Le probabilità di vittoria sui mercati finanziari

Piedi a Terra

Forumer storico
Forse non tutti sanno che in qualsiasi gioco, contest, investimento finanziario sarebbe auspicabile che nella mente dell'investitore/scommettitore venisse effettuata una distinzione tra

1) speranza matematica, o valore atteso, che e' un valore gia' rettificato dai costi reali o impliciti sostenuti dall'investitore/scommettitore. Il valore atteso si definisce con
VA= 1- margine e
2) probabilita' di vittoria nel lungo termine
P(vittoria)= 1-(P)sconfitta

Empiricamente si osserva che 1 e' quasi sempre differente da 2.

Il semplice motivo e' che un gioco apparentemente cosi' equo come la roulette, dove la speranza matematica di vittoria (p) = 36,5/37 nelle chance semplici e' apparentemente cosi' elevata, finisce per essere un gioco con probabilita' di vittoria nel lungo termine assolutamente nulle e asintoticamente tendenti allo Zero.

Al contrario, la borsa pare un gioco dove la speranza matematica e' negativa a causa degli enormi costi (costi informativi, costi tecnologici, costi di infrastrutture, costi per il broker, costi di slippage, costi di spread, Legge Monti sui dossier, prossima introduzione Tobin Tax, costi capital gain, etc.) ma nel contempo le probabiita' di vittoria possono essere elevate in presenza di strategie adeguate.

Pubblico in calce una nota tabella estratta da una autorevolissima fonte (il famoso prof. William Ziemba) nella quale balza all'occhio e non puo' non inquietare il valore atteso dei future finanziari sui mercati piu' liquidi del mondo, che il professor Ziemba determina in 0,9 :eek:

http://web.econ.unito.it/gma/sem/tompkins.pdf
 
Questo lo specchietto di William Ziemba a cui fare riferimento nella possibile discussione. Non sono certo in grado di possedere le conoscenze tecniche per mettere in dubbio le percentuali riportate dal prof., che saranno state determinate in qualche modo, o analiticamente per certi tipi giochi o empiricamente per il black jack e le lotterie ed i futures.
 

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In questa sezione mi e' parso di leggere negli ultimi tempi una sofisticata conoscenza comune del mondo delle opzioni finanziarie, che trapela da molte erudite conversazioni, che confesso di non esserein grado di apprezzare per la loro sofisticata concezione filosofica sottostante. Anch'io in passato avevo praticato il mondo delle opzioni finanziarie, ma ne ero dovuto uscire rapidamente perche' mi ero reso consapevole delle pesantissime perdite dovute a costi di spread, slippage, etc. Mi era soprattutto apparsa iniqua la procedura del quote request, cioe' la richiesta di far uscire allo scoperto il market maker con la richiesta di una quotazione personalizzata, oppure la richiesta di pretendere che qualsiasi operativita' per il privato dovesse colplire la lettera del market maker in caso di acquisto e colpire il denaro del market maker in caso di vendita

Chiedo allora da autentico dummy: se il prof. William Ziemba stima al 10% il margine del banco dovuto al market maker in caso di future sul mercato di Chicago, quale e' il margine del banco (o speranza matematica, o valore atteso del trade) in caso di operativita' su opzioni sul mercato italiano ?
E per operativita' su opzioni sui mercati esteri ?

Grazie anticipate a chi tra gli innumerevoli esperti di opzioni qui presenti si sentira' di poter fornire una stima.
 
Grazie anticipate a chi tra gli innumerevoli esperti di opzioni qui presenti si sentira' di poter fornire una stima sula speranza matematica di vincita sul tradingt delle opzioni.

Cerchero' nel seguito della discussione di contraccambiare illustrando degli esempi di strategia sulle obbligazioni dove, sempre empiricamente, si potrebbe cercare di usare una strategia minimax, ad esempio
1) minimizzare gli edge
2) massimizzare la probability of Winning

In una recente strategia che ho applicato (*) potrei fornire i seguenti valori

EDGE
0,001

PROBABILITA' OF WINNING
99,999

(*) TRADING SU BOND INVESTIMENT GRADE
 
Ti seguo sempre con piacere perchè, a mio parere, sei l'utente perfetto dei forum finanziari. Non vendi nulla, non hai voglia di perdere troppo tempo, lanci argomenti interessanti, fornendo un adeguato apporto di background conoscitivo (o gli strumenti per farselo in rete), con un ottimo livello didattico.

Detto questo, la mia esperienza sulle opzioni è quella di chi si affaccia timidamente e non se la sete di "spiccare il volo". Ho provato alcune strategie di copertura, con il semplice acquisto di Put e Call, poi ho gettato qualche volta i dadi, testando alcune strategie descritte su un sito italiano dedicato (con tanto di video).
Come mi è già capitato in passato, il risultato netto è aver buttato i soldi che avrei speso a fare un corso. Non mi sono rovinato, e questo è già un risultato :)
Ho imparato qualcosa, ma non ho ancora capito se e come è possibile migliorare la dinamica del portafoglio utilizzando questi strumenti.
Nel 3D "erudito", ho letto che tutto ciò che si fa con le opzioni si può fare anche col sottostante, e questa è un'informazione che non avevo ancora assimilato.
Il mio strumento è l'ottimo foglio di Hoadley, per cui, con questo supporto, proverò a seguirti e a capire cosa ci si può tirare fuori.

