Obbligazioni societarie La saga della famiglia Espírito Santo: cosa succederà alle obbligazioni BES ed ESFG?

Il capo dello stato portoghese Anibal Cavaco Silva ha incaricato il premier uscente di centrodestra Pedro Passos Coelho, vincitore delle politiche del 4ottobre ma senza maggioranza assoluta, di formare il nuovo governo. Cavaco lo ha annunciato in un messaggio televisivo al paese riferisce Publico online. Cavaco Silva ha spiegato di avere deciso di nominare Passos Coelho, che con ogni probabilità dovrà formare un governo di minoranza, ritenendo "non credibile" l'alternativa proposta dal leader socialista Antonio Costa, sulla base di un ipotetico accordo con due partiti della sinistra radicale, Bloco de Esquerda e verdi-comunisti della Cdu. Alle politiche la lista di Passos Coelho ha ottenuto 107 seggi su 230, perdendo la maggioranza assoluta che aveva dal 2011, contro 86 dei socialisti, 19 del Bloco de Esquerda e 17 della Cdu. I due partiti della sinistra radicale sono per la fine dell'austerità in Portogallo. Bloco chiede di rinegoziare il debito portoghese e la Cdu una uscita dall'euro.

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA
 
Il capo dello stato portoghese Anibal Cavaco Silva ha incaricato il premier uscente di centrodestra Pedro Passos Coelho, vincitore delle politiche del 4ottobre ma senza maggioranza assoluta, di formare il nuovo governo. Cavaco lo ha annunciato in un messaggio televisivo al paese riferisce Publico online. Cavaco Silva ha spiegato di avere deciso di nominare Passos Coelho, che con ogni probabilità dovrà formare un governo di minoranza, ritenendo "non credibile" l'alternativa proposta dal leader socialista Antonio Costa, sulla base di un ipotetico accordo con due partiti della sinistra radicale, Bloco de Esquerda e verdi-comunisti della Cdu. Alle politiche la lista di Passos Coelho ha ottenuto 107 seggi su 230, perdendo la maggioranza assoluta che aveva dal 2011, contro 86 dei socialisti, 19 del Bloco de Esquerda e 17 della Cdu. I due partiti della sinistra radicale sono per la fine dell'austerità in Portogallo. Bloco chiede di rinegoziare il debito portoghese e la Cdu una uscita dall'euro.

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Strada in salita per Passos Coelho ... dovrà digerire parecchi rospi ... se riuscirà a formare un governo.

Il tutto, rallenta le discussioni intorno a NB.
 
Continua a salire la 2017 , idem la 2019 e la 2035 (spread largo ma lettera a 75,500).
Ritraccio della tf 2043

Certo, la 2016 rende oltre il 7,5%...
 
Da Repubblica:

SOLDI E POTERE
Carlo Clericetti
di Carlo Clericetti
25OTT2015
In Portogallo conta più la Troika che gli elettori
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Ciò che sta accadendo in Portogallo, dove si sono appena tenute le elezioni politiche, è una clamorosa testimonianza del degrado della democrazia in Europa. Il partito conservatore che era al governo, i socialdemocratici guidati da Pedro Passos Coelho, ha ottenuto il 36,8% dei voti restando il primo partito, ma ha subìto un calo vistoso (ben il 13%) perdendo la maggioranza in Parlamento. Ha tentato di formare una "grande coalizione" con i socialisti di Antonio Costa, ma l'accordo non è stato raggiunto. La maggioranza ce l'ha, invece, una coalizione di sinistra: socialisti (32,4%), Bloco de esquerda (10,2) e comunisti e verdi (8,3). Insieme, oltre alla maggioranza assoluta dei voti, hanno 122 seggi, 7 in più di quelli necessari .

Ma qui entra in scena il presidente, Anibal Cavaco Silva, conservatore. "In 40 anni di democrazia, nessun governo in Portogallo ha mai dovuto dipendere dall'appoggio di forze anti-europee", ha dichiarato, secondo quanto riferisce l'autorevole commentatore del Telegraph Ambrose Evans-Pritchard. "Ossia - ha proseguito - forze che hanno dichiarato di voler abrogare il Trattato di Lisbona, il Fiscal compact, il Patto di stabilità e di crescita e di voler rompere l'unione monetaria e portare il Portogallo fuori dall'euro, oltre a volere la dissoluzione della Nato. Dopo che abbiamo sopportato un oneroso piano di assistenza finanziaria, che ha comportato duri sacrifici, è mio dovere, nell'ambito dei miei poteri costituzionali, di fare quanto è possibile per evitare di dare segnali sbagliati alle istituzioni finanziarie, agli investitori e ai mercati".

Avevamo criticato Giorgio Napolitano perché rifiutò di conferire l'incarico di governo al leader del partito più votato, cioè Pier Luigi Bersani, a cui pose la condizione di avere prima una maggioranza parlamentare certa. Ma qui siamo molto oltre: Cavaco Silva rifiuta di far formare il governo a una coalizione che la maggioranza ce l'avrebbe, e affida il compito a chi invece ne è privo. Si giustifica arrampicandosi sugli specchi: la maggioranza del popolo portoghese, afferma, non ha votato per partiti anti-euro. Lo apprendiamo sempre da Evans-Pritchard, perché la maggior parte dei mezzi di comunicazione si è disinteressata della vicenda, nonostante che riguardi un paese della zona euro.

A chi scrive quanto sta accadendo sembra di una gravità eccezionale. Il presidente di un paese democratico dichiara esplicitamente che la Troika e i mercati contano più delle scelte degli elettori. La scusa che oppone è penosa: il Partito socialista di Costa, di gran lunga il più forte della coalizione, è tutto meno che estremista e non ha mai dichiarato di voler uscire dall'Europa o dall'euro. Però, a differenza di altri partiti socialisti e socialdemocratici europei, evidentemente ricorda ancora da che parte sta la sinistra, e di certo non sta con la politica finora imposta dall'Europa. Le trattative fra i tre partiti sono ancora in corso, ma la sostanza del programma "rivoluzionario" della coalizione starebbe nel non far scendere ancora salari e pensioni e aumentare il salario minimo.

Lo scenario si fa ora incerto. Costa ha dichiarato che un governo di minoranza di Passos Coelho non avrà la fiducia. Se andrà così si aprirà un periodo di paralisi istituzionale, perché eventuali nuove elezioni non potrebbero tenersi prima della seconda metà del 2016 visto che il presidente è nel "semestre bianco". La speranza di Cavaco Silva è che i socialisti - una parte dei quali trova abbastanza indigesta l'alleanza con gli altri due partiti, considerati troppo estremisti - si spacchino al momento del voto di fiducia. Una speranza che ha basi deboli: secondo l'eurodeputata Ana Gomes il comportamento del presidente ha compattato il partito, e tutti hanno dichiarato che non voteranno la fiducia. Di sicura c'è solo una cosa: è stata scritta una pagina vergognosa nella storia del paese.
 
1044751428 ha scritto:
Da Repubblica:

SOLDI E POTERE
Carlo Clericetti
di Carlo Clericetti
25OTT2015
In Portogallo conta più la Troika che gli elettori
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Ciò che sta accadendo in Portogallo, dove si sono appena tenute le elezioni politiche, è una clamorosa testimonianza del degrado della democrazia in Europa. Il partito conservatore che era al governo, i socialdemocratici guidati da Pedro Passos Coelho, ha ottenuto il 36,8% dei voti restando il primo partito, ma ha subìto un calo vistoso (ben il 13%) perdendo la maggioranza in Parlamento. Ha tentato di formare una "grande coalizione" con i socialisti di Antonio Costa, ma l'accordo non è stato raggiunto. La maggioranza ce l'ha, invece, una coalizione di sinistra: socialisti (32,4%), Bloco de esquerda (10,2) e comunisti e verdi (8,3). Insieme, oltre alla maggioranza assoluta dei voti, hanno 122 seggi, 7 in più di quelli necessari .

Ma qui entra in scena il presidente, Anibal Cavaco Silva, conservatore. "In 40 anni di democrazia, nessun governo in Portogallo ha mai dovuto dipendere dall'appoggio di forze anti-europee", ha dichiarato, secondo quanto riferisce l'autorevole commentatore del Telegraph Ambrose Evans-Pritchard. "Ossia - ha proseguito - forze che hanno dichiarato di voler abrogare il Trattato di Lisbona, il Fiscal compact, il Patto di stabilità e di crescita e di voler rompere l'unione monetaria e portare il Portogallo fuori dall'euro, oltre a volere la dissoluzione della Nato. Dopo che abbiamo sopportato un oneroso piano di assistenza finanziaria, che ha comportato duri sacrifici, è mio dovere, nell'ambito dei miei poteri costituzionali, di fare quanto è possibile per evitare di dare segnali sbagliati alle istituzioni finanziarie, agli investitori e ai mercati".

Avevamo criticato Giorgio Napolitano perché rifiutò di conferire l'incarico di governo al leader del partito più votato, cioè Pier Luigi Bersani, a cui pose la condizione di avere prima una maggioranza parlamentare certa. Ma qui siamo molto oltre: Cavaco Silva rifiuta di far formare il governo a una coalizione che la maggioranza ce l'avrebbe, e affida il compito a chi invece ne è privo. Si giustifica arrampicandosi sugli specchi: la maggioranza del popolo portoghese, afferma, non ha votato per partiti anti-euro. Lo apprendiamo sempre da Evans-Pritchard, perché la maggior parte dei mezzi di comunicazione si è disinteressata della vicenda, nonostante che riguardi un paese della zona euro.

A chi scrive quanto sta accadendo sembra di una gravità eccezionale. Il presidente di un paese democratico dichiara esplicitamente che la Troika e i mercati contano più delle scelte degli elettori. La scusa che oppone è penosa: il Partito socialista di Costa, di gran lunga il più forte della coalizione, è tutto meno che estremista e non ha mai dichiarato di voler uscire dall'Europa o dall'euro. Però, a differenza di altri partiti socialisti e socialdemocratici europei, evidentemente ricorda ancora da che parte sta la sinistra, e di certo non sta con la politica finora imposta dall'Europa. Le trattative fra i tre partiti sono ancora in corso, ma la sostanza del programma "rivoluzionario" della coalizione starebbe nel non far scendere ancora salari e pensioni e aumentare il salario minimo.

Lo scenario si fa ora incerto. Costa ha dichiarato che un governo di minoranza di Passos Coelho non avrà la fiducia. Se andrà così si aprirà un periodo di paralisi istituzionale, perché eventuali nuove elezioni non potrebbero tenersi prima della seconda metà del 2016 visto che il presidente è nel "semestre bianco". La speranza di Cavaco Silva è che i socialisti - una parte dei quali trova abbastanza indigesta l'alleanza con gli altri due partiti, considerati troppo estremisti - si spacchino al momento del voto di fiducia. Una speranza che ha basi deboli: secondo l'eurodeputata Ana Gomes il comportamento del presidente ha compattato il partito, e tutti hanno dichiarato che non voteranno la fiducia. Di sicura c'è solo una cosa: è stata scritta una pagina vergognosa nella storia del paese.

GRAZIE FABRIB per le notizie che posti ...mi danno molte volte spunti
( vedi notizia TERCAS del 27 febbraio ...ricollegabile a bdmarche)

Sui quali lavorare...galassia Novo Banco interessante ma in ottica switch prezzi ancora altini ripeto in ottica switch da GR 2019 4.75

A breve 3-4 mesi la benza credo ce l abbia ancora GR 2019 4.75

Switch da area 100 del GR sul sul 5% 2019 se permane area 91/100 ...interessante
 
Da Repubblica:

SOLDI E POTERE
Carlo Clericetti
di Carlo Clericetti
25OTT2015
In Portogallo conta più la Troika che gli elettori
...........
..........

L'articolo è sicuramente stimolante intellettualmente, oltre che utile per gli investitori "portoghesi".

Qui l'articolo dal quale Clericetti trae spunto:

Eurozone crosses Rubicon as Portugal's anti-euro Left banned from power - Telegraph

Per inciso: giornale e giornalista sono euroscettici doc. Non sorprende che vadano a nozze con la questione.

A me sembra, tuttavia, che manchi un tassello nel ragionamento esposto.

E' possibile che Cavaco Silva sia venuto meno ai suoi doveri costituzionali: per saperlo bisognerebbe conoscerli per benino.
Se così fosse, però, la colpa sarebbe da addebitare a Cavaco Silva e solo a lui.

Non credo che Draghi, Juncker e Lagarde gli abbiano telefonato...

Rimane il fatto che, per l'investitore "portoghese", la situazione sia intricata.
E' pure un fatto che la posizione assunta dal Presidente gli faccia gioco. Cosa sarebbe successo se fosse andata al potere una coalizione politica anche solo vagamente assomigliante ad una Syriza lusitana?
 
L'articolo è sicuramente stimolante intellettualmente, oltre che utile per gli investitori "portoghesi".

