Ho ripescato questo thread perché recentemente ho letto alcune considerazioni sul piacere maschile e femminile che mi sembrano (almeno nel mio caso) vere. Siccome non ero mai riuscita a tradurre in parole (che non fossero, come mi faceva notare f4f, poetiche, ma poco esaustive) quello che pensavo in materia, riporto quello che ho letto e magari si riaccende la discussione
Il coito ha per l'uomo un fine biologico preciso: l'eiaculazione; è altrettanto certo che codesto fine è posto attraverso un'infinità di altre complesse intenzioni; ma una volta ottenuto, esso è un compimento, e se non in forma di appagamento del desiderio, per lo meno in forma di soppressione dello stesso,
Viceversa nella donna, lo scopo in partenza è incerto e di natura più psichica che fisiologica:
non sempre, a volte e' di natura fisiologica, non mi va di scendere nei dettagli pero'... ella vuole il turbamento, la voluttà in generale, ma il suo corpo non fissa nessuna netta conclusione al rapporto amoroso: nella donna il coito non è mai del tutto
non vero per mefinito appunto perché non comporta un termine preciso.
Il piacere maschile ha un'ascesa verticale; quando raggiunge un certo limite si compie e muore bruscamente nell'orgasmo; la struttura dell'atto sessuale è finita e discontinua. Il godimento femminile è irradiato in tutto il corpo
vero; non è sempre accentrato nel sistema genitale
vero ; anche allora le contrazioni vaginali più che un vero orgasmo costituiscono un sistema di ondulazioni che ritmicamente nascono, scompaiono, si riformano, raggiungono per alcuni istanti il parossismo; poi si intersecano e fondono senza mai morire del tutto
non vero, per me muoiono e sento necessita' di smettere . Poiché non gli è assegnato nessun termine fisso, il piacere ha per oggetto l'infinito: è spesso una stanchezza nervosa o cardiaca o una sazietà psichica che limita le possibilità erotiche di una donna, piuttosto che un appagamento preciso; anche soddisfatta, essa non è mai del tutto libera : "lassata necdum satiata", come dice Giovenale.
(...)
(per l'orgasmo della donna) occorre una forma erotica complessa. Molti pensano che far godere una donna sia questione di tempo e di tecnica
infatti e' una cretinata!!, essi non sanno fino a che punto la sessualità di una donna sia condizionata dall'insieme della situazione. La voluttà è per lei, come abbiamo detto, una specie di incantesimo
incantesimo?non saprei; esige un abbandono completo; se parole o gesti turbano la magia delle carezze l'incanto svanisce
in genere no, se e' la persona giusta, puo' dire qualsiasi cosa!!. E' una delle ragioni per cui la donna chiude spesso gli occhi: non vuol vedere, vuole abolire la singolarità dell'istante, di sé, dell'amante. Vuole perdersi in una notte carnale indistinta come il seno materno. E più particolarmente vuol sopprimere la distanza che pone il maschio di fronte a lei, desidera fondersi con lui.
vero
(...) Il momento della separazione dei corpi è quasi sempre penoso per lei.
non vero per meMa ciò che la ferisce di più sono le parole che contrastano con la fusione cui aveva creduto per un momento. Il fatto stesso di porre la domanda dimostra il distacco.
che domanda? cmq non vero per me!
Il pezzo continua, è molto molto bello e interessante e per la mia esperienza anche quasi del tutto vero.
(Il pezzo è di Simone de Beauvoir)