ITALIA La vicenda giudiziaria
Il crac Eutelia, dai fasti della Borsa al dramma della bancarotta
Il processo interrotto dalla follia di Claudio Giardiello: la storia di una scalata finanziaria irresistile, quella della famiglia Landi, precipitata velocemente e causa di oltre 2mila licenziamenti
di Giancarlo Usai
09 aprile 2015 La storia del crac Eutelia, il cui processo si stava celebrando nelle aule del tribunale di Milano proprio quando
Claudio Giardiello, un imputato di un processo che si teneva lì accanto, ha deciso di
fare fuoco contro giudici, avvocati e testimoni, è fatta di un’ascesa velocissima e una caduta fragorosa. E vede protagonista una famiglia aretina, quella dei
Landi, protagonisti del boom di un operatore telefonico capace di passare dai fasti della Borsa all’infamia della bancarotta fraudolenta. E oltre alla vicenda giudiziaria, che ha già portato a delle condanne per
diversi manager accusati di aver distratto milioni dalle casse societarie per dirottarli all’estero, c’è da dare conto anche di una lunga e sofferta vertenza sindacale che ha coinvolto circa
duemila lavoratori dipendenti della società. La mobilità e i licenziamenti
I fatti. Si parte con una normale cessione d’azienda, nel 2007, quando Eutelia prima acquista due filiali di multinazionali che operano in Italia, l’olandese Getronix e la francese Bull. Due anni dopo, la compagnia decide di
cedere un ramo prima ad Agile, una società controllata, poi a Omega. Un passaggio che comprende 2.500 lavoratori, ma che nasconde qualcosa di non troppo chiaro.
Omega, infatti, smette di pagare gli stipendi e si apre una questione che porta i dipendenti a presentare un esposto in Procura. La prima sentenza, che condanna per bancarotta fraudolenta alcuni dei protagonisti, arriva nel luglio del 2013: nove anni ad Antonangelo Liori, ex patron di Omega; otto anni per Claudio Marcello Massa, ex ad di Agila poi passato a Omega; sei anni per Isacco Landi, membro del consiglio d’amministrazione.
Le ultime condanne
Dei 2.500 lavoratori coinvolti ne sono infine rimasti ottocento: gli altri sono stati pre-pensionati o assorbiti altrove. Per chi è rimasto, cassa integrazione a oltranza fino ai licenziamenti scattati nello scorso dicembre. La parte giudiziaria della vicenda, però, si è allargata a una serie di giudizi separati che non hanno lasciato indenne neanche la
mente delle operazioni di Eutelia, quel Samuele Landi da anni ormai latitante a Dubai e condannato a dicembre per bancarotta fraudolenta.
L’ultima puntata è quella di questo mese di aprile: nella giornata della tragedia, e in quella successiva del 14, erano in programma alla sezione fallimentare del tribunale milanese le ultime due udienze che coinvolgevano le sedi di call center dell'Eutelia.
I magistrati avevano insistito sempre sulla linea dura per condannare severamente gli imputati.
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