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ECO - Crisi: a Bruxelles la Germania prende tempo sul fondo salva-stati
Per le banche in arrivo nuovi stress test
Roma, 18 gen (Il Velino) - Al termine della due giorni di Bruxelles – dove sono andati in scena prima l’Eurogruppo e poi l’Ecofin - la sensazione che rimane è di un’Europa a due velocità. Da una parte, anche se con posizione sfumate tra loro, i paesi dalla tripla A: Germania, Olanda, Finlandia, Austria e Lussemburgo (e forse Francia) che ieri hanno dato luogo – per dirla con Giulio Tremonti – a una riunione “solo tecnica”; dall’altra parte gli Stati colpiti in maniera più seria dalla crisi. Al centro dell’agenda soprattutto il rafforzamento del fondo salva-stati europeo, ma anche gli eurobond, i ritocchi al patto di stabilità e gli stress test per la banche. Il responso? Si allungano i tempi per un decisione sull’European financial stability facility, ora a quota 440 miliardi di euro: sembra che le risposte concrete l’Ecofin le darà solo nell’assise di fine marzo.
Ma in Europa sembrano comunque tutti d’accordo almeno sulla necessità di aprire una rete di protezione stabile e veloce sui debiti sovrani. Alla fine, quindi, verrà rinforzato. Per il club dei virtuosi, capeggiato da Germania e Francia, il potenziamento del fondo si farà a certe condizioni però: impegnare le economie a un rigore maggiore già prima dell’estate; massimo controllo sui rispettivi debiti sovrani; stabilità della moneta unica; e soprattutto, una ricetta strutturale (e unica) per il Vecchio continente che consenta di affrontare con massima cura e velocità le emergenze senza lasciar campo libero alla speculazione. Tutte condizioni che l’Italia è pronta a sottoscrivere. Tremonti, però, chiede più controlli “sulla solidità della finanza privata e delle banche''. Si sente al riparo da facili contagi guardando al sistema bancario italiano molto stabile e con esposizione irrisoria. E al “club dei creditori” - che questa volta non ci ha invitato – un paio di messaggi li ha mandati: no ad automatismi in relazione al Patto di stabilità; e la proposta sugli eurobond resta sul tavolo.
Qualche risposta concreta, però, l’Ecofin l’ha data almeno sul fronte delle banche. Ci saranno altri stress test ma questa volta con più severità. Come annunciato giovedì scorso dall’Authority bancaria europea (Eba) dunque nella prima metà dell’anno si ripeterà l’esame di luglio 2010, quando sotto la lente del Comitato europeo per la supervisione delle banche (Cebs) erano finiti i principali istituti di credito dell’Ue. I nuovi test dovranno avere lo stesso livello di trasparenza e qualità di quelli condotti sulle banche americane. In questo modo si tenterà di mettere fine alle molte polemiche sorte dopo l’esito del precedente esame, che aveva visto la bocciatura di sette banche su 91. La stampa americana aveva criticato fortemente l’operazione perché i criteri adottati sarebbero stati poco trasparenti. Lo stesso Cebs aveva risposto con una nota ufficiale al “Wall Street Journal” secondo cui l’analisi non sarebbe riuscita a catturare l’esposizione al debito sovrano di tutti gli istituti esaminati.
quello che sicuramente faranno e' un aumento della tassazione dal 12,5 al 20 su tutti i prodotti finanziari , oppure il 20% sono ad attivita' speculative. con i debiti pubblici non si puo' scherzare