LA VITA E' UN'ENORME TELA: ROVESCIA SU DI ESSA TUTTI I COLORI CHE PUOI

Ma guarda un po'. Tutti a pubblicare il dato ufficiale.

Compenso pari a 50.000 Euro.

Poi vai a fondo della questione. Trovi pubblicata la :

Relazione Annuale sulla Remunerazione 2015
Roma, 26 marzo 2015

E salta fuori che il compenso annuo della Sig.a Catia Bastioli
è di Euro 50.000 + 188.000 = Euro 238.000

Al limite del compenso massimo di Euro 240.000

Bella la vita, vero ? Grazie Renzi.

Votatelo ancora, mi raccomando.
 
LECCO – Antonio Valentin Angelillo, ex attaccante di Inter, Roma e Milan, è morto all’età di 80 anni in ospedale a Siena lo scorso 5 gennaio.

Primatista di reti segnate in un campionato di serie A a 18 squadre, con 33 gol, aveva disputato la stagione 1966-1967 con la maglia della Calcio Lecco.

Nato a Buenos Aires, in Argentina, il 5 settembre 1937 (naturalizzato italiano grazie alle sue origini lucane), dopo aver giocato nel 1956 nel Boca Juniors e aver esordito in Coppa America vinta dall’Argentina grazie ai suoi gol, nell’estate 1957 approda all’Inter dove si fa notare a suon di gol. Angelillo veste la maglia neroazzurra per quattro stagioni, disputando 127 partite e realizzando 77 gol.

Nella stagione 1966-1967 arriva al Lecco, neopromosso in serie A: in questa stagione ottiene 22 presenze segnando una sola rete.
 
Meglio la lotteria o la borsa ?

Ecco, dunque, i biglietti estratti e le relative vincite:
· 5 milioni di euro alla serie Q numero 067777 venduto ad Anagni (Frosinone);
· 2,5 milioni di euro serie P numero 245714 venduto a Milano;
· 1,5 milioni di euro alla serie D numero 034660 venduto a Rosta (Torino);
· 1 milione alla serie P numero 462926 venduto a Pinerolo (Torino).
· 500mila euro alle serie D numero 243750 venduto a Roma;
 
Gli altri biglietti vincenti da 50 mila euro
Serie e Numero Venduto a
F 233484 Firenze
U 205349 Montese (MO)
I 465167 Roma
U 076485 Magione (PG)
R 415050 Roma
B 114774 Bagnolo Mella (BS)
I 170928 Bresso (MI)
R 089935 Altopascio (LU)
M 405207 Tivoli (RM)
A 133596 S. Gennaro Vesuv. (NA)
U 064207 Fiumicino (RM)
G 084289 Corigliano Calabro (CS)
D 291950 Correggio (RE)
F 206540 Roma
T 206856 Roma
S 368547 Latina
L 436591 Desenzano (BS)
C 059259 Anagni (FR)
B 367022 Firenze
E 224798 Parma
R 491223 Roma
A 466628 Torre Annunziata (NA)
N 242819 Caronno Pertusella (VA)
I 268849 Avella (AV)
T 294994 Anzio (RM)
M 239686 Sassari
F 224885 Binasco (MI)
N 077178 Somma Lombarda (VA)
G 133761 Sorrento (NA)
G 120663 Piubega (MN)
I 324044 Jesi (AN)
G 267830 Serravalle Pistoiese (PT)
N 486646 Sestola (MO)
C 250085 Casoria (NA)
S 049055 Reggello (FI)
Q 186089 Vicenza
E 287918 Piacenza
N 028098 Bologna
A 043587 Milano
Q 375626 Gallicano nel Lazio (RM)
N 168284 Busto Arsizio (VA)
O 352360 Colleferro (RM)
E 080180 Lucera (FG)
F 201816 Campobasso
L 090599 Capena (RM)
D 398757 Monterotondo (RM)
M 260568 Codroipo (UD)
P 391773 Roma
E 208473 Casalgrande (RE)
A 058487 Anagni (FR).

