L'Italia fuori dal NEURO.Per me puo'essere verità (1 Viewer)

Caos

Forumer storico
Piano dei poteri forti per cacciare l'Italia dall'UE

di Maurizio Blondet

Per adesso è toccato agli eurodeputati della Lega. Ma è solo il primo passo: in Europa, c’è un piano dei poteri forti per cacciare l'Italia.
Il primo a parlarne è stato Joachim Fels, economista della Morgan Stanley. In un’intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung rilasciata l’8 agosto scorso: proprio il giorno in cui l’agenzia di rating Standard & Poor’s aveva decretato il passaggio dell’economia italiana da “stabile” a “negativa”, preludio al declassamento del nostro debito pubblico. In altri tempi, questo fatto avrebbe costretto il Tesoro ad aumentare gli interessi dei nostri Bot, aggravando il nostro deficit; ma poiché siamo nell’euro, i nostri tassi sono quelli europei. Bassi.
Per questo, Fels disse al giornale tedesco: «Ritengo improbabile che l’Italia esca del sistema monetario europeo di sua volontà. È più probabile che un giorno i paesi che vogliono la stabilità [dell’euro] diranno: noi introduciamo una nuova moneta forte, che chiamiamo Neuro (!). E così gli italiani, e gli altri che diluiscono la qualità e stabilità dell'euro, saranno lasciati fuori».
Pochi giorni dopo (il 13 agosto) l’Economist, che è l’organo ufficioso della City di Londra, chiedeva le dimissioni di Fazio da Bankitalia: segnale d’inizio della lotta che è finita come sappiamo.
Come disse allora Tremonti, era la preparazione allo stesso scenario “del Britannia”. Ricordate? Nel 1992 il Britannia, il panfilo...
...della regina d’Inghilterra, comparve al largo di Civitavecchia: era pieno di banchieri inglesi, che imbarcarono una quantità di banchieri ed esponenti di poteri forti italiani. C’era anche Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro: che tacque di quell’incontro per ammettere solo due anni dopo, interrogato da una commissione parlamentare, che sul Britannia c’era anche lui.
I banchieri inglesi erano venuti a “fare la spesa”, ossia a comprarsi i gioielli dell’industria pubblica italiana; e per rendere economica la spesa, anche allora Standard & Poor’s declassò il debito italiano; nello stesso periodo, George Soros lanciò il suo famoso attacco contro la lira che portò alla svalutazione della nostra moneta. E in lire svalutate lorsignori comprarono i gioielli dell'Iri.
Insomma: una strategia concertata. Ora si sta ripetendo lo stesso scenario. Ci si chiederà: che cosa ci vogliono prendere ancora, i banchieri della City e del Bilderberg Club? Facile risposta, viste le sventure di Fiorani e Consorte: vogliono mettere le mani sul risparmio delle famiglie italiane, valutato a 140 miliardi di euro, gestiti dalle banche italiane rifilandoci obbligazioni Parmalat e bond argentini. Ma può essere peggio, se a gestire il risparmio nostro sono quelli del Britannia.
Vediamo la strategia. Bernard Connolly, il capo-economista della AIG (il più grosso gruppo assicurativo mondiale) scrive su Wall Street Italia un articolo significativo: “L’Italia può uscire dall’euro?”. E traccia un parallelo fra noi e l’Argentina.
Dice Connolly: come l’Argentina agganciò la sua moneta al dollaro - moneta troppo forte per la sua fragile economia - così l’Italia si è voluta agganciare all’euro per darsi una disciplina di spesa. Ma così, l’Italia si è privata delle sue armi tradizionali per salvarsi: svalutazioni ricorrenti per rendere le sue merci a buon mercato nel mondo, e la riduzione del debito pubblico attraverso l’inflazione. Ormai, la sola strada che resta agli italiani per mettere ordine nei conti pubblici è “tagliare i salari”, e attuare una politica deflazionista dura.
Sicché l’Italia ha davanti la prospettiva di “un orribile martirio”, aggiunge Connolly: dovrà andare in recessione, e lo Stato dovrà chiedere al popolo italiano «di sopportare l’insopportabile». Ma a causa della recessione provocata dalla moneta forte, l’introito fiscale diminuirà, e così crescerà “orrendamente” il debito pubblico, che è già al 105 per cento del Pil. Perché in realtà l’Italia dovrebbe svalutare del 20 per cento, e non può, poiché è nell’euro.
Subito dopo Martin Wolf, direttore del Financial Times nonché membro del Bilderberg (la società segreta dei miliardari delle due sponde dell'Atlantico) rilanciava lo “scenario Argentina” per il nostro Paese. E diceva: se vuol restare nell’euro, l’Italia deve darsi «un governo tecnocratico con largo appoggio popolare» (sic) che tagli i salari all’osso: il programma che da quel momento viene adottato da Montezemolo.
Ma Connolly diceva un’altra cosa: l’Italia deve uscire dall’euro, diciamo così, per il suo bene. La stessa cosa ha detto recentemente la Lega. Ci converrebbe infatti, salvo un piccolo particolare: i nostri debiti sono in euro, e con un ritorno alla lira svalutata, dovremmo continuare a pagare gli interessi in euro.
Ci siamo indebitati in euro, si noti, senza necessità: perché i risparmiatori italiani hanno sempre acquistato i Bot italiani, e hanno i mezzi per farlo. Invece Ciampi, sia come governatore di Bankitalia sia come ministro e premier, ha emesso una quantità enorme di Bot che ha venduto sui mercati europei. La metà dei titoli che galleggiano sul mercato degli eurobond è costituito dai nostri Bot in moneta forte.
Ed è precisamente questo che ci rende fragili di fronte alle manovre. L’autunno scorso la Banca Centrale Europea ha intimato che non accetterà più buoni del Tesoro di Stati che non abbiano un rating superiore ad A-. L’intimazione apparentemente era mirata alla Grecia, che ha un rating A; anch’essa si prospetta uno scenario argentino. Ma la Grecia non ha tanto debito all’estero come noi. Il vero bersaglio era l’Italia: proprio allora la solita Standard & Poor’s ci aveva declassato i Bot ad AA- “negativo”, peggio del Portogallo (AA- “stabile”).
Che cosa vuol dire? Nel succo, vuol dire questo: che non ci permetteranno di abbandonare l’euro. Perché se l’Italia torna alla lira, può fare davvero come l'Argentina: ripudiare il suo debito in euro, dichiarare fallimento, e lasciare chi detiene i nostri eurobond con pacchi di carta straccia. Ma lorsignori stranieri, che hanno i nostri eurobond, non ce lo lasceranno fare.
Ecco il senso del progetto di Fels della Morgan Stanley: ci vogliono lasciare nell'euro, ma un euro indebolito, con Grecia e Portogallo. Mentre Germania, Francia, Olanda e Lussemburgo, Belgio e forse Spagna, si daranno una nuova moneta forte, il new-euro o “neuro”. Così, noi dovremo continuare a pagare gli interessi sul nostro debito in euro, senza riacquistare la nostra sovranità monetaria.
Può sembrare un progetto “neuro”, ossia da neurodeliri. Ma invece è concreto.
Infatti, pochi giorni fa, è tornato a minacciarci il Financial Times. Sulle sue pagine Desmond Lachman - un socio della fondazione Usa American Enterprise, la stessa entità che ha spinto Bush nella guerra all’Iraq - dice: «L’Italia segue l'Argentina nella stessa via alla rovina».
E ripete i concetti già noti. Come l’Argentina si è agganciata al dollaro, così l’Italia all’euro: due monete troppo forti per loro. Siccome non hanno ridotto i salari per diventare più competitivi, entrambi i Paesi sono in recessione. Soffocata dalla moneta forte, l’Italia ha perso 15 punti di competitività rispetto alla Germania. Perde quote di mercato mondiale a rotta di collo.
Oggi l’Italia non può più avere una politica monetaria sovrana, e deve accettare i tassi d’interesse imposti dalla Banca Centrale Europea: e i tassi europei stanno salendo, aggravando il debito pubblico italiano.
Sicché, prevede Lachman, le agenzie di rating declasseranno di nuovo il debito italiano. Oggi l’Italia essendo nell’euro, non è costretta a rialzare gli interessi come dovrebbe, perché comunque la Banca Centrale europea la salva, con i suoi tassi relativamente bassi e uguali per tutti i paesi-euro.
Di fatto, ciò significa che sono gli altri paesi ad accollarsi il costo-Italia, accettando Bot a tassi d’interesse più bassi di quelli che imporrebbero i mercati finanziari.
E qui, ecco un’altra analogia con l’Argentina. Anche l’Argentina continuò a confidare che il Fondo Monetario Internazionale avrebbe compensato per sempre la sua debolezza economica. «L’Italia farebbe un grave errore se rimandasse ancora le dolorose riforme di mercato e confidasse nell’indulgenza indefinita della Banca Centrale Europea».
Questa non è solo una minaccia. Visto che l’American Enterprise è in questo momento il più forte dei poteri forti in Usa, è un ordine. Che sarà eseguito. Vogliono cacciarci dal club dell’Europa forte, ma tenerci incatenati all'euro, per impedirci di tornare padroni della nostra moneta. E poiché i poteri forti hanno sancito che a vincere deve essere Prodi, il problema sarà suo. Ma anche nostro, si capisce. Perché Prodi, il signor Goldman Sachs, eseguirà gli ordini ricevuti a nostre spese. Ci farà “sopportare l'insopportabile”, risucchiando i risparmi, tassando case e tagliando salari. Poi, potrà dire che, grazie ai “sacrifici” (nostri), «ha tenuto l'Italia nell'euro».

[Data pubblicazione: 19/03/2006]
 

Albatros

Utente Spoglia Seniòrite
blondet come al solito beve molto....

l'italia viene mandata fuori dall'euro solo se riusciamo a faci cacciae fuori

s&P ha abbassato il rating sul debito , grazie agli ultimi 5 anni.

ora sta pensando di rialzarlo... fitch lo ha gia fatto insieme a moodys

se noi siamo un paese che mantiene i conti in ordine e abbassiamo il debito, come e' stato fatto negli ultimi 2 anni, non ci caccia proprio nessuno...

il problema e' che mantenere i conti in ordine e abbassare le tasse, senza ridurre la spesa e' una favola da campagna elettorale....

siccome la spesa e' quasi incomprimibile, a meno di smontare il walfare, ergo sara' molto dura nei prossimi 10 anni ridurre le tasse, che non sia una qualche elemosina spacciata per riduzione.

le uniche spese non incomprimibili a scapito del sociale, sono i costi della politica e degli enti inutili, come province , enti parastatali ecc..
ma non si e' visto nessuno negli ultimi 15 anni ridurle, anzi piu' si fa federalismo, mantenendo comunque lo stato centrale e piu' si spende.

chi spara le solite minkiate , sa benissimo che servono solo per abboccare.
 

Cip1

Forumer storico
Albatros ha scritto:
se noi siamo un paese che mantiene i conti in ordine e abbassiamo il debito, come e' stato fatto negli ultimi 2 anni, non ci caccia proprio nessuno...

:lol: :lol:

P.s:
Blondet alle volte le spara grosse, ma ogni tanto azzecca
 

fo64

Forumer storico
Cip1 ha scritto:
:lol: :lol:

P.s:
Blondet alle volte le spara grosse, ma ogni tanto azzecca

Beh, può darsi che ci azzecchi a volte, magari però la prossima volta andrà meglio :D

è di settimana scorsa la notizia che il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo per l'Italia è passato nel 2007 a 1,9% dal 3,4% del 2006
E anche il dato relativo all'avanzo primario è migliorato, 3,1% contro l'1,3% rivisto del 2006.
 

Cip1

Forumer storico
fo64 ha scritto:
Beh, può darsi che ci azzecchi a volte, magari però la prossima volta andrà meglio :D

è di settimana scorsa la notizia che il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo per l'Italia è passato nel 2007 a 1,9% dal 3,4% del 2006
E anche il dato relativo all'avanzo primario è migliorato, 3,1% contro l'1,3% rivisto del 2006.

dacché é frutto di qualche trucchetto di bilancio , i presunti rimborsi IVA sulle auto aziendali, vedremo nel secondo semestre... ma Prodi e Visco saranno alle Bahamas...

