parla di misteriose trasmissioni “russe” che parlano di Ucraina, che sono in grado di far venire alla gente gli “occhi sbarrati” e ripetere, come in trance, “qui in Ucraina ci sono solo fascisti e Bandera“.
Raggi misteriosi, capite?
E la Buona Vasileva è russa, anche se, per qualche inspiegabile motivo preferisce non tornare in Patria e rimanere nel suo paese.

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E adesso arriviamo alle cose serie.
Giornalmente i media locali relazionano arresti di agitatori filorussi, normalmente ragazzini che si sono collegati ai siti sbagliati, e che rischiano lunghe detenzioni senza processo e comunque pene importanti anche di 10-15 anni..
Ma la polizia oggi sventa anche un tentativo di “fusione societaria” nella città di Zytomyr.
Nella prima mattina di oggi 134 uomini armati hanno cercato di prender il controllo della fabbrica di dolciumi “Zytomirsky Delicatessen”, la cui proprietà è contesa da due oligarchi locali.
Pare si tratti dello scontro del deputato locale Sergey Pashinsky e il tizio che afferma di essere il legittimo proprietario della fabbrica, Boiko Leczyncy.
Tutti i 134 facinorosi sono stati arrestati e, dalle loro perquisizioni sono saltati fuori granate, pistole, oltre ad un impressionante numero di armi da taglio e bastoni.
Il solito sistema di “acquisizione attiva” valido in Ucraina ( e per alcuni anni in Russia negli anni 90, purtroppo, soprattutto lontano dalla capitale) in pratica se ci sono due contendenti per la proprietà di uno stabilimento , chi riesce ad occuparlo con abbastanza gorilla armati , vince e se lo tiene.
Saranno poi le autorità locali, magistrati compresi a ufficializzare il fatto retrodatando le registrazioni societarie.
E poi si chiederanno come mai gli occidentali non si affrettano ad investire dalle loro parti.
P.S. in Russia puoi guardare le trasmissioni televisive e i siti ucraini fono a diventare paonazzo, e nessuno ti dirà nulla, a parte prenderti in giro. Ma c’è la “dittatura”, giusto?
 
Kiev rischia multa da UE

Ucraina, nazionalisti bloccano camion da Russia verso Europa: Kiev rischia multa da UE

© Sputnik. Maksim Bogodvid
Economia
In precedenza in varie regioni gruppi di nazionalisti ucraini avevano bloccati i camion russi, in viaggio verso l'Europa. Inizialmente ha iniziato il blocco la Transcarpazia, dopodichè l'azione di boicottaggio si è diffusa in una serie di altre regioni.

Bloccare i camion provenienti dalla Russia che attraverso l'Ucraina sono diretti in Europa potrebbe costare salate multe a Kiev, ritiene l'analista politico ucraino Konstantin Bondarenko.
In precedenza, in alcune regioni dell'Ucraina sono stati bloccati i camion russi che viaggiano in transito attraverso l'Ucraina. Il blocco è iniziato nella Transcarpazia e in seguito hanno aderito all'azione di boicottaggio diverse altre regioni.
Il politologo ha spiegato che quasi tutti i prodotti su cui viaggiano i camion sono stati pagati, pertanto sono di proprietà degli europei e non dei russi.
"Tutta le merci in viaggio verso i territori della UE non sono sotto sanzioni, pertanto vengono trasportate nel pieno rispetto delle leggi. I clienti europei hanno tutto il diritto di avanzare pretese all'Ucraina e di pretendere dal governo la ripresa delle forniture interrotte e chiedere che vengano consegnate ai consumatori in tempo. In caso contrario, l'Ucraina rischia multe salate," — Bondarenko ha scritto sulla sua pagina di Facebook.
A questo proposito, l'analista ha ricordato che il 16 aprile che si svolgerà un referendum sull'accordo di associazione tra l'Ucraina e l'Unione Europea.
"Chi soffre? La Russia? Tra l'altro tra meno di 2 mesi in Olanda c'è un referendum. Ricordate?", — Conclude Bondarenko.
In risposta la Russia ha sospeso il passaggio dei mezzi pesanti dall'Ucraina.




