Imprenditore cinese, 43 anni, si dà fuoco a Faenza. Vantava crediti da un'azienda
È uscito, occhi a terra, dall'azienda dalla quale aspettava di essere pagato per le commesse già da tempo consegnate. Un ultimo tentativo per riscuotere quanto doveva avere: tentativo andato a vuoto, quei soldi l'azienda non li aveva e lui, come altri creditori, doveva aspettare, sperare e, magari, pregare.
Ma il quarantatreenne di origine cinese, titolare di una ditta che si occupa del confezionamento di abiti, non ce l'ha fatta, né ad aspettare, né ad avere fiducia: così appena fuori dal capannone della periferia di Faenza, in provincia di Ravenna, dove ha sede la Germano Zama, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. Soccorso da alcuni passanti, l'uomo è stato trasferito al centro ustionati dell'ospedale Bufalini di Cesena dove versa in gravissime condizioni.
Al momento l'ipotesi più accreditata dagli inquirenti è che l'imprenditore abbia tentato il suicidio dopo avere ricevuto una risposta non positiva alle sue richieste di pagamento da parte di uno dei manager dell'azienda. L'uomo avrebbe chiesto anche di essere assunto. La Germano Zama, che per un ventennio è stata solida realtà produttiva nel settore dell'abbigliamento di gamma medio alta, si trova ad oggi in una situazione finanziaria tale da avere costretto il suo fondatore, alla fine del 2012, a fare richiesta di concordato preventivo al tribunale di Ravenna.
Solo pochi giorni fa, a Gabicce, una donna di origine bolognese di 54 anni rimasta senza lavoro si era suicidata gettandosi in mare. Aveva lasciato in auto alcuni biglietti in cui spiegava la ragione del suo gesto.