Li avrà pagati tutti come fece negli Stati Uniti contro Trump ?
Decine di migliaia di persone hanno manifestato, ieri, a Budapest, contro la chiusura della
Central European University, l’università fondata nella capitale ungherese dal miliardario statunitense,
George Soros.
Una protesta annunciata, dopo l'approvazione, la scorsa settimana, da parte del Parlamento ungherese, di una legge che porterà alla chiusura entro il 2021 dell’ateneo fondato dal magnate statunitense di origine magiara.
In 70mila, secondo l’agenzia di stampa
Reuters, sono scesi in piazza domenica, in quella che è già stata definita come una delle più grandi manifestazioni contro il governo degli ultimi sette anni.
I partecipanti alla
manifestazione hanno riempito la piazza antistante il Parlamento, difesa dai poliziotti in tenuta anti sommossa,
per chiedere al presidente della Repubblica, Janos Ader, di mettere il veto al provvedimento voluto dall'esecutivo di Budapest.
Migliaia di manifestanti, per la maggior parte studenti, hanno percorso le strade di Budapest in corteo, accendendo le luci dei propri smartphone, per chiedere il rispetto della libertà di istruzione.
Slogan contro il premier,
Viktor Orbán, sono stati scanditi quando i manifestanti hanno raggiunto la sede del partito di governo, Fidesz.
Un gruppo più ristretto ha poi bloccato l’Oktogon, una delle piazze più famose del centro di Budapest, sedendosi sull’asfalto e intonando nuovamente cori contro il capo dell'esecutivo magiaro e contro il suo partito.
Prima dell'ateneo privato fondato da Soros nel 1991 a Budapest, a finire nel mirino dell’esecutivo guidato da Orbán, erano state
le
Ong finanziate dallo stesso magnate statunitense, che si occupano di migranti e diritti umani, la cui azione, secondo il governo magiaro,
sarebbe mirata ad indebolire le istituzioni ungheresi e a destabilizzare il Paese.