Qui l'articolo dal quale Clericetti trae spunto:

Eurozone crosses Rubicon as Portugal's anti-euro Left banned from power - Telegraph

Per inciso: giornale e giornalista sono euroscettici doc. Non sorprende che vadano a nozze con la questione.

A me sembra, tuttavia, che manchi un tassello nel ragionamento esposto.

E' possibile che Cavaco Silva sia venuto meno ai suoi doveri costituzionali: per saperlo bisognerebbe conoscerli per benino.
Se così fosse, però, la colpa sarebbe da addebitare a Cavaco Silva e solo a lui.

Non credo che Draghi, Juncker e Lagarde gli abbiano telefonato...

Rimane il fatto che, per l'investitore "portoghese", la situazione sia intricata.
E' pure un fatto che la posizione assunta dal Presidente gli faccia gioco. Cosa sarebbe successo se fosse andata al potere una coalizione politica anche solo vagamente assomigliante ad una Syriza lusitana?

Ho una vaga impressione che la proposta di un cosiddetto governo delle "sinistre" (tra l'altro, programmaticamente c'è un abisso all'interno delle tre formazioni) sia solo un mezzo per mettere da parte Passos Coehlo e tentare di arrivare poi ad una coalizione.
 
Da Repbblica:
Seconda puntata

SOLDI E POTERE
Carlo Clericetti
di Carlo Clericetti
26OTT2015
Portogallo, la trappola istituzionale
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Può un governo sfiduciato dal Parlamento restare in carica molti mesi? E' su questo che si interrogano politici e costituzionalisti portoghesi ipotizzando gli sviluppi della crisi istituzionale che incombe dopo il rifiuto del presidente Anibal Cavaco Silva di conferire l'incarico di formare il governo al leader del Partito socialista Antonio Costa, che ha dichiarato di avere l'appoggio degli altri due partiti di sinistra e quindi la maggioranza in Parlamento.

Il conservatore Pedro Passos Coelho, che guida il partito più grande ma senza maggioranza parlamentare, ha dichiarato di voler riprendere le trattative con i socialisti, che però confermano la loro indisponibilità e dichiarano che voteranno la sfiducia. In Portogallo il governo può anche essere di minoranza, a patto che non riceva un voto di sfiducia dalla maggioranza del Parlamento, cosa che a questo punto è quasi certo che accadrà.

A questo punto Cavaco Silva dovrebbe conferire l'incarico al leader del secondo partito, che è appunto il socialista Costa: ma il discorso pronunciato nei giorni scorsi sembra escludere che ne abbia la minima intenzione. Se potesse, probabilmente, scioglierebbe di nuovo la Camera per ripetere le elezioni, ma non può: la legge portoghese stabilisce che debbano passare almeno sei mesi, e il mandato presidenziale scade a gennaio prossimo. Toccherà semmai al suo successore, che però, visti i risultati delle recenti elezioni - il presidente è eletto con voto popolare - è difficile che sia del suo stesso orientamento politico.

Dando dunque per scontato che Passos Coelho sarà sfiduciato e che il presidente rifiuti l'incarico alle forze di sinistra, si ipotizza che possa entrare in carica un "governo di gestione" (più a meno quello che noi chiamiamo "governo tecnico"). Che però dovrebbe limitarsi all'ordinaria amministrazione, ossia non potrebbe fare quasi niente. Ma il condizionale è d'obbligo, perché esiste una scappatoia: ne scrive il quotidiano Publico, che ricorda che esiste una sentenza del 2002 della Corte Costituzionale secondo cui anche un governo di questo genere non ha limitazioni qualora si trovi di fronte a una "stretta necessità". E chi decide se la "stretta necessità" esiste? Ma il governo stesso, naturalmente. Poi il presidente può sottoporre l'atto alla Corte Costituzionale perché dia un giudizio, ma in questa situazione è lecito dubitare che ciò avverrebbe mai.

Allo stato dei fatti, dunque, potrebbe accadere proprio questo: che il presidente confermi Passos Coelho anche se avrà un voto di sfiducia. E quanto potrebbe restare in carica? Per ipotizzarlo bisognerebbe avere una conoscenza dei meccanismo istituzionali portoghesi che chi scrive non ha, ma certo non pochissimo: sulla stampa lusitana qualcuno parla di giugno 2016. Sarebbero otto mesi con un governo sfiduciato dal Parlamento. Speriamo di sbagliarci.
 

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