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A Kiev il golpe 2.0. E forse a Varsavia, una Maidan polacca

Di Maurizio Blondet , il 24 febbraio 2016 12 Comment



Voglio sostituire completamente la classe politica in Ucraina”: l’ha detto Mikhail Saakashvili, il georgiano che è stato messo a fare il governatore di Odessa. Lo ha detto durante un intervista alla Frankfurter Rundschau: “I governi cambiano continuamente qui, ma se non cambia la classe politica, non cambia mai niente. Il paese sta in un circolo vizioso, tutto si ripete e la classe politica non cambia logica. Due volte la popolazione è andata a Maidan a dire a questa classe: non si può andare avanti, non avete capito niente. Come i Borboni di Francia, questa classe nulla perdona e nulla impara”.
Sembra che parli dell’Italia, ma restiamo in tema.



Una settimana prima, il 16 febbraio, il presidente Poroshenko ha tentato di rimuovere il primo ministro Yatseniyuk (“Yats”, per la Nuland): la mozione di sfiducia è fallita. “Un colpo di oligarchi” si adira Saakashvili: “Se la classe politica non sa governare, la gente deciderà cosa fare. Non dimentichiamo che ci sono forze sane nel popolo Ucraino, che ha più volte difeso e in modo organizzato il suo diritto alla democrazia”. Insomma Saakashvil ha minacciato una sommossa popolare.

Poroshenko e Saakasvhili Ora, Saakashvili è uno straniero. Come promotore di una purga anti-corruzione sembra improbabile, dato che la Georgia lo persegue con mandato di cattura internazionale quando governava il Paese, ed ha avuto dei guai per una sua passione per la cocaina. Ma basterà ricordare che nel 2008, quando governava la Georgia, fece una guerricciola – con un esercito addestrato e armato da Israele (1) – per riprendersi due piccoli territori russofoni, Transnistria e Sud Ossetia, ammazzando 2000 civili e per di più restando sconfitto dal rapido intervento russo; che dopo, è riparato negli Stati Uniti dove per qualche anno sembrava contentarsi della vita di professorino in una università secondaria, un impiego trovatogli dagli amici neocon-sionisti; che oggi è stato messo a governare Odessa, città cruciale per le mire di Washington perché vicina alla Crimea e alla parte russofona della Moldavia, allora tutto è chiaro.
Attraverso Saakashvili, sono gli Stati Uniti che non ne possono più della “classe politica” messa al potere dopo il golpe di Kiev, e gli omicidi mirati di piazza Maidan (perpetrati da cecchini polacchi), e pensano di cambiarla. Magari con una nuova rivoluzione colorata.
Anche questo malcontento di Washington può sembrare strano, dal momento che parecchi governanti di Kiev sono americani o scelti oculatamente dagli americani. E’ americana la ministra delle Finanze Natalia Jaresko, una carriera al Dipartimento di Stato (con la Nuland) e qualche affaruccio dubbio come banchiera d’investimento, poi spostata a dirigere l’economia della nuova Ucraina liberata dal giogo di Mosca; insieme al ministro dell’economia, un lituano ebreo di nome Abromavicius che ha preso la cittadinanza due ore prima della sua nomina. Due personalità i cui successi tutti possono constatare: Pil crollato del -7% nel 2014, di un altro -12% nel 2015, moneta svalutata del 70% ed inflazione galoppante.
Il ministro della Sanità è l’ex ministro georgiano Sandro Kvitashvili, sotto le cui paterne cure la popolazione ucraina è calata da 51 a 42 milioni di abitanti. Vero è che gli ospedali inesistenti dove i malati devono pagarsi tutto, dai pasti alla carta igienica ai medicinali, la miseria e la fame non sono le sole cause. Secondo l’Onu, 1,2 milioni di ucraini sono scappati, nell’Ovest in Polonia per sottrarsi alla leva e alla guerra d Donbass, altri 830 mila in Russia (in tutto, gli ucraini rifugiatisi nel paese “nemico” sarebbero due milioni e mezzo) molti per sottrarsi al terrore e alle esazioni che le milizie neonazi Pravi Sektor fanno subire alla popolazione.
Lo stesso Saakashvili è in molti sensi “americano”. Senza contare il figlio del vicepresidente Usa Joe Biden che ha le mani in pasta nel business petrolifero del paese finalmente liberato.

