NicOx : Garufi ... e la Rivoluzione Pharma

Stato
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http://www.ebdgroup.com/bes/program.htm

c'è per caso qualche volontario disposto ad imbucarsi al buffet organizzato dalla camera di commercio di milano domani alle 19 al castello sforzesco?...

:melo: se c'è da magiare gratis.............PRESENTE! :-D :-D

il buon michele però parla prima.....

Monday, March 16, 14:45–15:45
Title: Biotech CEO/CFO Roundtable — Developing a Solid Business Strategy in a Turbulent Economy
Moderator: Dr. David Chiswell, Executive Chairman, Albireo
Speakers:
John Aston, CFO, Astex Therapeutics
Michele Garufi, Chairman and CEO, NicOx
Dr. James S. Manuso, President and CEO, SuperGen
Dr. Vincent Mutel, CEO, Addex Pharmaceuticals

Abstract:
In the past six months the biotech industry has felt the devastating effects of an unstable economy. With many investors putting their money on ‘safer bets', companies are struggling to adapt financially. Featuring CEOs and CFOs from the biotechnology industry, this roundtable discussion will focus on how to develop a company business strategy that considers the pressures of a stressed economy and navigates a path toward continued growth.
 
manca il dr no! Acqua ... Il bello è che si piglia anche i complimenti da sustazz ! Perché è mattiniero!! :-D :prr:
 
:lol::lol:
manca il dr no! Acqua ... Il bello è che si piglia anche i complimenti da sustazz ! Perché è mattiniero!! :-D :prr:



the doc ha già accompagnato figlio a scuola moglie al lavoro e auto al tagliando<<<<<<<<<<<<<alle 6h30 leggeva già le news sui vari siti:lol::lol::lol::lol::lol: io vigilo sempre ;););););) non mi vedi ma ci sono anche spiritualmente
 
ecco ,,, come finiscono le OPA ostili ,,, nel Biotech :D:D:cool:


TOKYO, March 16 (Reuters) - Astellas Pharma Inc (4503.T), Japan's second-largest drugmaker, said on Monday it has decided to withdraw a hostile bid for U.S. biotechnology firm CV Therapeutics (CVTX.O).
The move followed CV's agreement on Thursday to a takeover proposal from U.S. biotechnology firm Gilead Sciences (GILD.O), for $20 per share [ID:nN12351289].
Astellas, which launched on Feb. 27 a tender offer for CV shares at $16 each, said trying to match Gilead's bid would hurt Astellas' shareholder value. (Reporting by Yumiko Nishitani)

http://www.reuters.com/article/marketsNews/idINTFA00426320090316?rpc=44
 
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2009/03/16/scienze/021amerk.html

Il "risiko" continua solo nel Big Pharma Merck all’attacco di ScheringPlough MERGER & ACQUISITION
Quello dei medicinali è l’unico settore che, in un momento di recessione, continua a dar vita ad una serie di operazioni