I 150 biglietti vincenti di terza categoria

SERIE NUMERO VENDUTO A PREMIO €
C 450592 BRENTINO BELLUNO (VR) 20.000
L 296660 MILANO 20.000
P 405541 VERONA 20.000
G 376016 LEONESSA (RI) 20.000
D 480156 CESANA BRIANZA (LC) 20.000
L 065269 CREMA 20.000
G 032392 DARFO BOARIO TERME (BS) 20.000
M 353004 CAMBIAGO (MI) 20.000
I 226765 CHIVASSO (TO) 20.000
L 285708 CORLEONE (PA) 20.000
C 068038 ACIREALE (CT) 20.000
U 378812 PARMA 20.000
E 304135 SAN CANDIDO (BZ) 20.000
G 281843 FRANCAVILLA IN SINNI (PZ) 20.000
I 302278 VERONA 20.000
T 093269 CASALECCHIO DI RENO (BO) 20.000
T 176641 MERATE (LC) 20.000
N 270052 MILANO 20.000
E 235630 TORINO DI SANGRO (CH) 20.000
O 132182 MACERATA 20.000
L 345970 NOGAROLE ROCCA (vr) 20.000
I 460723 ROMA 20.000
O 007220 BOLZANO VICENTINO (VI) 20.000
L 456185 TORINO DI SANGRO (CH) 20.000
D 283480 MEDIGLIA (MI) 20.000
E 280778 ENNA 20.000
F 196945 VALBREMBO (BG) 20.000
C 287589 BERNALDA (MT) 20.000
R 490386 ROMA 20.000
R 229577 PIEVE DI SOLIGO (TV) 20.000
T 446182 ROMA 20.000
B 132826 ROTTOFRENO (PC) 20.000
N 098304 PESCARA 20.000
B 330624 MEDICINA (BO) 20.000
A 317088 ROMA 20.000
F 041844 PESCHIERA BORROMEO (MI) 20.000
N 106521 DARFO BOARIO TERME (BS) 20.000
D 186827 ZOLA PREDOSA (BO) 20.000
U 023700 LIVORNO 20.000
L 404236 ROMA 20.000
R 420859 CASSANO MAGNAGO (VA) 20.000
C 067492 LAMEZIA TERME (CZ) 20.000
N 493706 TRENTO 20.000
R 040506 BAGNOLO S. VITO (MN) 20.000
O 239761 BASILICANOVA (PR) 20.000
B 095719 LIZZANELLO (LE) 20.000
R 460645 POMEZIA (RM) 20.0
 
ROMA – “La campagna elettorale sarà per molte forze politiche un enorme Truman Show di promesse insostenibili.
Ma il Pd non può restare dentro questo brutto spettacolo fatto solo di annunci ad effetto. Deve uscirne immediatamente.
Altrimenti non solo non guadagnerà nuovi voti, ma perderà anche l’elettorato di centrosinistra”.

A dirlo è il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda in un’intervista a Repubblica sull’ipotesi di abolizione del canone Rai.
Tra i due, nel pomeriggio di venerdì c’era stato un botta e risposta.

“Verso Renzi”, dice, “ho sentimenti di gratitudine e di lealtà. Ma questa lealtà
non può essere cieca fedeltà e approvazione di ogni proposta, peraltro quasi mai condivisa”.

“C’è un tema di modo e serietà nel porre certe questioni di cui peraltro, come ministro, sono responsabile.
Il governo Renzi è quello che ha messo il canone in bolletta, dicendo che era fondamentale per rilanciare il ruolo di servizio pubblico della Rai.
Poi il governo Gentiloni ha firmato la nuova convenzione e si accinge a firmare il nuovo contratto di servizio.
Non è che adesso si può dire, in modo estemporaneo e senza una riflessione, che i soldi per la Rai li tira fuori la fiscalità generale”.

“Sono stato così secco su questa proposta perché Renzi mi ha chiesto la disponibilità – e io gliela ho data – a collaborare sul programma del Pd.
Ma lo faccio a patto che si lavori a un progetto per il paese, non a battute estemporanee da Truman Show”.

“Offrire temi che durano lo spazio di un mattino non è il ruolo che spetta ad un centrosinistra che ha governato bene per una legislatura.
E non penso che sia nemmeno quello che gli elettori del centrosinistra chiedono. Peraltro il gradimento verso Gentiloni dimostra proprio questo”.
 
ROMA – Lo scorso 4 dicembre il governo ha messo fine alla fatturazione a 28 giorni
(anziché mensile, a 30 o 31 giorni a seconda dei mesi), che ha permesso agli operatori di telefonia
e della fibra di incassare in un anno l’8,6% in più.

Per questo
, per il periodo in cui gli utenti hanno pagato le fatture a 28 giorni è adesso possibile fare ricorso,
chiedendo la restituzione dell’eccedenza pagata.

Esistono due modalità per chiedere il rimborso: fare richiesta ai Co.re.com, comitati regionali per le comunicazioni,
o inviare direttamente un reclamo alla compagnia telefonica.

Rimborso bollette a 28 giorni: il modulo

Il modello, per chiunque avesse interesse a presentare anche in proprio o tramite l’assistenza delle professionalità competenti,
l’iniziativa legale promossa – esclusivamente nella forma del documento (clicca qui) – dall’intestataria associazione dei consumatori,
è da intendersi comunque come iniziativa collettiva valida erga omnes e, da sviluppare costruttivamente
con la piena collaborazione di ogni altra associazione dei consumatori presente sul territorio nazionale,
al fine di trovare un’intesa con la Tim, la Wind, la Vidafone, la Fastweb (etc.) a tutela dei richiedenti dei rimborsi.


