L'IRONIA è QUELLA COSA CHE Ti INSEGNA A BUTTARLA SUL RIDERE ANZICHE' BUTTARTI A TERRA

Allegati

  • IMG-20150604-WA0000.jpg
    IMG-20150604-WA0000.jpg
    31,3 KB · Visite: 210
Bene... di stupidaggini per stasera ne ho dette abbastanza :-o:rolleyes:...
le altre me le tengo per domani :cool:
:ciao:
 

Allegati

  • z1004183.jpg
    z1004183.jpg
    136,9 KB · Visite: 1.790
Buongiorno. Oh...oggi - forse - finisce la smaronata gay. Domani ????

“La famiglia è importante – ha detto il cantante – se ne parla adesso come se fosse una novità. Da quella famosa capanna dove faceva molto freddo, e il signore era lontano quella notte, abbiamo imparato molto, abbiamo imparato che la convivenza dev’essere esercitata tra le quattro pareti di casa e poi avere casomai l’ambizione che questo nostro pensiero si affermi anche altrove“.
 
Trasparenza dei bilanci, obiettivi di redditività, blocco di assunzioni ed esuberi, oltre a fondi di accantonamento nei bilanci degli enti con società in perdita già dal 2015. Con i decreti attuativi della riforma Madia cambiano in maniera radicale le regole per le partecipate pubbliche. O meglio, per quasi tutte le controllate dello Stato e della pubblica amministrazione. Dalle nuove disposizioni, che ridurranno le partecipate da 8mila a mille, resterà fuori un piccolo ma significativo manipolo di imprese. Un gruppo di società “miracolate” che non saranno obbligate a piani di rientro. Non dovranno calcolare gli esuberi o chiudere i battenti nel caso di quattro esercizi di perdita sugli ultimi cinque. Per non parlare del fatto che non saranno nemmeno obbligate a ridurre le poltrone di consigli di amministrazione e comitati, a tagliare i compensi degli amministratori, a eliminare trattamenti speciali di fine mandato per i manager e a introdurre il divieto di cumulo fra stipendio pubblico e compenso della partecipata.
 
Ma quali sono le aziende che il governo Renzi ha pensato bene di mettere al sicuro dalla mannaia della Madia? Innanzitutto le società quotate e quelle che puntano a sbarcare in Borsa nel giro di diciotto mesi come ad esempio le Ferrovie dello Stato. Il gruppo è, del resto, nel pieno di una riorganizzazione che vede come obiettivo il mercato dove, sotto il governo Renzi, sono arrivate altre due società pubbliche, Fincantieri e Poste, con manager pagati molto meglio di quanto non preveda la riforma Madia.​
Quotate e matricole a parte, spiccano poi casi rilevanti di esenzioni legate a doppio filo con la primavera elettorale in arrivo in duemila comuni. Un esempio? Expo 2015, la società guidata dal candidato sindaco del centrosinistra per Milano, Giuseppe Sala, che non ha ancora alzato il velo sui risultati di redditività dell’esposizione meneghina. O ancora Arexpo, l’azienda pubblica che ha acquistato le aree del sito fieristico milanese e che è destinata a coprire parte delle perdite di Expo. Ma anche l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti, Invitalia, con tutte le sue controllate, inclusa Infratel che gestirà gli investimenti pubblici nella fibra. E’ noto che Invitalia, dispensatrice di fondi pubblici per start-up, innovazione e rilancio aree industriali, non navighi in buone acque con il rosso consolidato che ormai è diventato cronico. Eppure per il governo il gruppo continua ad essere un riferimento per lo sviluppo dell’occupazione soprattutto nel Mezzogiorno, dove le opportunità di lavoro sono ormai ridotte al lumicino e l’imprenditoria nascente conta ancora sulla possibilità di ottenere un finanziamento statale. Insomma, per l’esecutivo si tratta di un asset troppo importante che evidentemente non è il caso di imbrigliare con tutti i lacci della Madia.​
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto