Mps: "Converto a patto che..." (2 lettori)

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
La cosa drammatica è che nessuno dei quattro fessi che sono rimasti col cerino subordinato in mano ha ben compreso cosa li aspetta. Drammatico perchè vedo gente che si autoproclama professionista.

Mah!:(


Più proseguono i contatti fra Roma e Bruxelles, più diventa chiaro che il via libera europeo alla nazionalizzazione del Monte dei Paschi non sarà un pranzo di gala. Né, a quanto pare, arriverà necessariamente entro il mese prossimo come i negoziatori si erano ripromessi a dicembre scorso. Resta infatti molto da discutere, anche perché la Commissione europea è orientata a chiedere modifiche al dispositivo proposto dal governo all’intervento pubblico nella banca di Siena.

Secondo due persone vicine ai negoziati, ci sono aspetti sui quali si sono addensati fin dall’inizio i dubbi del commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager: il trattamento degli investitori istituzionali di Monte dei Paschi potrebbe essere troppo generoso. Le regole europee indicano che, quando una banca ha bisogno di un aiuto di Stato, i creditori privati debbano subire perdite partecipando così al salvataggio. Ma le cancellazioni di valore previste dal governo sulle obbligazioni in mano a operatori come fondi o compagnie d’assicurazione, fin qui, non sarebbero sufficienti. A Bruxelles si teme che si finisca per premiare così con risorse dei contribuenti quei grandi investitori che, all’ultimo momento, hanno comprato i titoli di Monte Paschi sperando proprio in questa soluzione. Fino a qualche giorno fa c’era anche il dubbio che andassero esclusi dai rimborsi gli obbligazionisti al dettaglio che avevano comprato i titoli subordinati di Siena, quelli più esposti, solo nell’ultimo anno e a fini speculativi. Ma questo problema sembra oggi almeno in parte risolto: la recente conversione in legge del decreto del Natale scorso sulle banche esclude dai rimborsi chi ha comprato titoli a rischio dal primo gennaio 2016. Per loro varrà il cosiddetto «burden sharing», il dispositivo europeo che fa pagare ai creditori almeno parte del salvataggio per le banche nazionalizzate.

C’è poi un altro punto sul quale il confronto fra Bruxelles e Roma continua: la Commissione Ue preferirebbe che il prezzo dell’azione del Monte per l’ingresso dello Stato nel capitale non fosse fissato così in alto da rendere per il Tesoro difficile ri-privatizzare in seguito senza subire perdite. Quella scelta aprirebbe la strada a una presenza stabile del governo come azionista di controllo.



Strada in salita

In realtà, fin da subito il confronto tra i tecnici del Tesoro e quelli della Commissione Ue era apparso in salita, in particolare proprio sulle modalità di conversione dei bond subordinati in nuove azioni di Mps e sullo sconto al quale il governo assumerà il controllo nel capitale dell’azienda. Con l’aiuto di Stato in arrivo, esistono due categorie di obbligazioni subordinate da convertire in azioni, di fatto riducendone il valore: le più rischiose, le cosiddetti «Tier1» («livello 1»), pesano in Mps per soli 430 milioni di euro; quindi ci sono i «Tier2», che garantiscono qualche diritto in più, per esempio alla cedola, che nel patrimonio di Siena incidevano per 3,8 miliardi di euro. Le prime obbligazioni sono in mano soprattutto agli investitori istituzionali e, nel disegno del governo, sono convertiti in azioni al 75% del valore nominale. Le seconde sono state vendute soprattutto alle famiglie e verranno tutelate al 100%, con la doppia conversione: prima in azioni e poi in obbligazioni più sicure. In questo modo viene assicurato il ristoro in particolare ai piccoli risparmiatori, che hanno comprato soprattutto i bond Tier2.

Il diavolo però è nei dettagli. In primo luogo, perché ci sono famiglie che hanno in portafoglio anche «Tier1» e investitori istituzionali che, nel frattempo, hanno rastrellato i «Tier2». Ma soprattutto, per la Commissione Ue, la penalizzazione per gli investitori istituzionali e gli azionisti non è sufficiente. Ciò trasferirebbe sui contribuenti un po’ più dell’onere di sostenere Mps, tutelando un po’ di più operatori che invece conoscevano i rischi del loro investimento. A Bruxelles si teme insomma che l’Italia finisca per premiare investitori professionali che hanno scommesso solo sulla disponibilità dello Stato a farsi carico delle perdite del Monte dei Paschi. Alcuni di essi hanno per esempio comprato i bond più a rischio a un prezzo attorno al 50% del valore nominale, poche settimane prima che fosse loro promesso uno scambio in azioni al 75% del valore nominale: un guadagno pari a metà della somma investita, grazie solo all’intervento pubblico.



Il ritorno in Borsa di Mps

Qui si inserisce il tema del prezzo delle nuove azioni Mps. La legge fissa un ingresso a sconto, differente per il Tesoro (al 25%) rispetto a quello degli obbligazionisti (al 15%). Il principio è che più è alto lo sconto, più i vecchi azionisti vengono penalizzati proprio perché la loro quota viene diluita nel nuovo capitale della banca. Ma neanche questi numeri potrebbero bastare a Bruxelles. Il nodo del prezzo, secondo alcune fonti italiane, sarebbe tuttavia più formale che sostanziale: prima della sospensione del 22 dicembre scorso.Monte dei Paschi valeva in Borsa circa mezzo miliardo di euro; dunque un aumento di capitale da 8,8 miliardi diluirebbe enormemente tutti in ogni caso. Il problema comunque destinato a ripresentarsi subito dopo la nazionalizzazione: all’inizio Mps risulterà valutata circa 0,90 volte il patrimonio netto, molto più delle migliori banche europee. Insomma sarebbe sempre troppo cara per attrarre nuovi azionisti privati sul mercato, una volta riammessa agli scambi. Il titolo finirebbe subito sulle montagne russe; lo Stato azionista registrerebbe subito profonde perdite teoriche al prezzo di mercato del momento, rispetto alle somme investite; e il momento in cui il Tesoro potrà rivendere la banca senza perderci apparirà, dal debutto del nuovo assetto, piuttosto lontano. Anche per questo, fra Roma e Bruxelles si preparano ancora settimane simili a quelle appena chiuse: contatti costruttivi, ma negoziati pieni di spine.





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Salvataggio Mps, l’altolà della Ue sui rimborsi ai grandi investitori

"Nessun premio,nessun regalo" (cit. Ernesto mesi e mesi fa)
 

Fra41

Forumer storico
Qui si da' x scontato che chi ha comprato a 50 un t2 riesca a rivenderlo a 100 dopo la conversione cosa assolutamente improbabile imho. Quale sarà la percentuale di guadagno di chi ha comprato un t1 o t2 a prezzi stracciati è tutta da vedersi. Il premio che sembra esistere sulla carta potrebbe essere inesistente o addirittura tradursi in una perdita
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Fra, Lei deve pregare. Non dar retta a quei broccoli che si autproclamano esperti e rivolgersi ad entita' superiori. Si fa un altarino con l'immagne di Margherita e Danièle e prega. Esatto, prega.

Come detto mesi fa, non ci saranno ne premi ne regali. E quelli che le dicono il contrario sono quelli asfaltati da BdM&Co prima, da MpS ora e, gettando uno sguardo al futuro, Veneto ed europa periferica.. oramai esperti del e col foro altrui insomma.

Pregare.Bisogna pregare e sperare che mettano sotto il tappeto eventuale ulteriore sporcizia.

nouy-vestager-312608.jpg
 

Sig. Ernesto

Vivace Impertinenza
Questo presunto diktat della UE di aumentare l'haircut è roba desueta. Solo broccolionline pensano che un burden sharing sia uguale ad un party a bordo piscina, col bagno nello champagne a mezzanotte.. Prima si mettono le cose in chiaro prima si liberano gli obbligazionisti senior, ostaggio dei junkbonds lovers.
 

NoWay

It's time to play the game
Ernesto... un :ot:... non credi che si doveva trovare un altro modo per gestire i NPL (non solo di MPS, ma di tutte le banche europee)?
 

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