Dalle avanguardie del 900 in poi credo che l'aggettivo "bello" abbia toccato i vertici della soggettività. Il lavoro di analisi compiuto dagli artisti dall'Impressionismo in poi ha ricevuto le più umilianti critiche e credo che qui, in questo forum, sia inutile ricordare il Salon des Refusés. Ovviamente, certissimo che per "bello" lei intenda valido dal punto di vista culturale, desidero chiarire la mia posizione verso l'opera di Fontana che ho pubblicato e che ho deciso di vendere per investire in opere figurative di artisti emergenti. Esemplifico chiamando in causa Cézanne. Le sue tele, a mio parere, segnano l'inizio della vera crisi del "bello" inteso come gradevole ai nostri sensi recettivi, in questo caso della vista, a favore di un altro aggettivo: "intelligente". Le pennellate di Cézanne non imitano più la natura percepita dall'organo recettore occhio, ma scompongono il reale creando quella tridimensionalità che poi è stata sviluppata dai cubisti. Nei quadri di Cézanne prevale quindi l'analisi dell'intelligenza e, che li rende preziosissimi, è l'intuizione ai suoi primordi cha ha dato il vero via alle avanguardie del 900. Con le opere di Duchamp. volendo continuare con gli esempi, è accaduto un fenomeno analogo, nessuna opera di Duchamp è descrivibile dicendo "bella" , ma da quelle opere è partito un filone che sembra non finire mai. Se si accetta di sostituire "bello" con "intelligente", credo che nessuna analisi del linguaggio visivo possa essere così intelligente come quella che Lucio ha fatto partendo dal segno. Un jet, quando nel cielo lascia una riga bianca, la percepiamo come riga bianca bidimensionale, ma ben sappiamo che in realtà attraversa lo spazio assumendo una terza dimensione. La luce al neon che Fontana ha progettato per la IX Triennale di Milano è un arabesco formato da una linea continua che ingloba lo spazio e grazie ad esso assume caratteristiche scultoree. Credo che a questo punto torni più facile cogliere quanto siano preziose le figure della china di Fontana in mio possesso perché la linea non si limita a descrivere i contorni dei particolari anatomici, ma entra nei volumi del corpo e li descrive senza mai smettere di perdere il suo concetto di "linea". Se si vuole cercare il "bello" nella produzione di Fontana, forse i suoi "Teatrini" qualcosa di estetico lo sanno esprimere, i nudi di Fontana sono solo intelligenti perché descrivono in modo quasi didattico il suo intento agli inizi. Ho acquistato quest'opera con uno dei progetti della luce della IX Triennale perché i nudi descrivono l'inizio, il progetto della luce al neon è la sintesi.