PS Ma chi scrive tutto quel SW incredibile sulle Opzioni, e che quindi le conosce assai bene, non ha trovato il modo di utilizzarle per arricchirsi?
 
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Ti seguo sempre con piacere perchè, a mio parere, sei l'utente perfetto dei forum finanziari. Non vendi nulla, non hai voglia di perdere troppo tempo, lanci argomenti interessanti, fornendo un adeguato apporto di background conoscitivo (o gli strumenti per farselo in rete), con un ottimo livello didattico.

Grazie dell'apprezzamento..
Spero che la distinzione tra speranza matematica del trade e probabilita' di vittoria della strategia basata su trade ripetuti sia divenuta chiara a tutti coloro che hanno letto. Potrei aggiungere ancora un esempio, relativo ad alcune osservazioni di molti anni riguardo uno tra i piu' famosi casino' di Italia, Venezia. Ricordo perfettamente che il direttore del casino' fosse addirittura un matematico, con specializzazione in calcolo delle probabilita'.

Si obiettava che la strategia del casino' fosse quella di aumentare il numero delle slot machine - che dal punto di vista del giocatore hanno bassa speranza matematica di vincita - a scapito della roulette, che hanno elevatissima speranza matematica di vincita e richiedono elevati costi di personale per la loro gestione. La riposta fu che la speranza matematica dei singoli giochi centrasse ben poco con gli introiti attesi, quanto invece il fatto che gli introiti attesi fossero correlati piuttosto con i tempi di permanenza della clientela all'interno della struttura e la determinazione da parte della direzione della soglia minima di gioco (2 Euro 5 Euro, etc. per arrivare ai 10 Euro dei privee')

Per quanto e' di nostro interesse, mi sembra di aver capito che lo Zero non e' nemmeno importante come si potrebbe comunemente pensare. Se il casino' decidesse paradossalmente di pagare lo Zero, cioe' attribuire eccezionalmente una vincita 38 volte la posta anziche' le 36 canoniche in presenza di giocatori con capitali limitati e con scarsa propensione al rischio riuscirebbe a vincere lo stesso.

E molto, anche.
 
Alla ricerca della strategia con il minimo edge e il massimo winning mi sono chiesto quali siano le serie storiche finanziarie che esibiscono una crescita dell'equity line continua e monotona, e che proprio per questa loro peculiarieta' rassomiglino un po' ai vari conti correnti di deposito (Che Banca, Conto Arancio, Conto Pompelmo, etc.), ma che abbiano molto piu' sprint (un rendimento almeno doppio? triplo?) ma con un grado di sicurezza equivalente.

La risposta di cui oggi sono straconvinto e' la seguente: le serie storiche finanziarie di obblgazioni bancarie investiment grade che presentano piccoli scostamenti rispetto ad un trend di crescita ben definito possiedono queste caratteristiche richieste.

L'indicatore tecnico in AT della max crescita monotona crescente con minime oscillazioni si traduce nella formula di AT

DR= Beta * Rquadro.

Questo indicatore, magari giudicato da qualcuno un po' maccheronico come lo e' un po' tutta l'AT in generale, dovrebbe essere utilizzato per cercare di farci capire quanto una ipotetica gestione devi da un modello "stile conto corrente" o da conto corrente di deposito, o da un Tbill, etc.

Il suo utilizzo elettivo e' qualsiasi tipo di strategia market neutral, con l'obiettivo di pagare il minimo edge (giusto per fare un esempio, io pago 6 Euro ad eseguito sul MOT) con il max rendimento possibile abbinato al minimo rischio emittente.
 

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In questa sezione mi e' parso di leggere negli ultimi tempi una sofisticata conoscenza comune del mondo delle opzioni finanziarie, che trapela da molte erudite conversazioni, che confesso di non esserein grado di apprezzare per la loro sofisticata concezione filosofica sottostante. Anch'io in passato avevo praticato il mondo delle opzioni finanziarie, ma ne ero dovuto uscire rapidamente perche' mi ero reso consapevole delle pesantissime perdite dovute a costi di spread, slippage, etc. Mi era soprattutto apparsa iniqua la procedura del quote request, cioe' la richiesta di far uscire allo scoperto il market maker con la richiesta di una quotazione personalizzata, oppure la richiesta di pretendere che qualsiasi operativita' per il privato dovesse colplire la lettera del market maker in caso di acquisto e colpire il denaro del market maker in caso di vendita


Ciao PAT, parto da qui inanzitutto per dire che anche i concetti elementari possono sembrare "conoscenza sofisticata" se non li si è mai sentiti.

Un esempio (scusa Reef, ma devo dire le cose come sono) è qui

Nel 3D "erudito", ho letto che tutto ciò che si fa con le opzioni si può fare anche col sottostante, e questa è un'informazione che non avevo ancora assimilato.

ove l'informazione "non assimilata" è semplicemente una conseguenza logica del principo di replica di B&S (ogni opzione può essere replicata da un giusto mix di "undelying" e di cash: alcuni dicono infatti, che B&S non hanno scoperto come si valutano le opzioni, bensì PERCHE' le opzioni si valutano a quel modo ;))
Questa è probabilmente il primo principio fondamentale delle opzioni, quindi lo stupore.... è semmai che generi stupore ;):D

Ciò capita, in realtà, perchè sul web si parla di opzioni sorattutto a fini pubblicitari (tutti quelli che sono riconosciuti pubblicamente come esperti in Italia, at the end of the day... vendono qualcosa); in questo senso il minimo che si possa riconoscere a PGiulia ed Imar è che hanno sempre cercato di spiegare le insidie nascoste nella complessità dello strumento (nel mio caso, al massimo consentito dalle mie conoscenze.... che NON sono al livello della mia web-friend), e non di stupire con promesse irrealistiche e basate su trappole per sciocchi (avere gamma senza subire il theta... è solo l'ultimo esempio....).

Però ( e così rispondo anche a paolo56) non è possibile capire la finanza aziendale (vedi ad esempio Brealey & Myers, p. 480 e segg.) se non si conosce la teoria di base delle opzioni...... quindi .... anche in questo caso.... a me suona stranissima una domanda del tipo "ma perchè siete tanto attirati dalle opzioni"...... semplice... perchè ci occupiamo di finanza....


Chiedo allora da autentico dummy: se il prof. William Ziemba stima al 10% il margine del banco dovuto al market maker in caso di future sul mercato di Chicago, quale e' il margine del banco (o speranza matematica, o valore atteso del trade) in caso di operativita' su opzioni sul mercato italiano ?
E per operativita' su opzioni sui mercati esteri ?

Io ho visto una tabella simile del Prof Ziemba (*) nel libro "scenarios for risk management ... etc" (che riprende articoli di Willmott magazine), ma non credo proprio che egli dica che sui futures finanziari il margine per il banco è il 10% (nei testi che ho letto io, egli non spiega minimamente qulle percentuali...).... perchè - per quanto posso capire - sarebbe del tutto irrealistico. Nei futures, tra l'altro, non esiste il banco.

Sulle opzioni, il banco esiste ( e meno male, altrimenti la liquidità sarebbe vicina allo zero), ma dare la percentuale che chiedi rischia di essere fuorviante.
Esempio: una opzione MIBO DOTM quotata 10-20 ha uno spread denaro lettera del 100%, ma .. soldoni.... sono solo 25 euro a lotto (ok, se sono centinaia di lotti uno se ne preoccupa.... ma adesso do un HINT: lo spread REALE dei MM non è quello scritto sui monitor, ed inoltre se devi trattare centinaia di pezzi .... la storia cambia).
Inoltre, lo stesso spread di 10 ticks è presente su una opzione che quota 200.... per cui lì rappresenta solo il 5%.


In sinstesi, nella mia piccola esperienza, NON è il costo del banco che rende perdenti le strategie sulle opzioni (ammesso di avere almeno capito i concetti di base prima di operare, che NON sono quelli che vendono ai corsi). Tutte le volte che ho perso soldi "seri" sulle opzioni... è stato a causa di overconfidence nel mio trading, che mi ha portato ad una gestione del rischio troppo aggressiva (leggi: sconsiderata:D).
E questa semplice verità, se si guarda alla storia, è presente anche in tutti gli altri casi "di scuola" di disastri finanziari sui derivati..... a partire da Barings.... LTCM.... Amaranth (...you name it).


(*) tipino interessante il Prof Ziemba, allego il suo ultimo lavoro ... così capiamo meglio con chi abbiamo a che fare ... :D:D
 

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Però ( e così rispondo anche a paolo56) non è possibile capire la finanza aziendale (vedi ad esempio Brealey & Myers, p. 480 e segg.) se non si conosce la teoria di base delle opzioni...... quindi .... anche in questo caso.... a me suona stranissima una domanda del tipo "ma perchè siete tanto attirati dalle opzioni"...... semplice... perchè ci occupiamo di finanza....

Confesso che è una mia lacuna, ma del resto non essendo un professionista ho il grande vantaggio di poter trascurare gli aspetti che non mi attraggono (anche se questo può essere a conti fatti un male).

No, ma io fra le righe vi leggevo l'assunto implicito che la volatilità sia più prevedibile della direzionalità. Ora questo può anche essere vero in certi momenti, ma non ci scommetterei troppo.
 

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