La politica

genesta

Forumer attivo
Dedicato a tutti coloro che sono in grado di leggere dalla prima all'ultima riga di questa "elucubrazione".




Vi siete mai chiesti come e quando sia nata la politica?

Ebbene, i pareri a tal proposito sono piuttosto discordanti.

Una cosa è certa: in ogni tempo, fare della politica ha significato usare l'arte dell'inganno.
Anche quando la politica fondava i suoi princìpi sulla morale, in pratica, poi, era tutt'altra cosa.

Per convincersene basta guardare le belle prodezze che furono compiute proprio nel periodo in cui il potere politico era, prevalentemente, lelle mani del potere religioso e quindi la politica avrebbe dovuto essere l'espressione della massima moralità.

Ma del resto era giusto che fosse così, perché in pratica si trattava di garantire la sopravvivenza fisica a uomini che non erano certo disposti a lasciarsi uccidere pur di non essere costretti ad uccidere, e quindi dannoso sarebbe stato applicare princìpi morali tanto lontani dalla comune portata.

La bella intelligenza di San Tommaso coprese la necessità di distinguere il potere politico da quello religioso, proprio per poter giustificare le pessime azioni nonostante la proclamazione dei migliori propositi.

Video meliora proboque, deteriora sequor.

Anche il sommo Dante riconobbe la necessità di distinguere il potere politico da quello religioso; ovviamente per ragioni diverse da quelle che avevano mosso San Tommaso.

Personalmente io trovo aderente la definizione secondo la quale la politica è la " scelta del possibile ", ma non solo nella RES PUBBLICA, in ogni campo, anche nella sfera personale. Si spiega così perché certi politici si sentano autorizzati e nella legalità quando agiscono spregiudicatamente nella vita privata: applicano la " scienza della politica " nella sfera personale, perciò non deve destare meraviglia che il loro agire sia svincolato dalla morale. Del resto, applicare la propria scienza alla propria vita non è mai stato un reato. Ve la sentireste voi di condannare un chirurgo, per esempio, perché a tavola anziché il coltello usasse il bisturi?

Grazie ai suoi sacerdoti, la politica è sempre stata sinonimo di attività ingannevole e furbesca - e vero? - con la quale si cerca di ottenere quello che si vuole e spesso si trasformano in gonzi quelli che, in buona fede, ancora credono alla buona fede altrui.

Io non vorrei dare l'impressione di condannare la politica senza possibilità di appello, ma d'altra parte non vorrei apparire pragmatista affermando ch'essa si salva solo per quell'aspetto concreto, per le realizzazioni pratiche, tanto più che - guarda caso - quell'aspetto potrebbe benissimo chiamarsi << sociologia >>

Odo un coro di proteste: indubbiamente non sono un buon politico.
Svalorizzare così una attività del pensiero dell'uomo, alla quale tutti possono dedicarsi con profitto, purché sappiano parlare senza dire e improvvisare!

Mi si obietterà che la politica non è solo questo, c'è anche l'ideologia.
E' vero, c'è l'ideologia che il politico vuol far salva ad ogni costo, anche quando le azioni sono esattamente all'opposto dell'idea professata.

Mi permettano una domanda, i funamboli del politicare:
Quando parlando fate dell'alchimia pilitica, credete a quello che dite?
Perché, se vi credete, io mi taccio; ma se non vi credete, perché parlate?
Qual'è la vostra intenzione?
E' essa degna della dignità di un uomo?

Non entrerò certo nel merito di ogni singola ideologia; inutile e noioso sarebbe il farlo; mi limiterò a sottolineare un errore comune a tutte: gli aderenti ad una ideologia politica formano un raggruppamento, un partito.

Nei sistemi dittatoriali, chi non condivide l'ideologia di Stato è considerato un pericolo pubblico, un nemico della patria.
Nel cosiddetto sitema democratico, chi non riesce a identificare il proprio pensiero in una delle ideologie che animano i partiti, chi giudica le cose non dall'etichetta di chi realizzate, ma semplicemente da quello che esse rappresentano in se stesse, è bollato col grave epiteto di << QUALUNQUISTA >>.

E' il sitema con cui i partiti si difendono; un sistema vecchio come la strategia militare: << DIFENDERSI ATTACCANDO >>.

Ebbene, io vi invito - o nemici della patria, o qualunquisti - a rilanciare, ad affermare - dando ampia facoltà di prova ai vostri accusatori - che nessuna delle categorie filosofiche del presente o del passato, nessuna scienza, nessuna religione, nessuna ideologia, nessun partito politico, possono ambiziosamente rivendicare la propria universalità, possono affermare di contenere nel loro sistema la totalità dell'uomo.

Dico questo perché ho l'impressione che la nostra Nazione stia uniformando troppo rigidamente i propri ordinamenti ad una sola "ideologia" e, se così è, essa è votata alla disgregazione e alla catastrofe.
Paradossalmente, può salvarsi solo per la inefficienza delle sue istituzioni, per la pigrizia della sua burocrazia, per la corruzione, per l'azione dei suoi cittadini che a quel sistema non vogliono uniformarsi

Come saggiamente pensò Aristotele, nessun governo, nessuna politica possono ispirarsi ad una sola ideologia.

Come individuo appartendente alla società attuale, non posso non rivolgermi ai << falsi politici >> per dire loro: << Voi che avete ricevuto un mandato dalla collettività e di esso vi servite per il vostro tronaconto; voi che usate il potere per fini egoistici; che profumatamente fate pagare quello che gratuitamente avete ricevuto; voi che facilmente e generosamante promettete - perché è facile promettere quando non ci si fa carico di mantenere -; voi siete in tutto simili a chi opera la magia nera.
Siete del tutto simili ai falsi profeti operatori di iniquità.

Una cosa è certa: fra venti, trent'anni, voi come uomini sarete cenere, ma i vostri crimini rimarranno ad accusarvi.

E mi rivolgo anche a voi giovani militanti e sostenitori politici in buona fede: siete sicuri di non essere ingannati da chi vi aizza? Siete certi di seguire, di servire il vostro ideale? Perché, quando si tratta di aiutare il prossimo non è lecito chiedersi nulla, ma si ha il dovere di domandarsi tutto quando lo si può danneggiare.

Chi carpisce il voto con promesse vane è assai peggiore di chi ruba le cose sacre, ma neppure noi che diamo il nostro consenso siamo alieni da responsabilità, perciò non compiangiamoci.

Questi interrogativi debbono pesare sulle nostre coscienze: ignorarli significa rendere inevitabile il peggio.

Chi ha orecchi, intenda.



Genesta
 
Josè Arcadio Buèndia ha scritto:
...è un thread molto, molto, molto elitario, allora !! :-D :-D


Capisco la tua ironia, ma non era mia intenzione :ops:

La chiamerei, piuttosto, consapevolezza che, per molti, si tratta di riflessioni noiooooose! :rolleyes: :)
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto