Roma Chissà se Enrico Bondi lo sa.
L'uomo voluto da Monti per «monitorare» la presentabilità dei candidati nel segno dell'Agenda del Prof potrebbe trovarsi in qualche imbarazzo nel valutare il curriculum di Lucio D'Ubaldo, senatore fuoriuscito dal Pd per reinventarsi promotore dell'ultima nata tra le liste d'appoggio al premier, i «Popolari Democratici per Monti».
Perché l'ex assessore alle risorse umane della giunta Veltroni ha un precedente seccante con la magistratura contabile, risalente allo scorso giugno.
La Corte dei conti del Lazio l'ha condannato perché nel 2006 - quando era presidente dell'Asp, l'agenzia di sanità pubblica della regione Lazio - aveva stipulato con «condotta gravemente colposa» un contratto decisamente troppo generoso con il direttore dell'agenzia.
Che invece del massimo previsto dalla normativa - mica spiccioli, 155mila euro l'anno - si metteva in tasca - secondo le fiamme gialle - 211mila euro, ai quali andava aggiunta la «retribuzione di risultato», pari a 31.660 euro nel 2006 e a 42.213 euro gli anni successivi. Insomma, una «palese violazione della disciplina applicabile al caso di specie» per i magistrati contabili, che bacchettano la «negligenza e superficialità» del senatore.
Così, quel contratto illegittimo è costato - letteralmente - a D'Ubaldo la condanna a restituire di tasca propria la cifra indebitamente sperperata dalle casse regionali, 244mila euro, «scontata» di un 30 per cento, attribuibile per la Corte dei conti alla responsabilità degli altri dirigenti e degli uffici amministrativi dell'Asp.
Ma quel dirigente strapagato per il quale D'Ubaldo dovrà sborsare 170mila euro porta a sua volta un nome - anzi, un cognome - ben noto.
È Claudio Clini, fratello minore di Corrado, ministro dell'Ambiente proprio con Monti.
Clini junior nel giudizio c'è entrato solo di striscio, poiché la Corte pur osservando che, da direttore, il fratello del ministro «ha conferito tre incarichi dirigenziali riconoscendo compensi superiori», non lo ha ritenuto responsabile «per mancanza di gravità della colpa», archiviandone così la posizione.
Dunque, lo stesso D'Ubaldo che ieri è inciampato nella condanna per aver coperto d'oro il giovane Clini, ora è passato dalla Corte dei conti alla corte di Monti.