MARCO MORELLO

dividerli erano solo 60 chilometri, un lembo del distretto industriale del New Jersey tagliato a metà dalla superstrada 78. Per unirli c’è voluto però un ampio concorso di fattori: la crisi galoppante, alcuni importanti brevetti in scadenza, la necessità di abbattere in fretta i costi e di diversificare il più possibile l’offerta, con un occhio di riguardo alle biotecnologie. Così, sull’esempio di Pfizer e Wyeth, altri due colossi farmaceutici sono convolati a nozze: l’americana Merck ha acquistato la rivale ScheringPlough per 41,1 miliardi di dollari, dando vita a un gigante in grado di generare 46,9 miliardi di ricavi, presente con i suoi prodotti in 140 paesi. La mossa della Merck & Co. (da non confondere con l’omonima azienda tedesca) rappresenta una cesura con il suo passato di rigorosa autonomia scientifica, al punto che alcuni analisti hanno bollato il merger come «tattica da ultima spiaggia». In effetti, nei calcoli dei manager di Whitehouse Station il cambio di strategia porterà in cassa non meno di 2 miliardi di dollari provenienti dai mercati emergenti, dove ScheringPlough è ben radicata, e la compagnia potrà ampliare notevolmente il suo portafoglio di farmaci entrando in nuovi settori, dalla cura degli animali (con vendite stimate di 3 miliardi l’anno) alla cosmetica con le calzature Dr. Scholl’s e le lozioni Coppertone.
La transazione porterà al raddoppio del numero di blockbuster che Merck ha in sviluppo avanzato raggiungendo la ragguardevole cifra di 18 molecole. Tra queste spicca il TRA, un promettente farmaco antitrombotico per impedire la coagulazione del sangue. La logica di base è semplice: come ha calcolato in Italia la Farmindustria, ogni brevetto scaduto di un importante farmaco può provocare perdite superiori al 20% del fatturato in un anno. Per evitare che tanti miliardi di dollari vadano in fumo, occorre trovare delle alternative. Nel 2012 scadrà per esempio il brevetto di Singulair, una cura per l’asma che da sola genera il 18% dei ricavi della Merck. Insomma, il gruppo aveva bisogno di una boccata d’ossigeno e sembra averla trovata nella fusione: la dinamica compagnia di Kenilworth che ha acquisito non ha in calendario scadenze così imminenti e l’accordo, a partire dal 2011 porterà a risparmi per 3,5 miliardi l’anno. Non senza qualche doloroso effetto collaterale, su tutti un taglio di 16mila posti di lavoro, il 15%. E con qualche rischio: ScheringPlough ha in piedi una jointventure con Johnson & Johnson per commercializzare il Remicade, un rimedio per l’artrite reumatoide. Si tratta di una partnership da 2,1 miliardi di dollari annui, che potrebbe venir meno se dovesse scattare la clausola del cambio di proprietà. Perciò a livello tecnico il deal si è configurato come un’acquisizione di Merck da parte di ScheringPlough, nonostante la prima sia il soggetto dominante.
Il merger non sembra essere l’ultimo, alla luce tra l’altro dei piani di Barack Obama di abbassare i prezzi dei medicinali. Come dimostra uno studio pubblicato da Ims Health, nel 2008 la Food and drug administration ha approvato 24 nuovi farmaci, il numero più alto degli ultimi tre anni. Ma in sei mesi quei prodotti hanno generato profitti per 40 milioni di dollari, la cifra più bassa da dieci anni. Pfizer, per ridurre i contraccolpi della crisi, ha comprato Wyeth per la cifra record di 68 miliardi. Roche la settimana scorsa ha completo l’acquisizione della quota che le manca (il 44%) per avere il controllo di Genentech. L'accordo ha posto fine ad una battaglia finanziaria durata otto mesi, con un'offerta superiore del 9,8% rispetto a quella avanzata in passato dalla Roche e del 3% superiore rispetto alla chiusura di Borsa del momento in cui è stata conclusa (giovedì). In definita, Roche ha pagato 46,5 miliardi di dollari.
E ora, quali saranno le prossime mosse di questo Risiko globale? In molti scommettono su una controfferta dell’undicesima ora di Johnson & Johnson per ScheringPlough. Altri rilevano le mire di BristolMyers Squibb (a sua volta nel mirino di Sanofi) su Eli Lilly, decima nel ranking delle compagnie farmaceutiche. Oppure, in seconda battuta, una partnership tra la società di New York e AstraZeneca. Senza dimenticare che Novartis e Roche si corteggiano e cooperano da diversi anni e presto o tardi potrebbero decidere di fondersi. Il trend, insomma, pare definito anche se non manca chi esprime perplessità sul moltiplicarsi di merger tra colossi. Andrew Witty, ceo di GlaxoSmithKline, ha chiamato fuori il suo gruppo definendo «distruttive» questo tipo di operazioni
 
http://www.repubblica.it/supplementi/af/2009/03/16/scienze/021asanofi.html

Le prossime mosse si aspettano in Europa

ANNA MARULLO


La prossima compagnia farmaceutica a muoversi sullo scacchiere del merger&acquisition sarà probabilmente la francese SanofiAventis. Almeno queste sono le intenzioni del nuovo Ceo, Chris Viehbacher, che nella presentazione dei dati finanziari del 2008 si è detto pronto ad avviare un’intensa politica di acquisizioni. Per la Sanofi è una necessità visto che da qui al 2012 scadono i brevetti di alcuni prodotti che hanno fatto il successo del gruppo, tre su tutti: Clexane, Aprovel, e Taxotere. Occorre correre ai ripari con nuovi farmaci. E così corrono le voci su una possibile acquisizione della Bristol Mayers Squibb.
La politica di acquisizioni del nuovo Ceo non ha però solo l’obiettivo di ampliare il portafoglio, ma anche di aumentare le vendite dei prodotti già in possesso dall’azienda. Per questo l’11 marzo la Sanofi ha concluso l’acquisizione di Zentiva, un’azienda ceca di farmaci generici. Quando nel 2012 scadranno infatti i brevetti di alcuni prodotti di punta, proprio sul mercato dei generici bisognerà competere. Nel gruppo sanno che questi farmaci rischiano di erodere le vendite e cercano di arginare il danno. Con l’acquisizione di Zentiva l’azienda ha la possibilità di crescere in questo mercato, diventando l’undicesimo gruppo nel settore. Ma non c’è solo questo vantaggio. La Zentiva è leader nell’Europa dell’Est, in Turchia e Russia, mercati di grande interesse per la Sanofi e che aprono la porta verso i paesi orientali. Dove la Sanofi ha già messo un piede. In India l’introduzione dell’Enterogermina nel 2005, prodotto storico della casa, ha dato ottimi risultati. In Thailandia è partita qualche settimana fa una verifica sull'efficacia sui bambini di un vaccino SanofiAventis contro la dengue. Si tratta della malattia tropicale più diffusa dopo la malaria. «I risultati di quest’anno sono stati positivi spiega Viehbacher e l’utile netto è aumentato del 3,2% a 7,2 miliardi di euro. Bisogna escogitare sempre nuove soluzioni se si vogliono tenere questi ritmi di crescita». Ma poi a scanso di entusiasmi aggiunge: «Non dimentichiamo che se due persone brutte si mettono insieme è improbabile che dalla loro unione nasca un bel bambino».
 
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