Mastella ha dichiarato: De Magistris ha perso e io ho vinto

tontolina ha scritto:
com'è che il tuo segno zoodiacale risulta essere sagittario? non era Scorpione?

spero tu abbia avuto l'occasione di vedere l'intervista della Brambilla rossa su LA7
e avresti sentito lo sputtanamento avverso mastella
in quanto metà dell'UDEUR è agli arresti


lo ha dichiarato lei.... non de magistris

chi ha vinto e chi ha perso



io sono certa
di una sola cosa


il popolo italiota ha di certo perso
 
Negli atti contesi De Magistris accusa
"Il mio capo è amico di un mafioso"


dal nostro inviato FRANCESCO VIVIANO


CATANZARO - Alla Procura di Catanzaro dicono che "non è una guerra" e che "di veleni parlano solamente i giornali". Al Palazzo di Giustizia di Salerno replicano che non sono "né tesi né nervosi", come se il terremoto scatenato dai blitz di entrambe le Procure che si sequestrano a vicenda gli atti delle inchieste di De Magistris non fosse mai avvenuto.

Ma questa presunta "pace" e "serenità" è contraddetta dai fatti. Anche ieri i carabinieri di Salerno e di Catanzaro, imbarazzatissimi, hanno fatto avanti e indietro tra le due città perché la Procura di Catanzaro, dopo aver subito il sequestro degli atti delle inchieste "Why Not" e "Poseidone" da parte dei colleghi di Salerno, ha inviato a sua volta i carabinieri nella procura campana per sequestrare gli stessi atti.

Insomma un vero e proprio bailamme giudiziario sul quale non può intervenire neanche la Procura di Napoli (competente per territorio) perché, ironia della sorte, a Palazzo di giustizia del capoluogo campano lavora adesso come pm proprio Luigi De Magistris, e quindi per ovvi motivi di opportunità Napoli non potrà occuparsene.

Forse, ma è tutto da vedere, potrebbe intervenire la Procura di Roma. Il fatto è che nessuna delle due procure, allo stato, può utilizzare gli atti di quelle due inchieste, metà dei quali si trovano a Salerno e l'altra metà, sorvegliati a vista dai carabinieri, a Palazzo di giustizia di Catanzaro. Qui, il procuratore generale Enzo Jannelli continua a ripetere che questa non è una guerra e che "le guerre di fanno in Iraq", anche se aggiunge che quello compiuto dai colleghi di Salerno "è un atto eversivo".

Ma come si è giunti a questo scontro giudiziario senza precedenti? In sintesi, il pm De Magistris, dopo che gli sono state tolte dai suoi superiori le inchieste "Why Not" e "Poseidone", che vedevano indagati tra gli altri l'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella (poi prosciolto) e l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi, denuncia i suoi superiori a Salerno. Salerno comincia a indagare i magistrati di Catanzaro accusati da De Magistris e chiede gli atti delle due inchieste ai colleghi calabresi, che intanto denunciano a loro volta De Magistris. I vertici delle due procure si incontrano più volte e decidono come e quando quegli atti dovrebbero essere acquisiti. Sin da febbraio, lettere e riunioni. Fino all'altro ieri, quando Salerno decide di agire con un centinaio di carabinieri dentro il Palazzo di Giustizia di Catanzaro. Il sequestro degli atti è motivato così: "A fronte di tali ostative condotte (quelle presunte dei magistrati di Catanzaro-ndr) la doverosa attività accertativa di questa procura ha inteso seguire diverse e più fattivi percorsi".


Dalla lettura di quel ponderoso decreto di sequestro della Procura di Salerno (1700 pagine) vengono fuori alcuni interrogatori resi a De Magistris il quale, senza mezzi termini, accusa il suo ex capo Mariano Lombardi di frequentare personaggi in odor di mafia, come l'imprenditore Antonino Gatto, inquisito anche da De Magistris e proprietario dei supermercati Despar in Sicilia e in Calabria. De Magistris afferma che queste frequentazioni pericolose del suo capo sarebbero confermate anche da intercettazioni telefoniche.

Ancora De Magistris sostiene che l'ex vescovo di Locri, monsignor Bregantini, fu fatto trasferire perché con la sua attività dava fastidio proprio ai "potenti" che erano indagati nelle sue inchieste.
(6 dicembre 2008)
 
Magistrati intercettati protestano come i politici
http://151.1.163.30/articolo.php?Id=721488#news_id_721488

Roma, 11 dic (Velino) - La supremazia delle intercettazioni su qualunque altro mezzo d’indagine viene teorizzata nella relazione che Gioacchino Genchi, il consulente tecnico dell’allora pm di Catanzaro Luigi De Magistris, ha consegnato allo stesso pubblico ministero il 12 marzo 2007.

Una relazione a dir poco esplosiva che i magistrati di Catanzaro, nelle audizioni al Csm dei giorni scorsi, hanno dichiarato di considerare “fondata su molti elementi acquisiti in modo illegittimo”.

In oltre 600 pagine Genchi elenca le registrazioni di 414 telefonate in 8 giorni. E tra gli intercettati figurano tre parlamentari (Giancarlo Pittelli, Giuseppe Galati e Jole Santelli), numerosi magistrati, carabinieri e anche i colloqui tra ufficiali e sottufficiali dell’Arma e il Comando Generale.

Genchi era stato incaricato dal pm di esaminare le intercettazioni eseguite nella settimana dal 10 al 18 maggio 2005 per individuare gli autori della fuga di notizie relativa all’inchiesta Poseidone (una di quelle oggetto della guerra tra gli uffici giudiziari di Salerno e Catanzaro). Un compito che gli è stato conferito il 12 ottobre 2006 e che lo ha portato ad estrarre quelle 414 telefonate dalle migliaia intercettate nell’ambito delle inchieste Poseidone, Global Service, Toghe Lucane e Why Not: le principali indagini condotte dal pm De Magistris.

È stato in seguito all’analisi di queste telefonate che l’ex pm De Magistris giunse alla conclusione che il “boicottaggio” alle sue inchieste vedeva protagonista, tra gli altri, anche l’allora procuratore della Repubblica di Catanzaro Mariano Lombardi. (segue)
Nelle 600 pagine sono raccolte telefonate di Giancarlo Pittelli, avvocato penalista calabrese, all’epoca deputato e oggi senatore, del deputato Giuseppe Galati, allora sottosegretario alle Attività Produttive, e di Jole Santelli, anche lei deputato. La Santelli compare in una sola telefonata, il 10 maggio 2005 alle 20.19, con Pittelli. Le 414 telefonate in 8 giorni comprendono quelle dell’allora procuratore di Catanzaro e (allora) capo di De Magistris, Mariano Lombardi, una dell’ex procuratore generale della Corte d’appello Domenico Pudia, decine di telefonate partite dalla segreteria dello stesso Pudia (da dove chiamava un carabiniere, Mario Russo, coinvolto nell’inchiesta sulla fuga di notizie), una telefonata tra lo stesso Pittelli e l’ex senatore di An Emilio Nicola Buccico, anche lui avvocato, sindaco di Matera ed ex componente del Csm (sempre il 10 maggio, alle 18.24), decine di telefonate dell’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Chiaravalloti, eletto nel maggio 2005 alla vicepresidenza dell’Autorità garante della Privacy, di sua figlia Caterina, anche lei magistrato a Catanzaro. Nel lunghissimo elenco compaiono poi decine di telefonate tra imprenditori e funzionari locali coinvolti a vario titolo nelle inchieste di De Magistris e diverse chiamate del partite dal Comando Generale dell’Arma dei carabinieri e dirette a ufficiali o sottufficiali finiti nella rete delle intercettazioni.

Nella sua relazione (“consulenza relativa alle indagini sulla rivelazione di segreti d’ufficio collegati al procedimento penale 1217/05”, ossia l’inchiesta Poseidone), Genchi prima di passare all’esame in dettaglio delle centinaia di conversazioni, fa una premessa che è anche una sorta di “filosofia dell’intercettazione”. Un capitolo che spiega quanto è importante che sia il computer, con un software adatto, a selezionare tutti i dati raccolti per metterli in relazione tra loro, in modo da poter costruire una specie di “impero delle intercettazioni”, dove ciò che conta sono i contatti telefonici che si sono accumulati negli anni. È questo dato, secondo il perito, che consente di mettere tutto in collegamento, così da avere un quadro d’insieme anche a distanza di anni. Anzi, con il passare del tempo, secondo questa “filosofia”, è possibile individuare nuove “chiavi di lettura degli avvenimenti”.

Un metodo tanto più importante, a parere del consulente di De Magistris, quanto più sono delicati gli aspetti dell’indagine.

“Il consulente – scrive Genchi nella perizia - non può non considerare una circostanza costante, che si rileva in quasi tutte le indagini dove si è costretti, gioco forza, a mettere in discussione la buona fede degli operatori di polizia giudiziaria che hanno eseguito le intercettazioni. Non è la prima volta, e anzi l’attività di questo consulente è precipuamente finalizzata a tale scopo, che l’analisi e la riconsiderazione complessiva del compendio probatorio acquisito nel corso delle indagini, assistito da opportune tecnologie informatiche, porti all’evidenziazione di elementi decisivi all’accertamento della verità, talvolta anche in favore dell’indagato, o dell’imputato”. (segue)

Ma per raggiungere l’obiettivo non basta l’uomo: per Genchi ci vuole il computer.
“I processi logici e di analisi seguiti normalmente dal cervello umano – dice il perito – nella considerazione degli elementi cognitivi posti alla base del processo logico-deduttivo, non riescono mai a eguagliare le potenzialità elaborative e di connessione relazionale fornite da un calcolatore elettronico”.

Una “cosmogonia dell’intercettazione” che richiama Aristotele: “In tale ottica è essenziale assistere e seguire il corretto inserimento nel sistema informatico della totalità delle 'premesse' (costituite dalle fonti di prova e dai dati a contenuto oggettivo), per giungere a delle 'deduzioni' che, seguendo i procedimenti della logica di Peirce e di Aristotele, ci accompagnano nel processo valutativo”. (segue)

Gioacchino Genchi ha lavorato, negli anni, per moltissimi uffici inquirenti e per questo conserva “memoria” di migliaia di intercettazioni, esaminate per conto di diverse procure. E secondo il manuale del buon intercettatore, Genchi collega nelle sue relazioni anche le notizie che gli provengono da altri incarichi di consulenza. Nella relazione per De Magistris, ad esempio, racconta di un’inchiesta su un duplice omicidio avvenuto nel 2002 nel vibonese, nell’ambito della quale vennero controllate le chiamate partite dalla scheda telefonica di uno dei killer e anche in quel caso, annota Genchi, erano dirette all’avvocato Pittelli.

A questo proposito il perito spiega anche che lui non sapeva, quando ha acquisito le intercettazioni di Pittelli, Galati, Santelli, che si trattava di parlamentari.

Anzitutto perché non li conosceva, in secondo luogo perché molte delle loro schede sono intestate a società o a partite Iva professionali. E comunque, aggiunge il tecnico, nemmeno i pm che gli avevano dato l’incarico se ne sono accorti. Naturalmente ciò non toglie che quelle intercettazioni sono inutilizzabili perché il Parlamento non ne ha autorizzato l’uso. (segue)

In ogni caso Gioacchino Genchi è un vero e proprio esperto. Per questo sostiene che le tecniche tradizionali non vanno più bene: “Con i canoni di gestione ed analisi corrente delle intercettazioni, per come utilizzati dalla polizia giudiziaria, l’ascolto progressivo e la frammentaria considerazione delle risultanze via via acquisite in modo estemporaneo, portano, col tempo, ad una lettura degli eventi assai diversa da quelli che erano gli effettivi intendimenti o le finalità degli interlocutori, interpretate dagli investigatori che si succedono nei turni alle postazioni di ascolto”. E ancora, più avanti: “l’esperienza ci insegna che la valorizzazione investigativa che nell’indagine può darsi ad una intercettazione ascoltata oggi, spesso non coincide al valore ed al significato che può attribuirsi alla stessa intercettazione ascoltata domani”. Insomma, registriamo tutto, facciamo sedimentare e poi ripensiamoci alla luce di quello che intanto abbiamo scoperto. Magari con altre intercettazioni. È come la pasta e fagioli: il giorno dopo è più buona.

Il consulente tecnico Genchi offre anche degli spunti di riflessione al pm: “Non è solo della lente di ingrandimento di Sherlock Holmes di cui bisogna disporre, ma bisogna sapere alternare allo zoom di un particolare dell’indagine il grandangolo sugli aspetti complessivi che spesso si sottovalutano.