Il vicepresidente Joe Biden con “Yats” Abromavicius s’è dimesso qualche settimana fa, accusando anche lui il governo (di cui ha fatto parte) di corruzione: è evidentemente la linea dettata da Washington. Il golpe sarà fatto passare come moralizzazione? Si vocifera persino di un “governo tecnico”: come primo ministro, si fa’ il nome di – tenetevi forte – Carl Bildt, l’ ex premier svedese.
Se fosse vero, significa che Washington sta pensando di mettere a carico il paese, con il caos inguaribile che ha provocato, all’Europa. La Nuland glielo aveva sottratto (“Fuck Europe!”) mettendolo sotto gestione americana con Yats. Ora ce lo ridà, prima che diventi conclamata la catastrofe umanitaria.
L’Ucraina nella UE, non è ritenuto possibile nemmeno dai tecnocrati di Bruxelles. Il regime ha ridotto il paese a un buco nero. Il Fondo Monetario ha buttato in quel buco un prestito di 11 miliardi di dollari e poi – altri 11 miliardi entro il 2019: con ciò violando le sue stesse regole, che vietano di rifinanziare un paese insolvente del debito precedente, in pura plateale ostilità verso Mosca (a cui non sono stati pagati 3 miliardi di un prestito precedente). Sono soldi anche nostri, ovviamente, quelli buttati. I creditori occidentali, fra cui noi, hanno già condonato il 20% del debito ai golpisti di Kiev, senza che questo abbia prodotto il minimo miglioramento nella popolazione. Il livello di vita è del 30% sotto quello della Russia, e la bancarotta è un dato di fatto. Il FMI dovrà cambiare di nuovo le ue regole per scongiurare un fallimento formale, e lo farà: tutto per staccare l’Ucraina dalla Russia, come prescrisse Brzezinski.

Ora, se il “regime change” (già deciso) prenderà la forma della nuova spontanea rivoluzione di piazza, Maidan 2, una cosa preoccupa il giornale Deutsche Wirtschaf Nachrichten: “I miliardi pompati dai contribuenti UE andrebbero di nuovo persi in un nuovo caos. Il paese è tenuto a galla dai soldi dei contribuenti europei e americani.. In caso di nuovi disordini sociali, possiamo dirgli addio”.


Prossimo cambio di regime a Varsavia


Il partito a cui gli elettori hanno dato il governo della Polonia, il PiS di Jarosław Kaczyński non piace. Soprattutto a Bruxelles, ma anche la CNN comincia ad alzare il grido: la Polonia scivola nel totalitarismo! Viola l’autonomia della magistratura, si impossessa della tv di Stato, rifiuta di accettare la suo quota di profughi musulmani, è contrario alle unioni omosessuali e all’eutanasia. Vero che rimane ostile alla Russa a filo-atlantico, ma è euroscettico e si oppone al Federalismo. Sta difendendo la propria sovranità in alleanza con l’ungherese Orban. Guy Verhofstad, l’x primo ministro bega ed oggi al parlamento europeo alla testa dei liberali, ha detto che il governo PiS è fatto di nazisti, e che Jaroslaw Kaczynski, sta operando per “distruggere l’unità europea e lo stato di diritto” alla stessa stregua di “Orban e Putin”.

Insomma il PiS è maturo per una spontanea rivolta popolare che lo riporti in linea con la demokràtia. E’ ciò che paventa Witold Gadowski, uno stimatissimo giornalista investigativo, già direttore della catena televisiva 24 ore su 24 TVP Info. Anzi, secondo lui, i poteri transnazionali avrebbero giù trovato il clone di Donald Tusk (loro creatura, che ha perso le elezioni ma che hanno messo a dirigerla Commissione, purtroppo a termine): sarebbe tale Ryszard Petru. Una”personalità” comparsa improvvisamente sulla scena politica polacca, che ha fondato un partito dal nome Nowoczesna (Moderno) e che lo sta affermando grazie ad una apparentemente inesauribile fonte di denaro (Gadowski consiglia, per la fonte, di guardare a Soros), e che si agita per “la protezione della democrazia”, ovviamente messa in pericolo.