:lol:
 

Caos

Forumer storico
Obwalden è il cantone svizzero che è diventato la nuova soluzione ai problemi fiscali delle società

Essendo uno dei cantoni più poveri della Svizzera i cittadini di Obwalden hanno pensato di tenere un referendum per offrire tasse zero alle società e hanno votato un sistema fiscale "regressivo", dove chi guadagnava poco pagava il 12% e chi guadagnava di più invece il 6% e chi guadagnava più di 300 mila franchi (in pratica solo le società) solo l% ! I comunisti locali si sono appellati alla Corte Costituzionale Svizzera la quale ha bocciato il nuovo sistema fiscale e allora hanno deciso che tutti a Obwalden pagheranno solo 6% come tasse sul reddito a partire dal 2008. Se crei una società a responsabilità limitata bastano 20mila franchi di capitale

Tre considerazioni:

in svizzera ogni cantone decide quanto far pagare, in certi cantoni paghi il 30% in altri il 15% e ora in questo cantone il 6%, questo è il federalismo vero

in svizzera ogni cantone decide tramite referedum popolare quanto pagare in tasse, nel resto del mondo o non esistono i referendum in pratica o le tasse sono escluse come accade in Italia

in svizzera hanno capito che se tassi poco arrivano investimenti dall'estero e il reddito aumenta (come anche in Irlanda, nei paesi dell'est, a Hong Kong, a Singapore...)
 

Caos

Forumer storico
Dimenticavo di dire che non credo più a nessun dato,sono tutti taroccati a piacimento,a secondo di come si vuole infinocchiare il popolo.Mentre il popolo dormiva,o andava a ballare o mangiare la pizza con gli amici,i furboni si sono consociati,si sono messi nei posti chiavi,e ci fanno credere quello che vogliono,al solo scopo di prepararci alle batoste.Comunque gira e gira,e la musica è sempre la stessa,si toglie ai più per dare ai pochi,ma chi sono i pochi?

I pochi sono come le onde cicliche della borsa,esistono i pochi a livello comunale,a livello regionale,a livello nazionale,a livello internazionale,a livello mondiale.Tutti si rispettano tra loro,la massa di pecoroni è vasta e c'è ne per tutti.
Lasciate perdere le grandi banche,chi assegna i rating,ecc.ecc.sono tutti nel grande gioco,e sanno bene cosa vogliono.Prodi,mi sembra un babbo,ma è dentro il gioco dei grandi,doveva essere ed è il pilota per l'Italia.Berlusconi è fuori dai grandi giochi,è un estraneo,dovesse vincere le elezioni,allora il mondo ci andrà contro,e la nostra uscita dall'euro potrebbe essere la nostra punizione e la loro vendetta.
 

f4f

翠鸟科
Caos ha scritto:
Dimenticavo di dire che non credo più a nessun dato,sono tutti taroccati a piacimento,a secondo di come si vuole infinocchiare il popolo.Mentre il popolo dormiva,o andava a ballare o mangiare la pizza con gli amici,i furboni si sono consociati,si sono messi nei posti chiavi,e ci fanno credere quello che vogliono,al solo scopo di prepararci alle batoste.Comunque gira e gira,e la musica è sempre la stessa,si toglie ai più per dare ai pochi,ma chi sono i pochi?

I pochi sono come le onde cicliche della borsa,esistono i pochi a livello comunale,a livello regionale,a livello nazionale,a livello internazionale,a livello mondiale.Tutti si rispettano tra loro,la massa di pecoroni è vasta e c'è ne per tutti.
Lasciate perdere le grandi banche,chi assegna i rating,ecc.ecc.sono tutti nel grande gioco,e sanno bene cosa vogliono.Prodi,mi sembra un babbo,ma è dentro il gioco dei grandi,doveva essere ed è il pilota per l'Italia.Berlusconi è fuori dai grandi giochi,è un estraneo,dovesse vincere le elezioni,allora il mondo ci andrà contro,e la nostra uscita dall'euro potrebbe essere la nostra punizione e la loro vendetta.

'posti chiavi' è un capolavoro di lapsus freudiano :D
 

Caos

Forumer storico
f4f ha scritto:
'posti chiavi' è un capolavoro di lapsus freudiano :D


Potresti illuminarmi meglio sull'affare del lapsus freudiano,penso c'è sempre da imparare,comunque io per posti chiavi,intendo proprio i posti di tipo comunicazione di massa,banche,industrie,multinazionali,partecipazioni statali vecchie e nuove,ecc.
 

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