Questo non vuol dire – conclude sul punto - abbandonare o comprimere l’istinto dell’investigatore che, unito a discrete dosi di fantasia, contemperata da altrettanta estroversione, deve sempre lasciarsi guidare dal proprio intuito quando va a scandagliare tutte le ipotesi che gli si pongono innanzi, anche le più remote”.

Gli ingredienti per fare un buon investigatore sono dunque fantasia, estroversione, intuito e intercettazioni.
 
ABBIAMO I DELINQUENTI AL GOVERNO

e figuariamoci se per intercettarli telefonicamente si debba pure chiedere il loro consenso

magari firmato?
 
ciao gente
come ben sapete il premier nano non si smentisce mai
e mostra sempre di che pasta è fatto ed ha scelto il suo cavallo di battaglia alle elezioni europee
Mastella ( il volta gabbana inconuum)

e De Magistris che fine farà?
mò voglio vedere se laggiù in calbra sono Omerdosi come in sicilia
da
http://www.repubblica.it/2009/01/se...gistris-candidato/de-magistris-candidato.html
L'ex pm di Catanzaro correrà per l'Italia dei Valori: "Lavorerò per il bene dell'Italia"
Amaro lo sfogo del magistrato: "Sono stato ostacolato nelle indagini"


De Magistris, alle europee con di Pietro
"Non mi lasciarono fare il pm"




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L'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris


ROMA - L'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris sceglie la politica: "correrà" alle europee per l'Italia dei Valori di Di Pietro, come lui, ex magistrato. "Scelgo la politica perchè non mi hanno lasciato fare il pm". Il via libera alla candidatura potrebbe arrivare a stretto giro di posta dal Csm: un primo sì alla concessione dell'aspettativa è stato già concesso.

Amaro lo sfogo di De Magistris: "Sono stato in qualche modo ostacolato nella mia attività di magistrato che non posso più esercitare da alcuni mesi, ma quello che ancora mi inquieta di più, in questo momento storico, è l'attività di delegittimazione di ostacolo e di attacco nei miei confronti, della mia professione, e di tutti coloro che hanno cercato in questi anni di accertare i fatti". Sul blog di Antonio Di Pietro, De Magistris spiega che cercherà di portare la sua esperienza personale, la sua passione civile e il suo amore per la giustizia "in quella che è la realtà principale in cui si possono modificare le cose, i fatti e anche la storia di un Paese. Il mio - conclude de Magistris - è l'impegno della società civile che entra in politica e che, quindi, vuole fare qualcosa di concreto. Un progetto che vorrà mettere le prime fondamenta, le prime basi nelle elezioni europee, ma che di certo punta ad una nuova politica in Italia".

Titolare delle indagini Why not, Poseidone e Toghe lucane in cui inquisì uomini politici, imprenditori e magistrati, De Magistris svolge ora il ruolo di magistrato giudicante presso il Tribunale di Napoli dopo il trasferimento da Catanzaro per "incompatibilità" ordinato al termine di un'indaginie interna dal Csm. Un provvedimento che l'ex pm giudicò ingiusto e giustificato solo dalla volontà di allontanarlo da inchieste pericolose per il "potere". Ne parlò anche con i suoi colleghi di Napoli che avviarono un'indagine sulla Procura di Catanzaro a sua volta mobilitata a scoprire la legittimità dei provvedimenti della giustizia partenopea. Una guerra tra procure che si concluse con la sospensione del procuratore di Salerno Luigi Apicella, e il trasferimento d'ufficio di quattro toghe di Catanzaro e Salerno.
 
e l'Italia è disgustata

questo è un sepolcro imbancato
che dice di essere cristiano
che è sostenuto dai cattolici
dal papato ecc.......



ma questa gente continua ad ucciderci
uccidono la nostra dignità
il nostro senso di giustizia
ci derubano tassandoci eccessivamente e distraendo poi i contributi


e sarebbero CRISTIANI questi ASSASSINI?
poi fingono di proteggere il feto... forse per poterlo uccidere poi

falsi profeti
disgustosi

Al ceppa ci vorrebbero un bel 12 mesi di prigione messicana. :-o

Che vedi come mi torna magro. :-o

Che essere disgustoso...:wall:
 