Ryszard Petru, il prescelto
Secondo il giornalista, il progetto è che Petru sia messo al potere da una “Maidan a Varsavia”, organizzata forse già a primavera. I disordini di Maidan, dove misteriosi cecchini uccisero – con gli stessi proiettili – sia manifestanti sia poliziotti ucraini, portarono al cambio di regime in Ucraina; fu cacciato il filorusso Yanukovitch, corrotto, e messo al suo posto il regime filo-americano attuale, corrotto.
Po’ avvenire anche a Varsavia? Niente di più facile, perché il know-how della Maidan ucraina è sicuramente mantenuto in Polonia. Fu infatti il ministro degli esteri di allora Radosław Sikorski (di casa all’American Enterprise neocon di Washngton), primo ministro Donald Tusk, a invitare – nel settembre 2013 – una novantina di elementi del Pravy Sektor robusti ed addestrarli, nel capo di esercitazioni della polizia a Legionowo (a un’ora da Varsavia), nelle seguenti specialità: gestione delle masse, tattiche di combattimento, costruzione di barricate, e soprattutto, al tiro con fucili di precisione. Il corso di cecchinaggio durò quattro settimane, poi gli eroi tornarono in Ucraina dove instaurarono la democrazia. La cosa è stata rivelata dal settimanale polacco Nie, che ha mescolato vero e falso..
Ma qualcosa di vero c’è, se a quel tempo fu pubblicata dai russi una telefonata fatta da Urmas Paet, ministro degli esteri estone, all’alta Mogherni dell’epoca, lady Ashton. L’estone, che si era trovato in piazza in Ucraina, diceva alla Ashton che i morti erano stati uccisi dallo stesso tipo di proiettili, fossero poliziotti o manifestanti. Recentemente è stato intervistato un certo Ivan Boubencick,di Lvov, che ha ammesso di aver ucciso quattro poliziotti a piazza Mida, mirando loro alla nuca con un fucile di precisione. Capitatogli fra le mani per miracolo.



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Note

La partecipazione di Israele alla guerra per il georgiano fu ammessa dal sito israeliano Debka File (notoriamente vicino al Mossad), che ne spiegò anche il motivo: un motivo che vale anche per la Siria di oggi: “Gerusalemme ha un forte interesse alla pipeline che porta gas e greggio del Caspio al porto turco di Ceyhan, senza bisogno di usare le reti di gasdotti russi. Sono in corso intensi negoziati tra Israele, Turchia, Georgia, Turkmenistan e Azerbaijian affinchè l’oleodotto raggiunga la Turchia e da lì il terminale petrolifero di Israele ad Ashkelon e di seguito il porto di Eilat sul Mar Rosso. Da lì, super-petroliere possono portare il gas e il greggio in estremo oriente attraverso l’oceano indiano». E: «L’anno scorso il presidente georgiano ha assunto da ditte israeliane di sicurezza alcune centinaia di istruttori militari, si stima oltre mille, per addestrare le forze georgiane in tattiche di commando, e di combattimento aereo, navale e corazzato. Hanno fornito addestramento in intelligence militare e sicurezza per il regime. Tbilisi ha anche comprato armamento e sistemi elettronici d’intelligence e di puntamento da Israele. Questi istruttori sono fortemente impegnati nella preparazione della armata georgiana alla conquista della capitale del Sud-Ossezia. (…) Nelle scorse settimane Mosca ha ripetutamente chiesto a Gerusalemme di smettere la sua assistenza militare alla Georgia, fino a minacciare una crisi della relazioni bilaterali. Israele ha risposto che l’assistenza fornita a Tbilisi era solo difensiva». Si veda «Israel backs Georgia in Caspian Oil Pipeline Battle with Russia», Debka File, 8 agosto 2008. E il mio articolo: http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=4130&Itemid=134
L’articolo A Kiev il golpe 2.0. E forse a Varsavia, una Maidan polacca è tratto da Blondet & Friends, che mette a disposizione gratuitamente gli articoli di Maurizio Blondet assieme ai suoi consigli di lettura.
 
Ucraina: si dimette il Premier Arseny Yatseniuk
11 aprile 2016, di Alessandra Caparello

KIEV (WSI) – Dopo le accuse di frenare le riforme e ostacolare le inchieste sulla corruzione, alla fine il premier ucraino Arseny Yatseniuk ha rassegnato le sue dimissioni.

“Ho preso la decisione di rassegnare le mie dimissioni da premier dell’Ucraina. Martedì 12 la mia richiesta sarà presentata al Parlamento”.

Alla guida del governo dal febbraio del 2014, Yatsenyuk ha reso noto che il partito del presidente Petro Poroshenko, il Blocco Poroshenko, nominerà il presidente della Verkhovna Rada Volodymyr Groysman alla carica.
 
Capo-redattore giornale messo fuorilegge dal regime di Kiev: 'Gli Stati Uniti non lasceranno tanto presto l’Ucraina'
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Intervista a Anatoly Kryvolapov, redattore capo del giornale del Partito Comunista di Ucraina

a cura di Hugo Janeiro | da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

In un’intervista concessa nel corso della Festa di Avante!, il redattore capo del giornale del Partito Comunista di Ucraina – messo fuorilegge dalle autorità ucraine –, Anatoly Kryvolapov, riferisce sulla situazione che si vive nel paese dopo il colpo di Stato del febbraio 2014 e la conseguente installazione di una giunta governativa di stampo fascista.

