Scusami , per chiarezza , stai riportando un passo del decreto Venete ?
Il commento è di Hommequipleure:
Originariamente Scritto da
lukas75 
COMUNICATO STAMPA
INTESA SANPAOLO FIRMA IL CONTRATTO PER L’ACQUISTO DI
CERTE ATTIVITA’ E PASSIVITA’ DI BANCA POPOLARE DI VICENZA
E VENETO BANCA
Torino, Milano, 26 giugno 2017 – Intesa Sanpaolo, ottenuta l’unanime autorizzazione da parte
del Consiglio di Amministrazione, ha firmato con i commissari liquidatori di Banca Popolare di
Vicenza e Veneto Banca il contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, di certe attività e
passività e certi rapporti giuridici facenti capo alle due banche.
L’intervento di Intesa Sanpaolo permette di evitare i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti
derivati dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche, salvaguardando
l’occupazione delle persone che vi lavorano, i risparmi affidati da circa 2 milioni di famiglie e
l’attività di circa 200 mila imprese finanziate e conseguentemente l’occupazione di 3 milioni di
persone nelle regioni che registrano la maggiore crescita economica del Paese.
L’acquisto riguarda un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze,
inadempienze probabili e esposizioni scadute), le obbligazioni subordinate emesse, nonché
partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all'acquisizione. Peraltro, a
titolo di ristoro per i piccoli risparmiatori detentori di obbligazioni subordinate emesse dalle due
banche, Intesa Sanpaolo stanzierà complessivamente 60 milioni di euro, che includono un
importo come proprio intervento in aggiunta alla quota parte prevista del contributo del sistema
bancario.
Il perimetro oggetto di acquisto include, oltre alle attività e passività selezionate di Banca
Popolare di Vicenza e Veneto Banca, anche il contributo delle partecipazioni in Banca Apulia
S.p.A. e Banca Nuova S.p.A, in SEC Servizi S.c.p.a., in Servizi Bancari S.c.p.a. e,
subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni, nelle banche con sede in
Moldavia, Croazia e Albania, e riguarda in particolare:
- crediti in bonis diversi da quelli ad alto rischio per circa 26,1 miliardi di euro,
- attività finanziarie per circa 8,9 miliardi di euro,
- attività fiscali per circa 1,9 miliardi di euro,
- debiti verso clientela per circa 25,8 miliardi di euro,
- obbligazioni senior per circa 11,8 miliardi di euro,
- raccolta indiretta per circa 23 miliardi di euro, di cui circa 10,4 miliardi di risparmio gestito,
- circa 900 sportelli in Italia e circa 60 all’estero, inclusa la rete di filiali in Romania,
- circa 9.960 persone in Italia e circa 880 all’estero.
Il perimetro oggetto di acquisto comprende anche crediti in bonis ad alto rischio per circa 4
miliardi di euro, con diritto di Intesa Sanpaolo di retrocessione nel caso di rilevazione, nel
periodo fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2020, dei presupposti per classificarli
come sofferenze o inadempienze probabili.
Condizioni e termini del contratto, nella cornice del Decreto Legge e dei Decreti Ministeriali
emanati in relazione all’operazione, garantiscono la totale neutralità dell’acquisizione rispetto al
Common Equity Tier 1 ratio e alla dividend policy del Gruppo Intesa Sanpaolo, prevedendo in
particolare:
2
- un contributo pubblico cash a copertura degli impatti sui coefficienti patrimoniali, tale da
determinare un Common Equity Tier 1 ratio phased-in pari al 12,5% rispetto alle attività
ponderate per il rischio (RWA) acquistate. Il contributo, contabilizzato - sulla base del
principio contabile IAS 20 - come apporto al conto economico, è pari a 3,5 miliardi di euro
non sottoposti a tassazione;
- un ulteriore contributo pubblico cash a copertura degli oneri di integrazione e
razionalizzazione connessi all’acquisizione, che riguardano tra gli altri la chiusura di circa
600 filiali e l’applicazione del Fondo di Solidarietà in relazione all’uscita, su base volontaria,
di circa 3.900 persone del Gruppo risultante dall’acquisizione, nonché altre misure a
salvaguardia dei posti di lavoro quali il ricorso alla mobilità territoriale e iniziative di
formazione per la riqualificazione delle persone. Il contributo, anch’esso contabilizzato - sulla
base del principio contabile IAS 20 - come apporto al conto economico, è pari a 1,285
miliardi di euro non sottoposti a tassazione. Tale importo sarà accantonato in un apposito
fondo, tenuto conto degli effetti fiscali correlati all’utilizzo, e risulterà quindi neutrale per
l’utile netto dell’esercizio;
- garanzie pubbliche, per un importo corrispondente a 1,5 miliardi di euro dopo le imposte,
volto alla sterilizzazione di rischi, obblighi e impegni che coinvolgessero Intesa Sanpaolo per
fatti antecedenti la cessione o relativi a cespiti e rapporti non compresi nelle attività e
passività trasferite. Resta fermo che le banche in liquidazione coatta amministrativa
risponderanno dei danni derivanti dal contenzioso pregresso nonché da quello relativo alla
disciplina sull’acquisto di azioni proprie e/o sui servizi di investimento, ivi compreso quello
promosso da soggetti che abbiano aderito, non abbiano aderito ovvero siano stati esclusi dalle
cosiddette “Offerte Transattive” e dagli “Incentivi Welfare”;
- imposte differite attive delle banche acquisite pienamente usufruibili da Intesa Sanpaolo;
- il diritto per Intesa Sanpaolo di modificare il perimetro dell’operazione dopo la data di
esecuzione ove necessario al fine di ottenere le incondizionate approvazioni antitrust.
Il contratto include una clausola risolutiva, che prevede l’inefficacia del contratto e la
retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di
acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero
fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo
l’operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge.
"Ovvio, logico e giusto che ci sia la clausola di retrocessione nel caso la conversione in legge nelle modalità negoziate venisse meno - il che ha probabilità prossime a zero. Implausibile invece è ritenere un kickback anche parziale del debito senior in un'operazione corale che ha mirato specificatamente a tutelarlo.
La clausola di kickback all'art.3 è pensata per una due diligence che facesse emergere crediti in bonis dubbi."