"La nuova Imu? Una batosta. Ecco le 5 stangate nascoste"
"Cambia solo il nome dell’imposta che si paga, visto che prima le sigle erano due (Imu e Tasi). Da quest’anno torna ad essere solo una ma la sostanza rimane la stessa: i proprietari dovranno versare circa 11 miliardi di euro".
Quali sono i pro e i contro della nuova imu?
"Di pro non ne vedo neppure uno. I contro, invece, sono molti: è stata aumentata dal 4 al 5 per mille l’aliquota “di base” per l’abitazione principale e dal 7,6 all’8,6 per mille quella per gli altri immobili. Viene consentito ad alcuni Comuni di raggiungere un’aliquota massima più alta rispetto a tutti gli altri: 11,4 per mille anziché 10,6. Con l’eliminazione della Tasi è stato soppresso l’obbligo per i Comuni di individuare i 'servizi indivisibili' e di indicare analiticamente, per ciascuno di essi, 'i relativi costi alla cui copertura il tributo è diretto'. In sostanza, l’unica parvenza di service tax, da tutti invocata, è stata eliminata anziché essere rafforzata. Con la soppressione della Tasi viene scaricato sui proprietari l’intero importo del tributo, prima invece in parte a carico degli occupanti degli immobili, se non utilizzati come abitazione principale. Sono state mantenute imposizioni vessatorie come quelle sugli immobili inagibili e su quelli non utilizzati e privi di mercato per assenza di inquilini o acquirenti".
In tempo di Covid, si tratta di una stangata?
"In un periodo di eccezionale crisi come questo, le fonti di entrata sono spesso venute a mancare o si sono fortemente ridotte, provocando nei proprietari una situazione di grave difficoltà economica. Abbiamo inviato una circolare a tutte le nostre oltre 200 rappresentanze territoriali per invitarle a sollecitare le amministrazioni comunali a rinviare il termine per il pagamento della prima rata oppure a stabilire che non si applichino sanzioni e interessi".
Di questi tempi torna l'incubo patrimoniale. La casa finirà nel mirino?
"L’Imu stessa è una patrimoniale anche se in tanti fanno finta di non notarlo. Ma di patrimoniali ce ne sono, di fatto, anche altre: l’Irpef sulle case non locate che si trovano nello stesso Comune in cui si trova l’abitazione principale, una vera e propria angheria nei confronti di chi ha la 'colpa' di non riuscire a vendere o a dare in affitto il proprio immobile".
Qual è l’imposta che prima di ogni altra andrebbe tolta sulla casa?
"Il problema più grave è dato proprio dall’Imu. Un’imposta patrimoniale ordinaria sugli immobili è in sé un’iniquità, considerato che si tratta di un tributo di fatto espropriativo del bene colpito, il cui valore viene nel tempo inevitabilmente eroso. Qualche proprietario, negli ultimi anni, pur di sottrarsi a questo tributo ha provato a cedere il suo immobile allo Stato o a ridurlo in rudere: rispetto al 2011, ultimo anno pre-Imu, i ruderi sono raddoppiati passando da 278.121 a 548.148. Sarà un caso?"
Il mercato dell’edilizia è già in ripresa?
"Non direi proprio. Potrà riprendersi se decollerà il superbonus del 110% introdotto dal Decreto rilancio, ma perché questo avvenga è indispensabile che ne sia estesa la durata".
E quello Immobiliare?
"Il mercato immobiliare ripartirà se, oltre agli incentivi per gli interventi sugli immobili, sarà prevista una riduzione della tassazione e se non si approfitterà di ogni occasione per caricare di adempimenti, anche non fiscali, i proprietari".