NON RINUNCIARE AD UN SOGNO SOLO PERCHE' PENSI TI CI VORRA' TROPPO TEMPO PER REALIZZARLO...

”7000 guardie mediche, ovvero quelle non titolari e precarie, rischiano di restare a casa. Ma soprattutto rischiamo di sovraccaricare il sistema di Emergenza e Urgenza”.

Inoltre, ha incalzato il segretario Fp Cgil Medici Massimo Cozza,
“così si capovolge il concetto di politica sanitaria che è stato portato avanti negli ultimi anni, ovvero di potenziamento dell’assistenza sul territorio rispetto all’ospedale. E’ una retromarcia clamorosa e sbagliata”.

Preoccupazione è espressa anche dalla presidente dell’Associazione nazionale che riunisce circa 5000 piccoli comuni italiani (Ancpi) Franca Biglio, secondo la quale
”il taglio della Guardia medica è una forte penalizzazione che metterà in difficoltà in particolare gli anziani che vivono nei piccoli centri”.

In Italia, ha ricordato lo Smi, ci sono 20.000 guardie mediche che gestiscono i codici bianchi di notte alleggerendo così il carico del pronto soccorso ed a fronte di un compito così importante il loro costo è di 10 euro l’anno a cittadino.

Complessivamente, le guardie mediche effettuano 15 mln di visite l’anno, di cui 3 mln tra le 24 e le 8 di mattina e che andranno a carico del Pronto soccorso.
 
Costo 600.000.000 : 20.000 = costo per guardia medica 30000 euro l'anno.

Se fosse così, non vedo dove si può risparmiare.....intasando il Pronto Soccorso ?
 
Diciamo che i Comuni Italiani sono poco più di 8000.
Capisco che ci sono le grandi città e lì ci saranno anche 20 o 30 guardie mediche attive (forse ...... non conosco il dato)

Così - senza sapere nè leggere nè scirvere - facendo un calcolo di 1 guardia medica ogni 50000 abitanti,
penso che si potrebbe contenere il costo mantenendo il servizio e riducendole alla metà.
 
Anche lei porta la seconda ......

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Per i gay i soldi ci sono ....per le famiglie ? no.

INPS - "Reversibilità? Costi sostenibili"
 
Avanti popolo .....

TRENTO
Un centinaio di richiedenti asilo ospitati nella provincia autonoma si sono dati appuntamento questa mattina nel centro storico del capoluogo, protestando per la prolungata attesa nei centri di accoglienza, da cui in molti vorrebbero uscire per espatriare e trasferirsi nel Nord Europa.

Il corteo, riporta il quotidiano locale Il Trentino, ha attraversato le vie del centro puntando verso la questura di Viale Verona, dove gli agenti in assetto antisommossa hanno bloccato gli immigrati che volevano introdursi all'interno degli uffici per protestare.

Tra le contestazioni dei richiedenti asilo, le tempistiche per il rilascio dei documenti e la diaria corrisposta agli ospiti del centro d'accoglienza, che ricevono quotidianamente una somma di 2,5 euro per le proprie spese quotidiane. Una somma giudicata insufficiente ..............(per fare un .azzo).
 
Tipico aplomb veneziano .......

"Ricchione, culattone... - si legge nel messaggio social - hai il culo talmente aperto che quando scoreggi non fai più prrr, ma pohhhh".
 
Pignora la pensione al padre che non vuole più mantenerla, nemmeno agli studi, perché lei non ha dato neppure un esame.

Il Tribunale di Trento scrive un'altra pagina del libro sui bamboccioni (copyright dell'ex ministro Tommaso Padoa Schioppa), gli under 35 d'Italia.

Secondo l'istituto Doxa, i giovani che non ne volevano sapere di andar via di casa nel 2007 erano il 61%. Adesso sono il 66%. Sempre più spesso fanno causa ai genitori per vedersi riconosciuto il diritto alla paghetta, nonostante l'età non più tenera.

Qualche giorno fa a Rovereto una ventiquattrenne iscritta all'università con scarso profitto ha portato davanti ai magistrati il padre, autista in pensione della società provinciale dei trasporti.

Pretendeva, la studentessa con zero esami sin qui sostenuti, il rispetto dell'accordo stipulato in sede di separazione coniugale: 300 euro al mese a titolo di alimenti. Impegno onorato fino a quando la fanciulla aveva spento le 18 candeline e trovato un lavoro.

Una volta rimasta disoccupata e intrapresa la poco brillante carriera universitaria, ha ripensato forse con nostalgia a quel sussidio mensile, e spalleggiata dalla mamma ha pignorato il quinto della pensione al padre, contrarissimo a scucire quattrini per la figlia. Ma il giudice dell'esecuzione, chiamato a valutare la situazione, ha dato ragione alla signorina, dirottando sul suo conto corrente 150 dei quasi 800 euro mensili della pensione paterna.

«La somma dovrà essere versata sino a quando non sopraggiungerà l'indipendenza economica della beneficiaria»,
 

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