LA NUOVA P2 ITALIANA

March 30th, 2009
“Una inquietante commistione fra massoneria, affari, politica e apparati pubblici di ogni genere e specie” così il pm Woodcock descrisse lo scenario italiano. Un quadro tetro e desolante, se messo in relazione ad altre indagini che, come sappiamo, non “s’hanno da fare”!
De Magistris aveva scoperto una nuova P2
http://www.lastampa.it/…
De Magistris: “L’ipotesi investigativa sulla quale avevo raccolto gravi indizi è quella sull’esistenza di una gestione illegale e anche occulta di settori rilevanti delle istituzioni, con radici in Calabria e ramificazioni in tutto territorio nazionale. Una sorta di nuova P2, per essere sintetici, e sul punto posso offrire ogni eventuale utile approfondimento che mi verrà richiesto”
Commistione tra massoneria, affari e politica
http://www.corriere.it/…
I nuovi piduisti delle alte sfere della politica e dell’Arma.
http://www.lastampa.it/…
Funziona così: si cerca il fratello massone che si rivolge al referente politico
http://espresso.repubblica.it/…
E’ a Livorno la sede della nuova P2?
http://espresso.repubblica.it/…
Ambienti massonici deviati con attività su tutto il territorio: tentativi di infiltrazione e incarichi di fiducia.
http://www.calabrianotizie.it/…
L’oscuro network del malaffare italiano
http://www.repubblica.it/…nuova-p2.html
Legami tra massoneria e politica
http://news.kataweb.it/…
 
sentivo la necessità di dare il mio contributo costruttivo ... mastella mi è simpatico come un gatto attaccato ai maroni ...
 
Anche il CSM è corrotto con infiltrazioni mafiose?
MA la legalità in Italia fa proprio schifo a tutti?



da http://www.julienews.it/notizia/cro...tituire-larchivio-genchi/26503_cronaca_2.html
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21/04/2009, ore 15:40 - Incredibile violazione della Procura di Roma
Caso Genchi: la Procura di Roma rifiuta di eseguire la sentenza di restituzione

di: Antonio Rispoli Sembra incredibile, ma è così: la Procura di Roma si è rifiutata di eseguire la sentenza del Tribunale del Riesame, che ha giudicato illeggittimo il decreto di perquisizione firmato dai Pubblici Ministeri Toro e Rossi e ha disposto la restituzione a Genchi di tutto quello che i Carabinieri hanno sequestrato.

Appresa la notizia, Gioacchino Genchi ha commentato: "Siamo in presenza di un atto di eversione giudiziaria di una gravità inaudita. Negli atti del sequestro vi sono infatti acquisizioni importantissime riguardanti gli stessi magistrati della procura di Roma che hanno eseguito il sequestro".

Ed è il minimo, definirla eversiva, la decisione della Procura. Genchi si è appellato al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella sua qualità di Presidente del CSM. Infatti c'è un obbligo: il livello inferiore della magistratura non può rifiutarsi di obbedire al livello superiore, se non in presenza di un ricorso legale.

Invece, a quanto pare, nei dintorni di Gioacchino Genchi (e di De Magistris), la magistratura si sente in dovere di comportarsi illegalmente:
la Procura di Catanzaro
prima blocca le indagini di De Magistris
a cui aveva collaborato Genchi,
poi si rifiuta di rispondere alle richieste del Tribunale di Salerno
ed infine arriva ad emettere un illeggittimo e illegale decreto di sequestro su un sequestro effettuato dal Tribunale di Salerno;
il Presidente della Repubblica che attacca il Tribunale di Salerno;
il CSM che ha cacciato dalla Magistratura il Procuratore Capo di Salerno e ha trasferito altri magistrati
di quella Procura solo perchè avevano fatto il loro lavoro.

Io mi auguro che questa volta il CSM agisca di conseguenza, cioè dovrebbe cacciare dalla magistratura i due procuratori di Roma; ma sarà un miracolo se non adotterà sanzioni contro i membri del Tribunale del Riesame




 
cazzzz ... e no !!!!!
questo è il "CAFFE" ... non il bucum di POLITICA, ... almeno qui, ... pietà ! ... basta !

Adesso salta fuori che il Mastella, ... ministro di Prodi, ... è amico del Berlusconi !!!

Dai, ...un po' di rispetto, ... i deliri politicheggianti andate a scriverle nel luogo messoci a disposizione ... >>> SEZ POLITICA ... grazie !
 

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