LASCIA CHE TUTTO SCORRA COME LA PIOGGIA SULLA PELLE.

Una furia cieca cui non è riuscita ad opporsi. I pugni le hanno distrutto il volto sorridente da giovane 28enne.

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Uno, due, tre, quattro cazzotti al volto. Poi il colpo finale con un posacenere. Le grida di Hellen rimbombano ancora nel bar di Trieste dove due ragazzi rom l'hanno massacrata di botte, le hanno rotto il naso e tumefatto il viso.

Giovedì sera tutto scorre come sempre. Hellen lavora, serve caffè e risponde alle esigenze dei clienti. Poi però Daniel e Francesco Caris, due nomadi di 31 e 28 anni, avventori abituali del bar, l'aggrediscono. Volano bicchieri, la ragazza tenta di scappare. Girda. I rom la raggiungono e iniziano a pestarla senza pietà. Schiaffi e pugni a ritmo serrato. Due uomini contro una donna. Il fidanzato prova a difenderla e viene picchiato a sua volta. La violenza dura qualche minuto, prima che i presenti riescano a chiamare la polizia e a mettere in fuga i rom. Lei rimane in terra, sanguinante. "È terribile come l’hanno conciata - racconta un'amica - le hanno spaccato il naso e ha dovuto subire una prima operazione. È piena di ematomi sul volto, quasi non l’ho riconosciuta". La polizia ha dovuto rincorrere i malviventi, bloccati poco dopo dalle Volanti.

Per alcuni giorni i quotidiani locali hanno scritto dell'eccesso di alcol che avrebbe fatto uscire di testa i due "triestini". Ma la famiglia Caris è conosciuta a Trieste e non sempre per azioni buone o caritatevoli. Anzi. "Hanno creato diversi problemi qui", racconta Fabio Tuiach, pugile professionista e ora consigliere comunale della Lega Nord. Oggi l'ex campione di pesi massimi è andato a trovare Hellen e a portarle il suo supporto. E il racconto che la ragazza fa della brutale aggressione è diverso dall'ipotesi di una "semplice" follia di chi ha alzato troppo il gomito. Alcuni giorni fa, infatti, aveva avvisato la polizia di aver paura: era terrorizzata che i Caris potessero punirla per aver aiutato una sua collega a lasciare uno dei due fratelli rom. Quella storia d'amore era segnata dai lividi dei cazzotti che regolarmente rimediava e così Hellen l'aveva convinta e aiutata ad allontanarsi da lui. Pagando un prezzo altissimo.
 
Ohi ohi ohi sempre peggio

«Già è grave fingersi giornalisti di una fantomatica testata quando non lo si è.
Ma è quanto meno penoso camuffarsi addirittura da ‘Iena’ per estorcere dichiarazioni al direttore del Tg1.
Questi sono i metodi dei grillini!
Intimidazioni contro chi osa dire la verità sul disastro 5 Stelle e falsità per infangare il lavoro di un giornalista serio come Orfeo»

«Oggi siamo ai pedinamenti, a quando l’aggressione fisica?
È vergognoso che due dipendenti dello staff comunicazione dei 5 Stelle al Senato invece che fare il proprio lavoro si prestino a certe sceneggiate.
Chiediamo un intervento urgente dell’Ordine dei giornalisti ma anche del presidente del Senato per una pubblica censura
di questo increscioso episodio e perché si valutino le opportune iniziative del caso».

«Quanto accaduto oggi al direttore del Tg 1 Mario Orfeo è la rappresentazione plastica di come i grillini
intendono la democrazia e il rispetto delle istituzioni.
Di questo chiedo spiegazioni al presidente della Commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico,
confidando che la sua appartenenza politica non incida sull’obiettività di giudizio».

«È chiaro a tutti che quanto messo in scena dai grillini, che hanno impropriamente utilizzato alcuni dipendenti dei gruppi parlamentari,
sia un’azione intimidatoria che niente ha a che vedere con la lecita richiesta di avere un servizio pubblico basato su trasparenza e qualità».

«Da giorni i grillini impartiscono improbabili lezioni di comunicazione a Mario Orfeo, oggi culminate con un video-inseguimento per le strade di Roma.
A lui va la nostra solidarietà per queste pressioni vergognose nei confronti della sua persona e del lavoro che svolge con equilibrio e competenza.
Se questa è l’idea di servizio pubblico dei grillini, c’è da avere paura»
 

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