Modulo per utenze fisse o mobili

Si intende ribadire che il modello potrà essere utilizzato in falsariga da chiunque ne abbia intenzione
di spenderlo legittimamente per l’obiettivo sperato ed in particolare per le utenze fisse
oppure le utenze mobili solo con contratto, ovvero, quell’obiettivo di far sì che i gestori telefonici,
provvedano immediatamente ad una battuta di arresto di questa incresciosa condotta di pratica commerciale scorretta,
verso i milioni di utenti che ripongono quotidianamente la fiducia, stipulando contratti con essi.

Rimborso bollette a 28 giorni: le modalità di calcolo

Mentre, per quanto riguarda il chiarimento più richiesto dai lettori, in riferimento alla modalità di calcolo,
da inserire nella richiesta, l’operazione è semplice: deve essere conteggiata in base alla propria posizione,
la differenza con il 13° mese in più reclamato ed indebitamente percepito dal gestore dal periodo
in cui è stata applicata la modalità temporale dei pagamenti(a 28 giorni)/al periodo in cui l’emissione della bolletta ne segue ancora tale modalità,
nonostante l’imposizione dell’Autorità a dover ripristinare la modalita’ di fatturazione in mensile.

Alla somma, dovrà aggiungersi il calcolo degli interessi, determinato con l’utilizzo di un qualsiasi programma di calcolo degli interessi moratori.
 
Anche qui i russi .......

ROMA – Il DNA di una bambina Nativa Americana, morta 11.500 anni fa ad appena sei settimane,
riscrive la preistoria americana: il genoma completo rivela come i primi umani arrivarono 25.000 anni fa
sul continente e poi si divisero in tre gruppi ancestrali di Nativi Americani.

E’ la prima volta che vengono identificate tracce genetiche dirette dei primi nativi americani.
La neonata apparteneva a un popolo, precedentemente sconosciuto, di antichi abitanti del Nord America noti come gli “antichi Beringiani”,
un piccolo gruppo di Nativi Americani che risiedeva in Alaska e si estinse circa 6.000 anni fa, affermano i ricercatori.

È ampiamente riconosciuto che i primi coloni siano passati in Alaska da quella che ora è la Russia,
attraverso un antico ponte continentale sullo Stretto di Bering, che fu sommerso alla fine dell’ultima era glaciale.
In precedenza alcuni scienziati hanno ipotizzato molteplici flussi migratori sul ponte continentale, fino a 14.000 anni fa.


Ma il nuovo studio riportato dal Daily Mail, mostra che questa migrazione si è verificata in un’onda,
con sottodivisioni di gruppi nativi americani che si sono formati in seguito.
Dalla ricerca emerge inoltre che un gruppo precedentemente sconosciuto chiamato “Antichi Beringiani”
fece parte di questa suddivisione, facendo passare da due a tre il numero conosciuto di gruppi ancestrali di Nativi Americani.

“Non sapevamo che esistesse questo popolo”, ha affermato il coautore dello studio, Ben Potter, antropologo presso l’Università dell’Alaska Fairbanks.
I dati forniscono anche la prima prova diretta della popolazione originaria dei Nativi Americani
e gettano nuova luce su come queste popolazioni stavano migrando e stabilendosi in tutto il Nord America”.
 
E noi dovremmo votare di questi personaggi che un giorno sono sul melo ed il giorno dopo sul pero ?

I rifiuti romani non finiranno più in Emilia Romagna: Virginia Raggi fa retromarcia.
Dopo l’apertura da parte del governatore emiliano Stefano Bonaccini
che si era mostrato disponibile ad ospitare i rifiuti della Capitale, arriva lo stop a sorpresa del sindaco.

La conferma arriva dal Comune di Roma, per voce di Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente:

«Portare quei rifiuti in Emilia-Romagna costa troppo e la Capitale ha retto bene anche durante il periodo natalizio».

E il governatore in un’intervista a Repubblica parla della mossa del Campidoglio:
«Questa è una vicenda così surreale che, da amministratore con anni di esperienza alle spalle, mai mi era capitata».

Poi parla di quanto accaduto nelle ultime settimane e della scelta della Regione Emilia Romagna
di impegnarsi proprio per dare una mano alla Capitale.
Bonaccini avanza un sospetto sui motivi che hanno spinto l’amministrazione pentastellata a fermare il trasferimento:
«Spero proprio che i grillini non temano questo scenario. Ma se fosse così commetterebbero un errore gravissimo.
Le istituzioni non sono di proprietà di un partito o di un movimento, ma sono un bene prezioso
che va messo al riparo dalla propaganda e dagli interessi di parte, anche nell’imminenza di un voto.
Dopo di che si decidano, noi stiamo bene anche senza l’immondizia di Roma».

