tontolina
Forumer storico
Largo all'Asia
Quando si è cominciato a parlare di globalizzazione, i pessimisti presagivano "un mondo a stelle e strisce, pieno di bevitori di Coca Cola stravaccati davanti alla tv e di potenti multinazionali che piantano la bandiera americana ai quattro angoli del globo".
Quasi quindici anni dopo è chiaro che non ci stiamo dirigendo verso quel tipo di scenario. Innanzitutto, osserva Enjeux, perché "la globalizzazione accentua i particolarismi e le reazioni culturali allo stile di vita americano, come per esempio in Francia". E poi perché "gli statunitensi non sono gli unici padroni del gioco: ormai si sono inserite anche Cina e India". Questi nuovi protagonisti cambieranno il volto della globalizzazione, anche se le loro aziende non hanno adottato completamente il modello capitalista classico.
"Gli Stati Uniti resteranno una grande potenza", prevede il mensile, "ma il peso relativo dell'occidente continuerà a ridursi. Anche le istituzioni internazionali – Nazioni Unite, Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, G8 – saranno sconvolte dalla nuova geografia del potere mondiale. Non dovremo stupirci se un giorno una missione dell'Fmi capeggiata da economisti cinesi imporrà a un'indebitatissima Francia di licenziare i dipendenti pubblici".
http://www.internazionale.it/cartoline/cartolina.php?id=15490&issue_id=281&oid=52
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Già adesso il 1° ministro pekinese Wen Jiabao offre gratuitamente i suoi consigli all'Italia in tema di parcheggi....
Quando si è cominciato a parlare di globalizzazione, i pessimisti presagivano "un mondo a stelle e strisce, pieno di bevitori di Coca Cola stravaccati davanti alla tv e di potenti multinazionali che piantano la bandiera americana ai quattro angoli del globo".
Quasi quindici anni dopo è chiaro che non ci stiamo dirigendo verso quel tipo di scenario. Innanzitutto, osserva Enjeux, perché "la globalizzazione accentua i particolarismi e le reazioni culturali allo stile di vita americano, come per esempio in Francia". E poi perché "gli statunitensi non sono gli unici padroni del gioco: ormai si sono inserite anche Cina e India". Questi nuovi protagonisti cambieranno il volto della globalizzazione, anche se le loro aziende non hanno adottato completamente il modello capitalista classico.
"Gli Stati Uniti resteranno una grande potenza", prevede il mensile, "ma il peso relativo dell'occidente continuerà a ridursi. Anche le istituzioni internazionali – Nazioni Unite, Banca mondiale, Fondo monetario internazionale, G8 – saranno sconvolte dalla nuova geografia del potere mondiale. Non dovremo stupirci se un giorno una missione dell'Fmi capeggiata da economisti cinesi imporrà a un'indebitatissima Francia di licenziare i dipendenti pubblici".
http://www.internazionale.it/cartoline/cartolina.php?id=15490&issue_id=281&oid=52
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