Il colpo di Stato ha installato in Ucraina una giunta governativa di stampo fascista. A che punto è la situazione?

La storia degli eventi ci dà un’idea di chi sono gli attori e gli interessi in campo, ed essa è iniziata prima del 2014. Già nel 2013, in alcune regioni dell’Ucraina, le forze cosiddette nazionaliste avevano cominciato ad occupare sedi amministrative e depositi di armi, compresi alcuni con missili terra-aria. Dico ciò perché si capisca da dove viene e dove è andato, in parte, l’armamento che le milizie fasciste possedevano durante il golpe di novembre 2013-febbraio 2014, e quello che ancora oggi conservano. Stimiamo che in totale abbiano a loro disposizione circa nove milioni di armi da fuoco di vario tipo.


Agli avvenimenti del Majdan, non hanno partecipato solo i gruppi fascisti, che allora hanno acquistato visibilità, ma anche una parte della popolazione che era stata conquistata dall’opposizione al governo, particolarmente i giovani entusiasmati dall’adesione all’Unione Europea. Si è trattato di strati della popolazione eccitati dalla campagna di odio anticomunista, antisemita, anti-Unione Sovietica e anti-Russia.

Per comprendere gli attuali eventi in Ucraina, dobbiamo tornare indietro al periodo in cui clubs di fans di calcio cominciarono ad essere infiltrati da fascisti che, a loro volta, hanno conquistato la gioventù all’armamentario di idee di [Stepan] Bandera (collaborazionista con l’occupazione nazista durante la Seconda Guerra Mondiale e considerato il fondatore del “nazionalismo” ucraino).

Al principio le autorità, compresa la FIFA, avevano reagito. Con il passare del tempo, le manifestazioni fasciste negli stadi di calcio e all’esterno di questi sono andate aumentando, mentre la reazione delle autorità diminuiva. Si cominciò a parlare con insistenza di giovani “nazionalisti”, che ricevevano addestramento militare in Polonia, negli stati del Baltico e nelle regioni occidentali dell’Ucraina.

Ho personalmente assistito a casi in cui i funzionari di polizia allontanavano gli agenti dal Majdan. Interrogati, mi hanno risposto che i miliziani sul Majdan avevano pallottole, mentre loro disponevano solo di proiettili di gomma. Ciò succedeva poche ore prima degli scontri culminati nella caduta del governo [di Viktor Yanukovich, il 21/22 febbraio 2014].

Non possiamo dimenticare, inoltre, che il governo di Yanukovich, prima della violenza sul Majdan, aveva concordato e sottoscritto i termini della tregua proposti da Polonia, Germania e Francia. Qualcuno, non europeo, ordinò a [Arseniy] Yatsenyuk (che sarebbe stato designato primo ministro il 27 febbraio 2014) di non rispettare l’accordo, e costui intervenne alla tribuna del Majdan esortando alla continuazione della rivolta armata.

Dopo la fuga di Yanukovich, il comando politico-militare si sciolse definitivamente. Le truppe furono disperse e i golpisti, in particolare Aleksandr Turchinov [del partito dell’ex primo ministro Julia Timoshenko] assunse il potere (fu nominato presidente ad interim il 22 febbraio dal parlamento in una votazione tumultuosa). Iniziò allora a impartire ordini “ufficiali” a Yarosh [Dmitry], leader dei paramilitari nazi-fascisti del “Settore Destro”, a cui il nuovo potere ha aperto le porte perché lo ha aiutato a conquistarlo.

Il “Settore Destro” fu mobilitato immediatamente nel Donbass. Gli fu chiesto di intervenire con il pretesto che la popolazione locale si rifiutava di parlare ucraino. Si utilizzarono argomenti folli sulla base di una presunta minaccia russa, che sono serviti perché l’Ucraina ricevesse molti milioni di dollari di “aiuto estero”. Non dimentichiamo che la signora Victoria Nuland aveva affermato che gli statunitensi avevano già investito circa 5 miliardi di dollari nella “democratizzazione” dell’Ucraina. Un investimento di queste dimensioni conduce a una sola conclusione: gli Stati Uniti non lasceranno tanto presto l’Ucraina. E dopo è intervenuto il problema della Crimea…

Che ha determinato il coinvolgimento della Russia negli eventi…

In Crimea la Russia aveva un effettivo militare pari a quello dell’Ucraina dai tempi dello smembramento dell’URSS.
 

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