E poi ancora: «Per altro, se è vero ciò che ho letto oggi, e non ho motivo di dubitarne, Ama ipotizza di portare i rifiuti in Abruzzo.
Ma così non è che cambiano i termini della questione: sempre ad altri si rivolgono perché non riescono a smaltire “in casa” la loro spazzatura».
 
Beh, se lo scrive repubblica......

A volte la verità ci mette del tempo prima di emergere, ma arriva sempre.
Sulla Siria, in particolare, ora si apprende che quasi tutte le notizie pubblicate dai maggiori quotidiani nazionali e internazionali erano manipolate.

Sì, insomma, erano delle fake news.
La grande stampa non aveva orecchie che per il sedicente Osservatorio internazionale,
formato da una sola persona che per giunta non vive neanche in Siria, e dai cosiddetti Elmetti bianchi siriani,
organizzazione sedicente umanitaria ma che in realtà era vicinissima ai tagliagole islamici,
e ai quali è stata persino dedicata un “documentario”, ma meglio sarebbe dire una fiction,
prodotto da Netflix e persino premiata con un Oscar.

La stessa Repubblica, in due articoli intitolati rispettivamente
“Siria, le narrazioni fasulle dell’Osservatorio siriano sui diritti” e
“Siria, il difficile mestiere di informare”.

E’ vero che quello di informare è un mestiere difficile, ma nel caso della Siria non lo era poi così tanto:
ricordiamo ai colleghi che sarebbe bsatata un po’ di freddezza e di imparzialità per accorgersi che qualcosa non andava,
anziché gettarsi subito addosso con la bava alla bocca contro il “tiranno” di turno Assad ,
sperando che facesse la stessa fine di Gheddafi e di Saddam Hussein.

Dimostriamo la parzialità dell’approccio dei nostri colleghi alla tragedia siriana in un modo molto semplice:
è vero, come dice Repubblica, che i giornalisti non erano ammessi nel teatro;
ma proprio per questo le uniche notizie che giungevano non potevano che essere date dagli amici dei terroristi islamicim,
giacché qualunque altro giornalista si fosse recato sul luogo sarebbe stato sgozzato.
Le fonti, per un giornalista serio, sono quelle istituzionali: quindi quelle del legittimo governo siriano e quelle dell’agenzia ufficiale Sana.
Tutte le altre fonti sono inattendibili, dall’Osservatorio siriano agli White Helmets.

Questo dice la deontologia. Invece, ogni comunicato delle fonti dei terroristi, dai fantastici e mai avvenuti attacchi col gas
da parte del governo alle morti dei bambini alle atrocità dell’esercito di Assad, veniva preso come oro colato dai nostri giornali, ma non solo da loro:
persino l’Onu si è immediatamente schierato con i terroristi e addirittura gli Stati Uniti hanno bombardato la postazione siriana
dalla quale avevano detto fosse provenuto l’attacco chimico. Attacco chimico che, invece, fu attuato dall’Isis contro la popolazione civile siriana.

Ma la faziosità preconcetta di taluni nostri colleghi fu anche rappresentata dal fatto che da subito si tentò di definire
come “rivolta popolare” quello che si è dimostrato essere un autentico golpe armato contro il legittimo governo siriano
da parte di mercenari islamici eterodiretti dall’estero: dagli Usa di Obama, ad esempio, ma non solo da loro,
che finanziarono per anni gruppi e gruppuscoli di “ribelli” che si spacciavano per patrioti
ma che in realtà non erano che assassini prezzolati interessato ai dollari e al trionfo della jihad.

A differenza dei casi iracheno, afghano e libico stavolta la verità è venuta fuori,
e ci auguriamo che emerga anche per gli altri fallimentari casi di tentativo dell’Occidente di portare la democrazia nei Paesi arabi,
che in realtà non sono altro che brutali aggressioni per controllare le risorse di quei Paesi.

In Siria questa bieca operazione non è riuscita, malgrado la disinformazione effettuate sistematicamente
e i fiumi di denaro piovuti nelle tasche dei terroristi.

Non è riuscita per l’intervento della Russia ma soprattutto per la determinazione e il coraggio del popolo siriano
e del suo governo resistere a quella ennesima Primavera araba pilotata dall’estero.
Per evitare altri infortuni di questo genere, suggeriamo ai nostri colleghi sempre pronti a schierarsi col vincitore
di usare maggiore prudenza in futuro e di cercare di appurare come stiano veramente le cose.
Da parte nostra, non diremo che noi l’avevamo detto…
 

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