Campidoglio, allarme Corte dei conti:
«Mancano fondi, servizi a rischio»
«Grave irregolarità contabile». Alemanno: Roma in credito
ROMA - Il comune di Roma non ha liquidità. E il suo Bilancio presenta «gravi irregolarità contabili» che rischiano di riportare il Campidoglio «nella situazione degli anni passati». A lanciare l’allarme è la Corte dei conti del Lazio che ha analizzato il rendiconto generale del 2010 e ha inviato i suoi rilievi al Campidoglio e ai suoi due principali debitori: la Regione Lazio e il commissario straordinario per la gestione del debito pregresso del Comune che insieme, al 31 dicembre 2010, devono dare all’amministrazione Capitolina ben 3 miliardi e 345 milioni di euro. Soldi, appunto, che non sono stati trasferiti al Comune e che quindi hanno costretto ieri Gianni Alemanno a prendere carta e penna e a scrivere due lettere ufficiali al governatore Renata Polverini e al commissario Massimo Varrazzani per chiedere di accelerare i pagamenti dei debiti. E una terza al premier Mario Monti, anche nelle sue vesti di ministro dell’Economia, per chiedere di intervenire in aiuto della Capitale. «Gli stipendi dei dipendenti non sono in pericolo - ha garantito il sindaco - In settimana delibereremo un’anticipazione di cassa di 300 milioni di euro. Ma se, come promesso da Polverini, non verranno pagati entro quest’anno almeno i 270 milioni di competenza del 2012, saranno a rischio i servizi sociali e quelli pubblici locali».
L’analisi della Corte dei conti.
I magistrati contabili hanno evidenziato sei punti critici:
1)l’utilizzo di alcuni fondi ci carattere straordinario per spese fisse;
2)il riconoscimento di debiti fuori bilancio di parte corrente,
3)la gestione dei residui attivi;
4)la gestione dell’idebitamento;
5) il sistema di governance delle società partecipate;
6) la spesa per il personale.
Ma al termine dell’istruttoria durante la quali i magistrati hanno ascoltato l’assessore al Bilancio Carmine Lamamda, il segretario generale Liborio Iudicello e il ragioniere generale Maurizio Salvi che hanno spiegato come nel frattempo siano state affrontate le problematiche, sono rimasti non risolti solo il primo e il terzo punto.
In poche parole il Campidoglio utilizza dei fondi in maniera inappropriata e non ha un efficiente sistema di riscossione delle multe. Il primo problema è causato soprattutto da una mancanza di liquidità causata dall’aumento di crediti che il Campidoglio vanta nei confronti soprattutto della Regione e della gestione commissariale: nel 2010 erano 3 miliardi e 345 milioni di euro (2.593 dalla gestione commissariale e 752 dalla Regione) e nel 2011 si sono ridotti a 2 miliardi e 551 milioni (1.215 dalla gestione commissariale e 1.066 dalla Regione).
Il secondo problema, invece, è causato da un’inefficiente gestione delle sistema delle entrate, in particolare le multe stradali (419 milioni di euro arrestrati). Una situazione che a detta del Campidoglio dovrebbe migliorare con il passaggio della riscossione da Equitalia a AequaRoma.
Le contromisure.
Alemanno ieri è passato alle vie ufficiali scrivendo tre lettere per chiedere ai debitori di velocizzare il pagamento e al presidente del Consiglio di intervenire. Ma non solo.
Il sindaco ieri ha incontrato subito il presidente del Lazio per studiare insieme un piano di rientro. «La Polverini si è dimostrata sensibile al problema e mi ha assicurato che pagherà i 271 milioni di trasferimenti previsti per il 2012, i primi 70 milioni arriveranno già a giugno - dice Alemanno - Noi, con un anticipo di cassa, metteremo i soldi per gli stipendi dei dipendenti e con la prima tranche delle Regione garantiremo i servizi. Poi a giugno arriverà anche l’anticipazione dell’Imu».
Alemanno ha proposto a Polverini un piano di rientro definitivo in tre anni che prevede oltre ai trasferimenti annuali di 271 milioni anche altri 300. Stessa operazione con il commissario straordinario Varrazzani. Alemanno si è sentito con viceministro Vittorio Grilli: «In settimana - ha detto - incontrerò anche lui per gestire al meglio la vicenda».
Sui provvedimenti successivi, se i due debitori non dovessero trasferire i fondi dovuti, Alemanno è cauto: «I passi successivi sono da definire, non esiste una casistica del genere. Confidiamo in una leale collaborazione tra gli enti».
L’appello. Alla luce della situazione economica «determinata da un debito ereditato dalla passate gestioni di 12 miliardi e 249 milioni di euro, dai continui tagli dei trasferimenti agli enti locali e dai vicoli del Patto di Stabilità» Alemanno sottolinea quanto sia urgente approvare il nuovo Bilancio, la riforma della Holding e la privatizzazione dell’Acea: «Basta giocare e proporre ipotesi fantasiose di Bilancio - ha concluso il sindaco - Se approviamo la Holding entro Giugno risparmiamo 22 milioni euro».